"Presa visione del contenuto della lettera riservata n° 243/2011 del 24 gennaio 2011, e sottolineato che rispondo per mera cortesia nei confronti del Capo dell'Ufficio Giudiziario, e in particolare che non mi risulta la pendenza di procedimento disciplinare a mio carico che presenti collegamenti con provvedimenti, presi ovviamente dal collegio e non certamente dal solo Presidente, nell'ambito del processo Calciopoli o di altri processi, una mia dichiarazione di astensione equivarrebbe a violazione del dovere di ufficio. Tale convincimento riceve conforto da ben due ordinanze della Corte d'Appello che ha deciso su due successive istanze. Intendo prestare osservanza alle ordinanze della Corte".
Questo riportato sopra è il testo della lettera con la dichiarazione di "non astensione" che il Presidente Casoria ha scritto come risposta alla richiesta del Presidente del Tribunale di Napoli, Carlo Alemi. Stiamo parlando dello stesso Carlo Alemi che davanti alla Commissione Giustizia della Camera, il 21 febbraio 2011, neppure un mese dopo, dirà: "La riforma del processo breve rischia di cancellare Calciopoli".
Emerge con evidenza che il 24 gennaio qualcuno, ma non la diretta interessata Teresa Casoria, era a conoscenza del procedimento disciplinare del CSM e chiedeva al giudice di astenersi dal processo Calciopoli. Secondo il racconto della Casoria sarebbe stato il Procuratore Capo della Repubblica di Napoli, Giandomenico Lepore, a chiedere al Presidente Alemi "Vedi che devi fare per farla astenere".
Su La Stampa Buccheri scrive che "sulla questione il presidente del Tribunale di Napoli Alemi ha sostenuto che non esiste alcuna lettera riservata dalla Procura". Questa risposta non può bastare a chiudere la vicenda.
Non è una lettera riservata ma, come l'ha definita Antonio Casoria in una domanda a Narducci, "una nota per sapere le determinazioni del Presidente del collegio in merito ad una sua volontà di astensione"?
E se non c'è stata una richiesta della Procura sotto qualsiasi forma, lettera, nota o altro, Alemi chiede di sua iniziativa alla Casoria di mettere per iscritto la sua volontà di non astenersi? Ed è solo Alemi a sapere sin dal 24 gennaio che c'è quel procedimento disciplinare? E perché non lo sapeva anche la Casoria?
Di sicuro la Casoria scrive quella lettera citando una richiesta con un numero di protocollo, e racconta una storia diversa.
La Casoria quella lettera l'ha voluta leggere nella sua dichiarazione spontanea davanti alla Commissione Disciplinare del CSM, l'8 aprile 2011, aggiungendo durante la lettura: "Devo dire che durante il processo Calciopoli ci sono state molte lettere riservate, questa è l'ultima", poi "... perché io potevo anche non rispondere alla lettera che mi dice 'fammi la dichiarazione scritta di non astensione'", ed ancora, quando cita il procedimento disciplinare del quale era ignara: "Com'è strumentalizzato questo procedimento disciplinare!".
Riteniamo utile mettere in ordine cronologico alcune date:
23 novembre 2010. In udienza il perito Porto si impegna a produrre le trascrizioni delle ultime intercettazioni acquisite entro 60 giorni, quindi entro il 23 gennaio.
18 gennaio 2011. Michele Vietti, presidente della Sezione Disciplinare del CSM, firma il decreto di discussione orale per Teresa Casoria da tenersi l'8 aprile. La notizia verrà rivelata solo dalla seconda istanza di ricusazione.
24 gennaio 2011. Con lettera n° 243/2011 viene chiesto alla Casoria se ha intenzione di astenersi dal processo. La Casoria non è a conoscenza di un procedimento disciplinare pendente nei suoi confronti.
25 gennaio 2011. Il perito Porto chiede un ulteriore mese di tempo per le trascrizioni. Il giudice Casoria concede come termine improrogabile il 18 febbraio.
