L'avvocato Prioreschi nella sua arringa non è andato tanto per il sottile giudicando il lavoro dei pm e degli investigatori. Sferzanti giudizi sulle indagini, sul metodo adottato da Auricchio e Di Laroni (per le sim svizzere), sulle valutazioni dei pm e sulle imputazioni, sulle convinzioni e richieste del pm Narducci. Accuse pesanti e la richiesta finale al Presidente Casoria di trasmettere gli atti del processo alla Procura di Napoli affinchè vengano valutate le testimonianze di Auricchio, Baldini e Nucini, ed alla Procura di Roma per abuso in atti di ufficio, falso ideologico, e calunnia in danno di Luciano Moggi.
E' il giorno più atteso da milioni di tifosi juventini, più di una finale di Champions, perché l'orgoglio e la dignità non hanno prezzo, neppure quello di una coppa.
Sarebbe stato il giorno più atteso comunque, ma la notizia del ritrovamento di una telefonata molto esplicita, che avrebbe dovuto portare chi indagava ad altre conclusioni, ha aumentato l'attesa. Una delle frasi che abbiamo ascoltato più volte, nelle registrazioni delle udienze su Radio Radicale, è stata "Secondo codice di procedura vigente..." pronunciata dal pm Narducci nelle sue opposizioni. Bene, nel codice di procedura penale esiste anche l'articolo 358, con il quale il legislatore ha inteso dare delle garanzie all'indagato, e vorremmo sapere se, e fino a che punto, è stato rispettato.
Oggi siamo in presenza di una telefonata nella quale il designatore Bergamo dà dei suggerimenti all'arbitro Rodomonti tre ore prima di Inter-Juventus e non suggerisce di "favorire la Juventus", che secondo l'accusa era lo scopo della cupola, bensì gli dice "Nel dubbio pensa di più a chi è dietro (l'Inter, di 15 punti già a novembre) piuttosto che a chi è davanti".
Cosa dimostra questa telefonata? Tantissimo. A differenza della Carraro-Bergamo questa arriva direttamente all'arbitro.
L'accusa non è riuscita a trovare nessun giro di denaro, o altra dazione, come incentivo per gli arbitri presunti "affiliati". Allora ci è stato detto che il vantaggio nel favorire la Juventus consisteva nell'arbitrare più partite, guadagnando di più. Non avevano fatto la classifica dei guadagni, nella quale De Santis, che è il leader degli "arbitri fidi", non è certo al primo posto ed è preceduto da arbitri non indagati.
Ci hanno detto che favorire la Juventus voleva dire fare carriera ed essere "protetti", ed invece Racalbuto viene fermato per otto turni e perde 40.000 euro, mentre Paparesta salta un solo turno in A.
Hanno scritto nei capi di imputazione che chi sfavoriva la Juventus veniva "sempre penalizzato", ed invece apprendiamo da Bergamo che si tornava giù se si favoriva la Juventus, dopo aver fatto "tanti sacrifici". Non c'è più un solo motivo valido per il quale agli arbitri convenisse far parte della cupola ipotizzata da Auricchio e portata in aula dai pm.
Presumiamo che quella di Prioreschi, più che una arringa, sarà l'esposizione delle risultanze di una contro-indagine che la difesa è stata costretta a fare per andare a scoprire cose che gli imputati erano sicuri essere avvenute, e che hanno dichiarato da subito, cose e prove che nelle informative ai pm non esistevano.
Dopo i tifosi delle squadre punite nel 2006, i più incavolati dovrebbero essere i giornalisti che nel 2006 si sono visti recapitare quelle informative come verità assoluta e che l'hanno rivenduta e diffusa ai propri lettori come fosse "il verbo". Si sono giocati la faccia, qualcuno anche la mano, messa sul fuoco accompagnandola con la frase "Io di quelle intercettazioni mi fido". Invece ci sono ancora sacche di resistenza, anche davanti all'evidenza, che sono difficili da giustificare se non ipotizzando che siano "penne arrabbiate", un po' troppo tifose di altre squadre, qualcuno garantista a targhe alterne, qualcuno colpevolista a seconda dell'imputato. Simpatie e antipatie che tolgono molto all'immagine del giornalismo.
Seguiamo la diretta Live dell'udienza grazie al solito contributo dall'aula 216 del nostro inviato Francesco/Frales su questa pagina "statica" (memorizzatela nei "preferiti").
Come al solito curiamo la diretta Live in contemporanea anche sul forum tifosibianconeri.com/Cronaca dell'udienza.
Potete commentare l'udienza anche sul nostro blog.ju29ro.com.
Nota: La redazione di questo giornale è da sempre favorevole alla diffusione dell'informazione in generale e sul processo in particolare, pertanto autorizza chiunque a diffondere i contenuti di questo articolo, rispettando la semplice norma legale sul copyright di riportare correttamente la fonte ed il link all'articolo.
Ore 9.30 - Un saluto ai lettori dal nostro Francesco/Frales, che ha raggiunto l'aula dove è già presente l'avvocato Prioreschi.
Ore 9.50 - Inizia l'appello. Massiccia la presenza di radio, tv e carta stampata
Dichiarazione spontanea di Luciano Moggi.
Ringrazio il tribunale per avermi dato la parola, finora non l’ho chiesta perché ho visto ostilità nel pm. Per vostra notizia, e su come si può sviluppare il processo tramite chiacchiere, vi leggo l’articolo di Ceniti della Gazzetta in occasione del cambio allenatore dell’Inter. Cosa stanno pensando questi signori? Per ingraziarsi Ranieri, che aveva avuto una diatriba con Mourinho, hanno scritto che Ranieri disse no a Moggi e che per allenare andò all’estero. “C’è un filo nero che unisce Moggi e Ranieri".
C’è una opposizione del pm ma la casoria dice di andare avanti. Moggi legge l’articolo nel quale si dice che nel 1991 Ranieri si oppose perché al Napoli erano arrivati dei giocatori giocatori legati a lui, e prosegue: peccato che lo stesso presidente del Napoli di allora ha smentito tutto. Avrei comandato le istituzioni federali ma qui i presidenti della Figc hanno detto il contrario di quello che hanno detto i pm, e cioè che io non avevo niente a che vedere con la politica federale. Carrraro, prima dei campionati del mondo del 2006, mi ha proposto il ruolo di consulente della Nazionale. La mia commistione con la Federazione è stata provata da questi presidenti. Mi hanno mischiato con la politica perché alla morte del Papa, il ministro dell'Interno Pisanu mi chiamò in ritiro per dirmi come orientarmi, la fece a me perchè Pisanu ha vissuto nel mio paese e io gli ho risposto che secondo me sarebbe da posticipare di un giorno perché le squadre che giocavano fuori erano già in trasferta. Questo ho detto a Pisanu, ma il pm ha detto cose diverse e ha omesso la telefonata del 3 aprile 2005 in cui Galliani dice a Meani: "Ma tu che pensi che io sia scemo? La Juve voleva posticipare di un giorno, io l’ho fatta slittare perché così racuperiamo Kakà per Siena". Questa telefonata è stata trascurata completamente.
Per quello che è il discorso di Pisanu, quando dice "se aiutiamo la Torres" significa dargli il prestito di giocatori, come si fa con tutte le squadre. Per la Juventus: io e la Triade siamo nati nell’interregno di Gianni, Umberto Agnelli e Chiusano, che sono morti nel giro di qualche anno tutti e tre. C’è stato l’ingresso degli eredi con i quali Giraudo aveva spesso fatto baruffa ed era chiaro che dovevamo andare via. Bisognava andare via, mandare via chi aveva vinto tutto senza chiedere un soldo alla proprietà, mentre questi di oggi hanno speso già 300 milioni. Alex Ferguson ad agosto ha detto: "Molte persone in italia sono state esempio da seguire, Sacchi, Capello e Lippi ma negli anni '90 predicavo ai miei giocatori e a me stesso che il nostro esempio da seguire era la Juve di Lippi e di uno straordinario manager come Moggi, che erano un tutt’uno come squadra e come società". Purtroppo non siamo stati difesi dall’avvocato della Juve, che non so per quale motivo ha patteggiato. Le altre hanno fatto bene ad indicare noi come colpevoli. Tutti conoscete Enzo Biagi che, prima di morire, in una intervista ha parlato di sentenza pazzesca, quella sportiva, perchè costruita sul nulla. La formazione della Juventus, vero mostro da combattere, era formata da campioni, era formata da tutti i capitani delle nazionali europee. Non avevamo bisogno di aiuto. Le classifiche parlavano di un netto distacco tra noi e gli altri e l’Inter non si può permettere di parlare di anomalia perché hanno cambiato Seedorf e Pirlo con Brncic e Coco!
Noi, non abbiamo mai detto "Tutti sono colpevoli, nessun colpevole", noi siamo qui per dimostrare che non abbiamo fatto quello per cui veniamo accusati. Non voglio nemmeno toccare il metodo Auricchio. Ha fatto quello che non si fa, è partito dalle conclusioni, ma quello che mi ha toccato personalmente è quando io sono andato a farmi interrogare, c’erano Beatrice, Narducci e Auricchio, e io ero con i miei avvocati. Sa cosa mi ha detto Narducci con un sorriso? Ha detto: "Ma lei sa che è finito?". E poi, io sono un lettore di Carlo Petrini, ex giocatore radiato per il calcio scommesse ’80. Petrini mi ha scritto una lettera chiedendomi dei soldi e gli ho risposto che doveva andare a lavorare ed è uno anche del mio paese. Quando sento dire che non sono stato interrogato non è vero. Io sono stato il primo e avevo di fronte i tre che erano gli artefici del processo, come ho detto. A questi io ho detto che c’era uno spionaggio industriale ma non vi è traccia nei verbali e guarda caso, avevo indovinato perché è venuto fuori Telecom, dove eravamo parte lesa, e quando ci accorgemmo dei pedinamenti abbiamo cercato dei rimedi. La società ha acquistato le schede svizzere alle quali è stato dato il segno della segretezza e, invece, non era così. Lo hanno dimostrato adesso intercettando una scheda panamense tra Lavitola e Berlusconi. Queste schede sono servite perché quando Narducci dice che il mercato si fa ad agosto, dice una fesseria, perché il mercato si fa all’inizio dell’anno. Io ho preso Zidane all’inizio dell’anno per 5 miliardi rivendendolo a 160. Io queste schede le ho utilizzate per queste situazioni, poi si possono fare tutti i discorsi che si vogliono. La mia sensazione è che Narducci abbia voluto fare un processo di sensazioni. Perché la Procura non è mai andata a Coverciano dove c’erano tutti gli arbitri in raduno a fare una perquisizione? Gli arbitri le schede se le compravano da soli, magari hanno qualcosa da nascondere sul piano non processuale. Passo la parola all’avvocato, sperando che non sia emozionato.
