Su "ORRORI DI STAMPA" di giovedì 30 maggio, "La sentenza che non c'è nel mondo del travaglismo", avevamo commentato un articolo pubblicato, e poi successivamente modificato, sul sito del fatto Quotidiano, in merito all'ormai famoso video andato in onda sulla televisione olandese e latore di pesanti accuse alla Juventus rea, secondo gli olandesi, di aver fatto uso di doping prima della finale di Champions League del 1996. Nell'analisi dell'articolo pubblicato dal Fatto ci eravamo soffermati sulle parole di Alessandro Donati, ex allenatore della Nazionale azzurra di atletica a lungo impegnato nella lotta al doping nello sport, interpellato da Lorenzo Vendemiale a commento del servizio televisivo olandese, in cui per l'appunto compariva anche lui .
Molto cortesemente il signor Donati ha scritto alla nostra Redazione per fare alcune precisazioni e noi siamo felici di pubblicare la sua risposta, previa autorizzazione concessaci dallo stesso Donati ovviamente, con a seguire una controreplica dell'autore del pezzo.
Un cordiale saluto.
Alessandro Donati"
Gentile Signor Donati,
La ringrazio innanzitutto per la Sua risposta che mi ha aiutato moltissimo a comprendere meglio il Suo punto di vista, sicuramente trasposto in maniera non troppo fedele da parte della tv olandese. Non era nelle mie intenzioni mettere in dubbio la Sua buona fede quando ho parlato di "marcia indietro", che anzi è ancor più comprovata dal momento che Lei dice di aver fatto correttamente notare al giornalista olandese che non vi sono certezze nemmeno per quanto riguarda l'Ajax. E sicuramente concordo con la Sua frase finale nel video quando dice, che anche in caso la Juventus avesse usato doping, la coppa non sarebbe spettata automaticamente all’Ajax.
E non fatico nemmeno a credere che il giornalista abbia insistito parecchio per forzarLa a dire che i giocatori della Juventus avevano usato doping, ma il punto è che ci è riuscito. Riguardando il servizio, al minuto 21:20 Lei dice: "In this case everything is clear because the values are very high, several players have very high values, the probability that all the athletes had these values naturally is zero, so it’s clear that they used farmaceutical products, it means that they used doping.", e queste però sono affermazioni abbastanza chiare, inequivocabili e, a mio giudizio, anche piuttosto pesanti. "In questo caso tutto è chiaro perché i valori sono molto alti, diversi giocatori hanno livelli molto alti, la probabilità che tutti gli atleti abbiano questi valori naturalmente è zero, perciò è chiaro che hanno usato prodotti farmaceutici, significa che hanno usato doping". Credo che Lei sappia meglio di me che usare prodotti farmaceutici e doparsi non sono la stessa cosa. Lo afferma anche la Cassazione che ha confermato l’assoluzione per l'uso di epo, e invece dichiarato da rifare il processo per abuso di farmaci, farmaci che erano leciti, entro certi limiti, all'epoca.
Comprendo che molto probabilmente quelle parole sono il frutto della pressione dell’intervistatore, cionondimeno sono parole sue, che meritavano una giusta precisazione, come quella che Lei ha dato al Fatto Quotidiano. L'ho chiamata "marcia indietro", avrei potuto chiamarla puntualizzazione, fatto sta che quell'affermazione richiedeva una correzione, in quanto non vera, a detta anche della Cassazione. Non si tratta di rimangiarsi la parola, si tratta di correggere un peccato di ingenuità, chiamiamolo così. Sono stato ben felice di apprendere sul Fatto che la sua opinione era diversa da quella apparsa in video, spero di essere riuscito a comunicare questo almeno.
Lei stesso dice di non conoscere i dati approfonditamente, quindi a maggior ragione direi che forse era il caso di evitare una frase tanto azzardata e, anzi, se i tagli operati dalla tv olandese alla Sua intervista erano tali da compromettere il messaggio che intendeva trasmettere, come mi sembra di intuire, si poteva anche chiedere di non mandare in onda certi passaggi. Tra l'altro, a proposito di messaggi distorti, il mio articolo verteva principalmente sul fatto che il pezzo del Fatto Quotidiano in cui è stata pubblicata la sua precisazione è stato ampiamente modificato dopo la pubblicazione, capovolgendone completamente il significato. Questo per dire quanto le parole pesino in determinati contesti, e perciò quanto sia importante essere precisi e informati quando si tirano certe conclusioni.
Per quanto concerne il mio punto di vista di vista sul doping, sicuramente non sono a favore, ma da qui a prendere per buone le parole di Zeman, sulle cui nobili intenzioni mi prendo la libertà di dubitare, ce ne corre. Accusare e mettere sotto processo una sola squadra sulla base delle chiacchiere di un allenatore che negli anni ha usato ripetutamente lo stesso capro espiatorio per giustificare i suoi ripetuti fallimenti sportivi non è, a mio modo di vedere, un metodo per cercare di combattere il doping, su questo spero possa convenire anche Lei. Che nel calcio si sia fatto un uso massiccio, forse borderline, forse anche illecito, di farmaci di vario tipo, che però entro certi limiti, vale la pena ricordarlo, erano comunque consentiti, è altamente probabile. Che nel calcio si faccia uso di sostanze dopanti, come l'epo, è invece ancora tutto da dimostrare. Sarò ingenuo forse, ma prima di sentenziare che il calcio è dopato voglio vedere le prove, nero su bianco.
Capisco benissimo comunque il Suo punto di vista, e sono sollevato nel sapere che la Sua idea è ben diversa da come è stata montata nel servizio della televisione olandese. Penso che raccoglierò volentieri il Suo consiglio e leggerò con interesse il Suo libro; per ricambiare Le propongo invece un'altra lettura, la serie di articoli pubblicati qui su Ju29ro.com sulla perizia di D'Onofrio (0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7), intervistato anche lui in quel famoso servizio; lì Lei potrà trovare un'analisi molto più dettagliata di quei dati su cui chi l'ha intervistata ha evidentemente così tanto insistito. Penso scoprirà cose interessanti.
RingraziandoLa per l'attenzione Le porgo i miei più cordiali saluti.
Simone Di Dio
Twitter: @SimoDiDio