Nicola CecereLa sera del 27 ottobre nella trasmissione "Diretta Stadio", in onda su 7 Gold, erano presenti Luciano Moggi e Nicola Cecere, giornalista della Gazzetta dello Sport. Ne è venuta fuori una puntata interessante. Nicola Cecere ha fatto delle affermazioni che sono state molto discusse sui due principali forum bianconeri, J1897network.com e vecchiasignora.com, con reazioni che andavano dalle risate a crepapelle fino all'indignazione più profonda.
Nicola Cecere non si presenta con l'aria spocchiosa e saccente di tanti suoi colleghi che sanno poco su Calciopoli, eppure pontificano. Per il fatto che Cecere ha parlato non tanto a titolo personale ma in veste di difensore della linea della Gazzetta, approfondiamo l'argomento su alcune delle cose dette dal giornalista.
Paradossalmente in studio i ruoli erano invertiti, con Moggi nelle vesti dell'accusatore e la Gazzetta in quelli dell'accusato. Moggi ha evidenziato la stranezza della fattiva collaborazione di Maurizio Galdi, della Gazzetta, alle indagini di Auricchio, fin dall'inizio. Cecere ha logicamente difeso il collega dicendo che Galdi, essendo un cronista, ha delle fonti ed una di queste era Auricchio. Difesa debolissima perché, come ha sottolineato subito anche Moggi, la verità è opposta: è Galdi ad essere stato "fonte" di Auricchio, come detto dallo stesso Auricchio e dal maresciallo Di Laroni ai pm che indagavano sulla fuga dei documenti di indagine che, nel 2006, invasero le redazioni dei giornali.
Come ha detto Mughini alla presentazione del nostro libro, l'Ordine dei Giornalisti si è segnalato per la sua assenza nella valutazione del caso Galdi.
Se l'Ordine tace dovrebbe comunque essere il direttore della Gazzetta, Andrea Monti, ad avere l'accortezza di non inviare Galdi al processo. Insistiamo e insisteremo su questo punto per una questione di principio, perché secondo noi non è ammissibile che Maurizio Galdi continui a fare la cronaca delle udienze del processo in corso a Napoli. Il giornalista non deve essere forse il "giudice dei fatti" e cercare la verità? E il giudice non siede, e deve sedere, su uno scranno diverso da quello delle due parti in causa? Sì. Ebbene, Galdi ha scelto, all'inizio delle indagini di Auricchio, di sedere al tavolo dell'accusa, e se si sceglie quel tavolo non si può, nello stesso processo, vestire i panni del "giudice dei fatti", fatti portati dall'accusa, ma anche dalle difese, da riferire ad oltre quattro milioni di lettori. Galdi ha fatto una scelta di campo, ha scelto una parte, come dimostra anche quando scrive che il Presidente Casoria "ha estorto" una risposta a Nucini (27 maggio 2009), oppure quando simpatizza per la richiesta di ricusazione della Casoria in articoli del 20 maggio, 29 luglio e 22 ottobre 2009 (Il processo secondo Galdi/1). Una prova più recente? Nell'udienza del 19 ottobre ha deposto Gamberini ed ha ammesso che Petruzzi e Nastase, suoi compagni al Bologna, erano tra i più ammoniti della squadra, e l'avvocato Gallinelli ha evidenziato che, nella partita nella quale De Santis ammonì i due giocatori, il Bologna era sceso in campo con ben otto diffidati. Bene, su Gazzetta.it, che sulle "ammonizioni mirate" aveva martellato nel 2006, compare la "cronaca" (leggetela qui) firmata da Galdi e Boldrini dove di questa deposizione viene riportato solo "11.59 Deposizione lampo di Gamberini. Adesso è la volta di Pasquale D'Addato". Fantastico. Diteci cosa ne sanno quattro milioni di lettori di quello che ha detto Gamberini sulle "ammonizioni mirate" leggendo la cronaca rosa online. Sono fermi alle tesi di Auricchio.

