Una vecchia e sana rivalità lega la Juventus al Borussia Dortmund, riportando i pensieri alla nostra età dell'oro. Sette precedenti, tutti disputati nell'arco di cinque anni, dal 1993 al 1997, quando entrambe le squadre erano tra le migliori formazioni d'Europa. Il Borussia ci ricorda una doppia finale di Coppa Uefa stravinta grazie ai goal dei due Baggio, una combattutissima semifinale di UEFA di due anni successiva, ancora decisa dal miglior Baggio, con una delle prime deliziose parabole alla Del Piero e, ultima ma non ultima, l'infausta finale di Champions League del 1997, persa contro i nostri ex Kohler, Moeller, Paulo Sousa e Reuter. Con il Borussia, infatti, si facevano anche molti affari. Il destino delle due squadre è stato, in qualche modo, parallelo. E' sicuramente vero che la Juventus nel decennio successivo rimase al top in Europa e in Italia, mentre il Borussia iniziò un periodo di costante declino, ma nel 2006, mentre il ciclone di Calciopoli si abbatteva sulla Juventus, il Borussia se la passava altrettanto male: un club sommerso dai debiti, impegnato sul fronte della propria sopravvivenza, garantita dall'impegno dei calorosissimi tifosi e delle istituzioni cittadine e dall'alienazione dello stadio.
Possiamo dire, insomma, di avere in comune, non soltanto l'età dell'oro, ma anche l'anno zero. Comune è stata anche la rinascita dei due club, negli ultimi anni, con parallele nuove affermazioni sia nel contesto nazionale che in quello europeo. Due i campionati consecutivi vinti dal Borussia, risultato che la Juve dovrebbe quest'anno eguagliare, con tutti gli scongiuri del caso. Entrambe sono oggi squadre guidate da tecnici giovani e innovativi che esprimono un gioco veloce e bello da vedere, fondato sul collettivo piuttosto che sui singoli. Il Borussia Dortmund è riuscito a centrare le semifinali di Champions League, mentre la Juve si è purtroppo fermata ai quarti. Certo, se il destino delle urne avesse accoppiato la Juve col Malaga e i gialloneri ai connazionali del Bayern Monaco, forse la situazione avrebbe potuto essere inversa, ma questo è il calcio e nessuna recriminazione è possibile. Il Borussia ha ancora tre partite per dimostrarci il contrario.
Il parallelismo ci interessa, ad ogni modo, per comprendere se il modello Borussia Dortmund abbia funzionato in questi anni meglio del nostro, ed eventualmente, perché no, imparare. Cercheremo di dividere i dati in due periodi, per dare a Blanc ciò che è di Blanc e a Marotta quel che è di Marotta.
Il primo dato è il più sbalorditivo e riguarda la spesa effettuata per l'acquisto di calciatori, tenuto conto delle cessioni. Nelle sette stagioni considerate, il Borussia Dortmund vanta un passivo sul mercato di soli 7 milioni di euro. Negli ultimi tre anni, l'equilibrio è quasi perfetto: la differenza ammonta a una cifra intorno al milione. Per la Juventus tale differenza ammonta a 143 milioni, di cui 126 negli ultimi 3 anni (nei precedenti quattro, figurano le cessioni dei campioni dello squadrone di Capello). Considerando invece, la sola spesa per acquisti, il Borussia Dortmund totalizza 86 milioni spesi tra il 2006 e oggi, meno di un quarto della spesa effettuata dalla Juve, che si attesta a quota 377. Negli ultimi tre anni il rapporto è ad ulteriore favore dei tedeschi: 44 milioni contro i 201 spesi dai bianconeri. Per ottenere (quasi) gli stessi risultati, insomma, la Juve ha speso molto di più sul mercato. Tenuto conto del valore economico complessivo dei giocatori acquistati dalla Juve, tra le quattro e le cinque volte superiore ai denari spesi dai tedeschi, è significativo l'ulteriore dato del valore complessivo delle cessioni: la Juve ha incassato meno del doppio del Borussia in entrambi i periodi, se si escludono le cessioni di Calciopoli. Non solo quindi il Borussia ha comprato meglio, ma ci sembra potersi dedurre da un'analisi più approfondita che abbia valorizzato meglio i propri giocatori.
