Ha ragione Lei, dott. Guido Rossi: “Quelli che dicono le stronzate vanno fatti tacere”. Si figuri che c’è gente che sostiene che Lei sia tifoso interista e che, prima di diventare Commissario straordinario della Figc, sia stato un esponente del CdA dell’Inter, come Moratti, Tronchetti Provera, Buora, Ghelfi... tutte persone presenti, in momenti diversi (come Lei), anche nel CdA di Telecom. Ma sicuramente sono stronzate, e quelli che le dicono vanno fatti tacere.
Pensi che in Italia sette tifosi su dieci (di tutte le squadre) non credono alla storia di Calciopoli così come l'hanno raccontata loro i media e pensano che ci siano stati gravi errori e irregolarità o, peggio, un disegno con l’obiettivo di danneggiare alcuni e favorire altri. I fatti dicono che Calciopoli è un castello di teoremi precostituiti, confezionati prendendo in considerazione solo le telefonate di alcuni, e occultando o ignorando telefonate e comportamenti (almeno altrettanto gravi, se non di più) di altri. Ma sicuramente sono stronzate, e quelli che le dicono vanno fatti tacere.
Comunque è strano che nel 2006 la Juventus sia stata condannata per un illecito che non esisteva nel Codice di giustizia sportiva, addirittura con una sentenza che sostiene che le classifiche sarebbero state alterate, senza alterare le singole partite. E sappiamo che gli atti (allora ancora coperti dal segreto istruttorio) sui quali si istruì quel processo sportivo furono acquisiti da parte di un privato cittadino (Borrelli non era ancora in carica), che il processo è partito dall’appello (eliminazione del primo grado di giudizio), che i Giudici sono stati nominati a processo iniziato (un'aberrazione del diritto) e che non è stato garantito l’esercizio del diritto alla difesa, sancito dalla Costituzione. Ma sicuramente sono stronzate, e quelli che le dicono vanno fatti tacere.
Qualche giorno fa Lei ha detto a Telereporter che la giustizia sportiva nel 2006 non disponeva di altro materiale utile ad allargare l'indagine di Calciopoli... eppure, tutti conosciamo i contenuti dell'audizione di Borrelli al Senato (sempre nel 2006), che mettono seriamente in dubbio questa Sua certezza. Lei ha anche dichiarato che le telefonate poi ritrovate non avrebbero cambiato nulla di quanto accaduto nel 2006, confermando quanto detto dagli uomini di Auricchio all'ex assistente Coppola (che, quando cercavano un pentito, si era recato spontaneamente dagli inquirenti): “L'Inter non interessa”. Ma sicuramente sono stronzate, e quelli che le dicono vanno fatti tacere.
Ma perfino la Figc, nella relazione del Procuratore Palazzi, resa pubblica il 4 luglio, dice che nei comportamenti dei dirigenti interisti si ravvisano slealtà sportiva (art. 1 del Cgs) e illecito sportivo (art. 6) e che, se non fossero state occultate le telefonate (anche quelle con i tre “baffi rossi”), nel 2006 l'Inter (poi salvata grazie alla prescrizione, determinata proprio dall’occultamento delle telefonate che la riguardavano) sarebbe stata deferita e sarebbe andata a processo come le altre. Ma sicuramente sono stronzate, e quelli che le dicono vanno fatti tacere.
Sembra che, secondo quanto emerso dal processo Telecom, quella società cui Lei ha regalato per motivi etici uno scudetto mai vinto abbia fatto spiare e pedinare illegalmente alcuni calciatori, arbitri, dirigenti di altre società, esponenti della Federazione. Inoltre, quella stessa società, proprio nei giorni di in cui riceveva il regalo dello scudetto 2006, aveva un suo alto dirigente impegnato a patteggiare una condanna penale per aver fornito ad un proprio tesserato documenti falsi e ricettati. Ma sicuramente sono stronzate, e quelli che le dicono vanno fatti tacere.
