Per la Corte di giustizia federale Conte ed il suo pool difensivo avrebbero fornito in successione tre diverse motivazioni per giustificare l'esclusione di Mastronunzio dalla rosa. Questa apparente incoerenza nelle dichiarazioni, come ci si poteva immaginare, ha dato la stura ad accuse varie, non poco stramboidi: “Conte si è arrampicato sugli specchi”, “è andato in contraddizione”, “ha qualcosa da nascondere”, “si è rivelato inattendibile”.
Secondo la Corte di Giustizia Federale:
1) il tecnico avrebbe inizialmente attribuito ad un infortunio l’esclusione di Mastronunzio dalle ultime gare di campionato;
2) successivamente, invece, l'avrebbe ascritta allo scarso spirito di gruppo dimostrato dal giocatore;
3) infine, nel corso del dibattimento davanti alla CGF, l’esclusione sarebbe stata ricondotta a non meglio specificati motivi tecnici.
Per capire come si è giunti - e se si è giunti, soprattutto - a questo cambio in corsa di strategia difensiva, bisogna tornare un po’ indietro nel tempo, almeno al 13 luglio 2012, data dell’unica audizione di Antonio Conte davanti alla Procura Federale.
Il 13 luglio, al Procuratore che gli chiedeva per quali motivi avesse escluso Mastronunzio dalle ultime gare di campionato, Conte rispondeva di non ricordare affatto la circostanza che il calciatore non fosse stato convocato per tali partite. Così premesso, Conte avanzava l’ipotesi che il giocatore potesse essersi infortunato:
"Non ricordo la circostanza che nelle ultime gare di campionato Mastronunzio non fu convocato. Dopo aver visionato i tabellini delle gare, dalle quali si evince che, dalla gara con l'Ascoli Mastronunzio non risulta convocato, devo ritenere che lo stesso si fosse infortunato, anche se non ho ricordi precisi in merito; non ricordo pertanto neanche se si sia allenato con la squadra (...) In occasione dei ritiri, veniva consentito ai calciatori di fare una passeggiata dopo cena, però senza allontanarsi".
E' palese, leggendo tale passaggio (e ritengo sia inutile scrivere altro), come l’esclusione “causa infortunio” sia semplicemente un’ipotesi che formula Conte, il quale manco ricorda, infatti, che Mastronunzio non venne convocato per le ultime gare della stagione. Una mera ipotesi, dunque, la prima che a tutti probabilmente sarebbe venuta in mente in assenza di ricordi precisi, sembra invece che venga elevata dalla Corte ad una prima versione dei fatti resa dal tecnico. Come se Conte, in pratica, si fosse espresso in maniera perentoria: “Mastronunzio era infortunato, lo ricordo bene”. Tutt'altro.
Successivamente, riporta la Corte, Conte avrebbe imputato allo “scarso spirito di gruppo” l’esclusione di Mastronunzio:
“Conte non ha fornito, in sede di audizione davanti alla Procura Federale, motivazioni credibili, attribuendola, in un primo momento, ad un infortunio del
Mastronunzio del tutto inesistente, e, successivamente, al fatto che il predetto calciatore non avesse dimostrato un adeguato spirito di gruppo per avere rifiutato di trasferire il proprio domicilio da Empoli a Siena”
E' bene chiarire, innanzitutto, quanto "successivamente" Conte avrebbe parlato del non adeguato spirito di gruppo di Mastronunzio.
L’audizione di Conte del 13 luglio 2012 è l’unica cui il tecnico ha partecipato, ed è proprio in questo stesso verbale che Conte riferisce ciò. Prima di proseguire sulla questione, vorrei ricordare che tale passaggio del verbale – che viene sotto riportato - venne omesso da Palazzi nel suo atto di deferimento, al punto da indurre la Disciplinare (primo grado del processo sportivo) a ritenere che dello scarso spirito di gruppo Conte non ne avesse parlato quando venne sentito in data 13 luglio alla Procura Federale. Un taglia e cuci in piena regola, insomma. Questo il passaggio tagliato:
“Prima di Modena-Siena ebbi un chiarimento con Mastronunzio, al quale spiegai perché non lo volevo far giocare, in quanto non sembrava condividere lo spirito di squadra, accusando i compagni di “essere un gruppo di m...”. Riteneva, infatti, che i suoi compagni non fossero onesti, non avendo il coraggio di manifestare le loro opinioni in merito alla mia conduzione tecnica. In quel periodo, peraltro, una tv privata senese aveva sottolineato come la mia panchina fosse in bilico a seguito di una sconfitta col Piacenza del 19 febbraio, nella quale venni anche espulso. Da allora Mastronunzio perse il ruolo di titolare in favore di Caputo. Lo scarso spirito di gruppo di Mastronunzio lo evincevo anche dalla sua ostinazione a non trasferirsi a Siena da Empoli”.
