Ultima udienza prima della pausa estiva per il processo "Calciopoli", con le importanti arringhe difensive da parte degli avvocati di Bertini, Pairetto, Titomanlio e Mazzei.
L'avvocato Messeri, difensore di Bertini, ha messo nel mirino soprattutto la parte di indagine sull'attribuzione delle sim straniere, fatta "a mano" da Di Laroni sulla base "delle schifezze date dagli operatori", come disse in aula il maresciallo. Messeri ha anche evidenziato che costituendosi parte civile contro Bertini la FIGC ha violato la clausola compromissoria, cosa mai evidenziata da nessun media, ma si sa che questa cosa fa stracciare le vesti ai giornalisti solo quando a farlo potrebbe essere la Juventus. Infatti è tornata di moda ora che si parla di eventuali azioni legali, al di fuori della giustizia sportiva, da parte della Juventus, mentre nessuno l'ha ricordata mentre scriveva che l'Inter avrebbe sicuramente percorso la strada del TAR se le fose stato tolto quello scudetto di cartone.
L'avvocato Sena, difensore di Pairetto, ha trattato l'imputazione di associazione a delinquere e messo in risalto diverse stranezze e mancate verifiche delle accuse. Fantastico quando ha descritto cosa avrebbe dovuto fare Pairetto, secondo quanto scritto dagli uomini della squadra Offside, per truccare il sorteggio. Sena ha evidenziato che l'UNICA grigliata intercettata di Moggi "quella dell’una di notte di Moggi è successiva ad articoli di giornali che la mattina stessa avevano pubblicato le previsioni della griglia!", quindi ha rimarcato che hanno avuto poco tempo per lavorare sulle intercettazioni perché hanno ricevuto molto tardi la chiave per aprire i CD con i brogliacci "su cui nella maggior parte dei casi vi è scritto: non rilevante. Ma non rilevante per chi?".
L'altro legale di Pairetto, Bonatti, ha invece condotto la sua arringa sull'analisi dei capi di imputazione per frode sportiva, ed a proposito delle deposizioni di Nucini ha dichiarato: "Nucini ha chiaramente fatto una falsa testimonianza. Valutino le Signorie Loro se non sia il caso di inviare gli atti alla Procura per il reato di falsa testimonianza!". Bonatti ha poi espresso un giudizio molto duro sulle indagini: "Non c’è nessuna telefonata tra arbitri, assistenti e designatori che possa far pensare a tentativo di fuorviare i pareri. Quelle che sarebbero migliaia di telefonate, possibile che non ti scappi un “bravo, è andata bene, hai ammonito i diffidati, hai dato quel rigore che non c’era ecc. Possibile che questo processo si sia basato su una percentuale che si avvicina allo 0,1% delle telefonate? Anche io potrei costruire un film facendo un collage di una percentuale così bassa. Si sono selezionate solo alcune telefonate e all’interno di quelle si è selezionata una singola frase. Così non si lavora, è scorrettezza. C’era una mole immane, e Beatrice dice che le difese non hanno dato una mano. E come avremmo potuto fare se ci venivano forniti brogliacci in cui si dice "nulla di rilevante", "Alberto parla a uomo", "uomo parla a uomo". E come si fa? I dischi di Pairetto non si aprivano e abbiamo avuto la chiave elettronica solo a settembre 2010!".
Anche l'avvocato Ostellari, difensore di Titomanlio, ha manifestato la sua lamentela per il lavoro di indagine, evidenziando che la trascrizione della più importante intercettazione dell'accusa contro Titomanlio è errata, come rilevato anche dalla giustizia sportiva nel 2006.
Abbiamo seguito la diretta Live dell'udienza grazie al solito contributo dall'aula 216 del nostro inviato Francesco/Frales.
Ore 9.40 - L'aula 216 si sta riempiendo. Oggi Bertini dovrebbe essere il primo a parlare se non dovesse insistere Pairetto a farlo. La difesa di Bertini sta allestendo in aula anche un proiettore per mostrare azioni di gioco.
Avv. Messeri, legale di Bertini: Ritengo che questo sia il processo di “quelli che il diritto”. Siete chiamati a fare una sentenza importantissima per la rilevanza mediatica che questo processo ha, soprattutto dopo le sentenze sportive che lo hanno preceduto. Credo che sia giunto il momento per gli imputati di riacquistare la propria dignità. Bertini è una brava persona e deve essere giudicato per quello che ha fatto. In quest’aula si è parlato più di Gazzetta dello Sport che di codice penale ma la sentenza dovrà essere fatta con il codice, per il rispetto del popolo italiano. E il rispetto si ha solo seguendo le regole. La soluzione di questo processo è nelle cose semplici, nel codice c’è scritto tutto. Il principio di presunzione di innocenza è di assoluta civiltà giuridica che si aggancia all’onere probatorio che con il nuovo codice di procedura penale si è imposta come regola principale a carico del PM. Il fatto del processo penale è la colpevolezza dell’imputato e deve essere il PM a dimostrarlo. Qui c’è il reato dell’associazione a delinquere in cui manca ogni presupposto. E poi c’è la frode sportiva che non solo è senza prova ma anche senza accusa, e vi spiegherò il perché. Il fatto che il PM ha posto in esame nel processo è: ci sono delle telefonate riservate che presuntivamente avvengono tra alcuni dirigenti e alcuni arbitri. Il presupposto ulteriore è che queste schede siano state fornite da Moggi e Fabiani. Da qui dovrebbe discendere la prova dell’associazione e della frode, quindi, due conseguenze dallo stesso fatto. Dobbiamo confrontarci con questo capo di imputazione. Il processo ho provato a dividerlo in indiziario (sul possesso della scheda telefonica) e documentale (per quanto riguarda la frode sportiva di Inter-Fiorentina, perché lì si contesta una condotta specifica: l’ammonizione di due giocatori della Fiorentina diffidati che non giocano con la Juventus). Sul primo fatto, le schede telefoniche, ci sono due gruppi di schede e quella attribuita a Bertini fa parte del secondo, per il quale non c’è nemmeno la prova che siano state comprate da Moggi o da Fabiani, secondo quello che ci ha detto Di Laroni. Il PM dice che possedere una scheda telefonica riservata, che non vuol dire non intercettabile, consegnata da Moggi o Fabiani, costituisce partecipazione ad un’associazione e l’utilizzo, prima o dopo alcune gare, costituisce il reato di frode sportiva. Quindi si deve vedere se è vero che Bertini possedesse una scheda riservata, poi che gli sia stata consegnata da Moggi o Fabiani, e infine che quella scheda sia stata utilizzata per effettuare una frode.
Oltre ogni ragionevole dubbio. Bene, se mi devo difendere dall’accusa del possesso, non posso dire “non ce l’avevo”. L’onere probatorio compete al PM e, se non riesce a soddisfarlo oltre il ragionevole dubbio, l’imputato deve essere assolto. In subordine, l’avere usato una scheda riservata non integra la partecipazione associativa e non integra la frode sportiva. Quindi il PM deve provare la consegna della scheda 155 a Bertini e l’utilizzo della scheda in determinate situazioni. Dunque, se si ritiene che il possesso della scheda in sé non significhi nulla possiamo anche chiuderla qui, altrimenti bisogna ricostruire il percorso e noi accettiamo la sfida. Uno dei punti dell’accusa è che questa scheda sia stata consegnata a Bertini da Moggi e Fabiani. La 155 finale non fa parte delle schede acquistate da Moggi e Fabiani, quindi non c’è nemmeno la prova che questa scheda sia mai stata acquistata dai due e questo lo dice Di laroni.
Ho parlato di processo indiziario. Chi aveva in uso la scheda n° 155? Il pm cerca di ricavarlo da un procedimento indiziario che sarebbe risalire ad un fatto ignoto partendo da un fatto noto attraverso una massima di esperienza. Qui il procedimento fatto dal pm è errato prima perché non vi è un fatto noto che dovrebbe essere il dato che deriva dal tabulato telefonico. Se dal fatto noto si vuole desumere l’ignoto, il noto deve essere certo. Perché poi non può essere utilizzato come indizio? Perché sono state utilizzate delle massime di esperienza che sono sbagliate. Se dico che tutte le telefonate sono fatte da un soggetto devono essere fatte dal luogo di residenza, dico una cosa errata perché con i cellulari ci si può spostare dovunque, quindi dire che tutte le telefonate partite da Arezzo sono di Bertini perché è di Arezzo è un errore giuridico. Vediamo cosa è il tabulato dal punto di vista probatorio. Esso è un documento che segue la regola di tutti i documenti: una produzione nel giudizio, un giudice che ne rilevi l'utilizzabilità. Ma in questo caso è un documento un po’ particolare, un documento informatico, un dvd e il dato contenuto in esso è un dato grezzo che se non è sbobinato, trascritto, non ha grande valore. Il risultato probatorio è quindi la valutazione che il giudice deve fare di quel dato grezzo.
