Prima Ibrahimovic in Spagna, l'estate scorsa Balotelli in Inghilterra e adesso Eto'o in Russia: se è vero che tre indizi provano qualcosa allora bisogna chiedersi qual è il comune denominatore della campagne acquisti-cessioni dell''Inter degli ultimi anni. In tanti tireranno in ballo il fair play finanziario dell'Uefa, ma sarebbe, a nostro avviso, fuorviante. Ci sembra molto più istruttivo, invece, riflettere sull'affermazione di Sneijder che sul possibile trasferimento a Manchester ha detto papale papale:" L'unica cosa che so è che l'Inter ha bisogno di soldi e che evidentemente anch'io sono in vendita al prezzo giusto", ribadendo subito dopo, come a scanso di equivoci, che "per l'Inter il denaro è necessario"
L'Inter che ha bisogno di soldi, detto da uno che ci vive dentro, richiama l'analisi che abbiamo già proposto altre volte sulla crisi del finto mecenatismo alla milanese. Gli anni d'oro dei grassi utili, prima, e della quotazione, poi, della Saras avevano consentito al presidente nerazzurro di "giocare di sponda" con le perdite dell'Inter, diciamo di unire l'utile al dilettevole; con la stampa milanese, per di più, pronta e prona a magnificarlo tutti i giorni come il grande mecenate del calcio. Dal 2009 lo scenario è molto diverso: la Saras ha scontato la grave crisi di tutta l'economia e in questi giorni è arrivata a quotare poco più di un euro, rispetto ai 6 del valore di collocamento di quattro anni fa; le grasse cedole degli anni d'oro sono solo un ricordo.
L'Inter che ha bisogno di soldi potrebbe allora significare, detto in soldoni, che per Moratti è diventato molto più difficile pareggiare il bilancio della società versando decine e decine di milioni all'anno (la perdita d'esercizio nell'ultimo bilancio dell'Inter è stata di 125,5 milioni; quella cumulata di tutta la gestione Moratti ha superato il miliardo); non solo difficile ma anche molto più costoso (!) rispetto agli anni d'oro della Saras. Sui giornali milanesi, intanto, il mecenatismo è evaporato ed è comparso il fair play finanziario a mascherare le cessioni di Ibra prima, di Balotelli l'anno scorso e magari di Eto'o adesso: col rischio di passare da una finzione ad un'altra.
La questione, a nostro avviso, potrebbe invece essere molto più semplice (o complicata, dipende dai punti di vista), L'Inter di Moratti potrebbe essere rimasta "senza benzina", senza la benzina che in precedenza veniva pompata allegramente nella società di calcio grazie alla Saras: di qui la maggiore attenzione al bilancio da qualche anno a questa parte e le occasioni Ibrahimovic, Balotelli, Eto'o gestite sì bene ma in stato di necessità e non come programmazione societaria e sportiva. Non c'entra l'Uefa; i vincoli al bilancio dell'Inter non li sta mettendo Platini, semmai li ha messi ancora prima Moratti, Paolillo s'è dovuto adeguare e Branca, come responsabile tecnico, è stato chiamato a fare i salti mortali..
Va subito aggiunto, infatti, che senza la benzina della Saras l'uomo chiave dell'Inter è diventato proprio Marco Branca, cui è stato affidato il compito di non far scadere il livello qualitativo della rosa, pur in presenza di cessioni eccellenti per rappezzare i buchi di bilancio. Impresa riuscita, e bisogna dire magistralmente, due anni fa quando a Milano erano arrivati, tra gli altri, Eto'o, Sneijder e Lucio, ma non ripetuta nell'ultimo campionato quando è stato il turno dei Coutinho e Biabiany. Un'impresa comunque difficile e a rischio, tant'è che adesso, mentre i tifosi nerazzurri non nascondono la loro delusione, tra gli addetti ai lavori è viva la curiosità di vedere quale Inter verrà affidata a Gasperini.
Pare infatti che i nerazzurri sul possibile piede di partenza siano in tanti: non solo Eto'o ma anche lo stesso Sneijder e c'è chi dice anche Milito e Pandev; giocatori che avrebbero avuto nelle prime partite della nuova stagione problemi di feeling col calcio che piace a Gasperini, ma anche quelli, come Milito, che con Gasperini si erano qualche anno fa esaltati. Probabilmente un'esagerazione, perché vorrebbe dire che i maggiori protagonisti dell'Inter del triplete, quell'Inter che la RCS Sport reclamizza ogni giorno in giro per il mondo in cerca di sponsor, sono stati messi all'asta.
Non è così, ma avrebbe avuto tanti dubbi il lettore del Corsera che l'11 agosto avesse riflettuto sulla notizia riguardante l'andamento del bilancio della Saras (a pagina 35) insieme con quella sulla quasi certa partenza di Eto'o (a pagina 47). Per una coincidenza davvero singolare è successo, infatti, che mentre nella sede dell'Inter i russi trattavano l'acquisto del camerunense, contemporaneamente in quella della Saras il consiglio di amministrazione esaminava l'andamento trimestrale della società, un andamento per parecchi aspetti preoccupante tanto da far titolare al Corriere "Tempesta libica sulla Saras".
Facendo gli scongiuri contro le tempeste di qualunque tipo, resta il fatto che il bilancio Saras, già in passivo l'anno scorso, potrebbe essere in rosso anche per il 2011. I dubbi del lettore del Corriere potevano quindi riguardare il possibile collegamento tra la Saras in rosso e l'Inter, conseguentemente, senza la benzina necessaria per tappare i buchi di bilancio di cento e passa milioni all'anno; quell'Inter che, per dirla con Sneijder, ha bisogno di soldi.
L'Inter di Moratti senza la benzina della Saras
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