Non è cambiato nulla.
Appena rientrata la Juventus in serie A, sono tornati i teatrini dei parrucconi faziosi che fanno dell’ipocrisia la loro arma più grande e sono tornate le penne al veleno a macchiare quella che ormai più che carta stampata potrebbe chiamarsi carta condizionata.
Hanno voluto far credere che Moggi manipolasse l’intero sistema calcistico italiano al vertice di una Cupola? Non ci sono riusciti, però Moggi e Giraudo non ci sono più e quella Juve che fu è stata stuprata ed uccisa. Vogliono far credere che questo nuovo calcio ora è pulito con al vertice il ritorno di Matarrese, la successione Carraro-Abete e la nomina di Collina, l’amico di Meani, a responsabile degli arbitri?
Suvvia, non prendete in giro l’intelligenza della gente. La gente perbene. Quella che si documenta veramente. Quella che sfrutta il più grande mezzo di informazione della nostra era: Internet.
I faziosi giornalisti (non tutti ancora, per fortuna) della carta stampata, possono esser battuti però solo se la gente ha veramente sete di verità. Quella che riportano loro, è solo la “loro verità”. Per altro, spesso, anche in malafede.
Se era Moggi il male del calcio italiano, allora adesso non si può più dire che la Juventus ruba o è favorita dagli arbitri. Moggi non c’è più. Quindi mai più bisogna mettere in dubbio la buonafede degli arbitri a favore della Juve. Mai più.
O è stato una farsa il processo di Calciopoli, come ormai sono in tanti a pensare, o adesso è una farsa l’atteggiamento che adottano determinati personaggi nei confronti di presunti nuovi favori a vantaggio della Juve. E’ una situazione paradossale, kafkiana.
L’operazione simpatia, intentata dalla nuova dirigenza Juventus, non è durata nemmeno un anno. Anzi, già durante lo scorso anno c’erano state le prime avvisaglie. Come dimenticare l’inconfondibile Gazzetta dello Sport che titolò “Juve, non così”, titolo mai presentato invece a seguito di una vittoria con favori arbitrali dell’Inter,del Milan o di altra squadra.
E’ bastato il ritorno della Juve in serie A, e sono tornate le moviole. E’ tornata la malafede. E’ pazzesco. Per fare un esempio di cosa (ri)attende quest’anno la Juventus mediaticamente parlando, nell’ultima puntata del Processo di Biscardi, il conduttore di Juventus Channel, Paolo Rossi, è stato aggredito verbalmente solo per aver azzardato un'eroica difesa della Vecchia Signora.
Francesco Guccini, in una canzone di circa 30 anni fa, ma che - purtroppo - è ancora assai attuale, cantava che Dio è morto, anche per colpa dell’ipocrisia. E a questi parrucconi e giornalisti, io non ho mai sentito pronunciare una sola volta la parola scusa o ammettere i propri errori.
Appena rientrata la Juventus in serie A, sono tornati i teatrini dei parrucconi faziosi che fanno dell’ipocrisia la loro arma più grande e sono tornate le penne al veleno a macchiare quella che ormai più che carta stampata potrebbe chiamarsi carta condizionata.
Hanno voluto far credere che Moggi manipolasse l’intero sistema calcistico italiano al vertice di una Cupola? Non ci sono riusciti, però Moggi e Giraudo non ci sono più e quella Juve che fu è stata stuprata ed uccisa. Vogliono far credere che questo nuovo calcio ora è pulito con al vertice il ritorno di Matarrese, la successione Carraro-Abete e la nomina di Collina, l’amico di Meani, a responsabile degli arbitri?
Suvvia, non prendete in giro l’intelligenza della gente. La gente perbene. Quella che si documenta veramente. Quella che sfrutta il più grande mezzo di informazione della nostra era: Internet.
I faziosi giornalisti (non tutti ancora, per fortuna) della carta stampata, possono esser battuti però solo se la gente ha veramente sete di verità. Quella che riportano loro, è solo la “loro verità”. Per altro, spesso, anche in malafede.
Se era Moggi il male del calcio italiano, allora adesso non si può più dire che la Juventus ruba o è favorita dagli arbitri. Moggi non c’è più. Quindi mai più bisogna mettere in dubbio la buonafede degli arbitri a favore della Juve. Mai più.
O è stato una farsa il processo di Calciopoli, come ormai sono in tanti a pensare, o adesso è una farsa l’atteggiamento che adottano determinati personaggi nei confronti di presunti nuovi favori a vantaggio della Juve. E’ una situazione paradossale, kafkiana.
L’operazione simpatia, intentata dalla nuova dirigenza Juventus, non è durata nemmeno un anno. Anzi, già durante lo scorso anno c’erano state le prime avvisaglie. Come dimenticare l’inconfondibile Gazzetta dello Sport che titolò “Juve, non così”, titolo mai presentato invece a seguito di una vittoria con favori arbitrali dell’Inter,del Milan o di altra squadra.
E’ bastato il ritorno della Juve in serie A, e sono tornate le moviole. E’ tornata la malafede. E’ pazzesco. Per fare un esempio di cosa (ri)attende quest’anno la Juventus mediaticamente parlando, nell’ultima puntata del Processo di Biscardi, il conduttore di Juventus Channel, Paolo Rossi, è stato aggredito verbalmente solo per aver azzardato un'eroica difesa della Vecchia Signora.
Francesco Guccini, in una canzone di circa 30 anni fa, ma che - purtroppo - è ancora assai attuale, cantava che Dio è morto, anche per colpa dell’ipocrisia. E a questi parrucconi e giornalisti, io non ho mai sentito pronunciare una sola volta la parola scusa o ammettere i propri errori.
“Le fedi fatti di abitudini e paura, una politica che è solo far carriera; il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto; l’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto. Dio è morto”