Al bar Sport, tra un caffè e un titolo di giornale, qualcuno continua ancora a raccontare la favola della giustizia sportiva, che è forzatamente rozza perché obbligata a fare presto senza guardare in faccia a nessuno: ma alle favole, con i tempi che corrono, non ci crede più nessuno; c'è del sofisticato nel funzionamento della giustizia sportiva, del sofisticato e del chirurgico, altro che rozzezza e velocità; e se qualcuno avesse ancora dei dubbi lo invitiamo a ripassare il raffronto di due casi esemplari (il passaporto di Recoba e Calciopoli). Fatta la ripassata, tanto per mettere qualche paletto, proviamo a ragionare su due spunti d'attualità: il patteggiamento di Mourinho e i pagamenti agli agenti.
Patteggiamenti alla portoghese - Nello spazio di pochi giorni Mourinho ha patteggiato due volte, prima per il comportamento tenuto con un giornalista e poi per le accuse all'arbitro Rocchi. Ne scrivono tutti i giornali, ma nessuno fa notare una particolarità del patteggiamento: introdotto col nuovo Codice di Giustizia Sportiva (art.23), è escluso nei casi di recidiva (comma 3 dello stesso articolo).
Vale la pena chiedersi se il portoghese poteva patteggiare per le accuse all'arbitro o se invece per lo stesso tipo di inadempienza non fosse già recidivo. A parte il fatto che ad ogni conferenza stampa o commento dopo-partita Mourinho parla di nemici, di condizionamenti sugli arbitri e di loro errori a danno dell'Inter, e senza considerare che ad ogni presunto errore la panchina interista salta in campo come un sol uomo urlando di tutto, resta il fatto che quest'anno lo stesso Mourinho è stato espulso due volte (a Cagliari e Torino) proprio per il comportamento scorretto nei confronti dell'arbitro, beccandosi squalifiche e multe. Torniamo quindi a chiederci: poteva patteggiare il signor Mourinho o la Procura Federale, Codice alla mano, doveva vietarlo?
Dicevamo di sofisticatezza della giustizia sportiva e adesso non resta che attendere il dispositivo della sentenza per vedere a quale sandullata s'è fatto ricorso nel tentativo di quadrare il cerchio. Da parte nostra speriamo solo che, se sofisticatezza c'è stata, sia almeno comprensibile agli addetti ai lavori. Diciamo questo ricordando che quando un autorevole giornalista, riprendendo un interrogativo posto anche su Ju29ro.com, ha chiesto al dott. Palazzi come mai non inquisiva Moratti per le trattative concluse personalmente con Preziosi (tuttora inibito), la risposta è stata non solo sofisticata, ma più arzigogolata della sentenza Sandulli e forse tale da lasciare sconcertato l'interlocutore.
Pagamenti all'italiana - E' scoppiato il caso dei pagamenti agli agenti dei calciatori, e anche qui ci sono dei risvolti di giustizia sportiva e del suo funzionamento non rozzo, ma sofisticato, se non chirurgico. I giornali hanno scritto che non è solo la Juve ad aver pagato direttamente gli agenti, fattispecie contestata dalla Guardia di Finanza ed ora oggetto d'indagine giudiziaria, ma che anche altre società (tra le quali due grandi club, scrive La Stampa del 12 febbraio) hanno avuto la stessa contestazione; su tali pagamenti s'è scritto anche: "che a farsene carico siano le società, in nero o con pagamenti ufficiali, è una prassi abbastanza comune" ( La Stampa,11 febbraio).
In Federazione nessuno ha smentito, nonostante il riferimento a pagamenti in nero; quanto alla Lega, i giornali la vedono tutti schierata a fianco della Juve, anche per evitare che scoppi una bomba ad orologeria che coinvolga tutte le società. Il quadro che ne risulta è davvero interessante e tipicamente nostrano: pagamenti all'italiana che non si capisce bene se rispettino i regolamenti; controlli di bilancio della Covisoc che non hanno contestato e quindi dovrebbero aver approvato; e, per non farci mancare niente, un cenno anche ai pagamenti in nero.
Riflettiamo ora sulla giustizia sportiva, partendo proprio dai pagamenti in nero, espressamente vietati e passibili di sanzioni pesanti, sui quali poniamo questo interrogativo: può escludere la Figc casi del genere? Sul nostro sito ju29ro.com abbiamo segnalato, in un contesto diverso, un'indagine giudiziaria su presunti pagamenti non regolari da parte della Roma: la Procura Federale ha aperto un fascicolo? In generale, chi controlla i bilanci delle società, e cosa ne controlla, per verificare che tutti pagamenti siano conformi alla normativa?
Sperando che tali dubbi vengano raccolti e chiariti, torniamo ai pagamenti agli agenti per segnalare che, di fronte al casino generale sopra richiamato, c'è un caso in cui la Procura Federale è stata inflessibile, un procedimento nel quale, si vede, il dott. Palazzi è tornato ad essere lo sceriffo spietato dell'estate 2006. Si tratta della inibizione inflitta ad Alessandro Moggi (la Procura Federale aveva proposto addirittura la radiazione dall'Albo degli Agenti), motivata anche con i pagamenti regolarmente fatturati, ma ricevuti dalle società e non dai calciatori. Per cui dovremmo concludere che ci sono tante società che hanno pagato direttamente gli agenti, ma l'unico colto con le mani nel sacco dagli accertamenti del dott. Palazzi risulta il signor Moggi, un gran casino dentro il quale però un colpevole è stato trovato, evidentemente dopo attenta riflessione e cum grano salis.
Dopo la favola di Mourinho che patteggia perché era vergine di insulti agli arbitri, dovremmo quindi credere all'altra per cui tante società, tra cui due grandi club, hanno pagato direttamente solo un procuratore tra i tanti, anche stranieri e intermediari di contratti stramilionari, che operano nel nostro campionato?
Patteggiamenti poco chiari e punizioni troppo mirate
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