Applauso da fuori l’aula, che il giudice Casoria zittisce.
Battibecco tra Penta e Vigoriti. Alla conclusione della dichiarazione spontanea di Luciano Moggi, dopo l’applauso dei tifosi juventini presenti in aula e nelle immediate adiacenze, l'avvocato dello Stato, Vigoriti, ha mostrato segni di dissenso: "Si sono portati la claque. Fossi stato io il giudice, li avrei cacciati tutti". Nicola Penta, che era seduto al suo fianco gli risponde a muso duro: "Fortuna sua che Lei è solo un avvocato, io avrei cacciato tutti quelli che hanno detto una marea di sciocchezze in questa aula. Le persone che hanno applaudito hanno tutto il diritto di essere qui, assistere ed eventualmente manifestare la loro soddisfazione".
Avvocato Prioreschi: Mi occuperò dei reati di frode, del reato associativo parlerà Trofino.
In questi processi gli avvocati fanno a gara per parlare per ultimo. Io non so se questo è un vantaggio, ma certamente quando si parla per ultimi si rischia di rimanere senza argomenti perché gli altri hanno già affrontato tutto. Volevo dire che il mio intervento, che tratterà le frodi, ha presupposti che riguardano le modalità con cui sono state acquisite le prove, perché questo è il tema vero del processo. Se è stata acquisita in modo corretto o genuino o è stata alterata, il che si ripercuote sul dibattimento. A Luciano Moggi è stato contestato l’alfabeto e anzi di più. Voglio essere subito chiaro. Non mi occuperò della sentenza di abbreviato, non solo perché non è utilizzato ma perché non faccio come il pm, che mi dice che utilizza la sentenza, solo quando gli fa comodo. Non utilizzo nemmeno le 3 sentenze della giustizia sportiva, perché essa è giustizia d'avanspettacolo, sperando che chi fa avanspettacolo non si offenda. Sono giudizi falsati, perché con prove acquisite in modo anomalo. Nemmeno parlerò della sentenza Gea, che è stato il banco di prova di questa indagine, che ha subito un sonoro schiaffo all’ipotesi della associazione a delinquere. Quella sentenza ha smentito tutto l’impianto accusatorio, quindi mi farebbe comodo, ma non lo faccio. Perché il vero processo è quello che si è svolto in quest’aula, che abbiamo celebrato con tutte le intercettazioni e non fatto in abbreviato. Proprio Lei mentre sentivamo Coppola qui in aula, quando la parte civile insisteva, Lei disse: “Vale quello che si dice qui, ha più importanza di quello che si è detto fuori” e allora se dobbiamo vedere quello che si è detto qui, questo processo non può che avere una soluzione; i fatti non sussistono. Di penalmente rilevante non c’è nulla.
Le svizzere. Il Tribunale ricorderà che facemmo un'eccezione di utilizzabilità delle intercettazioni delle schede straniere. Questa eccezione fu respinta. All’epoca dicemmo che erano stati fatti accertamenti con gli uffici in Svizzera, quindi non vi era la rogatoria e quel dato era inutilizzabile; ci è stato detto di no perché forse dalle informative emergeva una verità diversa, ma oggi devo dire che avevamo visto giusto: l’istruttoria ha evidenziato che per la modalità di intestazione a De Cillis c’è un contrasto tra quello che dice Di Laroni e quello che dice Auricchio. Ricordate: le schede erano la 741 finale di Moggi, la 213 di Pairetto e la 284 di Bergamo. Come hanno accertato l'intestazione? Di Laroni dice che hanno accertato attraverso il centro doganale di Chiasso, lato italiano. Auricchio, dopo qualche mese, dice che è stato fatto con l’ufficiale di collegamento svizzero presso il ministero dell'Interno, ma la cosa simpatica è che ci dice che ha chiamato al telefono e gli chiede a chi erano intestate le schede e poi lo ha richiamato. Non c’è niente di questo accertamento, né un fax né un'informativa di servizio. Tutto a voce! Uno degli atti più rilevanti del processo, a voce!
Ma il 22 dicembre 2009 abbiamo ascoltato il maresciallo Nardone, che è andato a Como a sentire De Cillis. Vediamo come sono state acquisite le schede e i nominativi. Sono le schede da cui è partita l’indagine sulle sim svizzere. Risponde che "arrivati lì" ha sentito il De Cillis e gli ha detto che era lui ad aver venduto le schede, e che poi sono andati con la macchina del De Cillis al suo negozio in Svizzera ad acquisire la documentazione. A mia domanda se fossero davvero andati in Svizzera ha risposto di sì. Disse: "L’abbiamo presa noi, l’abbiamo acquista!". Questo è un maresciallo dei carabinieri e abbiamo la prova che è stata svolta attività in territorio straniero senza rogatoria internazionale, e per il codice di proceduta penale queste prove sono inutilizzabili! L'inutilizzabilità iniziale travolge tutta la fase successiva. Quindi chiedo l' inutilizzabilità di queste carte.
Il reato di frode sportiva. Presidente, mentre preparavo la discussione, a parte l'inutilità di tante cose, abbiamo esagerato un po’ tutti, avendo assistito anche alle discussioni dei colleghi avevo deciso di non aggiungere nulla all’argomento frodi. Ma, riflettendo, sul reato di pericolo presunto a consumazione anticipata, ho fatto un approfondimento. Ci sono due fattispecie distinte, la prima è la corruttela del partecipante alla gara, la seconda è la commissione di atti fraudolenti volti al condizionamento del risultato. Io mi sono ripreso i lavori preparatori della legge 401/89 e ci sono alcuni interventi sulla finalità del reato, sull’elemento oggettivo del reato, nei lavori preparatori; la seconda fattispecie viene inserita solo dopo una lunga discussione e consapevoli della difficoltà di individuare bene il reato. Vi è tutta una discussione in commissione e c’è un intervento di Casini che individua come atto fraudolento quello tipo del portiere che droga i suoi compagni di squadra. Poi c’è la sentenza del 2007 sulla Juventus e il doping, che dice che prima della legge dell’89 si faceva ricorso al reato di truffa, dopo si dice che ci sono due condotte distinte: quella della corruzione sportiva e quella della frode mediante la commissione di atti fraudolenti, che è molto generica e non definita. Bene, ma se sono due condotte distinte e autonome, se mi trovo davanti alla corruzione, si può parlare di reato di pericolo, ma nel secondo caso assolutamente no.
Il tema è l'individuazione degli atti fraudolenti. Cosa dice la Cassazione nel 2007? Circoscrive gli atti fraudolenti. Se così non fosse, qualunque atteggiamento, dalla spinta del gregario in una corsa di ciclismo al fallo in campo, potrebbe essere identificato come atto fraudolento. Vi deve essere un artificio o raggiro, qualcosa di specifico. Il fallo da ultimo uomo è volontario, doloso e atto a cambiare il risultato della gara: che cos’è, un reato? E' evidente che la norma parla di atti non riconducibili a quello che è il gioco, non il comportamento dell’arbitro, ma allora se togliamo i sorteggi, ci ritroviamo a parlare se era rigore o fuorigioco, questo abbiamo fatto e che questi non possano essere fatti fraudolenti mi sembra così pacifico che è anche inutile parlarne.
Da cosa ci dobbiamo difendere? C’è un’altra questione: Lei ricorderà che tra le altre questioni c’era quella di nullità del decreto di rinvio a giudizio per genericità del capo di imputazione, ma forse avevamo ragione ancora. Queste imputazioni i pm le interpretano in un modo, le parti civili in altro. Narducci dice che la corruzione non lo riguarda, ci riguardano gli atti fraudolenti. La parte civile Figc: "E' certo che questo è il processo della corruzione". Non solo, ma le parti civili e i pm non sono nemmeno d’accordo sulla condotta. Narducci dice che non dobbiamo guardare al singolo episodio, ma che era una organizzazione più fine. Parte civile Brescia: "Dobbiamo parlare dei singoli episodi". Allora, da che cosa ci dobbiamo difendere? L’atto fraudolento di chi? L’avvocato Milella, che ha capito che non ci sono atti fraudolenti, cerca di salvarsi in angolo e dice: "Nel capo di imputazione trovate gli elementi per qualificarlo frode sportiva mediante condotta. Non è necessario truccare il sorteggio per il collega, perché se metto in griglia tutti gli arbitri amici sto a posto", legando l’amicizia al possesso di schede. Il prezzo della corruzione sta nel fatto che essere designati vuol dire guadagnare più soldi. A parte che qui vengono contestate partite della Juve contro squadre di fondo classifica, ma l’indagine sulla formazione delle griglie l’ha fatta la Procura di Torino fino alla 26esima giornata di quel campionato e andatevi a leggere la richiesta di archiviazione di Maddalena che ha detto che la formazione delle griglie era fatta in maniera regolare. Ma non basta, perché se andiamo a vedere il guadagno e andate al verbale dell’11 gennaio, c’è l'indicazione degli arbitri che nel 2004 2005 hanno guadagnato di più: ci sono Collina, Paparesta eccetera. Il penultimo è Bertini, l’ultimo è De Santis!
Imbroglio ed imbroglioni. Cominciamo ad entrare nel processo. Debbo fare un’avvertenza semantica. Se prendiamo un vocabolario alla lettera "I" e leggiamo il significato del verbo 'imbrogliare' e del sostantivo 'imbroglio', vediamo che significa confondere, creare confusione. Allora vi dico che quando dirò che questo processo è un imbroglio, che ci sono degli imbroglioni, lo dico in questo senso.
