Nell’articolo intitolato “Italiane in Europa, aveva detto già tutto Zidane" apparso sul giornale 'Il Foglio' del 21 febbraio 2012, il giornalista Rio Paladoro, dopo averci deliziato solo pochi giorni prima con la sua interpretazione de er go' de Turone, il sempreverde Iuliano-Ronaldo e altre chicche tra cui la misteriosa signora svedese (eh beh, hai detto mica pizza e fichi), ora ci vuole dire la sua sul perché le squadre italiane abbiano dominato la scena europea nell’ultimo decennio del secolo appena passato: "Il mistero del calcio a cavallo dei due Millenni è uno: perché negli anni Novanta in Europa vincevano solo le italiane e ora non più? Oggi vincono un po’ tutte, a fasi alterne. Noi siamo un po’ in declino, per problemi di budget, ma in generale c’è un livellamento che in nulla ricorda il predominio italiano di due decenni fa. Si possono fare tante congetture per spiegare il perché di quella supremazia ma alla fine, gira e rigira, la spiegazione è soltanto una e l’ha data Zidane nel 2002 in un’intervista a Le Monde: 'Alla Juve – ha detto – prendevo la creatina. Al Real non ne prendo più, prendo solo vitamine'. Le squadre italiane andavano avanti a creatina. All’estero non veniva usata. Se fossimo stati negli anni Novanta, Lazio-Atletico Madrid sarebbe finita a reti invertite".
Tralasciamo il fatto che a supporto della suggestiva tesi dell’autore venga messa in mezzo, come al solito, proprio la Juventus tramite uno dei suoi grandi simboli, in quegli stessi anni campione del mondo e d’Europa con la Francia, oltre che autore di prove superbe in maglia bianconera, una per tutte il famoso 1-6 a San Siro del 6 Aprile 1997 contro il Milan di Arrigo Sacchi. Quello che invece vogliamo mettere in evidenza è il solito tentativo “taglia e cuci”, più altre distorsioni di convenienza, di gazzettiana e/o travagliana memoria. Come si può notare dall'articolo, l’elemento essenziale per formulare la propria congettura sulle “Italiane in Europa” è costituito dalle parole di Zidane sulla creatina. Quando però uno si prende la briga di andarsi a cercare l’articolo originale, come ripreso all’epoca da 'La Repubblica', si fanno scoperte piuttosto interessanti. Una frase non certo periferica come “la creatina non è un prodotto dopante“ opportunamente sparisce dalla scena. E non è che quella frase possa essere sfuggita all’autore, come fosse una telefonata di Facchetti e lui un Narducci qualunque, per intenderci. Sta proprio lì, è in mezzo al periodo: "Alla Juventus - dice il campione del mondo - prendevo la creatina. Non è proibito. La creatina non è un prodotto dopante. Al Real non ne prendo più, prendo unicamente vitamine”. Ecco il testo completo. Ma è l’intero articolo dell’epoca che non lascia dubbi riguardo al fatto che il contesto in cui l’indimenticato Zizou accenna alla creatina non ha nulla a che vedere con una supposta convinzione del giocatore stesso che l’assunzione di creatina avesse un qualche effetto di alterare le prestazioni sportive come invece paventato da Paladoro.
Quindi Zidane esclude in modo categorico che la creatina fosse dopante e aggiunge come non fosse una sostanza proibita. Che avesse un effetto sulle prestazioni sportive non è dimostrato. Ma c’è di più. Se al giornalista fosse stato proprio a cuore chiarire, basandosi su impressioni di Zidane, il perché le squadre italiane vincessero in quegli anni, perché allora non confrontarsi piuttosto con il seguente aspetto messo in rilievo dall'articolo de 'La Repubblica': “l'allenamento (in Spagna, ndr) è più leggero”. Sembra abbastanza ovvio che chi si allena di più ha più possibilità di successo, ma forse a Rio Paladoro de 'Il Foglio' pareva troppo facile come risposta.
Ma poi, in fondo, negli Anni Novanta Zidane ce l'avevamo noi e non loro, e l'Atlético in quegli anni avrebbe dovuto affrontare la Lazio di Nedved, non certo quella di Ledesma e Rocchi.
La solita teoria creatina
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