Gli schemini del Di Laroni. Di Laroni ci ha detto “i gestori telefonici ci danno la loro schifezza, poi piangitela tu”. Questa dichiarazione la fa dopo averci spiegato in molti modi come era avvenuta l’acquisizione del documento. Io stesso ho fatto una fila di domande interminabili a Di Laroni su come aveva ottenuto questo documento e non ci ha fornito una risposta chiara. Quel documento, quindi, è un documento anonimo e, in quanto tale, non utilizzabile in questo processo. Ricordo che stiamo parlando di schede svizzere per le quali quando viene effettuata una chiamata dall’Italia per l’Italia, la storia della telefonata riguarda il territorio italiano e lì finisce. Se invece è fatta dall’Italia per l’estero la telefonata aggancia un ponte che riformula un numero e ciò porta come conseguenza che non tornano i numeri. Se la 155 chiama due volte la 185, dovrei trovare due chiamate in uscita dalla prima e due in entrata nell’altra, ma invece non è così. In questo processo, quindi, non c’è mai un dato grezzo, ma i dati forniti da Di Laroni che sono passati dalla sua valutazione. La testimonianza di Di Laroni in realtà è stata una consulenza e come tale deve essere utilizzata. Mi si dice che la scheda aggancia celle di Arezzo senza aver fatto un mappale e, quando io chiedo se sa quali sono i quartieri di Arezzo, mi viene risposto che non interessava perché sono tutte nel quartiere di Arezzo, ma in realtà non è così perché una di quelle era vicina al casello autostradale di Arezzo e chiunque passi di lì può agganciare la cella. Poi mi si dice che molte di quelle telefonate provenivano da Arezzo e che Bertini è di Arezzo e quindi le faceva lui. Bene, qui c’è una confusione tra il concetto di residenza e quella di domicilio e quando io ho chiesto se è stato verificato dove si trovava Bertini, quando la scheda agganciava la cella di Arezzo, mi è stato risposto di no, mentre era compito di chi investigava verificare questo dato. Si è detto anche che ad Arezzo c’era solo Bertini che era tesserato e anche questo non è vero, perché ad Arezzo c’era anche Nicchi, poi l’Arezzo giocava in serie B allora, poi ci sono degli assistenti come Camerota, insomma una serie di persone legate con la Federazione. Inoltre viene preso in esame il concetto dell'ubicazione di Bertini al momento dei raduni di Coverciano e, in determinati casi, questa scheda aveva agganciato celle vicine a Coverciano. Sono stati monitorati 6 raduni e in 4 di queste circostanze sono state agganciate le celle. Ma non è stata data la stessa importanza quando Bertini era all’estero. Si è detto: quando Bertini era all’estero la 155 non ha telefonato. Ebbene, perché questo criterio non è stato seguito nelle 2 circostanze in cui Bertini era a Coverciano e la scheda era muta? Non si può a livello indiziario collocare la 155 a Bertini. Non lo si può fare perché, ammettendo che siamo a livello di indizi, per poterlo utilizzare l’indizio deve avere delle caratteristiche. Posso utilizzare l’indizio a condizione che non ci siano altre prove che lo smentiscano o dicano il contrario. Altro passaggio importante della testimonianza di Di Laroni è quello nel quale ci dice che ci sono stati degli errori di trascrizione nei tabulati. Anche ammettendo che la testimonianza di Di Laroni possa essere un indizio, deve fare i conti con una prova diretta contraria, e cioè la testimonianza di Paparesta. Cosa dicono padre e figlio?
I Paparesta. Romeo dice che il 24 settembre 2004 riceve da Moggi e Fabiani, a Napoli, la scheda 185 finale. Ci dice delle cose importantissime: la scheda era contenuta in un telefonino, poi che aveva intrattenuto rapporti di lavoro con Moggi e lui, come ex arbitro, aveva avuto l’incarico di collaborare in quanto a Moggi sembrava che vi fossero stati arbitraggi sfavorevoli alla Juventus. Ci dice, inoltre, che egli non sapeva che quella scheda fosse svizzera e lo ha saputo quando, telefonando alla controparte e trovando il telefono spento, gli ha risposto una voce di un gestore straniero. Quindi non c’è la prova che chi ha ricevuto il regalo sapesse che dentro c’era una scheda svizzera. Anche questo aspetto apre falle ernormi sotto l’aspetto soggettivo del reato. Terzo punto importante di Romeo: in questo telefonino c’erano 4 numeri telefonici: Angelo 1, Angelo 2, Luciano 1 e Luciano 2. Questa scheda, inoltre, dice Romeo, l’ha sempre utilizzata lui, tranne che in tre occasioni in cui l’ha prestata al figlio: dopo Reggina-Juventus, a Bagni di Romagna, perché aveva necessità di parlare con Moggi e Fabiani, e infine a Quarto d’Altino, dove accompagna la madre per una visita medica. Qui gli unici che non sono sotto processo sono quelli che hanno ammesso di avere la scheda, Romeo Paparesta e Nucini, mentre per Ambrosino viene chiesta l’assoluzione e, secondo il Di Laroni e l'accusa, ne aveva 2. Quindi il pm esercita l’azione penale in direzioni diverse! A mia domanda se conoscesse Bertini, Romeo Paparesta risponde che lo conosce solo come arbitro, come amico del figlio. Quindi dalla 185 di Paparesta non è mai partita alcuna telefonata verso la 155 attribuita a Bertini. Gianluca Paparesta conferma la deposizione del padre. Gianluca ci dice che lui e Bertini si sentivano spesso ed erano molto amici, ci ha parlato anche del giorno di Bagni di Romagna in cui si sfogava con l’amico dicendo che non sapeva se era il caso di continuare. Paparesta dice di aver chiamato Bertini dal suo cellulare normale, al cellulare normale di Bertini. Dice ancora di non aver mai chiamato Bertini sul numero svizzero e di non sapere nemmeno che l’amico avesse una scheda riservata.
Brancaleone. Più che di associazione si può parlare di armata Brancaleone: questa associazione nasce male perché non ho capito se i promotori sono Moggi, Giraudo e Fabiani, se nasce nel 1999. Che sarebbe successo se Moggi si fosse trasferito al Milan? Si sarebbe portato dietro tutto? E quindi la Juventus che c’entra? Se si volesse far riferimento alle squadre, di questa associazione farebbero parte Juventus e Messina! Della Figc, dopo che sono usciti al rinvio a giudizio Carraro e Ghirelli, è rimasto solo Mazzini, anche molti dell’Aia sono stati esclusi.
Scopi della cupola. La struttura avrebbe questi scopi: favorire la Juventus sul Milan, favorire Carraro su Abete e risolvere il problema dei due designatori. Sul primo punto, la Juve sul Milan: come si concilia con il secondo punto in cui il Milan si allea con la Juventus per l’elezione di Carraro? Ma in questa competizione Carraro-Abete c’è un accordo tra i due; e ciò manda su tutte le furie Cellino che rappresenta la minoranza che voleva avere più peso specifico e non individuavano delle frodi sportive, perché si badi che non c’è mai stato un solo tesserato che abbia fatto una denuncia di partite truccate. I due designatori, poi si è visto che litigano tra di loro, non vanno d’accordo e si capisce il perché: questa scelta è venuta fuori dalla cosiddetta cena delle 7 sorelle. Quindi i due fanno parte dell’associazione litigando tra di loro e alla fine di quell’anno nessuno dei due fa più il designatore.
Lo score di Bertini. Favorire la Juventus sul Milan. Bene, vediamo come si è comportato Bertini in quell’anno. Bertini arbitra contro l’armata. Arbitra 6 volte il Milan: 4 vittorie del Milan e 2 pareggi (una vittoria è contro il Messina di Fabiani e un pareggio contro la Juventus di Moggi), media punti: 2,33. Bertini arbitra 3 volte la Juve e questo la dice lunga: 2 pareggi a Palermo e col Milan e una vittoria col Siena. Media punti: 1,67!
Cosa offre la cupola. Quali sono i vantaggi che l’armata Brancaleone offre agli arbitri, visto che non ci sono prove su passaggio di denaro? Vantaggi di carriera e di un protezione mediatica. Se sono veri i dati processuali che la 155 è stata consegnata nel 2004, gli arbitri in questione erano già "internazionali". Sulla protezione mediatica anche il pm ha citato una chiamata di Moggi a Baldas dopo Juve-Milan 0-0, in cui Moggi avrebbe chiesto di non parlare male di Bertini; ma se vedete bene lo scopo della telefonata non è di difendere Bertini ma la Juventus. Questo dato inoltre si scontra con un’altra telefonata del 7 marzo 2005 tra Moggi e Biscardi, dopo Atalanta-Milan 1-2 arbitrata da Bertini: con questa vittoria il Milan aggancia la Juve, ci sono 2 episodi a suo favore, con una mancata espulsione di Nesta e un gol al 94', e Moggi si lamenta di Bertini che ha regalato la vittoria al Milan. Questa è la protezione mediatica!
