Si avvicina prepotentemente il grande giorno. Il giorno della grande espiazione, il giorno in cui simbolicamente ogni oppresso può, con un grande abbraccio universale, unirsi a tutti gli altri fratelli perseguitati sotto un'unica bandiera. Quella nerazzurra, campionessa assoluta di tutti i vittimismi. Il Potere bianconero che tutto confonde, obnubila, tarocca, è alle porte di Milano più arrogante che mai, reduce da due scudetti come al solito arraffati grazie a compiacenze arbitrali, fortuna e oscure manovre nelle segrete stanze della Lega Calcio, dove il potere della Juve è, come è noto, decisivo. Il povero popolo interista, da sempre umiliato e calpestato, però, non è solo.
C'è al suo fianco infatti la parte buona della stampa, il giornalismo, un giornalismo che da anni denuncia le malefatte gobbe, un giornalismo che ha reso possibile la Grande Purificazione e ha annientato la longa manus di colui che tutto "rubava": il deus ex machina di Monticiano. E oggi che il malaffare è sparito dal pallone italiano, mai così efficiente ed in salute, questa eroica stampa (in particolare televisioni e la galassia di siti e sitarelli a sfondo calcistico disseminati nell'universo del web) offre il giusto tributo alla Memoria affinché cose del genere non accadano mai più. Il furto dei furti, la data zero, Juventus-Inter 1 a 0 del 1998, viene evocata un po' da tutti i protagonisti di quello sciagurato giorno. La grande e irreprensibile stampa non li dimentica mai in occasione di questa ricorrenza. Signori e signore, le interviste impossibili:
Salvatore Fresi: "Il nuovo Baresi". Intervista a FcINternews:
"C'era grossa perplessità per la direzione arbitrale. Ci chiedevamo come mai un fallo così evidente non fosse stato punito con il calcio di rigore. Poi, dopo un paio d'anni, Ceccarini smise anche di arbitrare... Fino a quella partita, sinceramente, non avevamo pensato più di tanto agli errori arbitrali. Pensavamo di vincere sia quell'incontro che il campionato. Avremmo meritato di vincere lo Scudetto, poi abbiamo visto tutti cosa è successo con la Juventus. Ma devo ammettere che qualche colpa fu anche nostra, perché perdemmo un po' di punti qua e là". L'amarezza di un campione ingiustamente scippato di un titolo meritatissimo: avevano perso qualche punto tra Brescia e Piacenza, ma da quando i campionati si conquistano vincendo su questi campi? Abbiamo visto tutti cosa è successo alla Juventus: quell'anno finì in finale di Champions League per la terza volta di fila, ma lì i magheggi di Moggi non funzionavano. E ancora: "Io non ho mai pensato alla corruzione dell'arbitro. Più che altro, c'era il solito discorso: c'era la paura di perdere altri arbitraggi della Juve. Quindi, se c'era da favorire qualcuno, si favoriva la Juventus. Arbitrare la Juve non era come arbitrare una piccola". E' proprio vero. Arbitrare la Juve non era come arbitrare una piccola. Lo sanno pure Paparesta e Racalbuto.
Gianluca Pagliuca: il portierone: Intervista a Sportitalia.
"Per me Inter-Juve è stato spesso anche amaro come nel '98, ricordate il fallo di Iuliano su Ronaldo, quello scudetto ce lo sentiamo nostro anche se purtroppo è andato alla Juventus." Quanta verità nelle parole del numero 1 di tante battaglie. Ma il vero quesito è: sentite più vostro il campionato 1998, quello del 2002 o quello del 2006? Se serve l'aiuto da casa, risponde Tavaroli.
Ronaldo: il Fenomeno. Fonte: Sportmediaset.
"Ronaldo lancia l'Inter: "Batterà la Juventus". Tranquillo, arbitra Iuliano.
Gigi Simoni: il Guru: intervista a Calcionews24.com.
“Per me siamo i vincitori morali e non solo di quella partita. Cerco di non pensarci troppo ma ogni tifoso ricorda quell’episodio che fu triste per tutto il calcio italiano. Il problema non è stato soltanto in quella partita ma in tutto il campionato, penso ad esempio alla sfida di Empoli, persino Peruzzi andò in difficoltà: la Juve quello scudetto non doveva vincerlo, molte persone erano condizionate dai bianconeri che poi dopo hanno pagato le conseguenze, penso a Calciopoli e allo scudetto perso a Perugia.” Il condottiero dell' "Invincibile Armada" è il più gettonato ed intervistato prima di uno Juventus-Inter: quello scudetto scippato avrebbe meritatamente arricchito il suo ricco palmarès. E fa bene anche a ricordare Perugia: non è da un diluvio che si giudica un Cupolone.
Però, di anni ne sono passati da quei fatti e il Guru della Milano nerazzurra si è anche un po' stancato, confida a Sportitalia:" A me non frega niente della partita che abbiamo perso là, è stato un episodio del calcio, del quale io ne ho piene un po' le scatole, perché quando giro e incontro qualcuno... 'eh quel rigore...'. Sono passati 16 anni e io devo subire tutti i giorni... Questa settimana non ho potuto fare niente perché continuamente il telefono suona. Io cerco di essere un po' educato, però l'argomento è sempre quello. Ne abbiamo parlato 50 volte. Mi sono stancato veramente". Simoni dunque, da novello Salomone, sa pesare le colpe. Ma cerchi di capire, caro Mister, come si fa senza le sue parole a riaprire questa semestrale polemica da bar sport che va avanti da quasi vent'anni?
Javier Zanetti: il Capitano. Ai cronisti che lo attendevano all'entrata in Lega per la riunione tra allenatori, arbitri, dirigenti e capitani.
"Questo big match si sente tanto, spero che l’arbitro sia tranquillo e che sia solo una partita di calcio" Il Capitano è sempre in prima linea, anche infortunato. I potentissimi venti bianconeri potrebbero condizionare l'arbitro, meglio che stia tranquillo. E già che ci siamo... facciamo 5-4-4?
In definitiva, con una stampa così arguta, puntuale ed obiettiva, gli sportivi italiani possono dormire sogni tranquilli. Fa niente se quei disinformatori juventini "potentissimi" che sentenziano in giro per il web diranno che nessuno si ricorda il Processo di Napoli, i passaporti, i bilanci, Telecom, Auricchio e daranno impunemente patenti di piagnoneria a destra e a manca. La stampa vigila, ma l'attenzione deve rimanere alta. La Gazzetta, un tempo baluardo della crociata per la pulizia del calcio, sfoggia sfacciatamente le tre stelle sopra lo stemma della Juventus. Cosa strana questa. Eppure sono così abituati a servire il lettore "orientando l'opinione pubblica" che di solito niente e nessuno può condizionarli. E gli equilibri azionari di RCS?