Il bilancio 2012 di Genoa Cricket and Football Club Spa ha registrato una perdita di € 14.846.953, dovuta essenzialmente al costo del lavoro, all’ammortamento della rosa calciatori e anche alle minusvalenze record realizzate per sfoltire l’organico.
Il “Player Trading”, su cui puntava molto la gestione economica del Genoa, durante l’anno 2012 ha mostrato il rovescio della medaglia. Infatti, il continuo ricorso al “Player Trading” alla ricerca della agognate plusvalenze può portare ad un incremento del valore contabile della rosa calciatori e di conseguenza determina un aumento del costo del personale e degli ammortamenti. Se si aggiunge il verificarsi di stagioni sportive non brillanti, il rischio di realizzare delle minusvalenze diventa molto probabile. Per rimediare a questa situazione, per il 2013 gli Amministratori del Genoa si propongono come obiettivo una riduzione del costo del lavoro pari a € 53 milioni, attraverso la riduzione del numero di giocatori, cercando peraltro di non diminuire il grado di competitività della rosa. Inoltre sul bilancio 2012 hanno pesato, come costi, € 43 milioni per gli ammortamenti e € 19 milioni per minusvalenze. Le plusvalenze invece sono state pari a € 54 milioni.
La continuità aziendale.
I revisori della Mazars Spa, nella loro Relazione, hanno rilevato che l’entità della perdita è tale da ricadere nell’ipotesi prevista dall’articolo 2446 del Codice Civile, ossia quando il capitale si riduce di oltre un terzo a causa di perdite.
Secondo gli Amministratori la società dispone di adeguate risorse economiche e patrimoniali per far fronte agli impegni finanziari nel futuro, garantendo così la continuità aziendale.
Il collegio sindacale ha preso atto che il socio di maggioranza Fingiochi Spa, in data 21 dicembre 2012, ha manifestato la volontà di convertire parte della posta “finanziamento soci infruttifero” in riserva a copertura perdite esercizi precedenti, per l’importo di € 7 milioni. Con riferimento alla stessa posta, nel mese di gennaio 2013, il socio di maggioranza ha manifestato la volontà di convertire ulteriori € 750.000.
Inoltre, con riferimento alla situazione patrimoniale al 31 dicembre 2012, il Collegio Sindacale ha preso atto del fatto che il socio di maggioranza si è reso disponibile a nuovi interventi a tutela dell’integrità del patrimonio netto; tuttavia, a detta dello stesso Collegio Sindacale è necessario “continuare ad effettuare con costanza un monitoraggio particolarmente attento sulla situazione economica e patrimoniale”.
In definitiva la continuità aziendale del Genoa dipende dall’azionista di maggioranza.
Il Patrimonio Netto.
Il patrimonio netto è pari a € 1.153.787 e risulta in aumento di € 153.047. La variazione è stata determinata dalla perdita di esercizio di € 14.846.953 e dalla conversione in riserva copertura perdite di parte del vecchio finanziamento infruttifero del socio di maggioranza per l’importo di € 15 milioni.
Il Patrimonio Netto rappresenta solo lo 0,37% delle fonti di finanziamento dell’attivo. Tale indicatore è sintomo di sottocapitalizzazione.
L’indebitamento finanziario.
I debiti finanziari, esclusi i debiti verso la controllante per consolidato fiscale, diminuiscono da € 108,8 milioni a € 98,8 milioni e rappresentano il 30% (36% nel 2011) delle fonti di finanziamento. I debiti verso i soci sono diminuiti da € 27,3 milioni a € 11,4 milioni. I debiti verso le banche si incrementano di € 2,9 milioni, assestandosi a € 24,9 milioni. Le banche con cui lavora il Genoa sono Unicredit e Banca Carige. I debiti bancari a medio-lungo termine, pari a 19,6 milioni, riguardano mutui accesi con Banca Carige.
I debiti verso altri finanziatori sono rilevanti, essendo pari a € 55,5 milioni (€ 59,5 milioni nel 2011), e registrano un decremento di 4 milioni. Tale voce riguarda debiti per operazioni di factoring con Banca Carige, Istituto per il Credito Sportivo, Emilia Romagna Factoring e Monte dei Paschi Leasing & Factoring.
L’indebitamento finanziario netto ammonta a € 91,5 milioni; considerando le disponibilità liquide pari a circa € 251 mila, risulta in diminuzione rispetto al 2011 di circa € 13,2 milioni.
L’EBITDA è positivo per € 33,9 milioni e il rapporto tra indebitamento finanziario netto ed EBITDA è 2,7 (2,9 nel 2011). Di solito tale rapporto si giudica positivamente quando è inferiore a 2. Invece, quando supera 3, pone dei dubbi sulla sostenibilità del debito.
