Era da mettere in preventivo che l’inaugurazione del nuovo stadio di proprietà della Juventus avrebbe suscitato invidie e pruriti vari, specialmente per il fatto che durante la cerimonia non sono mancati i riferimenti ai 29 scudetti, partendo dai ventinove sbandieratori fino al discorso del presidente Andrea Agnelli sull’importanza dei risultati ottenuti sul campo. Ma forse l’ostentazione più forte, un piccolo capolavoro, sta nel fatto che l’intero palmarès bianconero verrà sistematicamente sbattuto in faccia all’avversario di turno, mettendo in mostra le sagome dei trofei vinti dalla Juventus direttamente di fronte allo spogliatoio degli ospiti, ovviamente con gli scudetti 2005 e 2006 in bella mostra. Un tocco di arroganza che non lascerà certo indifferenti gli avversari che di volta in volta transiteranno per quello spogliatoio.
La Repubblica, 10 settembre 2011 - "L'AMACA" di Michele Serra
La prima reazione un po’ stizzita arriva però non da un avversario bensì dalle pagine di Repubblica. A Michele Serra non piace affatto che la Juve vada a toccare le decisioni della giustizia sportiva. "Non so fino a che punto i giovani eredi Agnelli siano coscienti della devastante forza simbolica di questa ostensione, che ribadisce nel più autorevole e insieme popolare dei modi quanto, del resto, ci è già noto da tempo: niente, in questo paese, è uguale per tutti, tanto meno quanto discende da un´autorità pubblica, da una legge, da una regola (teoricamente) riconosciuta. Sono le passioni private, tanto più se sostenute dal potere maieutico del denaro, a prevalere sempre e comunque: e se gli Agnelli hanno deciso che quei due scudetti sono della Juve, quei due scudetti sono della Juve". Come se la questione dei due scudetti fosse un semplice capriccio di un milionario annoiato, che vuole sentirsi al di sopra della legge.
Legge che peraltro è stata "fottuta", per davvero, più volte nel corso degli ultimi anni, o vogliamo dimenticarci di come Borrelli, ad indagine in corso e non ancora nominato capo dell’Ufficio indagini della Federcalcio, sia andato da privato cittadino alla procura di Napoli per ricevere i fascicoli sull’indagine Calciopoli, giusto per dirne una? Stranamente però allora non si ricordano articoli altrettanto colmi di sdegno come questo. Michele Serra sembra essersi tappato occhi e orecchie in questi cinque anni, continuando invece solamente a parlare (o meglio a scrivere) come se il processo di Napoli e le intercettazioni venute fuori negli ultimi anni non fossero mai esistiti. Peccato che attorno a lui invece lo scenario sia notevolmente mutato rispetto al 2006. Talmente mutato che proprio "La Repubblica", dove Serra scrive, ha riportato i risultati di una ricerca secondo la quale ormai circa sette tifosi su dieci non credono più a Farsopoli. Sono tifosi di qualsiasi squadra, non solo della Juve, che hanno deciso di informarsi per capire come sono andate davvero le cose. Ormai a credere ancora alle sentenze del 2006 che tanto gli stanno a cuore è rimasto giusto lui, Michele Serra, in buona compagnia con Beppe Servegnini e Fabio Monti.
Corriere della Sera, 10 settembre 2011 - "Sì all'arbitrato chiesto dalla Juve sulla revoca del titolo 2006 all'Inter" di Fabio Monti
E a proposito di Fabio Monti, non sfugge il suo commento al pronunciamento del Tnas di venerdì. Il messaggio è stato recepito, come dire, a metà. E’ chiaro e fuori di alcun dubbio che per quanto riguarda la decisione sull’assegnazione dello scudetto 2005/06 le istanze di incompetenza mosse da Inter e Figc sono state respinte dal presidente del Tnas De Roberto. Fa invece un po’ di confusione Monti per quanto riguarda la richiesta di risarcimento danni avanzata dalla Juventus. "La buona notizia è per i consiglieri Figc: dopo la decisione presa il 18 luglio (Consiglio non competente sulla revoca dello scudetto), avrebbero potuto trovarsi costretti a risarcire la Juve. Archiviata la questione dei danni, sulla quale i dirigenti bianconeri avevano molto insistito, resta aperta la vicenda dell'assegnazione dello scudetto". Forse sarà stato il coincidere delle posizioni di Inter e Figc (sottolineato dall’avvocato Briamonte) che avrà portato il noto tifoso interista Fabio Monti a leggere le carte con un po’ di fretta e lo avrà spinto ad annunciare una buona novella che in realtà non è proprio tale. Infatti il Tnas, se da una parte si è effettivamente dichiarato incompetente a decidere sulla richiesta di risarcimento della Juve, dall'altra ha esplicitamente indicato alla società bianconera la via della giustizia amministrativa per far valere i propri diritti. La brutta notizia è per Monti: da venerdì è ufficialmente superato il tormentone "bisogna rimanere dell'ordinamento, avere rispetto della giustizia sportiva", dal momento in cui è stata la stessa giustizia sportiva a suggerire alla Juve di uscire dai propri confini, con buona pace dei fans (a intermittenza) della clausola compromissoria.
La Repubblica, 11 settembre 2011 - "Lo stadio per buoni aspetta il buon senso" di Gianni Mura
Gianni Mura dedica la parte conclusiva del suo articolo alla Juve e al suo nuovo stadio. Strano ma vero, è uno dei pochi a rendere i meriti dell’idea dello stadio alla Triade. Certo che quel "quanno ce vò ce vò" poteva essere risparmiato, sa un po’ di "erano dei farabutti ma una cosa buona che hanno fatto riconosciamogliela". Dopodiché si torna col ritornello delle sentenze sportive: "In questo panorama confortante, non riesco a immaginarmi la faccia di Abete seduto in uno stadio che si fregia di 29 scudetti, come se i verdetti della giustizia sportiva valessero zero.".
Ci si potrebbe anche dilungare volendo sul come si è arrivati sin qui e su cosa si basano quelle sentenze sportive, ma è meglio andare avanti a leggere l’articolo: "C'è un processo penale ancora in corso e aspettiamo le sue sentenze. Le sentenze di quello sportivo sono definitive". E qui sta il punto, nella stessa parte Mura si risponde da solo ma si contraddice subito dopo. Perché proprio da quel processo penale emergono i famosi “fatti nuovi” che possono portare alla revisione delle sentenze sportive che, quindi, sono tutt’altro che definitive. Senza contare poi che uno di quei due scudetti non è stato nemmeno oggetto di indagine.
Per finire il classico invito ad abbassare i toni: "Non sembra che si stia percorrendo la via migliore per stemperare le tensioni, né basterà, quando Juve e Inter si incontreranno, appellarsi al buon senso dei calciatori. Mettiamocelo tutti, il buonsenso. Di talebani negli stadi ce ne sono già troppi". Belli i tempi dei Cobolli e degli asterischi... Ora è curioso che chi finalmente mette da parte le chiacchiere e fa valere i propri diritti nelle sedi competenti, chiedendo tra le altre cose all’Uefa di valutare il comportamento della Federazione e parità di trattamento (non semplicemente "di estromettere l'Inter dalle competizioni europee" quasi fosse un dispetto), sia il talebano e debba stemperare le tensioni. Mentre chi parlava di "scudetto degli onesti", di "banda di truffatori", di "cose offensive, gravi, stupide", di "attacco grave e inaccettabile verso la società da parte del Pm" resti pur sempre un signore.
ORRORI DI STAMPA: Lo stadio per Ju29ri fa rosicare
- Dettagli