Poi Cecere ha dato una spiegazione dell'attuale disinteresse della rosea sui fatti emergenti nel processo, una linea editoriale molto diversa da quella tenuta nel 2006.
(Video, dal minuto 01:08) Cecere: "Per quanto riguarda l'aspetto penale abbiamo avuto un atteggiamento di profilo molto basso perché noi ci auguriamo che penalmente la cosa non sia... noi siamo la Gazzetta dello Sport, il fatto di doverci intromettere in cose penali ci nausea, ci dà fastidio, lo facciamo obtorto collo. Naturalmente il processo va seguito, non lo stiamo seguendo con l'enfasi, con i clamori e con lo spazio che avevamo dato alla parte sportiva, perché è quello il nostro campo e quello ci riguardava da vicino".
Altra risposta debolissima quella di Cecere, che ha provocato una forte indignazione e la nausea tra i tifosi juventini. Non erano forse "cose penali" anche quelle informative che, con un reato, lo ripetiamo tre volte, REATO, reato rimasto impunito, erano state divulgate ai media? E di quel reato, perché tale è la diffusione di documenti di indagine in corso, i media non si sono cibati, ed hanno cibato i lettori, con "uno stillicidio ininterrotto di rivelazioni giornaliere"?
Le telefonate di Moggi e quelle di Facchetti sono dello stesso periodo e, anche ammettendo che la Gazzetta di quelle di Moggi si sia occupata solo per la "parte sportiva", deve spiegare, con una giustificazione credibile, il fatto che oggi non tratti le nuove imbarazzanti telefonate scoperte "con i clamori e con lo spazio che avevano dato alla parte sportiva" nel 2006. Non si chiede alla Gazzetta di entrare in valutazioni penali, che possono provocarle stati di nausea, ma di trattare il lato sportivo di certe nuove telefonate con l'enfasi del 2006. Avete forse letto titoloni sulla Gazzetta tipo "Processateli"? Sul "piano sportivo" potevano anche scriverne uno tipo "Processate anche l'Inter", oppure "Togliete quello scudetto". Niente. Le giustificazioni stanno a zero, è una scelta precisa, secondo noi e secondo tanta gente bianconera. Punto e basta.
Sulla parte processuale, inoltre, la nausea alla Gazzetta va e viene. La nausea passa quando Martino parla del colpo di tosse di Bergamo (questa la prima pagina rosa), oppure quando c'è il giallo del "Metti Collina" (questa la prima pagina). In tutti i tanti casi favorevoli alle difese, che nausea ha la Gazzetta!
Cecere sembra sincero quando dice (guarda il breve video): "Se si arriva ad una revisione, e noi tutti vogliamo soltanto capire cosa era realmente successo, perché tutti gli appassionati... vogliamo capire cosa veramente è successo, chi faceva cosa, chi ha inquinato, chi no, chi se l'è scampata, chi dovrebbe essere punito. Noi vogliamo accertare, vogliamo sapere tutto. Questa è la posizione di un appassionato". Davvero? Bene, accertate, ma poi ditelo anche ai lettori. Intanto pensiamo che potevano già scrivere a chiare lettere, in un bel titolone stile 2006, chi se l'è scampata e dovrebbe essere punito, perché almeno questo dovrebbe ormai essere chiaro anche alla rosea. Oppure devono ancora accertarlo? Ed allora stiamo freschi, più lenti di Palazzi!

