Una storiella brevissima, tanto per cominciare ad avvicinarci al succo della questione.
Un fortino americano viene attaccato dagli indiani. Si avvicinano al fortino procedendo nella valle a tutta velocità, cavalcando come acrobati del circo, coi colori della guerra sul viso, sul petto e sui cavalli, e gridando come indemoniati. Dentro al fortino però, il fiero, grande e coraggioso capitano ha già organizzato, istruito, motivato e armato i suoi uomini. Poi, mentre gli indiani si avvicinano sempre di più, il capitano alza la mano e dice:
- "SOLDATI! SIETE PRONTI AL CONTRATTACCO?"
Tutto il plotone in coro:
- "SI, CAPITANO!"
- "SOLDATI! SIETE PRONTI AD USCIRE E AD UCCIDERLI TUTTI?"
- "SI, CAPITANO!"
- "SOLDATI! SIETE PRONTI ALLA CARICA?"
- "SI, CAPITANO!"
- "BENE, FORZA ALLORA! TENENTE JOHNSON, APRA IL PORTONE! - (il grande portone viene aperto) -
CORAGGIO! CAAAAAAAAAAAAAAA......CAZZO QUANTI SONO! CHIUDI CHIUDI!
In questi giorni di passaggio da un anno all'altro, ho pensato molto a cosa potrebbe succedere, dal punto di vista sportivo e non, nei prossimi 12 mesi, e ho addosso la netta sensazione che, comunque vada, ne vedremo di tutti i colori. Un po' perché il futuro non si può prevedere con certezza, e un po' perché la situazione generale è molto liquida. La situazione politica del paese è caotica, la situazione economica generale è molto molto difficile e la situazione del calcio italico disastrosa... Vi sono delle similitudini, infatti, tra le diverse situazioni.
Tutto il potere politico ed economico si è chiuso dentro a chiave nel fortino e di rinnovarsi non ne vuole sapere. E tanto meno di fare sacrifici. Allo stesso modo la Federazione si è chiusa a chiave dentro il palazzo, e di rinnovarsi, come perfettamente preventivabile e preventivato, non ne vuole sapere. Vi sono uomini che si muovono, dentro e fuori i palazzi/fortini, che tentano di cambiare un po' le proporzioni delle fette della torta, si giocano le loro carte, alcuni forse cercano una ricollocazione, ma la sostanza non sembra cambiare granché in nessun ambito.
Per la verità, qualcuno incazzato fuori dai fortini c'è, e vorrebbe farsi sentire. Gli incazzati vorrebbero cambiamenti, vorrebbero miglioramenti, vorrebbero giustizia, vorrebbero equità, vorrebbero serietà, vorrebbero che i sacrifici fossero di tutti e a favore di tutti. Ma le grida, i cori, gli insulti, gli striscioni, le invettive, le proposte, i suggerimenti e i tentativi di dialogo, si perdono nel nulla. Sono lacrime nella pioggia...
Bisognerà scacciarli con la forza, io non ho mai avuto dubbi. Non mi sembra però che i tentativi messi in piedi dagli incazzati fuori dai diversi fortini siano sufficientemente forti, ossia idonei, a trovare qualche soddisfazione. Personalmente, da tutti i punti di vista, sono molto preoccupato. Rimanendo al gioco del calcio, alla Juventus, a Calciopoli, alle riforme del mondo del pallone, ai media antijuventini, ecc, direi che siamo assolutamente in alto mare. A Torino da questo punto di vista sono fermi. Bloccati. Magari loro, a Galfer intendo, credono di muoversi, ma girano in tondo e sono sempre fermi più o meno nello stesso punto. Strategia operativa, ormai è evidente anche ai sassi, non ce n'è. Si vive alla giornata. Per di più, nella speranza che dalle torrette del fortino nessuno cominci di nuovo a sparare. Gli ultimi mesi sono stati difficilotti, e a Galfer ne hanno combinate di tutti i colori. In Via Nizza 250, 10126 Torino, poi, probabilmente manco sanno di che stiamo parlando...
- "Whaaaaat? What is Juventus?"
Però, però, però, per quello che riguarda la politica invece, osservando i recenti avvenimenti, quelli di Melfi in particolare (Monti+Marchionne+Elkann+Montezemolo), e osservando anche la linea editoriale de LaStampa, direi che al Lingotto le idee le hanno fin troppo chiare.
E allora cosa dobbiamo aspettarci noi gobbi rancorosi dal 2013? A naso, poco direi. Vedremo come finirà il ricorso della Juventus al Tar, vedremo come si svilupperanno le vicende processuali di Moggi a Nàpule, ma l'aria è ancora molto pesante. Meglio non sperarci troppo...
Se me lo permettete, vorrei tracciare una linea simbolica un po' sbilenca tra i fortini, i palazzi del potere, e la famosa Bastiglia di Parigi.