Se pure fosse esistita questa "associazione" si sarebbe trattato di un'associazione trasversale alla Figc e ai rapporti istituzionali. La Juventus e il Milan, che erano associate nella scelta dei designatori, poi sarebbero state protagoniste di quel campionato falsato, secondo la ricostruzione del PM! La gerarchia dell’Aia è chiara: al primo livello ci sono i designatori, poi gli arbitri e poi gli osservatori. Ebbene, secondo la ricostruzione del pm, le schede riservate vengono dall’esterno e le varie componenti non sanno delle altre. Se Bertini deve parlare con i designatori chiama sul loro telefono ufficiale!
Esclusi gli osservatori. L’osservatore, poi, ha una grande importanza. Voi dovete fare conto con documenti che sono i rapporti arbitrali, il discrimine su cui il tribunale non può decidere. Gli osservatori non fanno parte di questo processo e quindi i loro documenti sono inattaccabili. Si è cercato di sminuire questa figura perché non coincideva con la teoria dell’accusa. Non è così e ce l’hanno detto Collina e Rosetti, che ci ha spiegato la differenza tra una gara vista in tv e una vista allo stadio. Rosetti è protagonista del più clamoroso errore di quell’anno, in Lazio-Fiorentina, e ci ha detto che dal campo non l’aveva visto. Il designatore ha la stessa percezione dell’arbitro, non quella della televisione con le varie moviole.
Quando ad un arbitro viene chiesto di arbitrare Juve-Milan si tratta di un fatto enorme, come arbitrare Agnelli contro Berlusconi, la Fiat contro la Mediaset, quindi a chi designa l’arbitro non interessa chi vince ma che non ci siano problemi. Per il Milan, se fosse vero quello che è scritto nel capo di imputazione, e cioè che ci sia una struttura che controlla il calcio per far vincere la Juve, i casi sono due: o non te ne sei accorto e allora non fai parte del capo di imputazione, o te ne sei accorto e reagisci con Meani che controlla gli assistenti.
Le contraddizioni. Quindi, tornando all’inizio: la scheda non identifica l’appartenenza all’associazione e non serve a portare un contributo nall’associazione. Se avere un traffico telefonico sulla 155 prima di Juve-Milan, comporta la frode sportiva, perché non lo comporta averlo prima di Atalanta-Milan, con risultato favorevole al Milan? E perché non conta nel traffico telefonico tra la 155 e la scheda di Fabiani prima di Messina-Milan 1-4?
La frode. Passiamo alla frode sportiva. Ne esistono di 2 tipi: una per corruzione, con dazione di denaro, e un’altra che è quella di "altri atti fraudolenti". Qui nessuno contesta la frode del primo tipo, ma viene contestata la frode di altro tipo, e gli altri atti sono il possesso della scheda e il cartellino “arancione” per i diffidati. È un "reato di pericolo a consumazione anticipata" e a "forma libera". È una norma incostituzionale e non facilità il compito di nessuno, né del pm che può fare quello che vuole ma poi deve scontrarsi con le regole del processo e provare quello che dice. In 23 anni non ho mai sollevato una questione di costituzionalità, cerco di farlo anche questa volta, anche se in via subordinata ve la solleverò, ma per salvare il tutto credo che si debba agire con un rigoroso rispetto dell’onere della prova.
Esistono altri reati di pericolo a consumazione anticipata ma non a forma libera. Nell’omicidio non è detto in che modo si debba ammazzare una persona per essere puniti, basta averla ammazzata. In questo caso il fatto che non sia rilevante se la gara è stata veramente alterata mi sposta la partita sulla descrizione della condotta. Questa norma non mi dice che cosa sia vietato fare. Se un atto è idoneo a far realizzare un evento, lo si può vedere solo se l’evento si realizza, ma in questo caso vi è la punibilità anche se non si realizza l’evento: e allora come si fa a capire se l’atto è idoneo? Se il possesso di una scheda senza sapere che cosa mi dico al telefono è atto idoneo, vuol dire che mi devo vedere tutte le partite di quel campionato per verificare se si sia verificato il fatto.
Il “chiunque” di cui all’articolo della frode sportiva non è riferito al partecipante alla gara ma anche a esterni. Anzi, la frode sportiva per il partecipante si può fare solo ricevendo denaro ma abbiamo visto che non è accaduto. Gli altri atti fraudolenti volti al medesimo scopo sono anche poco definiti. È qualcosa che ha in sé l’alterazione della realtà. Non si parla di un atto sportivo: un rigore non dato non è un fatto fraudolento, come potrebbe essere invece montare una porta più bassa di un’altra. Non si capisce quindi come il semplice possesso della scheda potrebbe essere un fatto fraudolento.
NOTA: L’avvocato Messeri presenta eccezione di incostituzionalità della norma, in relazione all’art. 3 della costituzione e all’art. 1 del codice penale, per non essere la norma ben determinata, violando i principi di uguaglianza e di legalità.
Avv. Messeri: Le singole gare addebitate a Bertini sono 5: Siena-Juve, Juve-Milan, Messina-Parma, Siena-Messina e Inter-Fiorentina. Per le prime la contestazione è di possedere la scheda svizzera, ma non c’è scritto da nessuna parte che il semplice eventuale possesso della scheda era un reato. La frode sportiva di Inter-Fiorentina si riferisce alle ammonizioni dei diffidati Obodo e Viali che non giocheranno la gara con la Juventus (l'avvocato Messeri mostra gli episodi delle ammonizioni, ndr).
Obodo viene ammonito perché in occasione di un calcio di punizione in favore dell’Inter si mette ad un metro dalla palla, violando l’art. 5 del regolamento del gioco del calcio. Viali, invece, era alla sua quarta, quinta irregolarità e, inoltre, la Fiorentina aveva anche Dainelli diffidato, che pure si era reso protagonista di alcuni episodi scorretti. E perché in questa ottica non si è andati a vedere Bologna-Fiorentina, citata da Mazzini a Mencucci in una telefonata, in cui non viene ammonito nessuno? E anche in quel caso il Bologna avrebbe giocato con la Juve e aveva due diffidati.
Ritorno ai referti degli osservatori. Abbiamo prodotto i referti relativi alle partite che abbiamo detto e in tutte le gare Bertini esce con una valutazione eccellente. Quindi, bisognerà far conto con questi documenti.
FIGC, e la clausola compromissoria? La Figc in questo processo è costituita contro Bertini, violando la clausola compromissoria. Ebbene, Bertini dai 4 gradi di processo sportivo è uscito con sentenze di assoluzione. Quindi, vengo assolto dal punto di vista sportivo, poi viene fuori un reato penale e mi trovo costituito contro la Federazione. Se non è violazione della clausola questa! In più viene chiesto un danno di immagine quando per il processo federale di Calciopoli, per il processo sportivo, c’è stata un'esposizione mediatica volutamente forte, visto che si sono svolti i gradi di giudizio allo stadio Olimpico e all’Excelsior.
Il tribunale dovrà condannare l’imputato se ritiene verificato oltre ogni ragionevole dubbio il teorema del pm, assolverlo se, invece, ciò non è avvenuto. Ma il codice dice anche che nel caso di dubbio il tribunale dovrà assolvere l’imputato e per questo chiedo l’assoluzione del mio assistito.
In caso contrario, invece di dare un processo al calcio, darete un calcio al processo!
Avv. Sena, legale di Pairetto: Mi occuperò solo dell’associazione e il collega Bonatti parlerà della frode. Proverò a riportare il processo al centro della discussione, posto che tutti siamo stati vittima delle argomentazioni che l'opinione pubblica ha introdotto nel processo. Facciamo un passo indietro. Questo procedimento nasce nel 2002 da una indagine della D.I.A. che cerca di capire se 2 arbitri sono stati collusi con persone che sono indagate per scommesse. Nel restituire gli atti i carabinieri sottolinenano la necessità di effettuare nuove indagini sulla Gea e su Moggi, la procura dà questa delega e gli uomini di Auricchio cominciano a lavorare. Nello stesso periodo un altro ufficio giudiziario sta svolgendo indagini analoghe: la procura di Torino. Le prospettazioni accusatorie sono le stesse ma il risultato diverge. Dopo 2 mesi di intercettazioni il Gip di Torino mette un freno dicendo che non basta che ci sia stato un sorteggio di un arbitro favorevole ma bisogna verificare che quell’arbitro abbia effettivamente aiutato la squadra. E chiede di archiviare. La procura di Napoli, invece, parte lancia in resta e nell'informativa dell’aprile 2005 si trova l'impostazione accusatoria del PM. Vediamo subito l’associazione per delinquere, come scritta nel capo di imputazione: esisterebbe una associazione nella quale vi sarebbero, oltre a Moggi e Giraudo, i due designatori e Fabiani.
