Fonte: www.libero-news.it del 11 luglio 2007
Riprendiamo dal sito di Libero, il giornale diretto da Vittorio Feltri, un articolo a firma Luciano Moggi che dice la sua su alcuni articoli che, come sempre, attaccano la sua persona.
Ricordiamo sempre che la Carta dei Doveri del Giornalista, alla voce "Presunzione d'innocenza", recita: "In tutti i casi di indagini o processi, il giornalista deve sempre ricordare che ogni persona accusata di un reato è innocente fino alla condanna definitiva e non deve costruire le notizie in modo da presentare come colpevoli le persone che non siano state giudicate tali in un processo". Questo dettato "garantista" viene "ignorato" quando si parla e si scrive di Luciano Moggi, con pochissime eccezioni.
Ecco l''articolo:
Altro che Banca Vaticana. Chi li ha mai visti 150 milioni di euro? di Luciano Moggi
Comincio a pensare che la “Gazzetta” abbia del tutto smarrito il senso del ridicolo e che questo fenomeno dipenda da un controllo – per così dire – “troppo languido” da parte del suo direttore. Con tutto il rispetto, quello “rosa”, mi sembra un esercito inquadrato dove ogni graduato ha l’unico obiettivo di “tirarmela addosso”, anche quando non sarebbe proprio il caso. Il risultato ? Si genera una gran confusione e si scrivono assurdità. Andate a leggere l’articolo del 7 luglio su Calciopoli: il giornalista descrive uno scenario kafkiano con “uomini dell’ufficio indagini di guardia all’Ata Quark”, che sarebbero schizzati in direzione centro per una perlustrazione all’Hilton alla ricerca del…..sottoscritto. Supposto che quanto scritto sopra sia vero, consiglio agli uomini dell’ufficio indagini di rimanere ben saldi al Quark: lì attualmente proliferano radiati, squalificati e faccendieri vari. L’articolista di seguito divaga sui suggerimenti che dispenserei a “vecchi e nuovi amici” come se non fosse nel mio pieno diritto parlare con chi voglio. Mi fa specie vedere la rabbia che prende i redattori della rosea quando scoprono che c’è ancora tanta gente che mi stima. Non riescono a sopportarlo e per ripicca danno enorme clamore a qualsiasi cosa si dica contro di me: probabilmente vorrebbero distruggermi anche fisicamente e, quasi sadicamente, portarmi al suicidio.
Rientra questo nei compiti e negli obiettivi di un giornale?
Lo chiedo a Verdelli, responsabile di tutto quel che accade nella sua redazione. Al “Candido ma non troppo”, invece, domando: perché ogni tanto non cita fatti che non riguardano il sottoscritto? Ce ne sono così tanti……ad esempio i colloqui intercettati tra Collina e i dirigenti di società ai tempi in cui il fischietto era ancora in attività. E poi, signor Candido, non prova vergogna ad intervistare Lippi (SportWeek di sabato 7 luglio), dopo aver scritto prima del mondiale che l’ex c.t., Buffon e Cannavaro non dovevano andare in Germania? Mi viene spontaneo rivolgerle con rispetto (data la vistosa differenza di età che c’è tra me e lei) una domanda: come fa a guardarsi allo specchio la mattina? Si ricordi “Non troppo”: alla fine sarò assolto e il mio testimone d’eccezione sarà proprio colui che “sportivamente” (e solo sportivamente per fortuna) mi ha fatto condannare: Guido Rossi. Proprio l’ex commissario della FIGC ha confidato di essere stato messo a capo del Palazzo per far fuori il sottoscritto e Giraudo, salvo poi ammettere che il calcio non è cambiato e “chi comandava 20 anni fa continua a comandare”.
Altro articolista, altro giornale. Mario Sconcerti (“Corriere” di domenica 8 luglio) nel suo pezzo ripete spesso la frase “dopo lo scandalo Moggi”. Vorrei far presente al medesimo (dirigente della Fiorentina nell’anno della dolorosa retrocessione dei viola, ma allora nessuno parlò di “Sconcertopoli”) che assieme al sottoscritto è stata fatta richiesta di rinvio a giudizio per altre 36 persone. C’è l’ex presidente Figc Carraro, ad esempio: nelle sue deposizioni si evidenzia che parlava con me non solo per…. prendermi in giro. Ergo, la mia importanza era pari a zero. E lui era il capo del calcio e parlava (intercettato) contro la Juve e a favore di altri club. Come si fa quindi a chiamarlo “scandalo Moggi”?
Chiudo la rassegna parlando del noto articolista di “Repubblica”, Corrado Zunino. Nell’articolo di lunedì 9 luglio (titolo: “Calciopoli un anno dopo”) il nostro scrive che io, Moggi Luciano, avrei 150 milioni parcheggiati allo IOR, la banca Vaticana. Due considerazioni.
1) Fino a lunedì neppure sapevo dell’esistenza di tale banca.
2) Non so nemmeno come sono fatti 150 milioni. In più faccio presente agli interessati di essere stato vivisezionato più volte dalla Guardia di Finanza.
Caro Zunino, farebbe meglio a rifletter prima di scrivere: nascondersi dietro a qualche “vaga rivelazione” di qualche “vago” signore mi sembra quantomeno superficiale. Da questa buffa storia trarrà vantaggio solo la Banca Vaticana per la pubblicità ottenuta. Ma, attenzione: mi dicono che lo IOR non esiste più dai tempi dello scandalo del Banco Ambrosiano. Si parla di circa 15-20 anni fa. Non so se questo corrisponde a verità, ma se così fosse la cosa sarebbe ancor più ridicola o…….forse ancor più seria.