Nella rosa, troviamo quattro giocatori provenienti dalle giovanili (Gotze, Grosskreutz, Schmeltzer e Sahin (ritornato in prestito), un valore identico a quello della Juventus, che ha in rosa Marchisio, Giovinco, De Ceglie e Marrone. Più interessante considerare l'età media dei giocatori acquistati; il Borussia Dortmund sembra comprare esclusivamente giocatori intorno ai 20 anni: Subotic e Bender, presi nel loro ventesimo anno d'età, Hummels, Kagawa (ora al Man U, con cospicua plusvalenza) e Gundogan a 21, Lewandowski e Blaszcykowski a 22, Reus a 23. Il caso-limite, tra i giocatori in rosa, è rappresentato da Piszczek, comprato a 25 anni, ma a parametro zero. Rivolgersi a giocatori ancora non esplosi consente naturalmente di contenere i costi di acquisto, rendendo meno frequenti le minusvalenze. Il croato Perisic, ad esempio, acquistato a 22 anni per 5 milioni di euro dal Club Brugge, dopo due anni altalenanti, in cui non ha mantenuto appieno le promesse, è stato ceduto al Wolfsburg per 8 milioni.
La Juventus, invece, soprattutto nella passata gestione, sembrava essersi specializzata nell'acquisto di giocatori non ancora esplosi a 27 anni. Ricordiamo tutti la prima drammatica campagna acquisti al ritorno in Serie A (Andrade 10,5 mln - 29 anni, Almiron 9 - 27, Tiago 13-26, Iaquinta 11-28), seguita da una raffica micidiale di cattivi affari (Poulsen 10-28, Amauri 23-28, Diego 25-24, Felipe Melo 25-26). La prima campagna acquisti di Marotta ha proseguito su questa strada (Krasic 15-26, Martinez 12-27, Quagliarella 15-27) e, anche quando i risultati sono stati buoni (Lichtsteiner 10-27, Vucinic 15-28, Pepe 7,5-27), la possibilità di incassare una plusvalenza è tuttavia difficoltosa, data l'età dei giocatori acquistati. Non è un caso che tra i casi succitati, infatti, la Juventus abbia sempre dovuto segnare un meno in bilancio, con casi limite davvero imbarazzanti, come quelli di Iaquinta e Amauri. Chi è disposto a investire nel cartellino di un giocatore che dopo un paio di anni deludenti si trova vicino ai 30 anni? Il caso di Felipe Melo, pur positivo nel Galatasaray, è esplicativo: il club turco ha preferito il rinnovo del prestito, in quanto aggiungere il costo del cartellino a quello di un quinquennale per un giocatore di 30 anni è decisamente antieconomico. Intendiamoci: scommettere su un giocatore di 26 anni si può, e dal punto di vista tecnico può essere spesso sensato (seppur non il nostro caso), ma difficilmente lo è dal punto di vista economico. Se la scommessa è persa, l'onere è alto.
Da dove compra il Borussia Dortmund? In gran parte pesca nel mercato interno, spesso e volentieri in seconda serie - dal Mainz pescò Subotic, oltre al tecnico Klopp, dal Monaco 1860 Bender e, ultimo, il giovane Leitner -, o da squadre di seconda fascia (Gundogan dal Norimberga, Reus dal 'Gladbach). Altre volte pesca da campionati minori, Polonia in primis, con puntate in Belgio (Perisic), Giappone (Kagawa), Cile (Barrios). La spesa è bassa, le plusvalenze quasi garantite: Barrios comprato a 4 milioni e ceduto a 8,5, Kagawa acquistato a 300.000 euro e ceduto a 16 milioni, cifra girata all'altro Borussia per l'acquisto di Reus. Il Borussia sembra replicare il modello lionese di qualche anno fa: cedere ogni tanto un pezzo prezioso, laddove si è individuato un sostituto all'altezza, ma senza impoverire la squadra.