I crediti verso Enti-settore specifico risultano pari a € 136,5 milioni (€ 118,6 milioni nel 2011), mentre i debiti verso Enti-settore specifico, pari a € 99,7 milioni (€ 97,9 milioni nel 2011), finanziano il 32,31% dell’attivo. Se considerassimo anche i debiti e i crediti da compartecipazione, il saldo, che essenzialmente dipende dall’attività di calciomercato, sarebbe positivo per € 45,8 milioni (€ 26,5 milioni nel 2011) e ridurrebbe l’indebitamento considerato ai fini del Financial Fair Play a € 45,7 milioni al di sotto dei ricavi.
I debiti verso l’Erario e gli altri debiti.
I debiti verso l’Erario aumentano a € 37,5 milioni, da € 24,9 milioni del 2011. Essi rappresentano il 12% delle fonti di finanziamento dell’attivo. Il maggior importo riguarda i debiti dilazionati per € 11,8 milioni, di cui per l’IVA relativa a esercizi precedenti non versata circa € 8,7 milioni.
Le ritenute Irpef per retribuzioni tesserati ammontano a € 5,8 milioni, quelle relative ai premi sono pari a € 1,1 milioni. Risultano debiti per IVA pari a € 10, 2 milioni e debiti per IRAP 2012 pari a € 1,8 milioni. Nella Relazione sulla Gestione si legge che, a seguito della rateizzazione del debito IVA pregresso, l’Agenzia delle Entrate ha inviato alla Procura della Repubblica di Genoa comunicazione di notizia di reato.
Il Genoa, come molti altri club, ha contenziosi in corso con l’Agenzia dell’Entrate riguardanti l’applicazione dell’Irap sulle plusvalenze fino all’anno 2007. Nel fondo rischi esiste apposito accantonamento.
I debiti verso Istituiti di previdenza ammontano a € 2,2 milioni (€ 1,6 milioni nel 2011).
La voce “debiti diversi” aumenta da € 8.288.938 a € 11.160.768. In questa voce dovrebbe essere ricompreso il debito verso il personale.
Il Valore della Rosa.
Nell’attivo di bilancio figurano diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori per € 99.380.534 (€ 123,1 milioni nel 2011), diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori delle giovanili per € 3.460.662 (€ 2,3 milioni nel 2011) e compartecipazioni ex art. 102 bis N.O.I.F. per € 23.653.000 (€ 30,8 milioni nel 2011), che equivalgono alla metà del valore dei calciatori ceduti in compartecipazione, mentre la metà del valore dei calciatori acquisiti in compartecipazione è iscritta nel passivo per € 14.700.000 (€ 25,1 milioni nel 2011). Pertanto il saldo netto potenziale della rosa calciatori del Genoa ammonterebbe a circa 112 milioni di euro, che è una cifra rilevante per un club come il Genoa. Non a caso, durante l’Assemblea degli Azionisti, l’Amministratore Delegato ha affermato che sarà avviata “una forte campagna di dismissione di giocatori che sono a matricola del Genoa ma impegnati in altre società”.
I calciatori col valore contabile residuo netto più elevato sono i seguenti:
Per quanto riguarda i giocatori ceduti in compartecipazione, che vengono esposti per metà del loro valore tra i crediti, al 31/12/2012, troviamo: Acerbi (Milan) per 4 milioni; Boakye (Juventus) per 4 milioni; Federico Rodriguez (Bologna) per 3 milioni, Acquafresca (Bologna) per 2,5 milioni e Tachtsidis (Roma) per 2,5 milioni.
Per quanto riguarda i giocatori acquisiti in compartecipazione, allocati per il 50% del valore tra i debiti, al 31/12/2012, figurano: Beretta (Milan) per 4 milioni; Immobile (Juventus) per 4 milioni; Manzoni (Parma) per € 1.700.000; Piscitella e Verre (Roma) per € 1,5 milioni, Bertolacci (Roma) per € 1 milione e Vinetot (Crotone) per € 1 milione. Su tali calciatori il Genoa ha calcolato gli ammortamenti sul valore pieno.
Rilevante è anche il dato relativo alla capitalizzazione dei costi del vivaio, allocata tra le immobilizzazioni immateriali per 9,4 milioni, il che significa che il Genoa spende molti soldi per il settore giovanile.
La Gestione economica.
Il bilancio del Genoa evidenzia una dipendenza da player trading notevole, dovuta all’importo elevato delle plusvalenze realizzate a causa della continua movimentazione nella rosa calciatori, con acquisti, cessioni e il meccanismo delle compartecipazioni. Tuttavia, nel 2012, le minusvalenze hanno toccato il record di 16,9 milioni.
Il “Player trading”.
La gestione economica dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori risulta positiva per € 10,3 milioni. Nella sostanza le plusvalenze realizzate al netto delle minusvalenze riescono a coprire il costo degli ammortamenti.