Recentemente è uscito un libro scritto da magistrati. Vi leggo alcuni passaggi. Cordero ci dice che le norme che regolano un processo penale sono segno di civiltà di un popolo. In un altro passo, scritto da altro magistrato, si dice che il pm che formula un'accusa deve offrirla in modo che resista ai tentativi di falsificazione e deve impegnarsi per smentirla egli stesso, e ricercare elementi in favore dell’indagato. È l’esatto contrario di quello che è avvenuto qui.
Come devono essere valutate le intercettazioni? Nel corso della sua requisitoria Narducci ci ha detto che senza intercettazioni non è possibile capire cosa è successo in questo processo. E allora vediamole tutte, non solo quelle che ci convengono. La Cassazione dice che il dato che risulta dall'intercettazione deve essere sostenuto da chiarezza e non può risolversi nel mero sospetto. E allora, il materiale probatorio delle intercettazioni deve essere contestualizzato nel mondo del calcio di cui stiamo parlando. Stiamo parlando dell’ambiente dove le chiacchiere e la millanteria sono all’ordine del giorno, dove ci sono opinioni contrastanti; quante volte si dice: 'Ti sei venduto la partita, ti sei comprato l’arbitro'? Ebbene in questo processo è successo questo. Si sono blindate alcune stupidaggini dette al telefono e ci si è costruito su un processo. Che sia un mondo di chiacchiere non lo dico solo io, ma anche Cellino qui in udienza, quando dice "La realtà nel calcio non si sa qual è, ci sono sensazioni che ti fanno sospettare. Ma io dico la verità: ci sono luoghi comuni, si parla per sentito dire". O Gazzoni, che a maggio 2009 ha detto che "il calcio... chi più ne ha più ne metta". Armando Carbone che a maggio 2009 dice che i fratelli Abete facevano parte del sistema Moggi... o Zeman che dice che la giornalista Sanipoli faceva parte del sistema Moggi... Franco Corbelli che dice l’esatto contrario sulla vendita di Fresi che passa dal Napoli al Bologna di Gazzoni, che è amico di Moggi. Addirittura! Già le parole dette al telefono devono essere prese per quello che sono. Che al telefono si dicano le bugie lo dice uno studio dell’università di New York che ha accertato che la percentuale di bugie che si dicono al telefono è del 37%, mentre di persona scende al 27%. Se prendiamo per vera qualche affermazione fatta al telefono viene fuori una realtà parallela. Marocchi qui in aula, interrogato su una partita del '94 addirittura, sulla risposta di Moggi “Ci penso io” rispose che Moggi rispondeva sempre così. Dopo Reggina-Juve Moggi e Baldas parlano di Copelli che deve andare a fare i Mondiali; Moggi dice: “Lo faccio cancellà io”. Copelli è andato ai Mondiali e l’altro ieri ha arbitrato in serie A. Allora: grande rigore e cautela nell’interpretare le intercettazioni. Vogliamo poi parlare delle intercettazioni dopo Reggina-Juventus e il fatto di Paparesta? Moggi si è beccato il sequestro di persona. Questo è stato il processo: si dice una stronzata per telefono e ci si becca il capo di imputazione, perché Auricchio dopo 1 secondo ha fatto l’informativa: un investigatore serio doveva ascoltare la telefonata di 30' dopo in cui dice “volevo chiuderlo nello spogliatoio”. Grande cautela e grande diffidenza!
Violazione del Codice. Altre fonti di prova: posso dire senza smentita che nelle indagini preliminari la prova non è stata acquisita in modo corretto. L’assunzione di tutte le persone informate dei fatti è avvenuta in violazione del codice di procedura penale. Abbiamo interrogato le persone sulle opinioni, sulle sensazioni, sui “si dice”. E in questa paranoia ci siamo infilati tutti, abbiamo fatto domande sulle sensazioni, sulle impressioni.
Anche qui richiamo grande rigore e senso critico del tribunale. Ci sono alcune perle che purtroppo per il pm devo riprendere. Sentono Gazzoni Frascara, il quale dice che i pm non gli avevano sottoposto i capi di imputazione. Ma nel verbale si dice, al contrario, che prima dell’interrogatorio erano state esattamente specificati, ma in maniera scandalosa. Al presidente del Bologna è stato detto che il Bologna era retrocesso per colpa di Moggi e Giraudo. E quello che deve dire? Per forza che si è infuriato con Moggi!
Anche a Varriale è stato chiesto se prima dell’interrogatorio erano stati illustrati i capi di prova e, quando ho fatto la contestazione e letto il verbale, viene fuori anche qui che invece della domanda c’è una specie di sentenza, manco il condizionale usano questi. Poi gli chiedo se sono state fatte sentire le intercettazione e lui risponde di sì. E sapete di quale intercettazione si parla? Moggi che parla con Scardina e gli dice: 'Nun me la mandà quella se no me devo toccà, che quella me porta sfiga'. Su questo hanno costruito un capo di imputazione! Ma non basta! Se uno volesse evidenziare tutte le porcherie, non finirebbe mai, ogni pagina di Auricchio è piena di porcheria da far voltare lo stomaco. Udienza di Gianfelice Facchetti che parla de relato di un morto: ma poiché il figlio non sapeva quello che aveva detto il padre hanno fatto la seduta spiritica, hanno preso un memoriale del padre. Il verbale di Facchetti è il memoriale trasferito, tra l’altro un memoriale anonimo, infilato in un verbale. Le hanno provate tutte! Ma non basta. Nucini ultima versione, che Mungiello ha detto che è stato accompagnato in camice bianco, ma magari! Convocano Nucini a riscontro del memoriale e gli dicono che sono stati acquisiti nuovi mezzi di prova relativi alle dichiarazioni di Facchetti Gianfelice; gli si dice, a Nucini, tutto questo e lo si invita a narrare gli eventi. E Nucini è stato definito teste fondamentale! Manfredi Martino, altro teste fondamentale. Udienza del 6 novembre 2009. Gli viene chiesto di indicare, sulla base di circostanze da lui conosciute, quali gare sono state combinate. Non è che gli si chiede se sa se ci sono state gare combinate, no, lo si imbocca subito!
Lo imboccano: le gare sono sicuramente combinate, per i pm! Prova a barcamenarsi, Martino, e mette a verbale che lui non c’entra niente con le designazioni, prende le distanze. Un interrogatorio durato 6 ore per 4 pagine di verbale: pochine... Una consuetudine tipica di questo processo: Cuttica dice di essere stato interrogato per sette ore “senza un bicchiere d’acqua, con domande incalzanti, non era una chiacchierata tra amici” e un verbale di 4 pagine. Collina 5 ore e 3 pagine, Paparesta 10 ore e 26 pagine; Copelli 5 ore e 5 pagine. Galati 23 ore. Baldini 6 ore e 20 pagine, ma quello era amico. Morganti lo interroga Lei perché parlava a mezza bocca. Morganti pur di andare via dai carabinieri avrebbe confessato un omicidio: e di che stiamo parlando? Di camorra o mafia? No, di frode sportiva. Il record lo batte l’osservatore D’Addato, quello di Lecce-Parma: il 19 ottobre 2010, si fa 7 ore per 1 pagina e mezza. Ma che si sono detti? E mi fermo qui, che cosa hanno fatto pur di portare qualcosa qui? Questo è il vero imbroglio, sempre intesto come prima.
La genesi dell'imbroglio. Ma veniamo agli imbrogli veri, il processo comincia con un imbroglio. La genesi quale è? È l’informativa firmata da Auricchio del 18 settembre 2004. Rispondono a una delega del 15 luglio 2004, e delegano chissà perché i carabinieri di Roma, altro mistero. La delega era: accertare se il Messina aveva rapporti con arbitri e Gea. Allegata alla delega c’erano solo le dichiarazioni di Dal Cin sulla "combriccola romana". Dal Cin il 26 maggio 2009 ha detto che erano sue sensazioni. Si prendono le sue sensazioni, che per il 194 del codice non poteva nemmeno essere verbalizzate, e si mandano ai pm che dicono che quel verbale, insieme alle dichiarazioni di Spinelli, Cellino e di due procuratori, è posto a fondamento della prima richiesta di intercettazioni dei telefoni di Moggi padre e figlio. Quindi, su fatti oggettivamente falsi si comincia ad intercettare. Auricchio dice che da luglio a settembre il suo ufficio svolse attività di indagine finalizzate alla verifica. E Di Laroni dice che si fece una indagine conoscitiva sulla base di ciò, altra novità. Si dice: c’è Moggi, che dicono essere un mostro, cominciamo a scandagliare tutte le partite di tutti i campionati e vediamo se è vero. Anche questo è stato fatto!
Auricchio scrive che il suo ufficio ha intrapreso l'investigazione sulla base di prove che facevano risalire a Moggi, ma è falso! Quale è questo quadro indiziario? Dove stanno gli indizi di reato, previsti dal codice, per ottenere l’autorizzazione alle intercettazioni? Se non scrivevano il falso nessun giudice al mondo avrebbe concesso l’autorizzazione. Auricchio dice che il processo si è indirizzato verso Moggi. Questa è stata una spietata caccia all’uomo. E non basta. La chiosa dell’informativa è che la Gea, nata dall’alleanza dei potero forti, è la fusione tra Capitalia e il sistema calcio, che è in grado di condizionare il mondo del calcio a tutti i livelli, compresi i designatori. Ma chi li aveva mai nominati i designatori fino ad allora? Questo processo è un imbroglio! Ma il bello è che Auricchio in aula smentisce ciò che era alla base della informativa. La combriccola romana non esisteva, dice, quegli arbitri non favorivano la Juventus, anzi, il nome della combriccola romana non era nemmeno loro ma era stato coniato da altri. E quando io gli ho fatto notare che la tesi della combriccola era alla base della informativa con la quale erano iniziate le indagini dice candidamente che le indagini cominciano in un modo e poi si evolvono!
Le telefonate "sfuggite". Passiamo alle intercettazioni occultate. Come scopriamo l’imbroglio? Debbo ringraziare i nostri consulenti, l’ing. Porta e Nicola Penta. Sono professionisti di primissimo piano, che meritano il giusto riconoscimento. Ma debbo ringraziare un gruppo di tifosi juventini, del sito ju29ro.com, che si sono sobbarcati l’onere di ascoltare le telefonate animati solo dall’amore del tifo per la squadra. Ho conosciuto dei ragazzi fantastici e senza di loro non ce l’avremmo mai fatta. Era più facile trovare un ago nel pagliaio.