Lo so, i palazzi del potere hanno uso diverso dai fortini, e la Bastiglia aveva un uso ancora diverso, perché era fondamentalmente un carcere. Ma espugnare questi luoghi può assumere un valore simbolico importante. Quando si parla di rivoluzione, ancora oggi si parla spesso di quella francese, e ancora oggi si parla di un edificio, la Bastiglia per l'appunto, che non esiste più.
Eppure la presa della Bastiglia nel 14 luglio 1789 da parte dei rivoluzionari francesi è tuttora il simbolo dell'inizio di un grande cambiamento.
La domanda ora è: anche noi, cittadini (alcuni gobbi e rancorosi), qui nel Bananeto della Bassa Europa un giorno avremo le nostre prese delle tante, troppe, Bastiglie? Pacifiche "prese" per carità, il mio non è certo un invito alla violenza. Sia chiaro. Ci mancherebbe altro...
Domanda appendice della prima: nel caso le "prese" avvenissero e tanti carrozzoni venissero pacificamente smontati pezzo per pezzo, sarebbe il 2013 l'anno buono, l'anno dei grandi cambiamenti?
Io ne dubito. Ritengo che gli Juventini ormai abbiano solo una piccola grande certezza: la squadra. A molti tifosi questo non basta. E a me questo non basta proprio per niente. E a molti tifosi, invece, so che questo basterà.
La lenta scissione della tifoseria di cui una volta ho scritto in questa sede è già cominciata (per chi volesse rinfrescarsi la memoria, rimando alla lettura dei link al fondo di questa pagina).
Ci è rimasta solo la squadra, finché dura. Solo la squadra. L'unica forza che abbiamo per giocare degnamente campionati di gomma, e combattere contro i soldatini dell'esercito dei soliti palazzinari che tutti ben conosciamo.
Altra storiella.
Legione straniera. Le nuove reclute vengono accolte e addestrate nel grande piazzale del fortino dal sergente di ferro, sotto gli occhi del capitano.
- "Allora fannulloni, domattina per la prima volta usciremo nel deserto. Qui nel deserto ci sono fondamentalmente tre pericoli da affrontare.
Il primo è il sole! Ma voi non dovete preoccuparvi, verrete addestrati a coprirvi per non scottarvi e disidratarvi, e comunque sarete forniti di abbondante acqua.
Il secondo pericolo sono i predoni! Ma non dovete preoccuparvi, perché avrete il binocolo per vederli arrivare con sufficiente anticipo, sarete in tanti, e avrete armi e munizioni a sufficienza.
Il terzo pericolo è... Beh... E' un serpente giallo e nero che vive da queste parti. E' velenosissimo. Ma voi non dovete preoccuparvi, niente paura, perché si può sconfiggere facilmente con un piccolo trucchetto. Ascoltate attentamente tutti.
Quando lo avrete davanti e non potete evitarlo, lo fisserete negli occhi, con l'indice e il medio riuniti muoverete la mano davanti a lui lentamente, muovendo le dita, in modo da confonderlo e prenderlo di sorpresa al momento giusto, e canterete questa cantilena: giallo-nero, nero-giallo, giallo-nero, nero-giallo.... E.... Zac! Lo accecherete! Capito?"
E il plotone in coro:
- "Sì Signore!"
Il giorno dopo, la mattina prestissimo al levar del sole, si aprono le porte del fortino e la truppa esce. Al ritorno, verso le due del pomeriggio, il sergente di ferro raduna il plotone e procede all'appello, e si accorge che manca il soldato Palazzète.
Così, preoccupatissimo, il sergente comincia a chiedere se qualcuno lo avesse visto prima di tornare al fortino, ma nessuno risponde. Dopo mezz'ora circa, il sergente decide di formare una piccola squadra di perlustrazione e soccorso, ed uscire alla ricerca del soldato prima che arrivi il buio. Ma contemporaneamente, il soldato sulla torretta di vedetta grida:
- "Uomo in vista, uomo in vista!"
Il sergente allora:
- "Aprite subito il portone!"
E da lontano si intravede il soldato Palazzète, che si avvicina al fortino, visibilmente provato, con la divisa lacerata e con molte escoriazioni. Giunto sul piazzale, il sergente allora chiede:
- "Il sole, eh?"
- "No sergente, ho ancora quasi tutta l'acqua".
- "I predoni?"
- "No no sergente, non ho sparato neanche un colpo".
- "Allora il serpente?"
- "Sergente, allora... Io ero da solo vicino ad un'oasi, quando ad un certo punto ho visto una cosa gialla e nera che strisciava. Mi sono concentrato, con l'indice e il medio riuniti, muovendo la mano, ho iniziato con la cantilena: giallo-nero, nero-giallo, giallo-nero, e poi velocissimo... ho provato a fare Zac! Però... Sergente, mi dica la verità, ma Lei ha mai provato a mettere due dita nel culo di una tigre?"
E a voi, cari amici lettori, basta una tigre aggressiva (bianca e nera nel nostro caso), o vorreste anche un campionato regolare, e il passato del club adeguatamente e totalmente riabilitato?
Qualunque sia il vostro pensiero: Buon 2013.
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