La storia dell’F.C.Internazionale comincia il 9 marzo 1908 al ristorante “Orologio” di Milano dove 43 “dissidenti” del Milan si riuniscono per discutere di una normativa che impedisce alle squadre italiane di schierare atleti stranieri. Questa costola rossonera fonda una nuova società che viene, programmaticamente, chiamata “Internazionale” proprio per dimostrare la volontà di consentire ai calciatori di tutto il mondo di misurarsi nel nostro campionato. Un nomen che si rivelerà profeticamente omen molti anni più tardi: quella nerazzurra, infatti, sarà la prima società nella storia del nostro calcio a mettere in campo una formazione interamente composta da atleti stranieri (24 novembre 2005, Inter-Artmedia Bratislava di Champions League). Due anni dopo la fondazione è già scudetto, ma le modalità con le quali viene conquistato ricordano molto da vicino il teatrino dell’assurdo che ha permesso recentemente ai nerazzurri di fregiarsi di un titolo conquistato da altri. Vediamo cosa accadde in quell’anno di grazia 1910. Il campionato vede ai nastri di partenza nove squadre che si sfidano con la formula del girone unico, in partite di andata e ritorno. Ad inizio aprile il torneo si conclude con questa classifica:
Pro Vercelli e Internazionale 25, Juventus 20, Torino 17, Genoa 15, U.S.Milanese 13, Milan e Andrea Doria 12, Ausonia 5
Vista la parità al termine delle sfide di campionato, il regolamento prevede lo spareggio, da giocarsi in gara singola sul terreno della formazione che abbia totalizzato il maggior numero di reti segnate. In questo caso la Pro Vercelli. Ma c’è un problema: la data fissata per l’incontro è il 24 aprile e, per quel giorno, i vercellesi devono rinunciare ad alcuni dei loro più importanti calciatori, impegnati nelle file della nazionale militare. Al fine di riavere disponibili i propri tesserati, La Pro Vercelli chiede ufficialmente un cambio di data ma la Figc rende noto che spetta all’Internazionale la decisione finale di un eventuale spostamento. La società nerazzurra respinge la richiesta e impone agli avversari di presentarsi nel giorno prestabilito. Sdegnata da una tale mancanza di sportività la Pro Vercelli schiera, in segno di protesta, la quarta squadra, una formazione giovanile composta principalmente da undicenni. L’Inter, nonostante l’evidente disparità di forze, non si tira indietro e gioca l’incontro: finisce 10-3 per i nerazzurri, che riescono anche a farsi infilare tre volte da una squadra composta da “atleti” poco più che bambini. Ecco come entrò in bacheca il primo scudetto nerazzurro. Chissà che anche allora il Moratti di turno non abbia brindato alla vittoria.
Pro Vercelli e Internazionale 25, Juventus 20, Torino 17, Genoa 15, U.S.Milanese 13, Milan e Andrea Doria 12, Ausonia 5
Vista la parità al termine delle sfide di campionato, il regolamento prevede lo spareggio, da giocarsi in gara singola sul terreno della formazione che abbia totalizzato il maggior numero di reti segnate. In questo caso la Pro Vercelli. Ma c’è un problema: la data fissata per l’incontro è il 24 aprile e, per quel giorno, i vercellesi devono rinunciare ad alcuni dei loro più importanti calciatori, impegnati nelle file della nazionale militare. Al fine di riavere disponibili i propri tesserati, La Pro Vercelli chiede ufficialmente un cambio di data ma la Figc rende noto che spetta all’Internazionale la decisione finale di un eventuale spostamento. La società nerazzurra respinge la richiesta e impone agli avversari di presentarsi nel giorno prestabilito. Sdegnata da una tale mancanza di sportività la Pro Vercelli schiera, in segno di protesta, la quarta squadra, una formazione giovanile composta principalmente da undicenni. L’Inter, nonostante l’evidente disparità di forze, non si tira indietro e gioca l’incontro: finisce 10-3 per i nerazzurri, che riescono anche a farsi infilare tre volte da una squadra composta da “atleti” poco più che bambini. Ecco come entrò in bacheca il primo scudetto nerazzurro. Chissà che anche allora il Moratti di turno non abbia brindato alla vittoria.