Si indaghi sull'indagine. Sentivamo puzza di bruciato perché in un'informativa c’era un'intercettazione tra Bergamo e la Fazi, del 5 gennaio 2005 ore 14.30, dove Bergamo dice di avere avuto una telefonata di Moratti e che organizza una cena con Facchetti, ma queste telefonate non c’erano. Un secondo indizio viene dal numero: 171 mila, e quindi abbiamo pensato che potevano essere lì. Ma un terzo indizio ce lo dà una mail di aprile 2009 del nostro consulente che dice: 'Se ci fate caso accade che i progressivi saltano di parecchi numeri, il che è strano', e che sarebbe stato necessario chiedere i tabulati ai gestori. Abbiamo iniziato a cercare le telefonate e, siccome non era possiblle ascoltarle una ad una, l'ingegner Porta ha studiato un sistema. In questa attività non eravamo aiutati nemmeno dai brogliacci perché non c’erano o, se c’erano, non dicevano nulla. Quelli che erano più completi non erano leggibili e quelli che contenevano l’oggetto lo contenevano sbagliato. Un solo esempio. Telefonata fondamentale per Racalbuto dopo Cagliari -Juventus. Questo è il brogliaccio dove Racalbuto parla con Pairetto. Primo: non si dice che stava parlando con Pairetto. 'Nulla di utile, le telefonate sono state ascoltate ma non registrate per un errore del server'. Ciò è un’altra falsità, perché noi l’abbiamo trovata registrata e questa che cos’è: una dimenticanza, una sordità? O è stata occultata pensando che non si sarebbe mai trovata? Noi su questo ci aspettiamo una risposta, perché se qui non ci fosse stato Moggi ma uno qualunque, la verità non sarebbe mai venuta fuori. Questo è un imbroglio! Per questo chiedo di trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica perché vogliamo sapere se in questo processo c’è un mandate e un killer, o se gli imputati sono stati sfortunati. Noi propendiamo per la prima ipotesi, perché non è possibile che tutte le telefonate sfavorevoli all’accusa, TUTTE, siano state occultate e l’attività di occultamento è continuata per tutta la fase delle indagini preliminari e fino al dibattimento.
Coppola, la prima crepa. Vi ricordo Coppola che si presenta ai carabinieri per parlare dell’Inter. "Non ci sono intercettazioni, sull’Inter", gli dicono. E sapete chi lo ha interrogato? Auricchio e Di Laroni, che gli dicono che non ci sono intercettazioni! Il 23 marzo 2010 testimonianza di Auricchio: prima fa il finto tonto e si capisce anche la nostra prudenza, non avevamo nulla al momento. Lui cincischia. In soccorso del maggiore arriva il pm che dice che "l’avvocato non è in grado di dimostrare nulla", "qualcosa è sfuggito alla fine". Alla fine Auricchio dice che "tutte le intercettazioni effettuate dai telefoni sotto controllo sono state trascritte e registrate. Poi se Facchetti ha chiamato non risulta, avrà chiamato su altro telefono". Ha detto il falso Presidente, perché sapeva benissimo che c’erano. Il 30 marzo quando gli si è chiesto di telefonate di altri dirigenti risponde che "ci sono state concentrazioni di auguri di Natale e Pasqua. Su tutte ci sono i brogliacci". Allora ci sono?
Grazie Penta. Nicola Penta trova le prime telefonate dell’Inter e di Moratti il 31 marzo. Mi ha buttato giù dal letto alle tre di notte, scopriamo il vaso di Pandora e da quel giorno troviamo telefonate tutti i giorni. L'ultima è di stamattina sui giornali, una telefonata incompatibile con il capo di imputazione dell’associazione di Moggi con i designatori! Il 13 aprile torniamo e gli chiediamo perché non è stata trascritta. Risposta: "La conversazione del 26 novembre è da noi intercettata e trascritta". Dove? Per questo parlo di imbroglio. Dove è trascritta? Non solo non è trascritta ma è di quelle infilate sotto. Il 23 marzo risponde che non ci sono, che avrà chiamato da altro telefono, il 13 aprile dice che è stata sentita, registrata e trascritta. Qual è l'attendibilità di questa gente e di questa indagine? Bisogna diffidare di questa gente che cerca di fregarti appena ti giri. Ma Auricchio è anche sfortunato perché a luglio di quest’anno vengo buttato giù dal letto di nuovo da Penta, perché ha trovato "i baffi". Nelle migliaia di intercettazioni scopriamo che i carabinieri, all’inizio di tutte le intercettazioni, fanno una legenda e spiegano come interpretare queste chiamate. Secondo tre gradi: importanza 1, un baffo verde, 2 due baffi gialli, 3 tre baffi rossi. E da ciò che scopriamo? Andiamo a vedere come erano state classificate quelle sparite. Che queste di Facchetti, di Moratti, di Campedelli erano tutte classificate con i baffi gialli e rossi, come e più di quelle di Moggi, quindi il carabiniere che stava alla cuffia l’ha ascoltata e segnalata, poi, quando è passata al piano di sopra, qualcuno ha fatto il farmacista e ha deciso di farla sparire.
Qualcuno dovrà spiegare. Tu non la puoi far sparire, è una vergogna. Lui ha fatto l’indagine, lui le ha ascoltate, lui le ha selezionate. Tutto pensavo, in mezzo a 171 mila certo qualcosa poteva sfuggire, ma questa è una selezione precisa fatta da qualcuno, ma questo qualcuno dovrà spiegare davanti all’autorità giudiziaria il perché ha compiuto questa scelta che ha rovinato la vita a tante persone, a tante società, e che questo passi impunito non è possibile, è un fatto di rispetto per la verità, non è possible che sia avvenuto questo, è una vergogna per i carabinieri, per la Procura, per tutti. Il processo è questo: un imbrogliare dall’inizio alla fine!
Auricchio e Baldini. Io vi invito a leggere in parallelo le dichiarazioni dibattimentali di Baldini e Auricchio prima in Gea e poi qui. Due che prima cercano di nascondere un rapporto e alla fine Baldini, quando lo trovi con il sorcio in bocca, ammette, confessa alla fine, ha collaborato con Auricchio. Quindi scopriamo di Antonelli, della giornalista di Milano e quando io gli chiedo (ad Auricchio, ndr) otto volte se avesse parlato con Baldini di fatti di questo processo e lui per otto volte dice di no, è falso, perché il suo rapporto con Baldini nasce da quando arriva la delega di luglio 2004: abbiamo un dato oggettivo che sono le dichiarazioni di Antonelli del 1° febbraio 2005, quando dice che Baldini gli aveva detto se voleva parlare con Auricchio, quindi non è possibile, come dice Baldini, che ha parlato con Auricchio solo dopo il 31 marzo 2005. Baldini dice che ha portato la giornalista a parlare con Auricchio sui fatti di Capitalia, ma quelle cose stanno nell'informativa del settembre 2004. Auricchio dice che ha parlato di quando i russi venivano a parlare per comprare la Roma, ma poi è smentito dal compare.
E nella famosa intercettazione del ribaltone, Baldini dice a Mazzini che farà il ribaltone, lui lo salverà perché ha già fatto i nomi che doveva fare. Questa è del 4 aprile: e a chi li aveva fatti? Questo è il secondo imbroglio.
La frode. Il pm ha detto che le prove a carico della frode sono i sorteggi truccati, mi tocca intristirmi a parlare di Manfredi Martino e delle sue stupidaggini, le ammonizioni mirate e le intercettazioni. Mi sono chiesto: come sono stati scelti questi capi di imputazione? Le frodi contestate a Moggi vanno divise: quelle fatte in proprio (Juve), quelle per conto terzi (Messina e Fiorentina). Le possiamo dividere in frodi semplici, quelle con il sorteggio truccato, quelle con le ammonizioni e quelle in cui c’è sia il sorteggio che le ammonizioni. Sono partito dalla logica e la prima cosa che ho notato è che quelle relative alla Juve riguardano tutte incontri con squadre di bassa classifica (tipo Siena-Juventus), e mi sono chiesto: ma la Juve, per vincere con il Chievo, doveva organizzare tutto questo? L’unica è Juve-Milan del 18 dicembre 2004, arbitrata da Bertini. Due riflessioni semplici semplici: non c’è contestazione sul sorteggio e arbitra Bertini, arbitro associato, e come finisce? 0 a 0. Ma io vado a imbrogliare per Siena-Juve, e vinco 3 a 0, e quando mi capita il Milan, e ho Bertini associato, faccio 0 a 0? Già con la logica non andiamo da nessuna parte. Anche in Roma-Juve non c’è contestazione del sorteggio. È un'indagine demenziale anche sotto questo profilo. E anche con le ammonizioni scopriamo cose interessanti. E allora, Presidente, mi piacerebbe sapere come sono stati individuati i capi di imputazione. Scopriamo dalla deposizione di Auricchio che Milan-Juve, quella del colpo di tosse di Manfredi Martino, sedicesima giornata, è decisiva per lo scudetto. Auricchio aveva le dichiarazioni di Martino sul colpo di tosse, quindi c’era motivo per investigare, ma non suscita interesse investigativo, e perché mai? Nella griglia non c‘erano arbitri amici della Juve. Perché per Lecce-Juve devo truccare la griglia e i sorteggi e non lo faccio per il Milan? Perché la gara decisiva non è attenzionata? "Evidentemente non c’era la necessità di mettere un arbitro favorevole", risponde Auricchio. Qui mi cascano le braccia!
Come sono state scelte le partite? Auricchio dice che ha visto qualche partita ma non è una visione investigativa perché non hanno fatto le indagini sul campionato di calcio, "se era rigore o no, saremmo stati i più fessi del mondo, saremmo caduti nel bar dello sport". Quindi tende a spacciarla per una indagine raffinata, ma il 23 marzo su Fiorentina-Brescia ammettono di essere i più fessi del mondo perché nell’informativa mettono un trafiletto di giornale! È un imbroglio!