Nello stesso verbale, dunque, Conte ha parlato prima dell' ipotesi infortunio, e poi, immediatamente dopo, dello scarso spirito di gruppo del giocatore. Quando si parla di "successivamente", pertanto, si sta intendendo questo: dopo qualche minuto.
Ora, viene da ridere a pensare che vi sia qualcuno pronto a credere che Conte, nello stesso verbale, a distanza di pochi minuti, possa aver fornito due versioni nette ma contrapposte per giustificare l’esclusione di un giocatore. Neanche Nucini arriverebbe a contraddirsi in una maniera simile.
Contraddizione in realtà vi sarebbe soltanto se Conte prima si fosse espresso in maniera recisa (“Ricordo bene che fu escluso perché infortunato”), e poi dopo si fosse rimangiato il tutto (“Ah no: ricordo che fu escluso sicuramente per altri motivi”). Ma non è questo il caso. La premessa delle dichiarazioni di Conte è sempre quella: "Non ricordo la circostanza che nelle ultime gare di campionato Mastronunzio non fu convocato". Il tecnico, pertanto, si è espresso e continua a farlo in maniera del tutto ipotetica. Ed è così che, dopo aver ipotizzato un forfait a causa di un infortunio, Conte immediatamente riferisce dei problemi sorti con Mastronunzio a partire dal 26 febbraio 2011, lasciando intendere come anche questi, solo teoricamente, potessero aver causato l'esclusione del giocatore dalle ultime tre giornate di campionato.
Entrambe le spiegazioni, dunque, sono ipotesi che Conte avanza, peraltro a distanza di pochi minuti l'una dall'altra, e che non si elidono affatto. Per farla breve, forse Mastronunzio fu escluso perché infortunato, forse fu escluso a causa degli stessi problemi che, a partire da Modena-Siena, gli erano valsi la perdita del posto da titolare. Così ritengo possa essere riassunto il complesso delle dichiarazioni rese da Conte.
La Corte di Giustizia Federale, infine, tira in ballo una terza spiegazione che sarebbe stata fornita dalla difesa del tecnico: l’esclusione di Mastronunzio sarebbe avvenuta per motivi tecnici. Non si capisce da dove abbiano tratto una dichiarazione del genere.
“In sede dibattimentale […] la difesa si è limitata a cercare di dimostrare che l’esclusione del calciatore Mastronunzio sarebbe avvenuta per motivi tecnici; si tratta della terza spiegazione che, nel corso del presente procedimento, è stata fornita della predetta esclusione, dopo quelle dell'infortunio e dello scarso spirito di gruppo dimostrato dal calciatore sopra nominato”.
Come si anticipava, dei “motivi tecnici” non hanno parlato né Conte, né Palazzi, né la Bongiorno, De Rensis o Chiappero.
Solo quest’ultimo, per quanto attiene alla difesa, trattò l’argomento Mastronunzio nella sua arringa, e qui viene riportato l'intervento integrale sul punto. Leggendolo si nota chiaramente come l’avvocato non faccia altro che confermare quanto Conte aveva già affermato durante l’audizione del 13 luglio, ossia che dal 26 febbraio 2011 Mastronunzio aveva perso il posto da titolare. Ma che ciò sia avvenuto per “motivi tecnici” e non per quello riferito da Conte in audizione – scarso spirito di squadra, problemi di spogliatoio – non è che lo dica Chiappero: l'ha dedotto, da cosa non si sa, la Corte stessa. La spiegazione "tre", dunque, in realtà sarebbe la "due".
