Le diverse sentenze di Calciopoli del Tribunale di Napoli stanno smontando pezzo per pezzo lo scandalo. L’ultima trovata è la condanna di Giraudo. Minicondanna, molto inferiore alle richieste del pm (dimezzata).
Hey gobbi, sveglia! Mica vi siete già dimenticati la storiaccia del 2006? Ok, allora vi rinfresco la memoria un attimino.
C’era una volta un campionato regolare, e c’era pure suo fratello, regolare pure quello. Poi c’era una grande e potente associazione a delinquere che condizionava i due campionati fratelli regolari. Così ci dicevano, con dirigenti e tanti arbitri corrotti. Alcuni arbitri sono usciti subito dallo scandalo, e gli altri gradualmente sono stati assolti, praticamente tutti. C’era un bel sorteggio regolare, perché il Mago Silvan non ha mai partecipato alla pesca delle palline.
Poi che altro c’era che non ricor…? Ah! Ecco.
C’era che molti dirigenti telefonavano ai designatori degli arbitri. Ma due di loro, che risiedevano a Torino, erano un’associazione, tutti gli altri no. C’era che i due tentavano palesemente di non chiedere favori, e ci riuscivano. C’era che alcuni alti dirigenti federali facevano pressioni ai designatori affinché la Juventus non ricevesse mai nessun tipo di vantaggio qualunque fosse la situazione sul campo, ma l’associazione erano solo i due predestinati.
C’era che invece, in altri casi, nelle telefonate di dirigenti di altri club sbobinate, si sono sentite enormi pressioni e velate minacce a tutti i livelli, ma l’associazione però sono sempre solo i due predestinati che risiedevano a Torino.
C’era che la Federazione consentiva e stimolava i rapporti tra dirigenti di club, dirigenti federali e designatori degli arbitri, per favorire una reciproca collaborazione, un buon funzionamento del sistema calcio, e per evitare le solite pretestuose e velenose polemiche mediatiche del pallone nostrano. I suddetti rapporti, però, non erano consentiti quando di mezzo c’erano i due soliti e ormai noiosi dirigenti predestinati.
Insomma, la storia forse ora la ricorderete, è il papocchio 2006 made in Bananeto della Bassa Europa. La nuova pagina di questa storia bizzarra e atrocemente imbarazzante è di queste ore.
Antonio Giraudo, uno dei due dirigenti predestinati, come da copione, dunque, è stato condannato ad un anno e 8 mesi, nel processo d'appello con rito abbreviato di Nàpule. Condanna arrivata puntuale per l’episodio di frode sportiva della partita Juve-Udinese (2-1), a quanto pare. Aspettiamo di leggere con calma il dispositivo della sentenza, e tra qualche mese anche le motivazioni, poi ne riparleremo. Ma il bello è che l'arbitro di quella partita, invece, ovviamente, è stato assolto. Ma la storia, pagina dopo pagina, si fa sempre più avvincente...
Un tizio strano, di nome Moggi Luciano, nativo di Monticiano, ossia l’altro dirigente predestinato, secondo l’accusa avrebbe distribuito delle schede svizzere da lui stesso acquistate, agli arbitri, per poter conferire con loro senza essere intercettato, e per poter organizzare imbrogli. Ma ovviamente, manco a dirlo, gli arbitri “svizzeramente schedati”, nello stesso processo in cui era imputato Giraudo, sono stati tutti assolti. Nei due diversi processi, quindi, di arbitri "svizzeramente schedati" non ci è rimasto praticamente nessuno. Se ne deduce che il tizio in questione, di nome Moggi Luciano da Monticiano, si telefonava da solo, si auto-rispondeva, e faceva finta di essere un arbitro all’altro capo del telefono in un'altra località. Magari qualche volta si sarà anche autocorrotto, a questo punto chi può dirlo… Anzi, è quasi sicuro secondo me. Cioè, voglio dire... Io se tentassi di autocorrompermi sicuramente starei al gioco, visto chi è il soggetto che mi fa la proposta...
Insomma, l’associazione a delinquere c’era, bisogna rassegnarsi. I tifosi Juventini si devono rassegnare. Punto e basta.
Ammettiamolo: c’erano alcune decine di persone che…
No, anzi. Scusate. Chiedo venia. C’erano una decina di persone che…
No, aspetta. Errore mio. C'erano alcune persone che formavano una...
Pardòn ancora. Sto facendo confusione...
C’erano due persone, di cui una col dono dell'ubiquità, in pratica una minicupola, che si telefonavano e tentavano di frodarsi a vicenda, ma non ci riuscivano.
La Biassociazione
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- By Crazeology