La gestione di Farsopoli da parte dei cosiddetti giornalisti appare ormai chiara: la casta dell’informazione, con poche ma eccellenti eccezioni (Biagi, Ostellino, Feltri, Rocca) ha creato la verità artificiale di Calciopoli, la ha alimentata con ondate successive in un crescendo grottesco e ha al contempo rimosso ogni elemento che andasse in direzione opposta.
Lo spiegamento di forze a perseguire lo scopo, la certezza di poter godere della loro protezione e il necessario lasciapassare ottenuto verosimilmente dalla proprietà della “nuova Juventus” ha convinto la casta che il rischio che il castello di menzogne costruito contro il nemico Moggi venisse spazzato via dalla verità fosse molto piccolo.
La casta ha quindi varcato la misura, proponendo argomenti esilaranti in una disperata arrampicata sugli specchi a sostegno postumo delle teorie iniziali. Come tutti i bugiardi che, incalzati sulle contraddizioni della prima menzogna, pensano di potersi salvare propinandone altre, per finire poi inesorabilmente smascherati.
Chi li potrà incalzare ancora? Lo abbiamo fatto noi sui nostri siti e con il passaparola, lo ha fatto Luciano Moggi dalle colonne di Libero e qualche timida voce si è levata anche in tv. Chi lo ha fatto, ha raccontato episodi circostanziati e verificabili molto difficili da controbattere, ma gli autori del copione farsesco, certi di farla franca, continuano a negare persino l’evidenza.
La domanda che mi pongo e che rivolgo a tutti voi è:
“Fin dove arriveranno? Come potranno uscirne?”
Tutti noi ci auguriamo che vengano fermati dai tribunali italiani o internazionali con sentenze inequivocabili e non travisabili, ma l’esperienza (processo doping) ci insegna che non c’è limite alle capacità di mistificazione.
In aggiunta speriamo che, oltre alla verità e all'onore restituito, si venga prima o poi liberati da questo sistema di informazione asservito al potere per restituire credibilità a una categoria che dovrebbe essere un presidio per la democrazia e la libertà.
Credo purtroppo che nel paese con l’informazione tra le meno libere del mondo, la speranza di ottenere il riconoscimento della verità, stia nella capacità della casta dei giornalisti di trovare per se una via d’uscita onorevole che consenta loro di rimanere a galla.
Trovare la via d’uscita diventa però ogni giorno più difficile perché ogni giorno diventa più grande il castello di falsità. Hanno già avuto tante occasioni per fare marcia indietro e hanno preferito perseverare nella menzogna. Ce la faranno a tornare indietro?
Lo spiegamento di forze a perseguire lo scopo, la certezza di poter godere della loro protezione e il necessario lasciapassare ottenuto verosimilmente dalla proprietà della “nuova Juventus” ha convinto la casta che il rischio che il castello di menzogne costruito contro il nemico Moggi venisse spazzato via dalla verità fosse molto piccolo.
La casta ha quindi varcato la misura, proponendo argomenti esilaranti in una disperata arrampicata sugli specchi a sostegno postumo delle teorie iniziali. Come tutti i bugiardi che, incalzati sulle contraddizioni della prima menzogna, pensano di potersi salvare propinandone altre, per finire poi inesorabilmente smascherati.
Chi li potrà incalzare ancora? Lo abbiamo fatto noi sui nostri siti e con il passaparola, lo ha fatto Luciano Moggi dalle colonne di Libero e qualche timida voce si è levata anche in tv. Chi lo ha fatto, ha raccontato episodi circostanziati e verificabili molto difficili da controbattere, ma gli autori del copione farsesco, certi di farla franca, continuano a negare persino l’evidenza.
La domanda che mi pongo e che rivolgo a tutti voi è:
“Fin dove arriveranno? Come potranno uscirne?”
Tutti noi ci auguriamo che vengano fermati dai tribunali italiani o internazionali con sentenze inequivocabili e non travisabili, ma l’esperienza (processo doping) ci insegna che non c’è limite alle capacità di mistificazione.
In aggiunta speriamo che, oltre alla verità e all'onore restituito, si venga prima o poi liberati da questo sistema di informazione asservito al potere per restituire credibilità a una categoria che dovrebbe essere un presidio per la democrazia e la libertà.
Credo purtroppo che nel paese con l’informazione tra le meno libere del mondo, la speranza di ottenere il riconoscimento della verità, stia nella capacità della casta dei giornalisti di trovare per se una via d’uscita onorevole che consenta loro di rimanere a galla.
Trovare la via d’uscita diventa però ogni giorno più difficile perché ogni giorno diventa più grande il castello di falsità. Hanno già avuto tante occasioni per fare marcia indietro e hanno preferito perseverare nella menzogna. Ce la faranno a tornare indietro?