“Devo mettere a posto un’altra parte della sentenza, che è questa di AlbinoLeffe-Siena. E qui dico solo una cosa. Anche qui, il 10 di luglio, alla disperata ricerca di riscontri, il buon Carobbio tira fuori un argomento nuovo (Mastronunzio che si tira fuori dalla combine per AlbinoLeffe-Siena, ndr). Allora, io vi invito a rileggere la pagina 35. E il dato è significativo, perché la sentenza sposa… a parte che la sentenza non riesco a capire da dove ricavi una doppia dichiarazione di Conte, cioè una dichiarazione resa in sede dibattimentale (Conte purtroppo non ha potuto essere presente perché non c’era quel giorno), ma c’è un’unica dichiarazione di Conte: quella che avete agli atti. Non ce ne sono due. Ma soprattutto, perché l’argomento abbia una valenza, bisogna che il presupposto, e cioè un giocatore sino ad allora titolare, fosse davvero tale. Perché se il giocatore non era titolare sino ad allora, il fatto che non giochi più due o tre partite non è significativo. E allora io vi ho indicato, nel reclamo che abbiamo fatto, che cosa è successo a Mastronunzio. Ma perché…Non è che me lo sono inventato: lo ha detto “a domanda risponde”, senza sapere che c’era la dichiarazione su Mastronunzio, eh. Poi la sentenza ci addebita che siamo stati evasivi sull’ infortunio…Ma lui, quando si è seduto lì, non sapeva assolutamente nulla […] E lui ha detto “Guardate che c’è un problema: Mastronunzio, a un certo punto, è venuto fuori che ho dovuto fare un chiarimento con Mastronunzio, perché Mastronunzio aveva certe caratteristiche rispetto alla squadra, c’era un problema…”, e lo trovate nel nostro interrogatorio. Ed è di lì che ha iniziato a perdere il posto. E difatti, dopo Modena-Siena, 26 febbraio, è in panchina (e inizia così l’elenco che dimostra come avesse perso il posto da titolare a partire dal 26 febbraio, ndr) […] E’ un dato significativo, perché lui l’ha detto subito: “Dopo Modena-Siena ha perso il posto in favore di Caputo.”. E questa è la storia. E allora ho chiuso su questo punto” “
In conclusione, una triplice versione di Conte sull’esclusione di Mastronunzio non esiste affatto. Per dire le cose come stanno, Conte non ha fornito neanche una sola versione, chiara e netta, sull’esclusione, posto che manco ricordava che il giocatore non fosse stato convocato per le ultime gare della stagione. Ha dunque semplicemente avanzato delle ipotesi.
Ma la dimenticanza un piccolo episodio accaduto più di un anno prima, può mai essere considerato un indizio di colpevolezza?
La CGF, in verità, non si sbilancia sul punto, parlando di "motivazioni non credibili" più che di altro. Di tutt'altro avviso, invece, è la Disciplinare, che così in primo grado affermava:
“Conte, chiamato a fornire una spiegazione […] non ha saputo dare una risposta chiara, rimanendo nel vago. Conte, difatti, ha affermato di 'ritenere che lo stesso si fosse infortunato, anche se non ho ricordi precisi in merito'. Risposta, questa, davvero poco credibile, per un allenatore che stava gestendo una rosa di giocatori prossimi, in quel periodo, a raggiungere la promozione e quindi l’obiettivo di un’intera stagione"
Per la Disciplinare, quindi, non è che sia inconcepibile in senso assoluto che Conte abbia dimenticato un episodio del genere: è inconcepibile, piuttosto, che Conte l’abbia dimenticato considerando il periodo storico in cui l’esclusione sarebbe avvenuta, cioè quando la squadra era prossima a raggiungere la promozione. Dato il periodo delicato, insomma, Conte avrà monitorato con grande attenzione le condizioni della rosa, per cui è inimmaginabile che non possa ricordare se Mastronunzio si infortunò o meno.
La motivazione, in astratto anche condivisibile, parte però da un presupposto del tutto errato: che il Siena, cioè, stesse lottando per la promozione. La squadra allenata da Conte, infatti, ai tempi dell'esclusione di Mastronunzio era già matematicamente in serie A.
Ecco: non è che, una volta raggiunto “l’obiettivo di un’intera stagione”, Conte si sarà rilassato ed avrà prestato meno attenzione ad infortuni ed episodi simili, perciò dimenticando il blandissimo forfait occorso a Mastronunzio e realmente avvenuto, in quanto confermato tanto dal sito ufficiale del Siena quanto dalle parole del giocatore stesso?
Chi si contraddice: Conte o la giustizia sportiva?
- Dettagli
- By Antonio Izzo