Dell’associazione farebbero parte alcuni della Federazione, una segretaria della Can e non l'altro, un giornalista della Rai e nessun altro, il Presidente dell’Aia e nessun altro, 7 arbitri e non tutti gli altri, un assistente e non tutti gli altri. Quello che è meno evidente è che noi abbiamo dei reati dei quali sono imputati dei soggetti che non fanno parte dell’associazione. Non c’è nessun elemento che faccia capire perché, se io sono un arbitro e sono associato, l’associazione mi chiederà di fare la mia parte ma se ci sono altri soggetti il PM dovrebbe chiarire in che modo essi sono tirati in ballo. L’associazione nasce avendo già condizionato i campionati a partire dal 1999-2000 e sarebbe stata attiva fino alla penultima giornata, quando c’è Juventus-Parma arbitrata da De Santis, e l’associazione in quel momento avrebbe interrotto le sue attività per il clamore suscitato dall’evento. Che cosa è accaduto dopo? C’è stato un momento in cui l’associazione è stata ferma? Secondo il capo di imputazione l’associazione si propone di condizionare il campionato 2004-05, ma il PM sa che l’associazione per delinquere è un reato grave in cui è necessario un programma indefinito per il quale i concorrenti sanno di partecipare.
NOTA: L’avvocato legge i 13 punti del capo di imputazione di Pairetto.
Stranezze. Per le prime due giornate di campionato non ci sono oggetti di imputazione, e perché l'associazione dovrebbe partire dalla terza giornata? Se si voleva condizionare il campionato perché alcune gare sì e altre no? Pairetto risponde solo di alcune imputazioni e si dovrebbe pensare che siano le stesse di Bergamo. E invece no. La seconda imputazione è del 5 dicembre, per una gara in cui sono imputati insieme e Bergamo ha una imputazione da solo. Per Bologna-Juventus sono imputati entrambi ma per Reggina-Cagliari solo Bergamo. Come è possibile? Pairetto e Bergamo, poi, osservano qualche turno di riposo, poi ricompaiono a febbraio, un paio di volte, e poi addirittura ad aprile, poi Pairetto scompare e rimane il solo Bergamo. C’è una schizofrenia evidente nella impostazione accusatoria e il PM avrebbe dovuto dire perché alcuni associati danno un contributo diverso quando il loro ruolo era di coppia. Il metodo dell'associazione è a "forma libera", secondo il PM, o con il sorteggio, o con le ammonizioni mirate o, addirittura, per alcuni casi, senza che ci venga detto in che modo viene alterato il risultato.
Il capo 1 dell'imputazione parla di "metodologie intimidatorie", senza spiegare bene di che si tratti. Il PM prova a specificare parlando di contrasti per screditare Zeman, o Della Valle. Ebbene, che cosa è venuto fuori al di là delle intercettazioni su questi aspetti? Credo che sia sbagliato far riferimento alle sentenze della gustizia sportiva e dell’abbreviato, perché entrambe sono state fatte senza istruttoria dibattimentale, quindi tutta una serie di argomentazioni non sono state valorizzate. Mi dispiace che il PM parli dell’abbreviato e della giustizia sportiva. Diverso, però, è parlare della sentenza di non doversi procedere di De Gregorio, perché è quella che separa il materiale che va a giudizio e quello che invece non ha nemmeno gli elementi per andare a processo. Secondo l’accusa il condizionamento degli organi federali sarebbe avvenuto anche attraverso le cene con Lanese. L’Aia si era resa conto di essere una costola importante per la vita arbitrale ma di non contare nulla in Federazione, e che cosa si propone di fare il politico Lanese? Di tessere una rete di relazioni per cercare di valorizzare il ruolo dell’Aia. Il PM dice: se così fosse stato si sarebbe dovuto fermare all’elezione di Carraro, ma ciò è falso perché lo scopo non era certo l’elezione del presidente della Figc, che era solo l’inizio. Ci doveva essere una rete di rapporti con tutte le società anche se sono venute fuori solo quelle con Moggi e Giraudo. Ci sono 180 mila telefonate e solo una minima parte di esse sono state prese in considerazione. Giraudo era vecchio amico di Pairetto e Moggi era addirittura amico di suo padre. E perché, nel momento in cui essi arrivano ad alti livelli nel mondo del calcio, dovevano far finta di non conoscersi? Pairetto dice che quelle cene non erano nulla di particolare, al punto che emerge che c’erano anche le mogli. E ci sono anche le telefonate in cui si dice che "è andata bene, stiamo progredendo, abbiamo messo in mezzo l’argomento". Quello delle telefonate è un ritornello che dura da anni, ma esse non dicono nulla di penalmente rilevante. Ognuno di questi soggetti cerca di mantenere e consolidare la sua posizione. Il mondo del calcio è diventato qualcosa intorno al quale ruotano soldi ed interessi. Ognuno vuole esserci. E le cene sono solo un momento tra persone che si incontrano in cui si cerca di parlare del come si può fare a rimanere in sella in questo mondo. Io non so se era etico o no, ma sappiamo che tutte le società avevano l’abitudine di fare regali, alcune volte imbarazzanti. Ma è evidente che tutte lo facevano. E nemmeno è corretto andare a vedere lo sconto del 50% sulle auto. La Juve è la Fiat ed ha interesse a mostrare che persone influenti guidino una sua autovettura e quella è una operazione pubblicitaria.
Il condizionamento mediatico. Condizionamento degli organi di informazione. Qui si apre un passaggio delicato perché questo processo lo stanno seguendo i giornalisti, che dovrebbero essere i primi ad essere offesi da questa accusa. Quando il 26.10.10 è sfilato lo stato maggiore della Rai qui in tribunale, hanno rivendicato con orgoglio il loro lavoro ed hanno negato di avere avuto pressioni, l’unica a dirlo è la Sanipoli, sulla quale è stato detto molto, soprattutto in riferimento alla sentenza sul mobbing. E se stiamo parlando del processo di Biscardi, stiamo parlando di un trasmissione storica che da quando è stata chiusa sulla Rai ed è migrata sulle reti private si è trasformata, da trasmissione sportiva e di cronaca, a programma di intrattenimento. E questo lo ha detto Biscardi nel difendersi da un’accusa dell’Aia, quando ha detto che invocava nemmeno il diritto di critica, ma addirittura quello di satira!
Il controllo. Il controllo sugli associati. Vi è stato spiegato che ad un certo punto è cambiato il modo di remunerazione. Inizialmente si dava uno stipendio fisso alto e poi si aggiungevano dei bonus. Questo però non valorizzava i più bravi e si è deciso di invertire la regola: una quota fissa pari per tutti e una variabile condizionata alle partite che si andava ad arbitrare, più partite si arbitravano più si guadagnava. Secondo il PM questo era il modo in cui si potevano condizionare gli arbitri. Ebbene, se prendete la lista dei guadagni di quell’anno vedrete che ai primi 7 posti ci sono arbitri che non hanno mai avuto a che fare con questo processo. Il primo tra gli imputati è Bertini, ottavo, e ancora più giù De Santis! Il secondo elemento per il PM è legato alla contestazione per la quale venisse tutelato il gruppo difendendolo da infiltrazioni. L’uso di questi termini mi sembra esagerato. Chi sarebbero coloro da controllare? La Fazi, imputata, e che ad un certo momento si sarebbe voluta allontanare dall’associazione. Ci sono intercettazioni che vanno in questo senso, ma ci sono anche altre in cui si capisce che ella rivendicava per sé e per il figlio un ruolo nella Federazione. Era così determinata che voleva fare una causa di mobbing. Pairetto aveva un ruolo conflittuale con la Fazi, ma questo non vuol dire che volesse cacciarla. La Fazi viene sentita dalla procura di Torino. Ebbene, non c’è una sola telefonata in cui si dice: stai attenta, non esporti, non dire queste cose. Se Pairetto è un associato perché dovrebbe parlare con la moglie della Fazi che vorrebbe fare la causa di mobbing?