Costano forse di meno i giocatori provenienti dalla Bundesliga rispetto a quelli della Serie A? Non sembrerebbe: negli ultimi tre anni, l'entrata media per la cessione di un giocatore dal campionato tedesco è risultata più alta del corrispondente italiano [2012/2013 585.729 contro 518.079, 2011/2012 660.910 vs 657.487, 2010/2011 846.944 vs 514.873 (dati Transfermarkt)]. Eppure la Juve ha speso parecchio di più del Borussia, sul versante interno. Perché? Innanzitutto perché, come abbiamo già detto, ha acquistato giocatori più avanti con gli anni. Li ha acquistati spesso da squadre vicine alla prima fascia (Roma, Napoli, Fiorentina). Soprattutto ha speso molto nei ruoli più costosi, quelli di attacco. Sommando gli acquisti di Iaquinta, Diego, Amauri, Matri, Vucinic, Quagliarella, Giovinco, ci si avvicina alla quota di 120 milioni di euro. Sette giocatori per ruoli offensivi in soli sei anni, senza avere trovato, nemmeno alla lontana, i successori di Trezeguet e Del Piero. La coppia Lewandowski-Barrios ne costò meno di nove.
E' ovvio che in un mercato come quello del calcio trovare un Trezeguet, o un Lewandowski, farebbe la fortuna non solo sportiva, ma anche economica di un club. Ed è proprio quello che manca alla Juve.
Il secondo dato riguarda il monte stipendi. Il Borussia ha speso in salari circa 80 milioni nella passata stagione, una crescita esponenziale rispetto al 2006/07, quando il valore complessivo era di 37 milioni. Tuttavia gli stipendi sono cresciuti in perfetta armonia con le entrate: il rapporto è stato nella passata stagione del 42%, esattamente come nella stagione 06/07. Un picco è stato toccato nel 2009, quando il rapporto ha raggiunto la comunque tranquillizzante cifra del 48%. La Juve si attesta invece parecchio più in alto: 137 milioni il monte ingaggi complessivo nella scorsa stagione, con un rapporto rispetto alle entrate del 70%, in miglioramento rispetto alla stagione precedente quando toccò il 91%, data la contrazione delle entrate. Entrambi i valori sono del tutto simili a quelli dell'ultima stagione prima di Calciopoli. Va da sé, quindi che il problema della Juventus nell'ultimo quinquennio ha riguardato sia il mancato sviluppo che scelte tecniche sbagliate: se la squadra in mano a Ferrara guadagnava nel complesso tanto quanto quella affidata a Capello, evidentemente qualcosa che non andava c'era.
Anche questo dato ci indica, ad ogni modo, che a (quasi) parità di risultati raggiunti, il Borussia Dortmund ha raggiunto l'obiettivo spendendo parecchio di meno e in armonia con il crescere delle entrate.
Il terzo dato riguarda proprio le entrate. Dalla stagione 2006/2007 alla 2011/2012 le entrate del Borussia sono più che raddoppiate: da 90 milioni a 190. Ha pesato la partecipazione (pur sfortunata) alla scorsa edizione della Champions League, che ha fatto impennare le entrate rispetto alla stagione precedente, conclusasi con 139 milioni di introiti, permettendo un 37%. L'attivo di bilancio è stato di ben 27,5 milioni di euro, cifre da Real Madrid. Con la qualificazione alle semifinali di Champions League è chiaramente prevedibile un nuovo salto in avanti.
