Negli ultimi giorni più di un commentatore s'è posto l'interrogativo se possa esservi un punto d'incontro tra la difesa di Conte, convinta di aver documentato la totale estraneità del tecnico allo scandalo del calcioscommesse, e "l'attacco" della Procura Federale, che lo sta indagando addirittura per illecito sportivo. Se, per dirla come va di moda, sia lecito ipotizzare che la partita Conte-Palazzi possa finire con un qualche pareggio che faccia solo dei feriti.
Due osservazioni preliminari. La Giustizia Sportiva è capace di tutto e di più: nel 2006 s'è inventata un tipo di illecito non previsto dalla normativa per sanzionare Moggi, Giraudo e la Juventus; l'anno successivo è stata capace di assolvere l'Inter dallo spionaggio perché, secondo Palazzi, Moratti non ne sapeva niente, e semmai era solo colpa del defunto Facchetti. A fronte di questa schizofrenia che potrebbe rendere vano qualunque ragionamento, tutti i giornali hanno scritto o fatto capire, ed è la seconda annotazione, che la difesa di Conte dovrebbe aver scongiurato il rischio del deferimento per illecito e che questo, eventualmente, dovrebbe essere ora limitato all'omessa denuncia.
Ecco allora che il punto d'incontro, il pareggio cui si accennava prima, qualcuno pensa di individuarlo (qualche giornale l'ha anche scritto esplicitamente) in una sanzione, da concordare prima del dibattimento in Disciplinare, di due-tre mesi di squalifica e multa, come già verificatosi in numerosi casi di patteggiamento per omessa denuncia nella sentenze finora emesse. E' possibile che su questo ipotetico patteggiamento abbiano a scrivere altri autorevoli commentatori nei prossimi giorni; da parte nostra ci limitiamo a qualche osservazione di massima su chi potrebbe gradirlo e perché, e se Conte e la Juve potrebbero ritenerlo accettabile.
Una soluzione del genere sarebbe intanto sicuramente di gran sollievo per il presidente Abete e la Figc. La sanzione concordata tra le parti, infatti, è definitiva e non impugnabile secondo il nuovo Codice di Giustizia Sportiva; e questo vorrebbe dire che se Conte e Palazzi si accordassero per questo "pareggio" sarebbe scongiurato il pericolo che aumenti il contenzioso, tuttora consistente e fonte di polemiche, tra Federcalcio e Juventus.
Un eventuale patteggiamento farebbe inoltre sicuramente cantare vittoria a quei commentatori (quasi tutti) che si son spesi per il teorema del pentitismo blindato, la vera novità di questo processo, fenomeno che discenderebbe dalla credibilità dei pentiti attestata dalle sentenze finora emesse. Per questi commentatori (sono quelli che ripetono il ritornello che la giustizia sportiva è diversa da quella ordinaria e deve necessariamente essere più rozza, punitiva e veloce; sono quelli per i quali è Conte che deve dimostrare di essere innocente e non Palazzi a cercare riscontri alle accuse di Carobbio; sono quelli, cioè quasi tutti, che non hanno avuto da ridire quando Palazzi ha archiviato lo spionaggio dell'Inter perché Moratti non ne sapeva niente) una qualunque condanna di Conte significherebbe la definitiva consacrazione del pentitismo e la celebrazione dei pentiti.
Quali ipotesi si possono fare sul gradimento dell'eventuale patteggiamento da parte di Palazzi? Vista la schizofrenia cui si accennava in precedenza è il caso di essere prudenti, ma non si può non ricordare il caso Nicco del Pescara: tre anni di squalifica in primo grado per illecito come richiesto da Palazzi nella veste di garante della credibilità dei pentiti; una querela per diffamazione contro il pentito Gervasoni da parte dei difensori di Nicco; squalifica ridotta ad un anno, per omessa denuncia, in sede di Corte di Giustizia Federale (che quindi ha sconfessato Palazzi e sbugiardato Gervasoni); vicenda che è lungi dall'essere conclusa e di cui molto probabilmente si discuterà in qualche Tribunale della Repubblica.
La vicenda Conte richiama il caso Nicco perché anche qui, come per l'ex giocatore del Pescara, ci sono dichiarazioni giurate (più di 20, pare) che smentiscono Carobbio, dichiarazioni consegnate alla Procura di Cremona, prima che a quella Federale, dichiarazioni che potrebbero far aprire un'indagine contro Carobbio, che magari potrebbe dover spiegare in qualche Tribunale come mai si sia ricordato di Conte quando è andato a pentirsi da Palazzi e non l'aveva fatto prima quando a "confessarlo" era stato il pm di Cremona.
Sul caso Nicco i commentatori di cui dicevamo prima hanno tutti sorvolato ma, saremmo pronti a scommettere, qualche avvocato ai piani alti della Figc sicuramente ci ha riflettuto insieme con Abete; e magari si saranno posti anche loro l'interrogativo del gradimento di Palazzi per un eventuale patteggiamento sulla vicenda Conte. Ecco, potrebbe essere che proprio ai piani alti della Federcalcio l'interrogativo venga sciolto nelle prossime settimane, con sollievo (in caso positivo) del presidente Abete.
Resta da chiedersi se alla Juve e da parte di Conte possa essere ritenuto accettabile un compromesso del genere. Posto che la convenienza del patteggiamento è direttamente proporzionale al rischio di una sentenza più pesante, va notato che il pm di Cremona, rispondendo alle domande della Gazzetta (!), ha fatto capire che il rischio, nel caso di Conte, è ridotto praticamente a zero per l'accusa di illecito e molto teorico per quella di omessa denuncia, a meno di non procedere ad una "denuncia di massa". Molti commentatori ripeteranno la litania che un conto è la giustizia ordinaria e un altro quella sportiva: andrebbe invece osservato che il caso di Conte è diverso da altri patteggiamenti che ci sono stati in questo processo, proprio perché il rischio di una sentenza sfavorevole è limitato in quanto condizionato dalle indagini già svolte e praticamente concluse dalla giustizia ordinaria, senza giungere ad ipotesi di alcun reato.
Gli avvocati di Conte, e segnatamente Briamonte e Chiappero messi a disposizione dalla società, potrebbero dunque, o forse dovrebbero, non ritenere accettabile questa specie di pareggio concordato (che per la Juve significherebbe comunque un danno sportivo e per Conte uno, più pericoloso, d'immagine) e puntare a vincere la partita.
Sul Corriere della Sera l'ipotesi di patteggiamento è stata presentata come soluzione "politica", quasi potesse risultare un provvedimento voluto o comunque gradito al "governo in carica" nella Figc. Fosse davvero così, vorrà dire che dallo svolgimento della partita Conte-Palazzi e dal suo risultato sarà possibile capire se la Juve, ristabilita la leadership sui campi di gioco, sia di nuovo rispettata e temuta da quel governo, così come lo è sempre stata prima di Calciopoli.