Lo scandalo calcistico chiamato “Calcioscommesse” ha toccato 57 partite disputate, in stagioni recenti, da 37 società di calcio, di cui 34 professionistiche: Albinoleffe, Alessandria, Ancona (ammenda, ma non penalizzazione), Ascoli, Atalanta, Bari, Benevento, Bologna (ammenda, ma non penalizzazione), Cremonese, Empoli, Frosinone, Grosseto, Lecce, Livorno, Modena, Monza, Novara, Padova, Pescara (ammenda, ma non penalizzazione), Piacenza, Portogruaro-Summaga (ammenda, ma non penalizzazione), Ravenna, Reggina, Reggiana, Sampdoria, Sassuolo (ammenda, ma non penalizzazione), Siena, Spezia, Taranto, Torino, Varese, Hellas Verona (ammenda, ma non penalizzazione), Virtus Entella (ammenda, ma non penalizzazione). Oltre a queste, 3 società di calcio a 5: CUS Chieti, U.S. Avesa H.S.M. e Pino di Matteo.
Diversi sono stati i giocatori indagati e condannati, a livello sportivo, per illecito o per omessa denuncia, inutile elencarli. Più interessante il dato degli allenatori. Su ben 37 squadre implicate, solo 4 mister sono stati inquisiti dal procuratore federale Palazzi: Sarri del Grosseto, poi prosciolto in primo grado; Rossi del Ravenna, condannato in primo grado per omessa denuncia senza poi fare ricorso in appello, anche perché c’è un’intercettazione col suo ex DG Buffone, che aveva pensato bene di organizzare un biscotto con l’Alessandria, in cui si evince che era stato effettivamente informato; Bortolo Mutti, che ha patteggiato 4 mesi, tirato in ballo da vari giocatori (Almiron, Masiello, Gillet, Belmonte) per aver taciuto delle minacce degli ultras che chiedevano la sconfitta della squadra in Cesena-Bari perché ci avevano scommesso. Infine c’è Antonio Conte, condannato in primo grado a 10 mesi per 2 omesse denunce e ri-condannato a 10 mesi per dalla Corte d’Appello Federale per la sola Albinoleffe-Siena (assolto per l’altra), senza prove, senza riscontri, con la sola parola del pentito interessato Carobbio contro la sua e di altri soggetti implicati: Antonio Conte che, nonostante ad oggi non risulti accusato di alcunché dalla Procura di Cremona (che pure qualche mese fece scattare una perquisizione ai suoi danni), dovrebbe, secondo l’indimenticato Sandulli (remember Farsopoli?), sentirsi fortunato per non essere stato accusato di illecito sportivo. Il fatto che da una parte Sandulli consideri giustamente ridicola l'accusa caduta, ritenendo inverosimile che Conte annunci un illecito durante una riunione tecnica pre-partita, e che dall'altra sostenga l'ipotesi di illecito per l'altra partita attendibile, senza considerare che anche lì secondo l'accusa tutto sarebbe stato ugualmente incentrato su un'identica riunione tecnica pre-partita, ovviamente non toglie alcunché all'autorevolezza, alla buonafede e all'accuratezza del Sandulli.
Tranquilli, Conte è stato coinvolto in questa storiaccia per caso (e con lui, sempre casualmente, solo i collaboratori che poi l'han seguito a Torino), dove sarebbe l’accanimento? Mica perché è allenatore imbattuto e scudettato, nonché anima sportiva di quella Juventus F. C. che ha fatto causa alla Figc per svariate centinaia di milioni e che nella primavera scorsa è stata oggetto di furiose polemiche sul come esibire pubblicamente la numerazione dei suoi scudetti, ritoccata dalla farsa di Calciopoli su cui personaggi come Sandulli non sembra abbiano avuto in questi anni grandi ripensamenti, nemmeno in seguito alla successiva scoperta di intercettazioni fondamentali (e chissà perché allora non considerate) per il netto ridimensionamento del ruolo e quindi delle "colpe" della Juve in quello scandalo. Così com’è un puro caso se la Supercoppa Italiana, che di solito ha valore più in quanto esibizione di inizio stagione che per il prestigio che conferisce, è stata per la prima volta quest’anno teatro di scomposte polemiche e comportamenti antisportivi (nemmeno troppo censurati dai media italiani) da parte di chi è stato sconfitto dalla Juve. Così com’è un puro caso che da quando l’allenatore boemo Zdenek Zeman (già protagonista di una memorabile testimonianza in tribunale per Farsopoli) è approdato a Roma in ogni sua conferenza stampa viene fatto oggetto di domande mirate a spargere veleno sulla Juventus (a proposito, per i buongustai, beccatevi questa chicca: 'Quando il giovane Zdenek giocava nella squadra del farmacista' (Corsera, 13.08.1998)).
Non si capisce dunque la scomposta reazione del giovane numero 1 juventino alla sentenza della Corte di Giustizia sportiva in virtù della quale si elimina da questa stagione Antonio Conte. Suvvia, basta con questi complottismi, non c'è nessun livore né pregiudiziale nei confronti dei colori bianconeri, il calcio italiano è gestito in modo imparziale e la Juventus è trattata allo stesso modo di tutte le altre società.
Buon campionato a tutti, ovviamente in nome dello spirito olimpico (ogni riferimento al TNAS è puramente... annoiato...).
Suvvia, è solo un caso. Buon campionato e viva lo spirito olimpico
- Dettagli
- By Mario Incandenza