L'andamento della Juventus è stato altalenante: terza società in Europa per introiti prima di Calciopoli, ha visto le sue entrate ridursi a un minimo storico durante l'anno in B, concluso con incassi per 145 milioni a fronte dei 251 della stagione precedente. L'esercizio chiuso nel 2010, grazie alla partecipazione alla Champions League, è stato il migliore degli ultimi anni, 205 milioni di introiti, ma ancora lontano dalle cifre pre-2006. L'ultima stagione si è conclusa con 195 milioni di entrate, una cifra di poco superiore al Borussia Dortmund. Distanza che dovrebbe essere mantenuta in questa stagione, dove si prevede un cospicuo aumento che dovrebbe portare per la prima volta a un superamento del risultato degli anni della Triade. Se nelle ultime sei stagioni, però, il Borussia ha segnato ricavi tre volte, con un risultato complessivo positivo per 30 milioni, la Juventus chiude lo stesso periodo in negativo di circa 170 milioni, rendendo chiaro che se i gialloneri sono tornati al top in Europa per mezzo di un'ottima gestione sportiva ed economica la Juve ha invece tenuto botta grazie alle ricapitalizzazioni.
Tutto ciò è importante perché, come sapete, le regole del Fair Play Finanziario segneranno un passo importante nella loro implementazione, a partire dalla prossima stagione, quando sarà accettata una variazione dal pareggio di bilancio non superiore ai 45 milioni nei passati due esercizi. Non sarà certo un problema per il Borussia, ma non lo sarà nemmeno per la Juventus che, grazie ai risultati sportivi ed economici degli ultimi anni, si è risollevata. I tedeschi si avviano verso un futuro senza troppe incertezze, dato il basso rapporto stipendi/entrate, la buona diversificazione delle entrate, uno stadio enorme, primo in Europa per media spettatori, da cui oggi si ricava poco, mantenendo prezzi popolari. Il caso di una stagione sfortunata dal punto di vista sportivo, senza accesso alla Champions League, non li metterebbe in difficoltà. Certo, per mantenersi ai più alti livelli europei, mantenendo una linea di spesa zero sul calciomercato, sarà necessario non sbagliare una mossa. D'altra parte, però, nella situazione odierna il Borussia può permettersi di derogare a questa politica societaria, con qualche investimento più importante.
La Juventus deve mantenere i propri eccellenti risultati sportivi nei prossimi anni per potersi permettere sia un monte ingaggi più oneroso che continui investimenti sul mercato. E' quindi necessario che la spesa sul mercato diventi più produttiva, sul modello di quanto fatto dal Borussia.
I consigli sono essenzialmente tre:
1) Acquistare un attaccante di sicuro affidamento, senza badare troppo a spese: sono stati investiti in media 20 milioni all'anno per coprire questi ruoli. Perché non spenderne 40, per un giocatore che dia garanzie per tutta la durata del contratto? Si tratterebbe, con tutta evidenza, di un grande risparmio. Parta la caccia al nuovo Trezeguet, senza scuse. Potrebbe essere, perché no, lo stesso Lewandowski.
2) La squadra va migliorata con innesti giovani, di giocatori intorno ai 20 anni, su cui scommettere con poca spesa, sul modello di quanto fatto con Pogba. La squadra ha un impianto consolidato, che può fare a meno di un ulteriore Isla. Si pensi invece a trovare giovani sostituti nel medio periodo per Barzagli e Lichtsteiner, per citarne due. Cedere pezzi pregiati si può, se si dispone di un sostituto reputato all'altezza nel ruolo. Fa arrabbiare i tifosi, ma garantisce l'equilibrio di bilancio, per svariate ragioni. Nell'occasione, ci sembra che Pogba possa meglio esprimersi nel ruolo di Pirlo che in quello di Vidal, che è un giocatore unico per caratteristiche, ma speriamo si verifichi presto un caso simile.
3) Decidere se Marotta è l'uomo adatto per l'impresa.
Modello Borussia o modello Juve?
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- By Redazione