Ma il clou della serata, il momento top of the top, quello che ha suscitato sui forum reazioni che non sono riferibili, è stato quando Cecere ha detto (video da non perdere):
"Cannavò era editorialista, interpellato da Carlo Verdelli, che aveva da poco preso le redini del giornale, Cannavò era contro la retrocessione della Juve. Diceva: "Dobbiamo studiare se c'è la possibilità di tenere la Juve in A", ma purtroppo, con quel materiale, lo dico tre volte, con quegli atti che erano dei carabinieri, non erano di un'altra società, con quelle intercettazioni venute fuori, sulla base di quei documenti non c'era niente da fare, la Juve rischiava la C, posizione che fu presa anche dagli illustri difensori della Juve al processo. Se questi avvocati alzano le mani e dicono: "Non ci massacrate, non ci mandate in C", ed era la Juve di John Elkann, ed è la Juve di John Elkann anche questa... Perché questo fu fatto, violando certamente dei principi giuridici, ma è matematico che un processo sportivo deve violare questi principi giuridici, sono solidale con la parte offesa (Moggi presente in studio, ndr). Perché è chiaro che è un processo parziale e, quindi, un processo ingiusto alla fine".
E quando lo hanno scritto sulla Gazzetta, nel 2006, che si stavano violando dei principi giuridici? Ed è normale e civile, secondo loro, che vengano violati principi giuridici? E ricordate un titolo, o un articolo, nel quale la Gazzetta parlò di "processo parziale ed ingiusto"? Noi no. Lo pensano da poco? Ebbene, lo scrivano chiaro e forte sulla Gazzetta, chiedano la revisione del "processo ingiusto e parziale", senza paura di citare l'articolo 39 del Codice di giustizia sportiva. Lo dicano ai loro quattro milioni di lettori, non solo ai pochi di una trasmissione televisiva. Lo dicano a questa FIGC con poca personalità, sempre così sensibile a seguire la linea tracciata dal giornale rosa.
Cecere, come potete vedere nel video, prosegue in un crescendo rossiniano, fino ad affermare audacemente: "Noi eravamo disperati, questa è la verità, eravamo disperati, c'erano tante squadre di mezzo Juve e Milan, oh ragazzi, eravamo disperati. Questa è la verità".

Prendiamo spunto dal vice-vate Ruggiero Palombo, e dall'incipit del suo famoso editoriale "Pallina al centro", con il quale celebrò la deposizione di Manfredi Martino, per dire che il tempo passa, ma non scolora i ricordi, non sfuma i contorni, e non spegne il sacro fuoco dell'indignazione dei tifosi juventini. Il tempo è un formidabile anestetico, ma non arriva a cancellare la memoria, non diventa qualcosa di diverso. E se qualcuno prova a riscrivere la storia come meglio crede, ci siamo noi a stimolare il ricordo.
Ed allora andiamo a vedere la differenza tra alcune (solo alcune, ndr) prime pagine del 2006 e quelle di oggi su fatti relativi a Farsopoli:

La metamorfosi della Gazzetta su Calciopoli La metamorfosi della Gazzetta dopo il 2006

Ora andiamo a rileggere alcune della perle di Candido Cannavò, il "vate" che era stato consultato da Verdelli sulla linea da tenere dalla Gazzetta "disperata", che non voleva la Juve in B.

14 maggio 2006: "Uno può ribattere: la Juve deve rispondere delle sue responsabilità dirette, ma che c'entra in tutto ciò che è avvenuto fuori dai suoi confini? Rispondo: la Juve ha dato a Moggi una credenziale fortissima, non solo, ma anche una poderosa forza operativa che gli veniva dall'avere alle spalle il club più famoso d'Italia e uno dei più prestigiosi del mondo. [...] Non aver paura significa anche prepararsi a un campionato rimpicciolito per il quale ciascuno accetti la sua dose di sacrifici e soprattutto drastiche norme di vita civile".

21 maggio 2006: "La scena nazionale è dominata da una grande voglia di giustizia e dal timore che stuoli di avvocati e di azzeccagarbugli riescano a insabbiare lo scandalo. Io sogno il giorno in cui, raccolti i cocci, si ripartirà. E sono certo che un campionato meno folto e ricco, ma pulito, entusiasmerà la gente".

14 giugno 2006: "Amnistia? Onorevole, si vergogni. E ti pareva che non saltasse fuori l'onorevolino con il cuore tenero, afflitto da juventinite perforante? [...] Non conosco questo signor Maurizio Paniz, che è approdato alla Camera con l'onda di Forza Italia e, giacché c'è, grida anche Forza Juve. [...] Altro che amnistia. Caro direttore, io vorrei lanciare una proposta di segno opposto. Per ogni partita che vince l'Italia al Mondiale, un'ulteriore spinta all'intransigenza. Più vittorie, più severità sino al traguardo massimo della purificazione totale. Non è desiderio di vendetta o bieco giustizialismo".