E che hanno fatto le indagini da bar si vede dal dibattimento: Manfredi Martino, teste fondamentale, ammette che è stato fatto uno studio delle problematiche giornalistiche su Atalanta-Juventus. Auricchio aggiunge che la sua indagine era investigativa e non conoscitiva. Il criterio dovrebbe essere quello delle intercettazioni. Ma non è vero perché in Parma-Juventus del 6 gennaio, c’è una intercettazione tra Boschi, osservatore, e Lanese, su De Santis. Boschi dice che per ammonire uno della Juventus gli deve dare una coltellata se no non lo ammonisce. Quindi qui c’è: questa intercettazione, c’è un arbitro favorevole come De Santis, c’è Moggi che entra nello spogliatoio e perché non c’è nel capo di imputazione? Ve lo spiego io: perché secondo il loro teorema quello era il momento dello sdoganamento dell’arbitro e, quindi, non faceva comodo a loro inserire questa partita. Questo tema dello sdoganamento cambia in continuazione a seconda di quello che serve all’accusa. Altra telefonata tra Moggi e Biscardi. Ci hanno detto della contiguità tra i due ma quando c’è una intercettazione tra Moggi e Biscardi che dicono che Bertini ha favorito il Milan contro l’Atalanta non la inseriscono perché la teoria vuole che Bertini stia dall’altra parte.
Ammonizioni dolose. Auricchio dice che questa grande intuizione nasce da un telefonata tra Meani e Babini. Ma la perla sono le indagini fatte sui tabellini della Gazzetta dello Sport. I capi di imputazione sono stati fatti con i tabellini della Gazzetta e quanto fosse importante questo giornale viene fuori dall’esame di Auricchio. Al 90° di Palermo-Juventus De Santis non dà rigore netto alla Juventus. Quando io gli dico che c’era il rigore lui contesta, ma quando gli dico che è la Gazzetta a dirlo, si zittisce. Hanno visto quali erano i diffidati della gara della Juventus, quali partite erano arbitrate da arbitri amici, dopo di che hanno interpretato qualche intercettazione e hanno fatto il capo di imputazione.
Sui contatti tra sim Di Laroni, a precisa domanda, dice che non è in grado si sapere chi chiama chi.
Sui diffidati: dicevamo della telefonata Meani-Babini, in cui Meani dà incarico a Babini di fare questa indagine. Cosa porta a casa il pm: Babini viene interrogato su questa indagine e dice che Meani aveva in mente che ci fosse possiblità che nell’ambiente si facesse la caccia ai diffidati. "Aveva in mente", qui Meani diventa assistente di polizia giudiziaria. Successivamente Babini dice di non aver trovato quello che cercava, che, anzi, a volte avveniva l’esatto opposto, ma siccome si tratta della Juve si blinda il pensiero di Meani, ancorchè con risultati negativi, e si fa il capo di imputazione. Nel dibattimento abbiamo chiesto a tutti gli arbitri se sapevano chi erano i diffidati prima della gara. Tutti hanno risposto di no. E poi ci sono i grandi nomi degli squalificati, manco fossero stati Maradona. Poi vedi che il Milan ha Rui Costa, Nesta e Seedorf diffidati e la prossima gioca con la Juve, e che succede? L’arbitro amico De Santis non li ammonisce! E le squadre menomate quali sono? Atalanta, Reggina, Bologna, Chievo, Fiorentina... mai una big! E su 25 diffidati, poi ammoniti e squalificati, pro Juve, 10 arrivano da arbitri non amici. E quando io chiedo ad Auricchio se il sistema funzionava contro le big, Auricchio tergiversa dicendo che il dato di partenza non è la Juve, ma il giocatore diffidato. Facendo una contestazione, leggendo l’informativa nella quale si dice l’esatto contrario, non fa una piega! E’ una vergogna!
I sorteggi truccati. Passiamo al tema dei sorteggi truccati. Di tutto avrei pensato di dover trattare tranne che dei sorteggi, dopo quella che è stata l’istruttoria dibattimentale; ma dopo che il pm ha detto che il teorema si è rafforzato in udienza, allora devo tornarci. Come si sarebbe rafforzato? Con le testimonianze di Manfredi Martino, di Zamparini, di Cellino, di Galati. Io forse mi sono distratto, ma questa affermazione del pm mi pare alquanto fantasiosa e il pm si è arrampicato sugli specchi, alterando oggettivamente o interpretando a modo suo l’esito dell'istruttoria. Per truccare i sorteggi dovevano essere d’accordo i giornalisti, questo lo capisce anche un bambino di tre anni ma non la Procura di Napoli. I giornalisti sentiti qui in aula hanno detto che non sono mai stati interrogati. C’è la telefonata tra Moggi e la segretaria, si blinda quella chiamata e si costruisce il capo di imputazione. Non si fa un'indagine su quel sorteggio, ma si fa un ragionamento generale: i sorteggi sono truccati. No, pm, non si fa così. Mi devi dire quali sono i sorteggi truccati, e in che modo li ho truccati. Sono bravi tutti a fare i processi così!
Ma veniamo a questa telefonata. Già in dibattimento abbiamo depositato i comunicati Ansa che venivano diffusi un minuto dopo l’esito dei sorteggi. I testi che abbiamo ascoltato ci hanno confermato che c'era un aggiornamento in tempo reale sul sito della Federazione, e c’erano i giornalisti in diretta con le loro redazioni che aggiornavano le notizie, in diretta. Ma che andate a cercare con la telefonata tra Moggi e Alessia delle 11.53? Il pm domanda a Martino se c'è la possibilità prima delle 12.20 di conoscere l’arbitro, Martino dice che poteva capitare, che chiamavano molte società, la Juventus, il Milan, la Reggina, e si diceva la quaterna se c’era già, o si diceva di richiamare. Questo è il materiale probatorio. Non ci sono telefonate intercettate di Moggi che chiama un giornalista, si dice. Nell’era internet! Bastava leggere l’Ansa, non credo che alla Juve mancasse la possibilità di mettersi in contatto con i siti Internet. Qui non stiamo parlando del giorno prima, ma qui ci sono telefonate fatte dopo i sorteggi e qual'è la valenza probatoria, o solo indiziaria? Secondo elemento: le palline riconoscibili. Secondo il pm sono fondamentali le dichiarazioni di Martino e di Galati. Galati è andato via dalla Can nel 2000, cinque anni prima di questi fatti e se imbrogliavano, prima, ammesso e non concesso che imbrogliassero allora, che ci azzecca con i sorteggi del 2005? È tutto un imbroglio! E poi, perché queste palline non ce le hanno mostrate? Fulvio Bianchi, a precisa domanda, risponde che non c’era nessuna diversità, non erano rigate, calde o fredde, lui ha preso la prima che ha trovato. Riccardo Bianchi conferma tale versione, erano sfere di ferro tutte uguali, forse non tutte gialle ma se non sai che cosa c’è dentro, non serve. Pesciaroli conferma che non c’erano anomalie. Il notaio ha detto che, se le palline fossero state riconoscibili, avrebbe interrotto il sorteggio. Poi c’è Manfredi Martino e la prima obiezione che gli facciamo è che non aveva mai parlato prima, al magistrato di Torino, delle palline; risposta: 'Non mi ricordo, non so rispondere'. E gli chiediamo: 'Si ricorda se i carabinieri la pressarono sull’argomento dicendole apertamente che i sorteggi erano truccati?'; risponde che gli era stato chiesto se era possibile truccare il sorteggio e lui aveva risposto col fatto delle palline ammaccate, ma che i carabinieri gli avevano detto che il sorteggio era truccato. Addio genuinità della prova!
Il pm prova a fare un’altra operazione, allora: invertire l’ordine di estrazione, prima le gare poi l’arbitro. Ma nei verbali dei notai non c’era alcuna evidenza del fatto e quelli sono atti pubblici. E allora: o indaghi i notai per falso in atto pubblico o quel verbale è l’unica cosa che fa testo.
Qui abbiamo dovuto noi fornire la prova positiva dell’innocenza degli imputati. Sul colpo di tosse il pm chiede a Martino se era l’unica volta ad avere avuto dei dubbi. Risponde di no, negando di aver detto le cose scritte nel verbale di interrogatorio. Quindi il pm che cosa raccoglie? Il colpo di tosse che Martino dice può essere una cosa nervosa di Bergamo e un'inversione che non risulta da nessuna parte. A mia domanda se fosse stata una sua sensazione risponde di sì. Io incalzo: viene fuori che il colpo di tosse è stato casuale, che è stato fatto dopo che era uscita la partita Milan-Juventus. Poi tocca di nuovo al pm: Martino si ricorda improvvisamente del fatto della preparazione delle palline, di alcuni fogli messi nelle palline riconoscibili, il che sarebbe accaduto tre o quattro volte. Il pm chiede se erano relative alla partita o all’arbitro. Martino dice che erano palline particolarmente ammaccate e che potevano essere anche quelle del giornalista. Ma, a sua precisa domanda, Presidente, viene fuori che i designatori, quando si accorgevano che le palline erano riconoscibili, chiedevano di sostituirle perché riconoscibili. A questo punto, Lei chiede al teste di essere preciso e lo ammonisce dicendo che non avrebbe ammesso reticenza. E il teste dice che in tre o quattro occasione gli hanno chiesto di mettere foglietti nelle palline perché riconoscibili, ma che in un paio di occasioni gli avrebbero chiesto di cambiarle per lo stesso motivo, quindi rimarrebbero un paio di occasioni, una ad inizio campionato, una in una gara di B. E quando Lei chiede al teste: 'Perché non l’ha detto al pm nell’esame?', lui risponde che, invece, gliel'ha detto.
Io mi sono accorto che c’è una cosa strana. L’osservazione diretta dei carabinieri al sorteggio in due occasioni. Questi servizi sono stati filmati e Auricchio dice che in quello del 31 gennaio non avevano notato nulla di particolare. In quella del 16 maggio vediamo la relazione di servizio nella quale dicono che la seconda sfera, quella dell’arbitro, era stata estratta da Manfredi Martino. Alle osservazioni risponde che Bergamo estrae la pallina dell’arbitro. Imbroglione e sfortunato. Il 1° ottobre 2010 sentiamo Riccardo Bianchi, che è uno dei giornalisti che fanno l’estrazione. Bianchi dice che è stato in sala quando c’è stato il filmato. Bianchi dice che è stato lui ad estrarre le partite e che ricorda la tensione che c’era nell’aula. A precisa domanda risponde che non c’era nulla di strano in quel sorteggio. Questo a casa mia si chiama falso ideologico in atto pubblico, un servizio di osservazione dei carabinieri dice un fatto che non è vero! Se non fossimo stati fortunati a beccare il giornalista, non avremmo saputo la verità! Diffidate, Presidente, il filo conduttore di questo processo è l’imbroglio!
