E allora diciamolo, c’è un problema, serio, di equità. Potevamo stupirvi con effetti speciali mai visti, ma invece… purtroppo non abbiamo il technicolor. Siamo vecchi e gommosi.
Parla, da Torino, la nuova dirigenza Juventus, e dà fastidio a tutti perché parla a ragione. Perché fa un discorso sensato quando chiede equità di giudizio su Calciopoli e fa capire che, se la giustizia darà ragione ai deliri di noi rancorosi chiederà indietro la refurtiva; e altrettanto sensato è anche, nel suo piccolo, far notare quando un fallo di gomito a colori è valutato molto meno netto di un fallo di gomito in bianco e nero, o far notare che un gesto antisportivo a palla lontana si giudica per quello che è, sempre e comunque e senza tanti ricami e distinguo. Scienza, non fantascienza, tanto per restare in tema.
Il problema è come viene trattato l’argomento “rivendicazioni Juve” da chi gestisce l’informazione. Mi sa che hanno costituito un ufficio a parte, da quanto bene funziona lo screditare ogni ragione juventina . Passiamo avanti sul rigore fischiato nei tempi supplementari del primo tempo (un concetto che solo Severgnini saprebbe spiegare, se coadiuvato da Bagni e Mazzola), e sul fatto che Pepe si è girato di spalle sulla botta di Totti? Ok passiamo, anzi, passiamo QUASI avanti, perché sto aspettando che qualcuno spieghi in diretta a tutti i telespettatori che l’unico calcio piazzato che l’arbitro è costretto a far battere a tempo scaduto è il rigore (vedi regole 7, 13 e 14 del giuoco del calcio). Per gli altri c’è discrezionalità, che si legge anche opportunità e politica del pallone. In campo, però, dove non dovrebbe stare. Detto questo aggiungiamo pure che era rigore, anche se vale solo per la Juve.
Ma se qualcuno ha visto Controcampo domenica sera, avrà notato il sorriso accondiscendente di Paparesta mentre minimizzava lo sgambetto intenzionale di Borriello a Chiellini, spiegando al mondo che non c’è condotta violenta, e che un caso del genere non prevede niente più che un’ammonizione, se visto dall’arbitro in campo. Insomma, quale prova TV vorrebbe chiedere la Juve? E tutti giù a sorridere paterni, oserei dire tra il dolce ed il severo...
Non vorrei che nei salotti popolati dagli esperti diventassimo come il vecchio nonno rompiballe che nessuno ascolta. Quello che parla, parla, e se ti va bene ti racconta sempre la stessa storia che una volta qua era tutta campagna, e intanto tu guardi i grattacieli e pensi che tutto sommato ti è andata bene…sai se partiva con la storia delle miniere in Belgio… Se ti va male invece ti scarica addosso le manie di persecuzione. Il traffico, i valori, i giovani che non sono più quelli di una volta…Mi starebbe molto ma molto sullo stomaco che continuasse questo andazzo, perché non c’è niente di peggio che essere presi per degli stupidi, nelle pause dal solito refrain, in cui per non far mancare niente al popolo ci prendono perpetuamente per ladri.
Quello che Paparesta non dice è che la condotta violenta non significa mica ammazzare qualcuno. Prova ne sia che all’interno della casistica sono stati squalificati in passato giocatori che avevano sputato ad un avversario. Nel caso specifico, come risulta previsto dal codice sportivo all’articolo 35, Boriello rischia di provocare un infortunio a Chiellini, peraltro già fasciato alla testa, sgambettandolo a tradimento da dietro e facendolo cadere, perciò è condotta violenta. In passato abbiamo visto parecchie prove TV applicate per motivi simili, anzi, a volte a cercare bene con le telecamere dedicate si è trovato l’episodio che servì a rifare le formazioni prima di qualche partita importante. Paparesta questo lo sa, perché era un arbitro di primissimo livello, ma non gli passa neanche per la testa di dirlo. Perché?
Sarà mica legato al fatto che, anche se Auricchio non prende Mediaset a casa sua (adesso col digitale sono convinto che anche dove vive lui si vedranno le TV di proprietà del presidente del Milan) la televisione in technicolor rossonero non riesce proprio a vedere Robinho e Boriello, mentre Iaquinta e Krasic gli risultano chiari?
Che problema c’è? distorsione nel contrasto? Scolorimenti? distacco dell'emulsione durante la proiezione? Danni al proiettore? Proiettore tifoso? Mah, per quanto si parli si vede solo bianco candido e nero profondo. Consiglio di modificare la tonalità dell’immagine o cambiare metodo, perché questo non funziona per niente.
Allora, se ho ben capito in settimana appesantiremo ulteriormente il piatto della bilancia della disparità di trattamento. Che la violenza sia diventata una discriminante necessaria solo da oggi ha un sapore strano, ma ormai noto. È il sapore delle leggi fatte ad hoc e delle prescrizioni valide solo quando fa comodo.
Il problema, infatti, non sta nello sgambetto in sé. Sta nel lento accumularsi di tante cose. Quelle remote, per cui vale sempre la pena di lottare, e quelle recenti, che oramai allungano una lista stagionale che sta già diventando fastidiosa. Al mondo purtroppo non siamo tutti uguali, e allora va a finire che i meno intelligenti, tipo quelli che mettono magliette con scritto meno 39 o quelli che credono che Moggi chiamasse gli arbitri, al contrario di Facchetti che invece veniva chiamato dai designatori per gli auguri di Natale, poi capiscono che la caduta di Krasic preveda da regolamento l’espulsione, e che la condotta violenta sia buttarsi per terra senza chiedere il rigore.
E non c’è mica nessuno che gli spiega che quando Iaquinta viene ammonito per aver esultato in maniera polemica contro i suoi ex tifosi alla terza di campionato, cartellino giallo celebrato dagli applausi dei salotti TV che predicano lo smorzare i toni, soprattutto quelli bianconeri), mentre Mr 14 espulsioni in carriera Francesco Totti può tranquillamente prendere per il culo tutti quanti perché lui è nervoso, povero ragazzo, e lo fischiano.
Nessuno gli fa notare che l’aggravante che valeva per Krasic, quella di non essere subito corso dall’arbitro a spiegargli in lingua serba che non era rigore, vale solo fino a che Eto’o non incespica sulla palla e poi si ricorda di essere inciampato da solo soltanto a fine partita, e va a dirlo a Diamanti, del Brescia. L’avrà scambiato per l’arbitro, forse, dall’alto di un’integrità morale richiesta solo se mancano due partite a Milan-Juve.
Allora facciamo così, io spengo la TV per un giorno e faccio finta di non aver notato le immagini selettive e gli audio che riconoscono il razzismo solo se viene dall’Olimpico di Torino o da qualche stadio che non ha fatto il triplete. Faccio finta che sia stato tutto un sogno, perché sarebbe troppo brutto che si sia arrivati a modellare la spiegazione delle regole e la loro applicazione come pongo in seconda serata. Poi riaccendo e ritrovo voi della TV che almeno provate a dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità, ok?
OooooooooooooooooooK?
Dica: lo giuro.
TV, Juve ed equità di giudizio
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