L’illibatezza di quella società pare discutibile anche in funzione del patteggiamento di sanzioni per violazione di norme amministrative, relativamente ai bilanci dal 2003 al 2005; di sconti(da Lei concessi) sulle sanzioni irrogate dalla Covisoc, in relazione al mancato rispetto delle regole per l’iscrizione ai campionati di serie A; di scambi “sospetti” con altre società, con supervalutazioni di calciatori mai scesi in campo; di vendita del proprio marchio a società ad hoc, per tentare di sanare il bilancio. Ma sicuramente sono stronzate, e quelli che le dicono vanno fatti tacere.
E’ emerso che il presidente di quella società aveva contatti diretti e privati, espressamente vietati, con arbitri in attività (De Santis e Nucini). Intratteneva inoltre rapporti continuativi e riservati, in luoghi non pubblici, con lo stesso Nucini, addirittura arruolato come "cavallo di Troia" per indagini private, e in suo favore si era adoperato anche per la ricerca di un nuovo posto di lavoro, con il supporto dell’Ad nerazzurro Paolillo. Ma sicuramente sono stronzate, e quelli che le dicono vanno fatti tacere.
Anche verso i designatori, la condotta dei vertici di quella società non sembra inappuntabile: telefonate nelle quali si chiede di avere uno specifico arbitro, o di conoscere in anticipo i nomi di arbitri e assistenti; telefonate nelle quali si forniscono suggerimenti mirati sulle griglie; telefonate nelle quali si chiede di non fare i sorteggi e, se proprio si deve, di blindarne l'esito inserendo in griglia degli arbitri preclusi; telefonate nelle quali si ricorda al designatore l’importanza di migliorare lo score di un arbitro; telefonate per invitare il designatore a ritirare un “regalino” del patron in sede (a 400 km di distanza). Ma sicuramente sono stronzate, e quelli che le dicono vanno fatti tacere.
Il Pm del processo penale di Napoli, Narducci, il 27 ottobre 2008, in risposta agli imputati che sostenevano che "tutti parlavano con tutti”, affermò, venendo poi ampiamente sbugiardato dai fatti: "Balle smentite dai fatti. Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo, o Pairetto, con il signor Moratti, o con il signor Sensi, o con il signor Campedelli”. E dire che il designatore Bergamo aveva sempre sostenuto che tutti lo chiamavano, che intratteneva gli stessi rapporti con tutti. Ma sicuramente sono stronzate, e quelli che le dicono vanno fatti tacere.
Ci raccontavano che c’erano solo Moggi, la Juve e gli altri presunti colpevoli del 2006, e ci parlavano di esclusività dei rapporti. Eppure, nell'ottica della sentenza, il coinvolgimento di molti altri soggetti (oggi provato inequivocabilmente) avrebbe portato la Juventus ad essere penalizzata in misura inferiore, a non essere punita solo lei, a non essere retrocessa in serie B, a non subire la sottrazione dei due scudetti... e gli stessi Moggi e Giraudo avrebbero subito pene sensibilmente minori. Ma sicuramente sono stronzate, e quelli che le dicono vanno fatti tacere.
Qualcuno raccontò anche, motivando la rapidità mostrata nella distruzione della Juventus e nell’assegnazione all’Inter di uno scudetto mai vinto, che bisognava fare di fretta, che era l’Uefa a chiedere la classifica ufficiale per l'accesso alla Champions League. Il caso Fenerbahçe-Trabzonspor di quest’estate dimostra che non era vero, che l’Uefa (nel 2011 come 5 anni prima) non ha mai chiesto la classifica del campionato, o a chi dovesse essere assegnato lo scudetto, ma solo i nominativi dei partecipanti alla CL: infatti, il titolo di campione non solo non è stato assegnato al Trabzonspor (che partecipa alla competizione), ma rimane tuttora al Fenerbahçe, in attesa di un processo serio ed equo. Ma sicuramente sono stronzate, e quelli che le dicono vanno fatti tacere.
Una riflessione viene spontanea: appare inquietante, a maggior ragione nel momento in cui molti nel mondo del calcio italiano si affannano a predicare la pace e la serenità, l'invito a far tacere chi dice queste stronzate, chi vuole ristabilire l’equità, chi si adopera alla ricerca della verità. Ma sicuramente anche questa è una stronzata, e quindi...
Chi cerca la verità va fatto tacere
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