Nessuna pressione. Sono stati ascoltati numerosi arbitri e guardalinee. A tutti è stato chiesto se avevano avuto pressioni per arbitrare in un modo o nell’altro, nessuno ha mai detto che Pairetto gli avesse mai chiesto nulla. Ci sono stati però 2 arbitri che hanno parlato di un clima di ostilità: Nucini e Pirrone. Sulla testimonianza di Nucini voglio sorvolare, ma soffermarmi solo sulla frase in cui egli dice di sentirsi "un corpo estraneo". Avete sentito un altro arbitro dire di avere avuto problemi con il designatore che ha sostituito Bergamo e Pairetto. Quindi è normale che nel gruppo ci sia qualcuno che non si integra, ma i ritiri di Coverciano servivano anche a questo!
Una telefonata che è stata spesso dimenticata è quella tra i due designatori, nella quale Pairetto che non sa di essere interecettato, dice a Bergamo che partite difficili come Inter-Juve e Juve-Roma dovrebbero essere arbitrate da arbitri stranieri! I designatori fermavano gli arbitri che avevano sbagliato, lo facevano anche per tutelare loro, perché l’opinione pubblica li avrebbe messi sotto osservazione finendo per condizionarli ancora di più. Qui non si è andati a vedere che Racalbuto è stato fermato per 8 turni dopo aver favorito la Juventus, ma si è parlato di Paparesta che sarebbe stato fermato, e invece non era vero!
Si è chiesto ad Auricchio degli arbitri che arbitrarono la Juve in quell’anno. Ebbene si è visto che De Santis ha arbitrato la Juventus 5 volte con 2 vittorie, 2 sconfitte ed un pareggio, Collina anche 5 volte con 4 vittorie e 1 pareggio. Trefoloni, non indagato, 4 vittorie su 4! Se questo era il sodalizio, ha certamente fallito. La stessa cosa è stata fatta con gli assistenti, con quelli mai attenzionati la Juve progredisce, con quelli in qualche modo ritenuti "vicini", la Juve non va.
A senso unico.E quando la difesa Moggi chiede se questa indagine sia stata fatta per tutte le squadre, Auricchio risponde che l’ha fatta solo per la Juventus. E quando Coppola ha detto di essere stato contattato per modificare un referto arbitrale, e lo ha detto ai carabinieri, gli è stato risposto che questo aspetto non interessava. Questa è stata un'indagine a senso unico. Si è partiti da una ipotesi e si è andati avanti per quella linea! Le indagini non sono state un mezzo di ricerca della prova ma la prova stessa. Le intercettazioni non sono la prova ma il materiale dal quale partire per cercare le prove.
Sorteggi, quale prova? Il PM fa un errore nella sua analisi. Il sorteggio si svolge in una saletta alla presenza di un notaio. Faccio una precisazione:i sorteggi si sono fatti solo nel periodo di operatività dell’associazione. Prima e dopo c’era la designazione diretta. È pazzesco! Perché mai l’associazione avrebbe dovuto introdurre questo elemento per poi studiare le modalità per aggirarla? Non era più semplice mantenere la designazione diretta?
I sorteggi si facevano prima su quattro fasce, poi in due, poi in tre, segno che si cercava di rendere il tutto più trasparente possibile. Antonello Capone, per 27 anni alla Gazzetta e poi presidente dell’Ussi, ci ha detto che i giornalisti avevano ricevuto la richiesta di partecipare al sorteggio. Inizialmente c’è un po’ di ritrosia, ma poi si firma un protocollo di intesa a tre condizioni: sorteggi pubblici, presenza dei notai e che la pallina decisiva, quella con il nome dell’arbitro, fosse estratta dal giornalista. Come avviene il sorteggio? Al centro c’è il notaio e ai lati le due urne con le palline colorate. Questa è una condizione lecita, ma il pm ha fatto capire che c’era il modo di alterare il sorteggio. Ebbene, il pm aveva la necessità, visto che c'era il notaio e il pubblico, di far capire come avveniva ciò. Andatevela a rileggere perché è straordinaria. Manfredi Martino parla di pause di Pairetto, che aveva davanti a sé le palline con le partite (e non con gli arbitri, come erroneamente dice il pm) e dall’altro lato c’era Bergamo con le palline con gli arbitri che il giornalista passava al notaio. Pairetto avrebbe indugiato con la sfera della partita, aspettava che il giornalista estraesse la pallina con l’arbitro e poi dichiarava la partita. Ebbene vorrei che voi vi figuraste la scena in cui viene aperta una busta contenente le 12 palline e versate nell’urna, Pairetto le guarda e le fissa attentamente, come dice il PM! Poi finge di mescolare ma non mescola, tocca una pallina e guarda verso l’altra urna a due metri da sé e, quando è stata estratta la pallina nella quale egli sa esattamente che arbitro c’è, fulmineamente prende la pallina e dichiara la partita. Ma vi sembra verosimile? Eppure questo è quanto ci hanno raccontato i carabinieri!
Manca un imputato? Manfredi Martino dice che ci sono stati tre sorteggi pilotati. Ma poi dice che uno non ricorda quale è, l’altro è una partita di serie B ma nemmeno ricorda quale, il terzo è un Milan-Juve che è stato alterato con Collina! Se questi sono gli elementi, il pm avrebbe dovuto dire: 'Scusatemi abbiamo sbagliato, ci fa piacere prendere atto che il sorteggio era regolare!' Invece si chiama Zamparini che prima si presenta a una radio e poi viene chiamato qui a confermare questa sua storia riguardante la designazione dell’arbitro Rizzoli. Bene, mi riporto a tutto quanto detto prima, aggiungendo che Zamparini non sa dire che giorno fosse, ma quello che so è che quel sorteggio venne effettuato da Manfredi Martino!!! E allora se quella è la prova, qui manca un imputato che anzi si è presentato qui come teste dell’accusa. Secondo elemento: la telefonata di Foschi con Pairetto. Si lamenta del fatto che al sorteggio è stato scelto per Atalanta-Palermo Collina che era precluso e quindi non era stato preparato bene. Ebbene, quella che per il pm è una prova alla falsificazione è un formidabile strumento della difesa. Foschi si lamenta che sia stato rifatto il sorteggio, ma Pairetto prima si giustifica ma poi alla fine dice: 'Fa' una denuncia'. E che associato sarebbe? Ultimo elemento: la telefonata tra Moggi e la segretaria. Il sorteggio si fa alla mattina. Dopo il sorteggio Manfredi Martino deve raccogliere l’urna, le buste e le palline, mettersi davanti al pc e compilare un documento ufficiale. Ma prima che faccia questo, i presenti al telefonino avvertono chi di dovere. Pare che questa cosa degli arbitri fosse interessante e l’Ansa non aspettava necessariamente il comunicato ufficiale. Vi sembra cisì strano che Moggi, che deve avere la percezione di quello che sta accadendo per il suo ruolo, sappia il risultato prima del comunicato? Lo stesso Manfredi Martino dice che mandava sms alle persone di suo riferimento.
Griglie facili. Le griglie: erano una specie di ascisse e ordinate. Da un lato le partite, dall’altro gli arbitri tenendo cointo delle preclusioni (mai più di 2 volte consecutive, mai più di 6 volte, non in gare della stessa provincia ecc): ebbene la telefonata in cui Moggi e Bergamo parlano di griglie avviene a tre quarti di campionato e in quel momento qualunque osservatore medio di campionato sarebbe stato in grado di prevedere la griglia. Noi abbiamo prodotto altre tre telefonate in cui Governato del Brescia e due giornalisti chiedono a Pairetto quali saranno le griglie. Ebbene la telefonata dell’una di notte di Moggi è successiva ad articoli di giornali che la mattina stessa avevano pubblicato le previsioni della griglia! E abbiamo prodotto solo queste tre perché non abbiamo avuto il tempo di sentirle tutte e perché non ci sono stati dati i brogliacci su cui nella maggior parte dei casi vi è scritto: non rilevante. Ma non rilevante per chi?
Questo è il processo di Calciopoli, in cui ognuno va per conto suo, telefonate in cui uno parla male dell’altro dopo essersi dimostrato amico, troverete Mazzini che sembra amico dei due designatori e poi fa capire che la Federazione si sta organizzando per Collina. C’è tutto di tutto, ma quello che manca è il riscontro per verificare l’esistenza. Pairetto ha negato di avere avuto utenze straniere. Il pm invece dice che Pairetto è smentito sia da Bergamo che da Moggi. Non è vero, perché Bergamo ha detto che lui aveva la scheda straniera e che lui l'ha utilizzata per parlare con Moggi e che in qualche occasione l’ha utilizzata per parlare con Pairetto, ma non significa che abbia parlato sulla scheda straniera di Pairetto. E poi dice che Pairetto aveva una scheda riservata che lo stesso Pairetto dice che non ha avuto da Moggi ma che come vicepresidente Uefa aveva acquistato all’estero delle schede che spesso utilizzava anche in Italia.
Per tutte queste ragioni chiedo l'assoluzione con formula piena.
Brevissima interruzione.
