Ci risiamo, stanno provando a montare un altro caso. E, purtroppo, ci tocca ripeterci: aveva ragione Conte. Perché il caso lo stanno montando sulla maglietta di Buffon prima ancora che sulle sue parole.
Partendo da Fabrizio Bocca di Repubblica, passando per il Presidente dell'AIA Marcello Nicchi che prova a spostare l'attenzione su Buffon invece che sull'incapacità sua e dei suoi uomini, per arrivare al solito allenatore di serie B che in questi casi non manca mai a pontificare, a tanti altri opinionisti sparsi per la carta stampata, per la tv e il web.
Buffon è il mezzo per attaccare di nuovo la Juve, che a questo punto dovrebbe decidersi a interrompere il suo silenzio e prendere posizione ufficialmente per difendere il proprio tesserato dall'ignobile linciaggio che sta subendo da parte dei moralisti a comando.
Gli stessi campioni dell'ipocrisia e del moralismo d'accatto che, se Buffon facesse l'eroe come piacerebbe a loro in una finale mondiale, sarebbero tutti schierati dall'altra parte, pronti a cucinarselo vivo per aver fatto perdere la Nazionale.
Il giornalismo italiano agonizzante è ridotto a questo, a inventarsi polemiche pelose e pretestuose sul nulla, a mettere in croce chi ha solo il coraggio di ammettere ciò che tutti farebbero e tutti pensano, come confermato da chiunque dei suoi colleghi, da Thiago Silva fino ai suoi compagni di Nazionale. Certo, in casi del genere è più facile andare da Zeman, il campione della morale da barzelletta, piuttosto che fare le persone serie e i giornalisti veri, meglio raccontare il mondo delle favole piuttosto che quello reale.
Parlano di etica, quelli che hanno affossato la Juventus senza farsi nessuno scrupolo, senza approfondire, senza chiedersi se non stessero per caso esagerando, senza porsi il problema della dignità di un uomo messo alla berlina e fatto passare per il Riina del calcio, colpito persino negli affetti familiari con la pubblicazione di intercettazioni di nessun valore penale o sportivo. Attaccano il carro dove chiede il loro padrone e poi parlano di morale. La morale a targhe alterne, come sempre.
Mi tocca di nuovo tirare in ballo il Milan, ma in questo caso non per polemizzare direttamente con la squadra rossonera, solo per far capire l'ipocrisia insopportabile di quello che si sta montando in questo giorni. Ricordate il fallo di mano di Seedorf in Bologna-Milan non punito col rigore? E ricordate come si giustificò il calciatore olandese? "Non l'ho presa direttamente con il braccio - ha spiegato Seedorf - la palla ha preso una traiettoria strana e l'ho presa prima con il petto e poi con il braccio. Così non è rigore". (link)
Le immagini le hanno viste tutti (link), sicuramente anche i moralisti improvvisati di questi giorni. Che non l'avesse presa col petto era evidente a tutti. Quello che Buffon annuncia nelle intenzioni Seedorf l'aveva applicato nei fatti. Non ha ammesso il fallo di mano, non ha aiutato l'arbitro, anzi si è inventato la balla di averla presa prima col petto. Dov'erano allora i fenomeni dei codici etici che si stanno scatenando adesso? Dov'era il moralizzatore boemo, prontamente interpellato quando il copione della commedia richiede la parte dell'antijuventino doc? Perché il signor Nicchi non si indignò e non bacchettò Seedorf che non aveva dato il buon esempio?
Ribadisco che il mio non è un attacco al giocatore olandese, anzi, la dico anche meglio: Seedorf fece bene, almeno a metà. Fece bene a non affossare la sua squadra e ad approfittare della svista di Rocchi che stava lì per vedere il suo fallo di mano. Meno bene fece ad inventarsi di averla toccata prima col petto, avrebbe fatto meglio a fare come Buffon e dire: l'ho presa col braccio, ma l'arbitro non se n'è accorto, capita. Questo è il calcio, non il mondo delle favole.
Ma comunque è un problema suo, e non mi permetto di dargli lezioni morali. Certo che ha avuto una doppia fortuna: quella di aver incassato l'errore dell'arbitro e quella di indossare la maglietta giusta, che l'ha messo al riparo dall'ipocrisia dei moralisti senza vergogna e degli etici a fasi alterne. Allora vivevano tutti nel mondo reale, dove i calciatori pensano al bene della propria squadra. Sabato sera, invece, si sono improvvisamente riscoperti Alice nel paese delle meraviglie. L'etica, l'esempio, la morale, De Coubertin. Potenza di una maglietta a strisce bianconere.
twitter: @EpyAle
Ipocriti e moralisti a seconda della maglietta
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