Nel conto economico sono evidenziate plusvalenze da cessione diritti pluriennali per € 54,4 milioni (€ 62, 2 milioni nel 2011), che rappresentano il 43% del valore della produzione, che è pari a € 127,6 milioni (€ 118,8 milioni nel 2011).
Le maggiori plusvalenze realizzate sono di seguito elencate:
I ricavi da cessione temporanea prestazioni calciatori aumentano da € 3,2 milioni a € 8,7 milioni. L’importo maggiore riguarda Destro, prestato alla Roma per € 5.750.000, seguito da Gilardino prestato al Bologna per € 650.000. Ovviamente gli importi dei calciatori prestati vanno per competenza e si riferiscono all’importo maturato al 31/12/2012.
I costi da acquisizione temporanea prestazioni calciatori ammontano a € 1.577.000 (€ 2.454.000 nel 2011) e l’importo maggiore riguarda Carvalho Roger per 800 mila euro. Il prestito di Borriello fino al 31 dicembre è costato 125 mila Euro.
Le minusvalenze derivanti da cessione diritti pluriennali sono state pari a 16,8 milioni (€ 3,4 milioni nel 2011). L’importo maggiore riguarda la cessione di Papastathoupoulos al Werder Bremen ceduto per € 5 milioni con una minusvalenza di € 4.870.000. Meggiorini è stato ceduto al Torino per € 2 milioni con una minusvalenza di € 3 milioni. Caracciolo è stato ceduto al club Harum Sparta per 400 mila Euro con una minusvalenza di € 1.885.082.
I proventi da compartecipazione ex art 102 bis Noif dell’anno 2012 sono stati pari a 13,6 milioni (17 milioni nel 2011), mentre gli oneri da compartecipazione ex art 102 bis Noif risultano pari a 11,2 milioni (3,2 milioni nel 2011).
La risoluzione della compartecipazione di Destro col Siena ha comportato un provento finanziario di 6,2 milioni, quella di Esposito col Lecce € 2.799.500, quella di Acerbi col Chievo € 1.750.000.
Tra gli oneri da compartecipazione spiccano Longo (Inter) per € 6.999.500, Kucka (Inter) per 1,5 milioni e Kharjia (Fiorentina) per 1,5 milioni.
Gli altri ricavi.
A parte gli effetti del “player trading”, sul bilancio del Genoa esercitano una notevole influenza i proventi televisivi, pari a € 32,9 milioni (€ 31,9 milioni nel 2011), con un’incidenza del 26% sul valore della produzione. I proventi da sponsorizzazioni ammontano a € 3,7 milioni (€ 3,8 milioni nel 2011), quelli pubblicitari a € 1,6 milioni (€ 1,8 milioni nel 2011). I proventi commerciali e da royalties aumentano da un milione a € 10.546.652, a causa della cessione alla RAI dei diritti di sfruttamento delle immagini dell’archivio storico per € 8,7 milioni. Notevole è l’importo evidenziato nel valore della produzione riguardante l’incremento delle immobilizzazioni per capitalizzazione dei costi del vivaio, che ammonta a € 4,5 milioni. I ricavi da gare sono stati pari a circa € 5 milioni (€ 5,8 milioni nel 2011).
Gli altri costi.
Il totale dei costi della produzione ammonta a € 136,6 milioni (€ 126,9 milioni). I costi del personale, pari a € 53,9 milioni (€ 52,3 milioni nel 2011), rappresentano il 42% del valore della produzione, ma se escludessimo le plusvalenze tale percentuale salirebbe al 74%. L’incidenza del costo del personale sui costi della produzione è del 44%.
Gli ammortamenti sono pari a € 42,9 milioni (€ 44,2 milioni nel 2011). Quelli riguardanti la rosa dei calciatori ammontano a € 38,3 milioni (€ 40,8 milioni nel 2011).
Il costo complessivo di gestione dei calciatori incide sul valore della produzione per il 72%.
La differenza tra valore e costi della produzione è negativa per € 9 milioni (- 8,1 milioni nel 2011).
La gestione finanziaria, escludendo il meccanismo delle compartecipazioni, è negativa per € 6,6 milioni a causa degli interessi passivi.
Il risultato prima delle imposte è negativo per € 13,2 milioni, mentre nel 2011 era positivo per circa 1,8 milioni e nel 2010 era negativo per 15,9 milioni.
Conclusioni.
Come evidenziato nei precedenti articoli, il Genoa ha un elevato valore contabile della rosa. Nell’esercizio 2012, complice una stagione sportiva non eccellente, tale valore eccessivo ha mostrato i suoi effetti negativi in termini di costi, quali il costo del personale, gli ammortamenti e le eccessive minusvalenze.
Bilancio Genoa 2012: perdita da eccessivo “Player Trading”
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- By Luca Marotta