Avv. Bonatti per Pairetto: Mi permetto di riassumere qualche telefonata e qualche testimonianza in più. Partirei proprio dal dato testimoniale che ritengo importante. Questa difesa aveva fatto domande incisive ai testi, in particolare arbitri e assistenti. Collina, per 6 volte migliore arbitro del mondo, ci ha spiegato che la designazione per sorteggio non è l’ideale e che quando gli è stato proposto il ruolo di designatore ha chiesto la designazione diretta. È stato chiesto quale fosse l’atteggiamento di Pairetto ed ha detto che era improntato a dare consigli. Atteggiamenti per favorire o sfavorire qualcuno? No, ci ha risposto. Proteggevano dagli attacchi mediatici? Sì. Per Siena-Milan ha ragioni per sostenere che ci fosse stato un atteggiamento da parte degli assistenti che avessoro modificato il riusltato? No, avrei denunciato la cosa. Altrettanto per la griglie: i critreri venivano rispettati? La risposta è stata di sì e poi ha raccontato l'episodio di cui ha già parlato l'avvocato Sena. Coverciano: Nucini non credo che fosse in buona fede, anzi il contrario e all’esito di questa disamina emerge con chiarezza. Venivano fatte preferenze sul fimati da mostrare? No, dice Collina. Conosce Meani, risponde di sì. Quanto ai calendari ribadisce di credere che non fosse possibile modificarli ad arte. Rosetti, poi, alle stesse domande risponde allo stesso modo: nessuna pressione da parte di Pairetto né ha mai letto l’elenco dei diffidati. C’è una telefonata in cui Bergamo e Pairetto commentano Juve-Lazio mentre si sta svolgendo. I due dicono che sono stati ammoniti due della Juve e Pairetto chiede a Bergamo: 'Ma erano diffidati?' E Bergamo: 'Boh!'. Quindi non solo non lo sapeva Rosetti, ma addirittura nemmeno i designatori! A Coverciano la stessa cosa: tutto regolare, l’aspetto tecnico veniva messo in evidenza. Le griglie: spiega come erano fatte. Rosetti dice che ne parlava con Pairetto, anche quando si dovevano formare, era compito del designatore ma non era segreto di stato. Se avesse notato la formazione di griglie non corrette sarebbe stato disturbato e l’avrebbe segnalato, dice ancora Rosetti. Su Lazio-Fiorentina, con il famoso fallo di mano, dice che è stato un errore, che però c’è una differenza tra la partita vista in tv e quella vista in campo. Questo errore ha evitato l’imputazione a Rosetti, ma paradossalmente se Rosetti avesse concesso quel rigore si sarebbe detto che voleva favorire la Fiorentina.
Qui vogliamo mettere sullo stesso piano situazioni diverse. Ci sono i due designatori che non vanno d’accordo, vi è una naturale divergenza di opinioni che però non va a discapito del mondo arbitrale. Tombolini dà ancora le stesse risposte, nessuna pressione, nessun atteggiamento particolare. Trentalange, amico di famiglia di Pairetto, sa che Moggi è amico del papà di Pairetto, ebbe anche lui un’auto con sconti. Papi, guardalinee tra i più anziani, conferma: nessuna pressione, il designatore è come un allenatore, Pairetto difendeva la categoria. Calcagno: anche lui sa che il padre di Pairetto conosceva Moggi: nessuna pressione né a lui né ai suoi colleghi. Così come Brighi, quarto in Bologna-Juventus dichiara che Pieri non si permise di chiedere atteggiamenti a favore della Juventus. Queste testimonianze sono tutte concordanti e univoche. È possibile che non uno solo dei soggetti che frequentavano Coverciano si sia mai accorto di niente? Mai sentito un riferimento. A parte Nucini!
Nucini, falsa testimonianza. È evidente che è in malafede, magari ha dei problemi anche gravi, ma uno che ci viene a dire che per anni ha preso appunti, che veniva mostrato un filmato piuttosto che un altro ecc. Nucini ha chiaramente fatto una falsa testimonianza. Valutino le Signorie Loro se non sia il caso di inviare gli atti alla Procura per il reato di falsa testimonianza!
Di fronte ad una prova testimoniale univoca e granitica, l’accusa non ha proprio preso in considerazione, non ha fatto nemmeno un cenno per dirci perché queste testimonianze non fossero credibili! Possibile che dal 2006 solo Nucini si sia sentito in dovere di rivaler qualcosa? Lui capisce meglio di tutti, va a fare le confessioni a Facchetti, noto esponente della giustizia sportiva, il quale pace all’anima sua, va all’ufficio indagini? No, nemmeno per sogno. Nucini non è credibile. Si contesta la possibilità di alterare la gara solo a qualcuno, la partita la fanno in tre non in uno, il fuorigioco la vede più il guardalinee che l’arbitro, poi magari uno lo assolvi, per un altro chiedi l’assoluzione, per altri no… vi è la completa assenza di prove nei confronti di Pairetto, anzi dirò di più, vi è stata una inversione dell’onere della prova perché noi abbiamo fornito la prova contraria.
Pairetto non è un Maghetto. Per i sorteggi: o Pairetto è un mago, e non lo è, o è impossibile dire che taroccava il sorteggio. È già stata data la prova e lo ricordava Sena sulle preclusioni. Le indagini di Torino avevano già valutato questo aspetto. Maddalena è un accusatore accanito, molto preparato ed accanito accusatore. Non è che abbia fatto valutazioni con la mano leggera. In vita mia ho visto solo 2 assoluzioni di Maddalena. Aveva fatto tutte le valutazioni anche con riferimento alla Juventus e disse che erano stati rispettati tutti i parametri di preclusione. In più ci sono le nuove telefonate che hanno dimostrato che non vi era nessuna costruzione delle griglie. Pairetto parla con Campedelli, delle griglie. Nessuna delle telefonate estrapolate traduce una sola frase che possa far pensare all’inciucio. Io che sono accusatore, possibile che abbiamo dei designatori imputati e non si va a verificare quali erano i commenti prima e dopo le gare e non si estrapola nessuna conversazione?
Scorrettezza! L'ex PM Beatrice dice che erano centinaia di migliaia di telefonate e "fu fatto un primo screening", che mi permetto di definire anche ultimo. Non c’è nessuna telefonata tra arbitri, assistenti e designatori che possa far pensare a tentativo di fuorviare i pareri. Quelle che sarebbero migliaia di telefonate, possibile che non ti scappi un “bravo, è andata bene, hai ammonito i diffidati, hai dato quel rigore che non c’era ecc.”.
Possibile che questo processo si sia basato su una percentuale che si avvicina allo 0,1% delle telefonate? Anche io potrei costruire un film facendo un collage di una percentuale così bassa. Si sono selezionate solo alcune telefonate e all’interno di quelle si è selezionata una singola frase. Così non si lavora, è scorrettezza. C’era una mole immane, e Beatrice dice che le difese non hanno dato una mano. E come avremmo potuto fare se ci venivano forniti brogliacci in cui si dice "nulla di rilevante", "Alberto parla a uomo", "uomo parla a uomo". E come si fa? I dischi di Pairetto non si aprivano e abbiamo avuto la chiave elettronica solo a settembre 2010!
Pairetto dal primo giorno ha dichiarato che lui parlava con tutti. Non si spiegava perché non fossero venute fuori le telefonate. La discussione del dottor Narducci si è fermata al 2005! Il caso Fazi è emblematico. Se si sentono le telefonate emerge con chiarezza che c’è un problema: Pairetto non la vuole, ci sono chiamate con Manfredi Martino di dividere l’ufficio in due, addirittura Pairetto dice: 'Se facessimo un sondaggio tra gli arbitri su 40, 35 non la vogliono'. Pairetto dice che ad una riunione, se c’è lei, lui non si siederà al tavolo. Quesito di logica: se Bergamo, che è l’unico che la vuole perche senza di lei sarebbe un pesce fuor d’acqua, è davvero associato e teme le rivelazioni della Fazi va lui al giornale per fare uscire la notizia? Questa è l’antitesi dell’associazione, qui ognuno va per i fatti suoi.
NOTA: L'avvocato Bonatti legge le telefonate tra Pairetto e alcuni dirigenti di società, tra cui Facchetti, per dimostrare che questo era un modo di fare molto comune e condiviso. E poi legge altre intercettazioni, compresa quella famosa del “Viene disposto a fare una buona partita”. E ancora Pairetto-Meani: si parla di griglie, di preclusioni.
Avv. Bonatti: Se vogliamo vederci il marcio, liberi di farlo, ma qui la sostanza è questa. Poi ci sono le telefonate di Pairetto con Governato, con Campedelli del Chievo che si lamenta continuamente per arbitraggi sfavorevoli, Pairetto con Dondarini “vedere anche quello che non c’è”: Dondarini è appena arrivato ad essere arbitro internazionale e Pairetto gli chiede di non deluderlo.
