(La Direzione avvisa i signori viaggiatori che il servizio prestato, qualunque disagio dovessero soffrire, è un must, essendo al top di categoria e il best rispetto alla concorrenza. Sempre.)
Milanworld è un concetto globale, non si esaurisce in un pallone e undici pedatori. E' una filosofia di vita che prescinde dalla realtà, come la intendono gli altri, perché c'è sempre una realtà recondita che conferma il dogma fondante "siamo i migliori".
Se ora viaggiano a 15 punti di distacco dalla prima in classifica, basta prendere in esame una sezione di campionato, dalla giornata x alla giornata y, in cui i punti raccolti sono superiori o equivalenti a quelli degli avversari, per concludere che il resto non conta perché "non eravamo ancora noi".
Se l'operazione al termine della stagione non dovesse far tornare i conti, allora basterà trovare una sequenza di annate sufficiente a farli tornare. Primi comunque, a dispetto di tutti e del senso comune.
Neppure Milanworld, però, sfugge alla necessità e all'attrattiva di un logo rappresentativo della propria essenza.
Se per i cugini nerazzurri il logo è il rigore di Ronaldo, mentre per quelli giallorossi è il mitico gol di Turone, sull'altra sponda milanese va ora di gran moda il gol di Muntari.
Potenza dei nomi. Se il suono del primo evoca la furia di un paladino della cristianità, il secondo fa rivivere la grazia del gesto pittorico trecentesco; ma il logo milanista va ben oltre, ammiccando alla grandezza di possibili dimenticati principi o re longobardi. Dove credi di andare, se ti presenti con l'ascella di Isla?
Questi tre mondi hanno poco in comune: interismo e romanismo incarnano due visioni della sconfitta, quella tragica, alta nei toni, dell'uno e quella ironica dai modi popolani dell'altro, il milanismo incarna invece la vittoria stessa, comunque vada nella realtà: si è vittoriosi per natura, se non per destino.
Unico trait d'union con gli altri è il logo, ma si tratta, come detto, di loghi comuni.
Se ora viaggiano a 15 punti di distacco dalla prima in classifica, basta prendere in esame una sezione di campionato, dalla giornata x alla giornata y, in cui i punti raccolti sono superiori o equivalenti a quelli degli avversari, per concludere che il resto non conta perché "non eravamo ancora noi".
Se l'operazione al termine della stagione non dovesse far tornare i conti, allora basterà trovare una sequenza di annate sufficiente a farli tornare. Primi comunque, a dispetto di tutti e del senso comune.
Neppure Milanworld, però, sfugge alla necessità e all'attrattiva di un logo rappresentativo della propria essenza.
Se per i cugini nerazzurri il logo è il rigore di Ronaldo, mentre per quelli giallorossi è il mitico gol di Turone, sull'altra sponda milanese va ora di gran moda il gol di Muntari.
Potenza dei nomi. Se il suono del primo evoca la furia di un paladino della cristianità, il secondo fa rivivere la grazia del gesto pittorico trecentesco; ma il logo milanista va ben oltre, ammiccando alla grandezza di possibili dimenticati principi o re longobardi. Dove credi di andare, se ti presenti con l'ascella di Isla?
Questi tre mondi hanno poco in comune: interismo e romanismo incarnano due visioni della sconfitta, quella tragica, alta nei toni, dell'uno e quella ironica dai modi popolani dell'altro, il milanismo incarna invece la vittoria stessa, comunque vada nella realtà: si è vittoriosi per natura, se non per destino.
Unico trait d'union con gli altri è il logo, ma si tratta, come detto, di loghi comuni.