Nella sua deposizione spontanea al processo di Napoli Massimo De Santis ha, tra l'altro, ricordato di essere stato oggetto di spionaggio da parte della security Telecom-Pirelli; subito dopo, aggiungiamo noi, è finito nell'indagine di Calciopoli come capo della combriccola romana degli arbitri, accusa dalla quale deve difendersi nel processo in corso a Napoli. Sul processo, e sulla fantomatica combriccola romana, stiamo informando praticamente tutti i giorni e avremo modo di informare ancora. Intanto riprendiamo l'argomento spionaggio e pedinamenti, anche perché la Gazzetta l'ha riportato alla ribalta il 17 aprile con l'articolo "Caso Tavaroli-Inter. Altra ombra Figc"; lo riprendiamo perché, a nostro avviso, non si tratta di un'ombra, ma potrebbe essere una pagina nera che la Figc avrebbe l'obbligo di chiarire al più presto.
Secondo la Gazzetta il 19 marzo 2007 dalla Procura di Milano è stata inviata alla Figc la documentazione sulla vicenda Tavaroli-Telecom-Inter comprendente anche il verbale d'interrogatorio di Tavaroli che fa discendere l'attività di spionaggio da un incontro a tre, Moratti-Facchetti-Tavaroli; intanto in Federazione era da poco avvenuto il cambio Borrelli-Palazzi e questo, secondo la Gazzetta, può aver determinato qualche cortocircuito per cui, quando la giustizia sportiva ha processato l'Inter, non ha tenuto conto del materiale arrivato da Milano nella sua interezza; alcune carte, secondo l'originale ipotesi della Gazzetta, sarebbero rimaste in soffitta.
Già l'ipotesi di carte che scompaiano e magari poi ricompaiono come in un gioco di prestidigitazione dovrebbe obbligare la Figc a intervenire, ma la faccenda si fa molto più grave e oscura se si ragiona sulla strana conclusione del procedimento sportivo sull'attività di spionaggio dell'Inter. Presentata, ad arte, dalla Gazzetta come un'assoluzione, quella conclusione è già di suo inquietante, perché dice che non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinari procedibili ovvero non prescritte.
A parte la preziosità linguistica delle fattispecie procedibili, che abbiamo già commentato sul sito e che fa venire in mente l'altra perla del prof. Sandulli sull'illecito strutturato, Tuttosport ha a suo tempo osservato che c'era qualcosa di oscuro e inquietante perché quella sentenza voleva dire che tutte le responsabilità dell'Inter erano state addossate allo scomparso Facchetti. In parole povere la Gazzetta aveva preso l'ennesima bufala con l'assoluzione: l'Inter era stata graziata perché non si poteva più procedere, diciamo per cause di forza maggiore.
Il materiale della procura di Milano, però, sulle responsabilità dello spionaggio sembra proprio raccontare un'altra storia, che chiama in causa anche il presidente Moratti: e allora il fatto che qualche carta possa essere rimasta in soffitta diventa veramente un buco nero che dalla Figc qualcuno dovrebbe avere il pudore di chiarire al più presto.
Il chiarimento sembra ancor più indifferibile alla luce del fatto che l'avvocato Morescanti (difensore di Fabiani) ha dichiarato recentemente di aver inviato a sua volta in Figc il materiale acquisito nel processo di Milano sullo spionaggio e che nello stesso è ricompreso anche il dossieraggio sul mondo del calcio (non solo De Santis; le famose pratiche "como" e "ladroni" riguardano tra gli altri Moggi , la Juve e la stessa Figc, che stranamente nel processo in corso a Milano non si sono costitutite parte civile, dando così la sensazione di non sentirsi offese per essere state dossierate).
Fosse vero quanto riportato dalla Gazzetta il 17 aprile, si tratterebbe della stessa documentazione inviata a Roma tre anni fa e in parte finita in soffitta, ma a questo punto, anche senza avere la fantasia degli sceneggiatori dei film di spionaggio, si possono avanzare le ipotesi più disparate, non solo quella della soffitta: dai giochi di prestigio alle dichiarazioni false nel procedimento sportivo, da indagini da riaprire con urgenza (ex-art.39) per iniziativa della stessa Figc all'accertamento di eventuali responsabilità interne alla Federazione stessa.
E' per questo che ribadiamo l'esigenza che la Figc chiarisca cosa è successo nel procedimento sullo spionaggio, quali carte c'erano e quali no, se dopo la conclusione del procedimento sportivo è arrivato dell'altro materiale, se e quando il procedimento dovrà essere conseguentemente riaperto, anche alla luce dei ricorsi dei difensori di Vieri e Fabiani.
L'augurio è non solo che il chiarimento venga fornito in tempi brevi, ma che si evitino i preziosismi linguistici, in modo che gli sportivi possano capire cosa è veramente successo e qualche giornale eviti di prendere fischi per fiaschi.
Spionaggio e pedinamenti. La Figc faccia chiarezza
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