Racalbuto-Pairetto: nell’ipotesi dell’accusa in Cagliari-Juve favorisce la Juve, e Pairetto redarguisce Racalbuto: “Siamo arbitri, meno conflittualità”. La procura si è accontentata dell’assemblaggio della polizia giudiziaria. Noi no e abbiamo cercato di scavare a fondo e da questo esame deriva la richiesta di assoluzione di Pairetto.
Entrando nel merito delle partite succede che a Pairetto vengono attribuite 4 su 7 partite della Juventus e non si sa il perché. Abbiamo visto che i sorteggi non sono taroccati, che non ci sono possibili induzioni sui protagonisti da parte di Pairetto e allora? Dire che questo è un reato di pericolo in astratto non me la sento di dirlo. Il pericolo deve essere quanto meno concreto. Consapevole di queste difficoltà, cosa fa Capuano? Ci dice: bisogna ricorrere alla prova logica e quale sarebbe? Dalla natura riservata delle schede si deduce la natura riservata dell’associazione. A prescindere dalla punibilità, Pairetto fin da primo momento ha detto che non ha avuto alcuna scheda da Moggi. Narducci afferma che Pairetto dice che è a Viareggio alle 15 e dice a Bergamo che lo avrebbe chiamato dopo da Torino con l’altro telefono. Alle 17 si attiva la scheda che è attribuita a Pairetto e aggancia celle di Torino. Peccato che tra Viareggio e Torino ci siano almeno 3 ore e 40 di viaggio. L’utilizzo di una scheda non è un atto fraudolento in sé, ma fraudolento dovrebbe essere il contenuto di una conversazione. Il possesso di una scheda svizzera non è nemmeno un principio di prova, è un nulla. Anche perché c’è una contraddizione perché per alcuni soggetti coimputati ai quali non è stata attribuita la scheda non può valere questo principio e allora come può Dondarini essere condannato in abbreviato? Altrettanto non condivisibile l’affermazione con cui Narducci dice che per determinare una gara non serve solo dare un rigore ma un atteggiamento generale dell’arbitro, un recupero più o meno lungo, ecc. E allora come fa un giudice a decidere se c’è stato il reato? A riprova: Juve-Lazio, 5 dicembre, arbitro Dondarini; il solo Dondarini è stato condannato nell’abbreviato. Chievo-Lazio, 20 febbraio, arbitro Rocchi, assolto nell’abbreviato. Juventus-Lecce, arbitro De Santis, Gallinelli vi ha già detto tutto, per Cennicola è stata chiesta l’assoluzione. Parma-Chievo, arbitro De Santis, anche qui ci sono telefonate chiarificatrici.
Insomma, per le stesse partite ci sono persone assolte in abbreviato, condannate in abbreviato, rinviate a giudizio, per le quali in questo giudizio è stata chiesta l'assoluzione dal PM. Dopo calciopoli è cambiato molto? No, non è cambiato nulla. Oggi succede esattamente quello che succedeva prima.
NOTA: Bonatti produce articoli dei giornali del 2008 che parlano di errori arbitrali gravi durante la gestione Collina. Tra cui un titolo: "Favori all'Inter? Soliti sospetti". Si parlava della illuminante figura di Zamparini, un soggetto pacato; 2010: "Qui barano, il Palermo è in vendita".
Ci sono dei soggetti che forse per natura o per vocazione sono così. Questo processo non ha portato nessun beneficio ma molti malefici soprattutto agli imputati. Pairetto è una persona riservata ma risoluta, ma non è un soggetto colluso. Sa gestire le cose, come fa Collina con Meani. Ma questo non è un reato. Qui prove di reato non ve ne sono state date e quindi chiedo un'assoluazione piena per il mio assistito!
Si riprende, dopo una breve sosta, con una dichiarazione spontanea di Titomanlio: Non sono mai stato ascoltato nelle indagini. Otto anni vissuti come assistente alla Can mi consentono di affermare che tutti parlavano con tutti. Sono stato coinvolto in questo processo a causa di una telefonata con Meani, amico di vecchia data. Gli confido che Mazzei mi ha designato per Arezzo-Salernitana anche se dovevo fare la serie A. Se vogliamo entrare nello specifico io non pronuncio mai la frase ”io ho fatto la partita” ma “ho fatto una bella partita”.
Avv. Ostellari, legale di Titomanlio: Avevo portato un disegno che voleva aiutare me e voi a capire cosa era accaduto nel terreno di gioco. Per Titomanlio stiamo discutendo del capo a7, perché in concorso con Mazzei compivano atti fraudolenti nell’alterare Arezzo-Salernitana 1-0 della serie B 2004 2005. C’è anche l’aggravante di aver predeterminato la gara che era nei concorsi a scommesse. Ancora oggi mi chiedo come mai questo tribunale sia competente per Arezzo-Salernitana dopo che Mazzei è stato assolto dagli altri capi di imputazione. Partiamo dalla intercettazione del 16.5.2005. La questione è questa: Meani, sin dal suo primo coinvolgimento, non è mai stato coinvolto nelle indagini per il reato di associazione. Non mi dilungo oltre e andiamo nel merito. La conversazione tra Titomanlio e Meani. Noi dobbiamo discutere di prove, di ciò che è l'assunto del processo. Le prove portate dall’accusa nel processo sono rappresentate solo da questa conversazione. La difesa ha portato testi, una consulenza di Mitro, il referto dell’osservatore, un dvd con la partita, un estratto della sentenza della Caf. Titomanlio effettua la telefonata con Meani, suo amico, ex arbitro. E racconta la gara dal punto di vista arbitrale. Lui ha detto che la trascrizione di quella intercettazione è errata e vi invito a riascoltare questa telefonata per vedere che è così. Basti pensare che anche la sentenza sportiva della Caf ne ha riconosciuta l’errata trascrizione. Quali sono gli errori. Il più grave è quello detto da Titomanlio, nelle prime battute. “Io ieri ho fatto la partita” invece di “ho fatto una bella partita”. A pagina 2 si dice: “Sai me lo ha detto in riferimento alla presunta raccomandazione”, invece della frase “Sai non me l’ha detto...”, cioè non ha ricevuto nessuna raccomandazione. Come si vede il significato è completamente capovolto. Era una conversazione tra amici con contenuto tecnico. Anche il contatto con Mazzei e la raccomandazione "presunta" ricevuta sono prassi nel mondo arbitrale. Le testimonianze ce lo confermano, abbiamo sentito l’assistente della gara, Biasutto, Mitro e Luci. Si è arrivati a ritenere che fosse un contatto illecito solo per deduzione. Auricchio non poteva conoscere quali sono le terminologie tecniche e allora vediamo le nostre prove. Non vi fu alcuna raccomandazione e nella gara non vi fu alcun illecito. Ogni designatore insegna fin dai primi passi ad un arbitro la preparazione atletica e psicologica. Gli arbitri devono arrivare concentrati e tale era l'indicazione di Mazzei. Nella lettura e nell’ascolto di quella chiamata si arriva a questo risultato. È interessante la dichiarazione di Biasutto che dice di ricordare che a Coverciano Titomanlio era stato preso da parte da Mazzei e disse che sarebbe andato a fare una gara di spessore per la B anche se gli toccava la A, perchè serviva un assistente di livello. Il designatore cerca di tutelare la gestione tecnica. Mai Mazzei forniva alcuna indicazione sullo svolgimento della gara.