22 febbraio 2001. Il perito Porto dice che non con i dati ricevuti da alcune difese non è possibile trovare diversi files audio. Lo scopre solo tre mesi dopo l'assunzione di incarico. Ma queste telefonate ha iniziato a cercarle solo dopo il 25 gennaio? Alla fine chiede altri 45 giorni di proroga. I pm comunicano di avere effettuato un'indagine integrativa e chiedono di poter chiamare ben nove testimoni.
2 marzo 2001. Lepore, Narducci e Capuano firmano la seconda istanza di ricusazione della Casoria, scrivendo che la causa, ovvero il procedimento disciplinare, è divenuta loro nota il 28 febbraio.
Alcuni hanno voluto mettere in piazza i panni della magistratura napoletana e, tirata dentro la storia per i capelli, anche Teresa Casoria ha steso i suoi. Calciopoli non è una storia "normale".
Questa la trascrizione di una parte della deposizione, che potete ascoltare nel nostro video (clicca per vederlo), e che non dovrebbe lasciare indifferente tanto il CSM quanto il Ministro della Giustizia, in altri casi pronto a disporre ispezioni:
Casoria: Questa terza istanza di ricusazione... mio fratello glissa, ma io non voglio glissare su questo punto. Questa terza istanza di ricusazione da che cosa è stata preceduta? Dal fatto che il Procuratore Capo della Repubblica scrive al Presidente del tribunale... perché poi il tono delle missive è un po' edulcorato: "Vedi che devi fare per farla astenere" e Alemi, io gli ho detto, quando lui mi ha detto: "E tu non lo prendi a male parole?", e lui ha detto: "No, le male parole io non le dico. Io dopo ti mando la lettera e tu me lo devi mettere per iscritto che non ti astieni". Io voglio sapere, nel codice di procedura penale dove è prevista la dichiarazione di non astensione, che io ho fatto, ve l'ho portata. Mio fratello su questo punto vuole glissare, perché dice che non ne esce bene la giurisdizione, ma io mi devo difendere, mi devo difendere, e poi questo è l'atto finale, perché dal primo giorno si è sentito dire che io mi dovevo astenere. Io ho fatto processi importantissimi, mo ci vuole, Cutolo è rimasto in galera dopo che io l'ho accusato, non è più uscito. Semerari, (dice al fratello: "No, voglio dirlo", ndr) il professor Semerari che minacciava, avevano paura tutti, dice: "I servizi segreti ti tagliano la testa se non dici che Cutolo è pazzo"... I colleghi non scendevano, avevano paura, sono dovuta andare io, perché dice che il professor Semerari era potente ed io, invece, nella requisitoria, che lui ha trovato da ridire, ho detto: "Semerari Aldo", l'ho trattato da delinquente quale era. Adesso mi devo difendere e mi difenderò. Qua non possiamo più parlare, qua c'è solo l'indipendenza dei pubblici ministeri. Il giudice si è (incomprensibile) all'interno di questo meccanismo, questi sono potentissimi, arrivano a questo, che praticamente il Procuratore della Repubblica tiene sotto lo schiaffo il Presidente del Tribunale, perché se questo poi si sente in dovere di scrivere a me, e di dire che io devo mettere per iscritto che non mi astengo... che io poi una cosa non ho capito: perché io mi dovevo astenere da questo processo? Questo veramente non l'ho capito, perché io non ho nessun interesse, il mondo del calcio... non sono tifosa di nessuna squadra, non mi interesso di calcio. [...]
La dichiarazione di non astensione la voglio leggere....
E la Casoria legge la lettera pubblicata all'inizio. La Casoria non comprende perché volessero la sua astensione, ma siamo sicuri che lo chiede in base alle regole in vigore nell'ordinamento giuridico, perché sulle possibili motivazioni extra-ordinamento siamo sicuri che un'idea se la sia fatta, come tutti quelli che hanno seguito veramente il processo Calciopoli.