Riprendiamo dal sito di Libero, il giornale diretto da Vittorio Feltri, un articolo a firma Luciano Moggi che dice la sua su alcuni articoli che, come sempre, attaccano la sua persona.
Ricordiamo sempre che la Carta dei Doveri del Giornalista, alla voce "Presunzione d'innocenza", recita: "In tutti i casi di indagini o processi, il giornalista deve sempre ricordare che ogni persona accusata di un reato è innocente fino alla condanna definitiva e non deve costruire le notizie in modo da presentare come colpevoli le persone che non siano state giudicate tali in un processo". Questo dettato "garantista" viene "ignorato" quando si parla e si scrive di Luciano Moggi, con pochissime eccezioni.
Ecco l''articolo:
Altro che Banca Vaticana. Chi li ha mai visti 150 milioni di euro? di Luciano Moggi
Comincio a pensare che la “Gazzetta” abbia del tutto smarrito il senso del ridicolo e che questo fenomeno dipenda da un controllo – per così dire – “troppo languido” da parte del suo direttore. Con tutto il rispetto, quello “rosa”, mi sembra un esercito inquadrato dove ogni graduato ha l’unico obiettivo di “tirarmela addosso”, anche quando non sarebbe proprio il caso. Il risultato ? Si genera una gran confusione e si scrivono assurdità. Andate a leggere l’articolo del 7 luglio su Calciopoli: il giornalista descrive uno scenario kafkiano con “uomini dell’ufficio indagini di guardia all’Ata Quark”, che sarebbero schizzati in direzione centro per una perlustrazione all’Hilton alla ricerca del…..sottoscritto. Supposto che quanto scritto sopra sia vero, consiglio agli uomini dell’ufficio indagini di rimanere ben saldi al Quark: lì attualmente proliferano radiati, squalificati e faccendieri vari. L’articolista di seguito divaga sui suggerimenti che dispenserei a “vecchi e nuovi amici” come se non fosse nel mio pieno diritto parlare con chi voglio. Mi fa specie vedere la rabbia che prende i redattori della rosea quando scoprono che c’è ancora tanta gente che mi stima. Non riescono a sopportarlo e per ripicca danno enorme clamore a qualsiasi cosa si dica contro di me: probabilmente vorrebbero distruggermi anche fisicamente e, quasi sadicamente, portarmi al suicidio.
Rientra questo nei compiti e negli obiettivi di un giornale?
Lo chiedo a Verdelli, responsabile di tutto quel che accade nella sua redazione. Al “Candido ma non troppo”, invece, domando: perché ogni tanto non cita fatti che non riguardano il sottoscritto? Ce ne sono così tanti……ad esempio i colloqui intercettati tra Collina e i dirigenti di società ai tempi in cui il fischietto era ancora in attività. E poi, signor Candido, non prova vergogna ad intervistare Lippi (SportWeek di sabato 7 luglio), dopo aver scritto prima del mondiale che l’ex c.t., Buffon e Cannavaro non dovevano andare in Germania? Mi viene spontaneo rivolgerle con rispetto (data la vistosa differenza di età che c’è tra me e lei) una domanda: come fa a guardarsi allo specchio la mattina? Si ricordi “Non troppo”: alla fine sarò assolto e il mio testimone d’eccezione sarà proprio colui che “sportivamente” (e solo sportivamente per fortuna) mi ha fatto condannare: Guido Rossi. Proprio l’ex commissario della FIGC ha confidato di essere stato messo a capo del Palazzo per far fuori il sottoscritto e Giraudo, salvo poi ammettere che il calcio non è cambiato e “chi comandava 20 anni fa continua a comandare”.
Altro articolista, altro giornale. Mario Sconcerti (“Corriere” di domenica 8 luglio) nel suo pezzo ripete spesso la frase “dopo lo scandalo Moggi”. Vorrei far presente al medesimo (dirigente della Fiorentina nell’anno della dolorosa retrocessione dei viola, ma allora nessuno parlò di “Sconcertopoli”) che assieme al sottoscritto è stata fatta richiesta di rinvio a giudizio per altre 36 persone. C’è l’ex presidente Figc Carraro, ad esempio: nelle sue deposizioni si evidenzia che parlava con me non solo per…. prendermi in giro. Ergo, la mia importanza era pari a zero. E lui era il capo del calcio e parlava (intercettato) contro la Juve e a favore di altri club. Come si fa quindi a chiamarlo “scandalo Moggi”?
Chiudo la rassegna parlando del noto articolista di “Repubblica”, Corrado Zunino. Nell’articolo di lunedì 9 luglio (titolo: “Calciopoli un anno dopo”) il nostro scrive che io, Moggi Luciano, avrei 150 milioni parcheggiati allo IOR, la banca Vaticana. Due considerazioni.
1) Fino a lunedì neppure sapevo dell’esistenza di tale banca.
2) Non so nemmeno come sono fatti 150 milioni. In più faccio presente agli interessati di essere stato vivisezionato più volte dalla Guardia di Finanza.
Caro Zunino, farebbe meglio a rifletter prima di scrivere: nascondersi dietro a qualche “vaga rivelazione” di qualche “vago” signore mi sembra quantomeno superficiale. Da questa buffa storia trarrà vantaggio solo la Banca Vaticana per la pubblicità ottenuta. Ma, attenzione: mi dicono che lo IOR non esiste più dai tempi dello scandalo del Banco Ambrosiano. Si parla di circa 15-20 anni fa. Non so se questo corrisponde a verità, ma se così fosse la cosa sarebbe ancor più ridicola o…….forse ancor più seria.