L’utilizzo della prova televisiva per sanzionare i comportamenti antisportivi sfuggiti alla vista dell’arbitro durante la partita è un argomento che ha fatto molto discutere, ma che è tornato prepotentemente d’attualità ultimamente col caso Krasic. E non solo. Fa discutere in particolare l’uso un po’ a comando che ne viene fatto, in particolare se entra in ballo qualche giocatore della Juventus.
Eravamo rimasti al 2005, in pieno periodo di indagini, quando la squadra bianconera si apprestava a mettere anticipatamente le mani sullo scudetto sbancando San Siro nonostante l’assenza di Ibrahimovic, squalificato a mezzo prova tv per una “cravatta” a Cordoba in Juve-Inter per tre giornate, giusto giusto per saltare la partita che valse lo scudetto.
Cinque anni dopo la storia si ripete in modo assai similare, cambia il nome dello squalificato, Milos Krasic per l’appunto, cambia il punteggio anche se non il risultato, sempre vittoria della Juve a San Siro ma stavolta per 2-1, ma soprattutto a cambiare è la causa della squalifica. Sotto la lente d’ingrandimento c’è il rigore ingiustamente assegnato alla Juve e procurato da Krasic nel match contro il Bologna, e poi peraltro sbagliato da Iaquinta. L’episodio porta alla squalifica di due giornate dell’esterno serbo per simulazione.
Abbiamo un po’ tutti ancora nelle orecchie gli strali e i sermoni traboccanti moralismo spicciolo che per una settimana hanno riempito le pagine dei quotidiani, i telegiornali e le trasmissioni sportive, che additavano Krasic quale unico simulatore della serie A, venuto dall’estero a intaccare la purezza del calcio italiano. Discorsi che sono arrivati dritti alle orecchie degli avventori del bar dello sport, producendo argomentazioni brillanti e inconfutabili del tipo:”Eccolo il nuovo Nedved, si butta come lui.”, roba da rimanerci secco.
Ma non è tanto, o meglio non solo, la “violenza mediatica”, per usare le parole di Andrea Agnelli, né la squalifica in sé, decisione tutto sommato legittima anche se qualche dubbio su un possibile contatto resta, il nocciolo della questione, quanto piuttosto l’assordante silenzio che avvolge episodi analoghi.
Per non andare troppo lontano con la memoria possiamo tranquillamente restare a questo campionato, parlando ad esempio, del rigore concesso all’Inter e trasformato da Eto’o nella peraltro larga vittoria dei nerazzurri sul Bari. Con Lucio che per procurarsi il rigore non solo salta a vuoto, ma si rende pure protagonista di una sceneggiata di bassa lega rotolandosi per terra e togliendosi pure il parastinco… ma allora non abbiamo visto né sentito opinionisti indignati, né Palazzi si è premurato di acquisire le immagini e deferire il giocatore dell’Inter al giudice sportivo.
Se poi passiamo alla strettissima attualità è ancor più curioso che non si sia alzato nemmeno mezzo sopracciglio per il rigore assegnato ad Ambrosini il quale, non contento di essersi stoppato la palla col braccio, va per terra senza che il portiere lo tocchi, e ancora non soddisfatto reclama platealmente la massima punizione, che l’arbitro gli concederà. Il tutto ovviamente con la massima sportività, non come il simulatore serbo che ha persino l’ardire di stare zitto dopo essere andato a terra. Chissà se Ambrosini per Pistocchi è uno serio, a differenza di Krasic.
E a proposito ci sarebbe da registrare l’atteggiamento stranamente pigro di Mediaset quando non si tratta di Juve, che arriva al limite dell’apatia quando si tratta di Milan. In questo caso abbandoniamo il campo delle simulazioni e parliamo di atti violenti, che comunque rientrano sempre nella casistica dell’utilizzo della prova televisiva. Torniamo quindi a bomba al 2005, quando non sfuggì alla solerzia delle telecamere l’atto violento dello svedese. Immagini prontamente fatte pervenire al giudice sportivo il quale sanzionò il giocatore con la famosa squalifica di due giornate, confermate in sede d’appello dalla commissione disciplinare, che gli fece saltare il big match per lo scudetto, revocato un anno dopo.
Invece sarà l’età, i cinque anni in più sul groppone, ma le stesse telecamere di Mediaset sono state casualmente molto più distratte quando giusto qualche settimana fa Gattuso ha pensato bene di appioppare un cazzotto a Del Piero. Anche se, a onor del vero, ci sarebbe da aggiungere che nemmeno Caressa e Bergomi su Sky si sono stracciati le vesti, pur dovendo commentare in diretta l’episodio.
Ma il calcio, si sa, è una grande famiglia dove si litiga ma alla fine tutti si vogliono bene. In fondo senza Krasic la Juve ha vinto lo stesso, quindi perché stare qui a lamentarsi ancora? Anzi, se proprio vogliamo parlare di figli e figliastri, cari amici juventini, siete proprio degli ingrati, avete tutte le attenzioni dei media per voi e non vi bastano nemmeno…
Dai, è ora di farla finita con questa cultura del sospetto. Ce l’ha detto anche un colonnello dei Carabinieri che il Milan non controlla alcuna televisione…
Figli e figliastri
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