Oltre ai giudici a latere Gualtieri e Pandolfi, hanno testimoniato anche i due pm Narducci e Capuano. Il procedimento non riguardava il processo Calciopoli, se non marginalmente, ma i due pm hanno rilasciato dichiarazioni principalmente su quel processo, tanto che Antonio Casoria, presidente di sezione dei Tribunale di Napoli che difendeva la sorella, ha fatto notare: "Mi scusi, su Calciopoli non c'è nessuna contestazione, penso io", ricevendo come risposta da Virga: "Ma è stato interrogato su questo... io non ho altre domande". Narducci ha detto che la prima ricusazione è stata dichiarata inammissibile dalla Corte d'Appello, e Antonio Casoria gli ha ricordato che: "E' stata dichiarata inammissibile ed ha detto la Corte 'Comunque, se anche si dovesse andare di contrario avviso di inammissibilità...' i motivi di infondatezza li ha elencati uno per uno ed ha detto che non si trattava di anticipazione di giudizio".
Guido Calvi ha chiesto: "Lei ha dichiarato che colleghi di sezione 'tutti hanno fatto richiesta di traferirsi'. Lei può riferirci fatti specifici di cui Lei è a conoscenza?", e Narducci ammette che non è mai stato testimone diretto di comportamenti ma solo "di aver potuto ascoltare dalla voce di alcuni colleghi della nona sezione del tribunale, credo di ricordare la collega Pandolfi, la collega Catena". Antonio Casoria cita i nomi di colleghi che hanno fatto dichiarazioni di segno contrario e chiede: "Questi non li ha ascoltati?". No, Narducci non li ha ascoltati.
Capuano, come rilevabile dall'audio integrale di Radio Radicale, è apparso meno deciso di Narducci ed un po' balbettante. Anche Capuano, come Galdi, della Casoria ricorda la frase "Abbiamo processi più seri da fare", dimenticando che il giudice, invece, disse: "Ci sono anche delle cause serie che devono essere rinviate per dare spazio... più serie, dove ci sono detenuti, dove ci sono imputati detenuti, con i detenuti, abbiamo anche cause con i detenuti, che hanno diritto ad essere preferiti rispetto...", come rilevabile dall'audio allegato in altro articolo. Capuano racconta anche che la Casoria nell'ultima udienza ha detto: "Poi si dice che io dico 'Che tipo di personaggio è'... ", dice che questo lo ricorda bene e che "tra l'altro è videoripreso". Ed invece ricorda male, e per aiutare la sua memoria potrebbe riascoltare l'udienza su Radio Radicale e scoprirà che la Casoria, mentre Prioreschi controesaminava Nucini, ha detto: "Andiamo avanti, avanti. Altre domande. Il teste vabbè… abbiamo inquadrato. Poi dice che uno dice 'Abbiamo inquadrato'". Ricordiamo, per aver ascoltato tutte le udienze, che l'espressione "abbiamo inquadrato" è abituale per la Casoria e nella stessa udienza anche a Narducci, chiedendo domande più semplici per il teste, ha detto: "PM faccia le domande, abbiamo inquadrato. Faccia le domande un po' più...".
Tra le altre cose Capuano ricorda un episodio "in cui raccolsi lo sfogo di un avvocato quasi in lacrime... io anche allora, correttamente, non lo riesco a ricordare l'episodio, un episodio specifico, però, in due occasioni un avvocato con il quale ci conosciamo, perché poi, appunto, ci si conosce per la professione, ebbe modo di dolersi dei comportamenti della Presidente Casoria... io non riesco a ricordare qual è l'episodio specifico, Le dico... non lo riesco a ricordare, non so quanto possa essere...". La Casoria gli chiede il nome dell'avvocato e Capuano risponde: "L'ho rappresentato prima, non lo riesco a ricordare, sarei dovuto andare a vedere sul processo per direttissima, infatti, voglio dire... non aveva...", e Antonio Casoria sottolinea: "Prendiamo atto che il teste non ricorda il nome dell'avvocato amico".
Sembrava di rivivere un'udienza con Auricchio ed i suoi "non ricordo".
L'incredula Casoria: perché mi dovevo astenere?
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