16 giugno 2006: "La perversa attività di Moggi, controllata da Giraudo, ignorata nelle alte sfere, comporta per la Juve rischi molto gravi nel processo sportivo, a cominciare dalla confisca dei due ultimi scudetti, senza l'obbligo di assegnarli ad altri: meglio lasciare nell'albo d'oro un buco nero a eterna memoria. Non sappiamo in quale campionato giocherà in settembre la squadra bianconera, né quando la rivedremo in Champions League. [...] Certo, sul piano giudiziario più di un'occasione è stata persa, ma su quello sportivo ce n'è abbastanza per rivoltare l'intero mondo del calcio, se lo si vorrà".

22 giugno 2006: "Aspettando gli azzurri e Juve contro AlbinoLeffe. [...] Immaginate se questo amico misterioso un giorno ci avesse dettato le tavole del futuro: [...] 4) In un calendario calcistico figurerà una partita calata dalla Luna: Juve-AlbinoLeffe. E la gente bianconera si radunerà sulle piazze a evocare personaggi mitici: Orsi, Combi, Cesarini, Boniperti, Parola, Charles, Sivori, Zoff, Platini, Boniek, forse anche Zidane, ma con qualche dubbio sulla pulizia della sua epoca".

26 giugno 2006: "No, caro Moratti, lo scudetto inquinato non è da Inter. [...] Ti pare poco, con i miserabili tempi che corrono? In questa diatriba s'inserisce anche una corrente di estremismo juventino, ieri ben rappresentata sulla Gazzetta da Marco Nese, illustre e stimato collega del «Corriere della Sera». Il senso è questo: «Vogliono la Juve in B? Peggio per loro: ci perde il campionato, lo scudetto sarà declassato. Toglierci i due scudetti? Ma si può? Si può cancellare un pezzo di antologia calcistica come il gol di Ibrahimovic alla Roma? E cos'è il calcio di punizione di Del Piero all'Inter? Calcio pulito». Questi tifosi mi inteneriscono. Vorrei ricordare a Nese che per due stagioni il Milan ha giocato in B e nessun cielo si è oscurato: ricordo anzi una partita Milan-Cavese con 72 mila spettatori coinvolti in un atto d'amore. [...] Quei due ultimi scudetti della Juve non hanno più padrone. Sono stati rapiti dallo scandalo. Definitivamente. Lasciano una zona vuota nella storia del calcio, un orribile ma prezioso «buco» sul quale si riflettono colpe, rimorsi, pentimenti. Propongo che ogni anno si organizzi, ai margini del burrone, una sorta di «Memorial Scandalo» in modo che nessuno dimentichi".

7 luglio 2006: "Quale giustizia per Moggiopoli (e per il calcio). [...] E la Juve in Serie B, con o senza penalizzazione, diventerebbe punto di riferimento per altre sentenze ragionevoli. Che il processo debba finire in tempi che non devastino il calcio e mettano in pericolo la prossima stagione, è quello che tutti auspichiamo. Finirà sicuramente con lacrime, è inevitabile, ma non deve fomentare istinti e propositi di vendetta. [...] Quell'avvocato della Juve con la sua aperta disponibilità ad accettare una pena congrua eppure pesantissima, forse sarà criticato, ma ha indicato la via della ragionevolezza. Credo che meriterebbe un premio".

A cosa credere delle giustificazioni date da Nicola Cecere lo lasciamo al giudizio dei nostri lettori, che non sono quattro milioni come quelli che trionfalmente la Gazzetta ha annunciato in prima pagina, ma che se si confrontano con un lettore rosa lo battono 6 a 1 su Calciopoli, perché noi i fatti li raccontiamo e li documentiamo TUTTI, e pubblichiamo le intere deposizioni, sia dei testimoni dell'accusa che di quelli della difesa.