Uno degli appuntamenti fissi della mia giornata è entrare nella nostra redazione virtuale e scrollare gli articoli ivi raccolti, selezionati tra quelli in qualche modo connessi al mondo Juve. Lunedì era un giorno come un altro, sulla Juve un po’ di fango qui, un po’ di fango là, ma nulla di realmente trascendentale, piuttosto ordinaria amministrazione. Ma verso sera venne alla luce, da una twittata, un articolo sulle ultime scoperte di Europol in merito all’organizzazione internazionale che, a quanto pare, truccava partite di calcio addirittura di Champions League. La foto però ritraeva un Antonio Conte in divisa di allenamento, testa bassa, e sul petto, ben in vista, lo stemma della Juventus, con tanto di didascalia.
Un danno d’immagine di proporzioni gigantesche se si pensa che il giornale che pubblicava l’articolo nella sua versione online non era la Gazzetta di Montegualtieri, bensì l’autorevole e rinomato The Times di Londra.
Dopo una rapida ricerca su Internet, ecco l’iscrizione a Twitter e la sera stessa il primo contatto con Sam Munnery, il giornalista freelance autore dell’articolo, cui chiedere conto di quella foto messa lì a sproposito. La risposta arrivò di prima mattina. Dopo alcune prime risposte sulla difensiva si instaurò un dialogo costruttivo, fatto di spiegazioni su come il Tnas aveva motivato la squalifica del Mister bianconero, con la citazione e la traduzione in inglese di brani delle motivazioni, tratte dai documenti ufficiali. Durante questi scambi di messaggi, il giornalista si dimostrò curioso ed interessato a capire meglio la vicenda legata a Conte e quindi arrivò anche l’assicurazione che il pezzo era stato modificato.
Purtroppo i cambiamenti apportati all’articolo non sono del tutto soddisfacenti, poiché foto e didascalia sono state sostituite, ma con l'aggiunta di una precisazione sulla vicenda Conte e di un riferimento al coinvolgimento della Juve in Calciopoli. “Fatti” che purtroppo esistono e possono essere tranquillamente citati ma per la piena comprensione dei quali sarebbe necessario andare al di là delle versioni “ufficiali” propinate da chi ha giudicato e dai relativi megafoni.
Mentre dialogavo con Munnery, mi sono ripetutamente posto una domanda: ma alla Juve, visto che viene in qualche modo tirata in ballo, non dovrebbe interessare specificare con fermezza che non risultano in alcun modo coinvolti, nelle vicende legate all’organizzazione criminale descritta nell’articolo, né la Juve, né il proprio allenatore? E in particolare chiarire all'opinione pubblica internazionale che Antonio Conte è la vittima innocente di un ingranaggio tipicamente italiano, fatto di arbitrarietà e mancanza di coerenza, il quale, tra l’altro, dall’elefante ha finora partorito un topolino? E magari anche prendere una posizione chiara sulle vicende calciopolare, per le quali peraltro sono ancora aperti dei contenziosi con la Federazione? In fondo, nell’aula del tribunale di Napoli, il legale della Juventus, avv. Vitiello, disse di ritenere quella dirigenza non colpevole di nulla, anche se la linea difensiva puntava soprattutto ad un cautelativo dissociarsi da Luciano Moggi, qualsiasi fossero i suoi peccati. Perché allora non evidenziare ciò anche a livello internazionale?
Il The Times, giornale fondato nel 1785, non è un quotidiano qualunque. Andrea Agnelli ha dimostrato di essere molto sensibile all’immagine della società in Europa e nel mondo (ne sono prova le interviste al New York Times del 26 luglio 2011 e alla CNN del 22 maggio 2012 e il suo intervento, l'11 ottobre scorso, al Convegno 'Leaders in Football' a Stamford Bridge, nel corso del quale ha messo a nudo le pecche della giustizia sportiva domestica in relazione a Calciopoli e ha difeso la figura e l'immagine di Conte). Oltretutto è pubblicato in una città dove Andrea si reca spesso per lavoro e dove recentemente la Juve si è fatta apprezzare sul campo andando a pareggiare, con un'orgogliosa rimonta dallo 0-2, una partita difficile all’esordio di questa Champions League: dopo anni di purgatorio, sta faticosamente riguadagnando stima e rispetto a livello internazionale, essendosi imposta come la migliore di un girone di ferro comprendente i campioni in carica del Chelsea e lo Shakhtar, battendo i londinesi nettamente allo Juventus Stadium e andando a vincere in Ucraina nella sfida decisiva.
Per quanto mi riguarda, continuerò a provare a stimolare il giornalista sulle vicende legate alla Juve che sono rimaste nell’articolo. Questo perché mi ha colpito un suo commento alle mie twittate esplicative delle motivazioni della sentenza del TNAS su Antonio Conte: “I appreciate now that there is more to the case than meets the eye” (mi rendo conto ora che riguardo a questa vicenda c’è di più di quello che si vede a occhio nudo).
Un paio di anni fa qui a Ju29ro provammo una “iniziativa clamorosa” (definita così dall’autore), che vedeva un testo sulla farsa di Calciopoli di una ventina di pagine scritto in italiano, tradotto in inglese, tedesco e francese da alcuni utenti del forumTifosibianconeri.com, e quindi mandato a molte redazioni giornalistiche online europee, dalla NZZ di Zurigo a L’Equipe. Io personalmente spedii “il mattone” in inglese e tedesco ad una trentina di redazioni senza avere un grande ritorno se non isolati dialoghi che poi non portarono a nulla.
Magari questa volta c’è lo spazio affinché finalmente qualcuno in Europa si renda conto e scriva dell'incredibile trattamento riservato dalla giustizia sportiva ad Antonio Conte e, perché no, anche alla vicenda di Farsopoli, che resta probabilmente una delle storiacce più vergognose del calcio mondiale. Anzi, leviamo il probabilmente.
La mia giornata in difesa della Juve
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- By Stefano Abruzzese