Da notare che l’incontro tra Mazzei e Titomanlio è avvenuto in pubblico, e non in segreto, e la designazione è avvenuta poco dopo. Biasutto chiede a Titomanlio, subito dopo la chiacchierata con Mazzei, che cosa si fossero detti e Titomanlio glielo dice, quindi non c’è nulla di segreto. Titomanlio ha sempre detto che si aspettava una gara dura e, quindi, è naturale che il designatore, sapendolo, abbia cercato di addolcire la pillola. E ancora, a proposito delle raccomandazioni che esisterebbero nel mondo arbitrale, sono interessanti le dichiarazioni di Alvaro (inc.) che ricorda che Titomanlio al momento si aspettava una designazione in serie A ed era un po’ deluso dalla mancata designazione, ma che Titomanlio stesso gli aveva detto che il designatore gli aveva chiesto di scendere in B per quella gara delicata. Ancora, l’assistente n° 2, dice che in quella gara non è avvenuto nulla di strano. Se raccomandazione c’è stata, era una raccomandazione a dare il massimo in quella gara. La gara analizzata dal punto di vista tecnico consente di accertare che nessun illecito è stato compiuto. Nel capo di imputazione Tito è accusato di avere influenzato l’andamento della gara. Il PM lo avrebbe desunto dalla conversazione ma in quella stessa chiamata non c’è nulla che possa confermarlo. Quindi, bisogna vedere se nella gara c’è stato qualcosa che non andava. Abbiamo prodotto un dvd della gara che vi invito a guardare ma mi rendo conto della difficoltà. Abbiamo prodotto anche una relazione del consulente Mitro, ex assistente di A, che ha esaminato tutte le azioni di quella gara. Come risulta da questa relazione e dalla deposizione del teste, Mitro ha accertato che Titomanlioo non ha influito in nessuna maniera nel risultato della gara. Nel primo tempo Titomanlio controlla l’attacco dell’Arezzo e fa tutte segnalazioni regolari. Nel secondo tempo, controlla quello della Salernitana e rileva tre falli a favore dell’Arezzo, regolari e al massimo commette due segnalazioni non corrette ma a danno dell’Arezzo. Se ciò non bastasse, andiamo a vedere il referto di Luciano Luci, osservatore arbitrale che è posizionato in tribuna sull’assistente n° 1 Titomanlio. La distanza tra i 2 non supera i 25 metri e quindi è la posizione ideale per verificare l’operato. Luci ci ha detto che alla fine della gara se ci sono errori tecnici, li riferisce all’arbitro ma in quella gara fece notare l’eccessivo interventismo e Titomanlio ha risposto che vedeva l’arbitro sotto pressione. L’eccessivo interventismo è relativo agli interventi sui falli di gioco e Titomanlio li segnala sbandierando. Sono tutti falli avvenuti nelle sue immediate vicinanze: 3 falli. Questo eccessivo interventismo è assolutamente regolare, non ha portato ad alcuna ipotesi di illecito in quegli episodi. Anche il fatto che l’arbitro sia stato sotto pressione è vero, tanto che viene fuori anche dal referto arbitrale a lui riferito. Inoltre è tra i compiti dell’assistente segnalare all’arbitro eventuali falli accaduti nelle sue vicinanze. Lo stesso presidente Aliberti ci ha detto di non aver riscontrato nulla di particolare in quella gara. E anche l’avvocato Milella della Figc ci ha detto che quella gara non è tra quelle per le quali loro si costituivano parte civile.
L’assistente arbitrale non solo non può influire per orientare una gara, ma gli è impedito anche dalla posizione in cui si trova nel campo di gioco, l’arbitro è l’unico che può decidere se un fallo sia tale e se sia passibile di ammonizione. Titomanlio non può fare altro che segnalare comportamenti irregolari che sono stati recepiti dall’arbitro, che ha interrotto il gioco. E questo è quanto è confermato da Luci nel referto. Nela stessa partita in relazione all'altro assistente, Luci dice che segnala 6 situazioni di fuorigioco tra le quali una non è raccolta dal direttore di gara. Quindi nella stessa gara, l’arbitro ha evidenziato che il comportamento dell’assistente non era pertinente e lo ha smentito.se qualcosa di strano fosse accaduto l’osservatore non si sarebbe limitato a parlare di eccessivo interventismo, ma segnalare gli errori tecnici. Per quanto attiene alla giurisprudenza ci si riporta a quanto emerso dal processo e seguendo l’orientamento precedente si evidenzia che la Cassazione per atti fraudolenti non parla di violazioni alle regole del gioco, ma devono consistere in qualcosa di più, un artificio, un raggiro. Nel caso di specie, non sono emersi dati positivi, le prove che possono legittimare la richiesta di condanna ma anzi quelle di senso opposto. Chiediamo quindi l’assoluzione per il nostro assistito.
Avvocato Messeri, legale di Mazzei: Mazzei è il Collina degli assistenti, credo che nessuno come lui abbia rappresentato l’Italia nel mondo a livello di assistenti. Mazzei, 33 anni in Aia, alcuni episodi importanti, tra cui la finale di Coppa delle Coppe, nel '98 i Mondiali di Francia, nel '99 la finale di Champions, nel 2000 altra finale di Champions. Non è giusto infangare una carriera così prestigiosa per una telefonata tra due persone estranee come Titomanlio e Mazzei, tra l’altro riferita ad una partita arbitrata correttamente. Mazzei parte con una serie di imputazioni per le quali viene chiesta l’assoluzione, ma rimane nel processo solo per questo capo. Il capo di imputazione è la contestazione di alterare la corretta e genuina procedura di designazione dell’assistente con la scelta di Titomanlio. Quindi Mazzei lo avrebbe designato perché poteva chiedergli di alterare il risultato. Il processo di Mazzei possa finire velocemente. È importante vedere che incarico aveva Mazzei in Figc. Il 1° luglio 2003 ha ricevuto un contratto di collaborazione con cui gli veniva conferito l’incarico di assistere i designatori dell’organo tecnico. Quindi non è Mazzei che designa il guardalinee, ma lui li propone ai designatori. A differenza degli arbitri per cui valeva il sorteggio, i guardalinee vengono designati. Questo contratto viene conferito a Mazzei anche per una sorta di compenso a uno che aveva dato tanto nella sua carriera. Mazzei deve solo preparare dal punto di vista tecnico i guardalinee, partecipando ai raduni di Coverciano che avvengono ogni 40 giorni, nei quali coglie l’occasione di parlare con i guardalinee, ruolo che gli viene chiesto dagli organi tecnici. La formazione tecnica è soprattutto sulle tattiche utilizzate dalle squadre, se una fa la tattica del fuorigioco, se marca a zona eccetera. I colloqui che Mazzei ha con i guardalinee sono non solo leciti ma obbligatori.
Che fossero i due designatori a designare i guardalinee viene fuori dalla circostanza raccontata dallo stesso Bergamo che molto spesso non teneva conto della segnalazione dello stesso Mazzei. Proprio in Arezzo-Salernitana Mazzei propone Toniolo e Carrer e invece vengono designati Titomanlio e Carrer. Dunque, Mazzei si trova in questo processo per un soggetto non designato da lui! Quindi la mia difesa potrebbe finire qui. Quella stessa giornata vede le proposte di Mazzei modificate in 28 casi su 42! Per completezza di difesa rimane da dire che, dal punto di vista giuridico, viene in rilievo il concorso di frode sportiva: uno designa e un altro va sul campo ad arbitrare pro Arezzo. Al di là del problema della designazione, quello che inguaia Mazzei è la telefonata di Titomanlio a Meani, dove avrebbe detto: “C’erano due azioni per la Salernitana e io sono andato su”. I passaggi della telefonatan che non è idonea a definire la frode sportiva, sono oltretutto smentiti dalla relazione di Mitro, dalla testimonianza di Carrer, dal referto dell’osservatore. Questa telefonata non è idonea a integrare il reato, perché Mazzei si raccomanda con Titomanlio di avere concentrazione. Anche se fosse vero che questa frase sia stata pronunciata, essa non può integrare il reato ascritto e inoltre è trascritta male, come detto da Ostellari.
Quindi Mazzei non parla con Titomanlio negli stessi termini con cui Titomanlio parla a Meani. È importante guardare la differenza tra gli arbitri e gli assistenti, ai quali all’art. 6 del regolamento attribuisce compiti ben precisi. L’unico appunto che Luci fa a Titomanlio non è su questi compiti, ma gli dice: “Hai un po’ arbitrato”; e non i due episodi che Titomanlio riferisce nella telefonata: “Sono andato su”. Che Mazzei parlava con gli assistenti prima della gara risulta dalle testimonianze e che Titomanlio millanti solo con Meani e non con Serena, Biasutto e Alban pare strano. Sulla regolarità della gara c’è ua consulenza di Mitro confermata dallo stesso qui in aula. Titomanlio era l’assistente n° 1 e non cambiano zona di gioco tra il primo e il secondo tempo, in modo da evitare che chi segue l’attacco di una squadra lo tenga per tutta la partita. In quella gara Titomanlio prende l’attacco dell’Arezzo nel primo tempo. Tutte le segnalazioni effettuate da Titomanlio nel primo tempo sono corrette per l’osservatore. Nel secondo tempo Titomanlio sbaglia due volte a favore della Salernitana. Il consulente conclude affermando che gli unici errori sono proprio quelli contro l’Arezzo nel secondo tempo.
Per questi motivi Mazzei va assolto da ogni accusa con la formula più piena.
Dopo quasi 9 ore di udienza, il processo si interrompe qui. Si riprende il 20 settembre, probabilmente con le difese di Mazzini e Rodomonti, e poi il 27 dovrebbe essere la volta di Prioreschi e Trofino. Alla prossima!
Francesco, che sta seguendo per noi il processo, augura buone vacanze a tutti i lettori di Ju29ro.com e del forum tifosibianconeri.com. La redazione ringrazia Francesco per il difficile lavoro svolto in modo esemplare.