Anche Cellino dice che il sorteggio era pilotato, ma non ha mai assistito ad un sorteggio. È una opinione di Cellino. Zamparini, poi, parla di un sorteggio di due anni prima. Luciano gli chiede quali sono gli arbitri più bravi. Luciano? Il capo della cupola? E doveva dirglielo Zamparini? E chi gli manda? Rizzoli che non fa parte della associazione. E Zamparini dice che non sa quando è successo tutto questo. E la cosa più divertente è che abbiamo prodotto il verbale di quel sorteggio che è stato effettuato da Manfredi Martino.
Vi risparmio il discorso sulle griglie, Pairetto e Bergamo le facevano con tutti e del resto non era nemmeno difficile, man mano che andava avanti il campionato, era il segreto di Pulcinella. L’indagine seria sulle griglie l’ha fatta Torino che ha fatto una indagine statistica sugli arbitri mandati alla Juve. Di fronte a tutto questo secondo il pm la prova si è rafforzata in dibattimento! Pensavo di non dover trattare la cosa perchè Narducci si sarebbe arreso ma non è stato così.
Le sim: ferma restando l'eccezione di inutilizzabilità già fatta, anche sulle sim c’è qualcosa che non quadra. Di Laroni quando l’abbiamo interrogato, ci dice che avevano identificato le prime tre schede ma avevano avuto esito negativo perché disattivate. Ma non è così, perché proprio in quell’elenco che vi abbiano prodotto, le prime tre sono sim svizzere, quelle che ho ricordato ad inizio udienza. Cominciamo col dire che le intercettazioni sono iniziate dalla metà di febbraio e notiamo che sulla 284 di Bergamo ci sono quattro telefonate: una il 4, una il 22, una il 27 e una il 31 marzo; sulla sim di Pairetto ce ne sono due: il 7 e 14 marzo; su quella di Moggi due: una il 4 e una l'11 marzo, tutte di pochi secondi. Noi non le abbiamo trovate né tra quelle trascritte né nei cd audio. Basterebbe sentirne almeno una per capire chi era da un capo e chi dall’altro. Questo è l’inizio della vicenda. Il primo elemento del pm è la segretezza delle schede dovuta al metodo di acquisto. A Moggi possiamo dire tutto meno che è fesso. Ricordo che Narducci in preliminare disse che Moggi era dotato di capacità criminale maniacale. E come mette in piedi questa associazione? Va dalla signora Castaldo, segretaria della Juventus, e le chiede i soldi per le schede. La Castaldo gli risponde: li devi dare a Bertolini che le va a comprare. La Castaldo lo dice a Capobianco, altro dipendente Juventus. E Bertolini va a comprare le schede e a De Cillis racconta tutta la storia. Non basta, ma vedremo che ad un certo punto Moggi dice che vuole vedere il negozio, e non va da solo ma con Fabiani e Ceravolo. Come vedete una modalità segreta: con tanto di invito alle partite della Juventus, e fotografie al passaggio della frontiera a Chiasso. Ma vi rendete conto? Se era segreta e serviva a parlare con gli arbitri, le modalità di acquisto sarebbero state segrete. Ci sono già una decina di persone che sanno della cosa. Credo che abbia ragione Moggi quando dice che gli servivano per fare il mercato, se no non se le sarebbe fatte comprare dalla società e non si mandano altre persone, si va personalmente, non si fa la foto con i finanzieri. Siamo alle comiche! Le dichiarazioni di Paparesta. Quale la valenza indiziaria? Il primo a non credere al metodo di Di Laroni di attribuzione delle schede è il pm perché richiede l’archiviazione per Paparesta perché dice che obiettivamente non c’è la certezza che quella scheda appartenesse a lui; ma questo metodo di attribuzione è lo stesso utilizzato per Moggi, De Santis e gli altri. Ma se non vale per uno non può valere per gli altri! E Paparesta non ne aveva una, ne aveva almeno due!
L’archiviazione di Paparesta conferma la mancanza di qualsiasi valenza indiziaria. Il possesso della scheda non è reato, Romeo non è stato indagato.
Nucini, Sim Sala Bim. Il pm Vi ha chiesto di utilizzare le dichiarazioni di Nucini all’ufficio indagini e non quelle del dibattimento, una cosa che detta all’esame di procedura penale si sarebbe sonoramente bocciati, per fortuna ora fa l’assessore. Sulla famosa consegna e utilizzazione della scheda "non svizzera" presso l’Hotel Concorde (anche qui incontro riservatissimo) Nucini cambia versione più volte: l’ha gettata, l’ha data a Facchetti, l’ha usata una, l’ha usata due volte, non ha conservato il numero. Dopo 7 anni e dopo aver negato di essersi segnato il numero, questo numero ricompare e, guarda caso, sono tutti numeri Telecom! Chissà chi glieli ha suggeriti e, guarda caso, uno di questi sarebbe intestato a una persona di Napoli che abita vicino a Luciano Moggi in una rivendita della zona. Ma da dove vengono questi numeri? Questa non è farina del sacco di Nucini, chissà chi è l’uccellino che suggerisce. Ma anche qui c’è una falla: il numero che gli danno, una sim imballata secondo quello che racconta, il 25 settembre 2003, era attivo dal 23 maggio 2003, quindi Fabiani non può dargli una scheda imballata! Per attivare la scheda la prendi, la apri, chiami il 119, gli dai il numero e aspetti qualche giorno, poi fai una chiamata di almeno 20 secondi e poi la attivi. Gli è andata male ancora una volta, ma la colpa non è sua, è di chi gli ha suggerito il numero! E gli ha dato un numero, dopo 7 anni, di uno della zona di Napoli dove vive Moggi. Così come un’altra cantonata è quella che riguarda i numeri di telefono di Fabiani che avrebbe ricevuto all'aeroporto di Lamezia Terme, perché un numero risultava non attivo. FALSO DUE VOLTE.
Ancora sim. Moggi stamattina vi ha detto che le schede gli servivano per il mercato. Narducci dice che non ci sono telefonate sul mercato. Grazie! Ma se non fai le intercettazioni sulle sim straniere come le vuoi trovare? Di Laroni ci dice ancora che non c’è un contatto telefonico tra le schede attribuite ai due designatori e gli arbitri, quindi, evidentemente, la consegna della scheda a Bergamo ha altri fini. Quindi non c’è un indizio univoco, concordante, certo, ma solo un sospetto. Non c’è un solo contatto con gli arbitri!
Vi dice ancora il pm: "Come ha saputo Moggi che Paparesta tornava dalla Tunisia il venerdì?". In quella famosa telefonata delle griglie Moggi afferma che Paparesta sarebbe tornato prima rispetto a quanto sapeva Bergamo. Secondi Di Laroni c’è un contatto il 5 febbraio tra le due schede attribuite a Moggi e a Paparesta ed ecco che questo contatto diventa una telefonata e con un contenuto. Invece, Presidente, il dato errato del rientro del venerdì (Paparesta tornerà il sabato) Moggi lo sa dal padre Romeo che qui in aula ha detto di ricordare di aver detto a Moggi che il figlio sarebbe tornato il venerdì, cosa non vera. Quindi, se Moggi avesse parlato con Gianluca Paparesta avrebbe saputo che tornava il sabato.
Ancora: le chiamate di Paparesta a Bertini con le sim svizzere. Sul punto è stato sentito Gianluca Paparesta, al quale è stato chiesto, qui in aula, se aveva mai contattato Bertini al suo numero e lui risponde di no. Ma Di Laroni dice che ci sono 12 chiamate in uscita e 9 in entrata. Ma dove? E poi: se i Paparesta sono credibili lo devono essere sempre non solo quando fanno comodo!
E ancora: siccome nelle telefonate si dice “ci sentiamo dopo, ti chiamo dopo” e poi non ci sono le chiamate. A parte il fatto che ci sono ancora migliaia di telefonate sparite, quindi potrebbero essere lì, ma quando abbiamo sentito Di Laroni, vi è una enorme confusione tra il prima e il dopo, costruito artificiosamente.
Telefonate a parenti e amici. A Moggi hanno attributo 8 schede e non c’è una telefonata ad un parente o ad un amico. Ci sono tre telefonate a numeri italiani, due sono indirizzate a due cabine telefoniche, una di Napoli una di Bari, e vi pare che uno chiama ad una cabina telefonica? Un’altra telefonata è stata fatta a tale Chirico, di Bari, illustre sconosciuto. Ma la prima cosa da fare è dare concretezza ad un dato del genere e chiamare uno di questi numeri e capire chi era. No, qui si blindano gli elementi fumosi e su questi si costruisce il teorema. Hai mandato Nardone a Como a sentire De Ciliis, mandalo anche a Bari a sentire Chirico, no?
Le ambientali. Le ambientali comiciano con una telefonata che, purtroppo, non è una svizzera perché si sente “Tim, informazione gratuita”. Chissà perché quando c’è di mezzo Moggi c’è sempre la Tim di mezzo... poi c’è una chiamata Moggi-Bozzo nella quale si innesterebbe una chiamata di Pieri. Ci siamo andati a sentire la telefonata, che dura 4 minuti e 22 secondi, iniziata alle 14.40. Ebbene, dopo 25 secondi parte l’ambientale che dura 3 minuti e 37 secondi e Bozzo rimane in attesa. Quindi quel contatto non può essere Moggi-Pieri, perché comincia alle 14.40 e 25 secondi e non alle 14.43. La telefonata Moggi-Garufi, dove si innesterebbe l'ambientale con Racalbuto: la chiamata dura 3'.33" e l'ambientale dura poco più di un minuto e anche qui con i tempi non ci siamo. Ma sentitela la telefonata, perché alla fine Moggi dice: "Ciao Albè", ma Racalbuto si chiama Salvatore. Io ho prodotto l’elenco degli arbitri, e assistenti degli arbitri, dove l’unico Alberto arbitro è un tale Castellani che ha arbitrato una mezza gara di serie B, quindi al di là del contenuto della telefonata, all’altra parte del telefono non c’era Racalbuto. Moggi-Girotto in cui si innesterebbe un'ambientale attribuita a Racalbuto. Anche qui si sente Moggi salutare l’interlocutore e dice "Achì" (come Achille, anche se qui è meno chiaro di quell’altra). Ma al di là di tutto in quella telefonata per due volte Moggi dice “Ma che procuratore hai”, ma gli arbitri non hanno procuratori da quello che so io.
Il "Metodo Di Laroni". Il metodo Di Laroni: ci ha specificato che quando parla di contatti possono essere sms, tentativi, chiamate vere e proprie. Credo che questo metodo non abbia nulla di scientifico e qui richiamo le conclusioni del consulente di Fabiani alle quali rimando. Lo stesso Di Laroni ci parla di dati alla rinfusa che non si capiscono, di tabulati forniti dai gestori poco chiari, di dati elaborati a mano. Ma il traffico di cella non puoi farlo dal tabulato perché quella cella agganciata può esserlo solo perché quelle vicine erano tutte occupate. Ancora Di Laroni ci dice che non ha verificato il raggio di azione della cella, se erano celle rsd o no, quale era la priorità di roaming, non ha allargato l’indagine ai codici IMEI dei telefoni. Se qualcuno avesse infilato la scheda svizzera in un telefonino italiano, sarebbe stato scoperto subito. Tutti quelli che fanno analisi del genere lo fanno utilizzando un programma specifico, lui lo ha fatto a mano. Genchi è scemo, loro i furbi, ci hanno messo un anno, se utilizzavano il programma Analyst ci mettevano una settimana, ma non l’hanno fatto, forse perché il dato fatto a mano non era verificabile ma quello del programma sì, e magari utilizzavano il resto del tempo ad arrestare i delinquenti. Ci dice inoltre che non è stata verificata la presenza della persona in quel luogo in quel dato momento. No, se Bertini abita ad Arezzo gli attribuisco una scheda che aggancia Arezzo. Ancora: se l’arbitro era presenta a Coverciano, e la cella agganciava, si mette nell’informativa, se non era presente e non agganciava, si mette, se era presente e non agganciava, non si mette nella informativa. Su mille raduni, mi parli solo di quando ti fa comodo! Sei un imbroglione!
Basterebbe già questo ma ad un certo punto ci siamo accalcati a fare verifiche e che abbiamo trovato? Perché non è stato accertato a chi erano anagraficamente intestate le schede? Lo fanno solo con le prime 3 e, visto che era così semplice come dice Auricchio, perché non lo fanno per le altre? Magari qualcuno di questi aveva commesso l’errore di intestarla a un amico o a un parente. O forse sono state fatte e non si è voluto dirlo? Io non mi meraviglio più di niente dopo le porcherie che ho visto in questo processo! Qui siamo all’ABC e questo era il Reparto Operativo di Roma!
Secondo: ma perché non vai ad interrogare coloro che vengono contattati dalle schede? O lo hai fatto informalmente e non lo hai mai detto? Io non posso pensare che i carabinieri siano così stupidi da non fare le due cose principali che qualunque allievo carabinieri farebbe. Le prime nove schede sono state attivate dopo nove mesi dall’acquisto eppure Bertolini in quel periodo fa altri viaggi per comprarne altre. Ma perché?
Incongruenze tecniche: Di Laroni ci dice che la sim di Bergamo, dopo una certa data, fa chiamate solo verso numeri italiani e che ad un certo punto chiama il marito della Fazi: la chiamata dov’è? Ancora: su tutta una serie di arbitri, nella prima informativa la scheda di Bertini agganciava il 1° marzo 2005 Coverciano. Nella seconda, o nella terza, aggiungevano ulteriori celle e non c’è nulla di male, ma non puoi far sparire quelle che già c’erano prima. Le celle compaiono e scompaiono. Si prova a dire che la prima informativa non era attendibile in quanto non c’era il prefisso. Ma il problema non è questo, il ponte o si aggancia o non si aggancia.
Le telefonate in contemporanea. Mentre una scheda è al telefono con un'altra scheda, parte una telefonata verso un’altra scheda ancora. C’è un contatto di 40 secondi tra due schede ma due secondi dopo una delle due ne chiama una terza. Di queste telefonate ce n’è una marea e non è possibile! E le conclusioni di Di Laroni è che non sapremo mai i dati certi sulle telefonate. Altro elemento di incongruenza è il 119 Tim che chiama le schede svizzere. Di Laroni, poi, quando fa riferimento alle telefonate dice sempre “Circa”, poi ci ha raccontato la storiella che se è Tim si divide per tre, se è Wind i divide per cinque, e io non ci ho capito niente se non che questo è il processo del circa.
Ma il vero punto debole è che i contatti non corrispondono. Presidente, se io Vi chiamo 5 volte, sul mio telefono ci saranno 5 chiamate in uscita, sul Vostro 5 in entrata... ce ne fosse uno che corrisponda a questo criterio! Ad esempio tra Moggi e Bertini non corrispondono e Di Laroni ha detto di non sapere il perchè. Se non ho chiamate in entrata da un numero, non possono essercene 9 in uscita dall’altro. Qui facciamo ridere! Di Laroni ci dice di non sapere con certezza quante volte una scheda ha chiamato l’altra e Bertini si è beccato 4 capi di imputazione solo per questi contatti con Moggi e Fabiani! E Di Laroni si permette di dire che non sa quantificare questi contatti! E quando gli facciamo queste contestazioni, risponde: "Si saranno parlati almeno una volta". Ma che facciamo a peso? Che pagliacci!
E quando Lei, Presidente, gli ha chiesto di essere più preciso su questo punto, ha detto di non poterlo fare perché i dati erano poco chiari, che era "un rischiatutto"! Ma vergognati, vergognati, hai rovinato la vita delle persone!
E allora sulle schede o fate un atto di fede su Di Laroni o niente, non ci sono prove. Questa è monnezza, Presidente, pura monnezza.
Vediamo velocemente le ipotesi di frodi sportive.
Capo B. Udinese-Brescia. Ammonizioni di Pinzi, Muntari e Di Michele. Non erano diffidati, hanno giocato contro la Juventus!. Jankulovski non fu espulso da Dattilo ma su segnalazione dall’assistente, perché aveva dato un pugno in faccia a Mannini. Se andiamo a vedere il tabellino della Gazzetta, stavolta Auricchio non lo ha letto perché c’è scritto tutto per filo e per segno. Nonostante tutto, il pm va avanti e porta come prova la chiamata tra Moggi e Giraudo quando Giraudi dice: "Se Dattilo è un po’ più sveglio dimezza l’Udinese". Dattilo non espelle mezza Udinese, ma mezzo Brescia, perché ne manda fuori 5! Questa è la verità. Giraudo dice una cosa ovvia ma ai pm non gliene frega niente! Ma un minimo di vergogna devi averlo, se vedi che non sono diffidati fermati, non fare l’imputazione! Mica si preoccupano di controllare se è vero!
Capo C. Siena-Juventus 0-3. Moggi, Fabiani e Bertini, una frode semplice, senza panna. Quali le prove? I tabulati delle schede svizzere, dove, dal 18 al 26 ottobre, una settimana prima e tre giorni dopo, ci sono 42 contatti con Bertini. Ora, a parte quello che vi ho detto sui contatti, ma 42 contatti nel corso di una settimana per Siena-Juventus, 14 il giorno della partita, Moggi-Fabiani-Bertini, il pm parla di prova logica. Io dico: Bertini è arbitro associato, che lo devo chiamare a fare 42 volte? Ma è de coccio, Bertini? Ma che gli devo dire? Il pm dice che il contatto è la prova! 14 contatti durante il giorno della partita, non si rendono conto del ridicolo. E Auricchio dice di non ricordare nemmeno la partita! E come è finita nel capo di imputazione?
Capo D. Juventus-Chievo 3-0. Moggi, Fabiani e Pieri. Altra frode semplice senza intercettazioni ma solo con i contatti. Non ci sono atti fraudolenti! Ma devo dire che da questi contatti Moggi esce come persona molto ma molto educata, continuano anche dopo la partita, ringrazia sempre! Se torniamo ai fatti e non alle chiacchiere, Auricchio dice che non sa nulla della partita…
Capo E. Lecce-Juventus 0-1. Moggi e Giraudo. Qui l’atto fraudolento è il sorteggio di cui abbiamo già parlato. Questa imputazione nasce da una telefonata postuma tra De Santis e Manfredi Martino. Auricchio la descrive dicendo che emerge il rapporto di amicizia tra l’arbitro e la Juventus in quanto De Santis usa un tono compiaciuto e con sicurezza di poter godere di un'impunità. Sa di che stiamo parlando? Di magliette! De Santis dice che ne ha avute 23! Abbiamo accertato in questo processo che era un’usanza di tutte le squadre. Buffoni che non siete altro!!! E allora gli domandiamo che accertamenti hanno fatto e la risposta sono gli accertamenti tecnici. Boh? Avranno contato le magliette! E allora, abbiamo sentito Del Piero, Zeman, Morganti, Ledesma e tutti hanno detto che il campo era pesante ma che si poteva giocare, che nessuno aveva chiesto di sospenderla. Ma era significativo anche quello che dice Morganti: le magliette gliele aveva portate Secco e non Moggi, ma Auricchio si guarda bene dal riferirlo, imbroglione che non sei altro, sempre in senso buono! Ma ancora: Moggi, questo mostro, è sceso negli spogliatoi, ha salutato la terna e poteva farlo, e a Ceniccola che gli diceva: 'Pensa che possa tornare a fare la Juve?', ha risposto: 'Sempre deve tornare!'. Ebbene, quella fu l’unica partita di Ceniccola con la Juventus in quell’anno! E questo ci ha fatto un altro romanzo. E Ceniccola si è preso un'imputazione e tra l’altro voleva la maglia di Ibra e De Santis gli ha dato quella di Zambrotta!
Capo F. Juventus-Lazio 2- 1, contestato il sorteggio. Per il pm le prove sono un'intercettazione Moggi-Baldas e tre telefonate del settembre 2004, che non capisco la rilevanza, ma io Vi segnalo le telefonate "rilevanti" che non si trovavano, quasi tutte del 5 dicembre, qualcuna del 2, tra i designatori e l’arbitro, in cui si capisce la buona fede dei tre.
CAPO G. Fiorentina-Bologna. Atto fraudolento: sorteggio e ammonizioni. Il cavallo di battaglia sono due telefonate. Quella ambientale Moggi-Garufi, in cui si ipotizza che sia Racalbuto, e Moggi-Damascelli. Abbiamo accertato che Nastase e Petruzzi non erano i titolari, in quanto avevano fatto 7 e 17 presenze su 35 gare e abbiamo accertato che Gamberini non era diffidato. Abbiamo sentito Pirondini, assistente, poi l’osservatore che ci ha detto che l’arbitro aveva arbitrato bene. Tralascio la Moggi-Tosatti e la Moggi-Melli in cui Moggi dà giudizi negativi su De Santis, ma veniamo all'intercettazione di Damascelli che chiama Moggi. Damascelli dice che 'abbiamo i tre difensori del Bologna squalificati' e Moggi non sa di chi si stia parlando. Qui un giornalista dice una stupidaggine al telefono e loro ci costruiscono un capo di imputazione! SOMARI! Ma quale serietà ha questa indagine e questa gente che ha avuto anche il coraggio di venire davanti a Voi a chiedere la condanna sulla base di queste pagliacciate!
Capo I. Bologna-Juventus, frode semplice. Abbiamo sentito tutti gli interessati e nessuno ha detto niente di negativo, solo l’osservatore dice di aver dato una valutazione sotto la sufficienza perché dopo le proteste del Bologna per la mancata concessione di un rigore, Pieri è entrato in difficoltà ed ha perso la partita di mano. Qui avevamo le telefonate ma non si trovavano. Eccole: Bergamo-Pairetto e Pieri-Pairetto. Io manco ve le leggo, andatele a leggere, dimostrano la buona fede dell’arbitrro che ammette l’errore e dopo questa gara, visto che era amico di Moggi, è stato sospeso un mese e i due designatori, nella loro rubrica del martedì sulla Gazzetta, lo massacrano dicendo che ha arbitrato male e preannunciano la sua sospensione.
Capo M. Juventus-Milan 0-0. Un po’ l’abbiamo trattata prima, ci sono solo contatti dal 14 dicembre al 20 dicembre, e vale il ragionamento di prima, con Bertini. Auricchio non sa dire nulla, non ha fatto indagini, abbiamo sentito Ivaldi e Pisacreta che hanno parlato di partita normale. Qui Moggi ha la fortuna di avere un sodale e pareggia 0 a 0, le telefonate forse servivano per dire: mi raccomando pareggiamo, e Bertini: "Ma non ti devo far vincere?".
Capo N. Roma-Parma 5-1, in relazione a Parma-Juve. Atto fraudolento le ammonizioni di Pisano e Contini. Non ci sono intercettazioni. Hanno fatto le indagini sui diffidati, hanno visto che c’era Racalbuto, che sono stati ammoniti i due del Parma e ce l'hanno infilate nel capo di imputazione. Abbiamo sentito tutti, inutile ripetere.
Capo O. Cagliari-Juventus 1-1. Ci sono una serie di frodi che sono solo pareggi, cioè uno froda per pareggiare con il Cagliari. Frode semplice, senza atti fraudolenti. Le dichiarazioni di Cellino sull’atteggiamento aggressivo nei confronti del Cagliari. Innanzitutto vi dico che abbiamo trovato delle telefonate tra Bergamo e Pairetto, tra Racalbuto e Bergamo e tra Racalbuto e Pairetto in cui si capisce che questo qui non ha aggredito nessuno. Questa è un’altra imputazione da bar dello sport. Qui Auricchio ammette di essere entrato nelle questioni tecniche della gara e viene investigata solo per le polemiche di Cellino sui giornali!
Capo P. Messina-Parma. Frode per conto terzi, perché Moggi è "bono de core", come si dice a Roma. Non ci sono intercettazioni. Moggi, Fabiani e Bertini che, siccome non capisce, si deve sentire con i due da una settimana prima al giorno dopo la gara. Qui viene coinvolto pure il quarto uomo Dattilo perché dai tabulati si rileva un contatto con Dattilo. Per truccare Messina-Parma si deve mettere in mezzo anche un’altra persona, addirittura.
Capo Q. Juventus-Udinese. Atti fraudolenti le griglie dei sorteggi, ci sarebbero intercettazioni di incontri a Roma con la Fazi. Anche qui è da chiacchiere da bar. Non ci sono prove, ma si parla di atteggiamento dell’arbitro e io da che mi devo difendere? Dall’atteggiamento?
Capo R. Siena-Messina. Imputazione senza atti fraudolenti. Bertini qui si becca l’imputazione per i soliti contatti di tutta una settimana prima. Nasce da un’equazione. Bertini fa parte della cupola, Fabiani sta a Messina, Fabiani è amico di Moggi e li mettiamo tutti insieme. Ma non c’è davvero nulla su cui discutere.
Palermo-Lecce. Ammonizioni dolose e il pm ha chiesto l’assoluzione per il discorso che al momento della partita De Santis era sdoganato per loro e, quindi, faccio finta che non esiste, non è confacente all'ipotesi associativa. Solo per questo.
Capo Z. Roma-Juventus. Moggi, Giraudo e Racalbuto, senza atti fraudolenti, non ci sono accertamenti. Dopo questa gara Racalbuto viene sospeso per otto turni. Si dice che all’arbitro viene chiesto di portarsi un telefonino sicuro per comunicazioni eventuali. Ed effettivamente Gabriele riceve un messaggio di Bergamo che gli dice: 'Fate attenzione che il gol della Juve è in fuorigioco', e per quel messaggio viene assolto. Abbiamo sentito i protagonisti e abbiamo sentito il guardalinee assumersi la responsabilità dell’errore; e anche per questo capo di imputazione c’è una serie di telefonate in cui si capisce che Racalbuto era assolutamente in buona fede, tutte sparite!
Salvataggio della Fiorentina. Chievo-Fiorentina 1-2. Non affronterò quelo che vi hanno detto i difesnori dei Della Valle e di De Santis, per noi il pm ha messo a carico di Moggi una telefonata di cinque mesi e mezzo prima tra Moggi e Mazzini. Ora, facciamo un discorso sul concorso. Secondo l’accusa, Della Valle e Mencucci si alleavano con Mazzini con l’assenso di Moggi quindi il concorso sarebbe di mero assenso. Cominciamo col dire che ai fini della sussistenza del concorso è necessario un contributo causale specifico perché il semplice consenso non comporta il concorso. Ciò è valido anche per il concorso morale.
Fiorentina-Milan. Moggi protesta non per la Fiorentina ma per sé, perché non sono stati ammoniti i tre diffidati e alla fine della telefonata dice: "pensiamo a salvà la Fiorentina", e che gli doveva dì? Prenditela in saccoccia? Sono telefonate di vicinanza, sono amici. Che doveva dire? A febbraio Della Valle aveva votato Carraro e che c’entra? A maggio Moggi doveva ancora essere riconoscente? Queste telefonate sono a ridosso dell’incontro a Villa La Massa al quale Moggi non è invitato e, quindi, il capo della cupola all’incontro determinante per salvare la Fiorentina non viene invitato. Auricchio dice ancora che De Santis ha avuto un ruolo determinante per il salvataggio della Fiorentina. Ma ricordo a tutti che il pm ritiene che De santis in quel periodo sia sdoganato, ma questo sdoganamento ad un certo punto deve rientrare. E infatti Auricchio dice che verso la fine del campionato rientra nei ranghi, però la parte finale non è a favore della Juventus ma a favore della Fiorentina! Moggi, quindi, gli va a chiedere il favore di salvare la Fiorentina quando lui sta arbitrando da mesi contro la Juventus. In questo salvataggio della Fiorentina Moggi non c’entra in nessun modo. Di Laroni dice ancora che la scheda attribuita a De Santis dalla fine di marzo non funziona più. Ma poi Presidente, Moggi, criminale così raffinato, aspetta l’ultima gara per salvare la Fiorentina? Ma scherziamo? È demenziale. È un’altra bufala clamorosa. Anche qui abbiamo delle intercettazioni sparite e ritrovate alle quali Vi rimando.
Lecce-Parma. Qui Presidente la cosa singolare è che non c’è la condotta di concorso a Moggi. Non viene assolutamente nominato nel capo di imputazione. E allora mi volete dire sulla base della giurisprudenza quale è il mio rapporto causale? Che reato ha fatto per Lecce-Parma? Il PM ci indica 15 telefonate. Ce ne fosse una di Moggi! E poi, alla fine della partita, ci fosse una telefonata a Moggi per ringraziarlo! Cioè lui organizza tutto questo po' po' di cose e alla fine nessuno si sente di chiamarlo per ringraziarlo!!!
Io mi accingo a concludere. Chiedo la inutilizzaabiluità delle schede straniere per violazione del 191 696 729 codice di proceduta penale e trattato bilaterale italo-svizzero, di assolvere Luciano Moggi da tutti i capi di imputazione con la formula "perché il fatto non sussite".
Vi chiedo la trasmissione alla Procura di Napoli degli atti delle testimonianze di Baldini, Nucini e Auricchio per falsa testimonianza e la trasmissione degli atti per abuso in atti di ufficio, falso ideologico, e calunnia in danno di Moggi alla Procura di Roma.
Chiedo l’acquisizione dell’elenco delle telefonate con i "baffi colorati" di cui ho parlato.
C’è opposizione del PM all'acquisizione dei tabulati con i "baffi": "E' la stampa dei vostri cd", mentre Gallinelli e la difesa di Pairetto si associano alla richiesta. Il Presidente Casoria si riserva di decidere e acquisice provvisoriamente.
Viene fissata la nuova udienza per il 25 ottobre quando dovrebbe esservi l'arringa della Morescanti.
La redazione rivolge un grandissimo "Grazie" a Francesco/Frales per l'estenuante lavoro svolto in aula, un esempio e la prova che, volendo, si può fare una informazione completa, cosa che non fanno i giornali con un tandem di inviati presenti in aula, che si limitano ad una stringatissima ed incompleta "cronaca".