aula napoliNapoli, 30 Marzo del 2010, Processo a Calciopoli. Prosegue il controesame del teste Auricchio da parte delle difese degli imputati per quell’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, cui l’attuale tenente Colonnello dei Carabinieri Attilio Auricchio deve ai sensi di legge non solo una fiction. Quantomeno una spiegazione. Oggi è il suo compleanno. Auricchio compie gli anni, quaranta. E che sia festa lo si capisce dal completino corto e color carta di maccheroni della Morescanti. Gambe perfette, e un sorriso per tutti. Prima che inizi l’udienza noto il via vai di Nicola Penta, il consulente sportivo della difesa di Luciano Moggi. E’ un valore aggiunto quell’uomo. La memoria vivente di tutta l’inchiesta, file dopo file. L’avesse ingaggiato l’accusa, altro che non ricordo. Ha davanti a sé un pc e sullo schermo ci sono dei numeri. E’ l’utenza di Bergamo. Penta ha scoperto le famigerate telefonate ricevute sul cellulare dall’ex designatore degli arbitri da parte dei Moratti, Cellino, Facchetti. Insomma, da parte di tutto il calcio italiano, non solo da Moggi. Come allora, tra l’altro, era lecito fare. Sono migliaia queste telefonate. Solo Cellino, sembra un centinaio. Facchetti pare chiamasse fisso due volte la settimana. Vedremo. Narducci è assente. C’è Capuano, che di Narducci è l’antitesi. Giovane giovane e dalla pesante cadenza. Arriva Auricchio, il festeggiato. La difesa De Santis, avvocato Gallinelli (un tosto romano pieno di ricci che sembra uscito da un film di Pasolini), può ricominciare.
Si discute anzitutto dei vantaggi indiretti che l’arbitro romano avrebbe apportato alla Juve. E sue collegate. Primo caso, Fiorentina-Bologna. E’ uno dei capi d’imputazione. De Santis, secondo le informative dei carabinieri di Auricchio, avrebbe, secondo una “strategia complessiva” dell’associazione con Moggi, Bergamo e Pairetto, diretto la partita previa alterazione del sorteggio e durante la medesima ammonito dolosamente i diffidati del Bologna Petruzzi, Nastase e Gamberini facendoli squalificare e saltare la successiva gara del Bologna con la Juventus. Questo sarebbe il vantaggio per i bianconeri. Nonostante fosse già emerso il procedimento penale su Gabriele e Palanca e quindi De Santis potesse, secondo i ragionamenti svolti la scorsa udienza, lasciarsene influenzare ed arbitrare per non destare sospetti contro la Juve, Auricchio assicura che pur conoscendo l’esistenza del procedimento il De Santis non solo non era turbato. Era persino tranquillo e quindi libero di agevolare indirettamente la Juve. Intercettazioni al riguardo tra gli associati Moggi-De Santis-Bergamo-Pairetto non ce ne sono. Esistono solo due dati. La presunta intercettazione ambientale Moggi-Racalbuto alla quale Prioreschi subito si oppone. E una telefonata tra Luciano Moggi ed il giornalista Tony Damascelli. Quella del delitto perfetto. Nella quale è Damascelli che chiama Moggi, Damascelli soltanto a dire “delitto perfetto”, Damascelli a sbagliare il numero degli ammoniti. Due e non tre. L’avvocato approfondisce la questione del dolo: c’erano le ammonizioni a Petruzzi e Nastase ? Auricchio che ha accertato gli ammoniti solo a mezzo referto afferma di non aver la possibilità di riscontrare. Testuale: non ha letto i giornali. Li ha riportati ma non usati come riscontro. Per lui valgono solo le intercettazioni. A questo punto l’avvocato coi ricci lo mette alla prova. Tira fuori l’intercettazione Meani/Bergamo in cui si parla della severità arbitrale di De Santis in Fiorentina-Bologna. Auricchio ammette che l’interesse di Meani sia stato utilizzato come sospetto contro De Santis. L’avvocato a questo punto chiede come mai nell’informativa sia stata recepita la telefonata sino a un certo punto. Per poi andarsene con i puntini di sospensione.
Legge l’integrazione del colloquio con Bergamo che a proposito di Petruzzi dà ragione a De Santis. Ma Auricchio nega tagli ed assicura integrità. Complessiva.
De Santis secondo il teste sarebbe addirittura recidivo. Lo stesso vizietto delle ammonizioni ai diffidati lo avrebbe manifestato nella partita Reggina-Messina dove avrebbe ammonito due giocatori della Reggina, Balestri e Bonazzoli, proprio prima della gara con la Juventus. E poco importa del peso specifico dei due calciatori, previene ormai smagato l'ovvia contestazione. Non è più la sua prima udienza. Si sappia. Rispiega quindi per l’ennesima volta il suo metodo: non andavo nel merito tecnico ma facevo valutazioni nell’ambito di telefonate. Benissimo. Ogni volta che lo dice sembra chiaro. Poi. L’avvocato Gallinelli maligno: “Ci sono telefonate nelle quali si dice che De Santis deve ammonire i diffidati in favore della Juventus ?”. Se Auricchio dice sì, ce ne andiamo a casa. Anche De Santis che dopo l’ultima udienza, quando la combriccola romana è stata trasformata da dependance moggiana a quattro cittadini di Roma legati tra loro da vincoli di amicizia, non sa più chi è manco nelle ricostruzioni dell’accusa. “No”. Ecco.
Vantaggi diretti, colonnello. Passiamo a quando De Santis ha agito di persona per aiutare la Vecchia Signora. C’è Parma-Juve che è un vero macello. De Santis (secondo l’informativa di Auricchio “sfacciatamente favorevole ai bianconeri”) nega un rigore evidente (nel linguaggio dell’informativa “un piccolo particolare”) alla Juve che pareggia, mentre in contemporanea il Milan, suo avversario diretto per il tricolore, dilaga a Lecce. Accorciando il distacco in classifica. Dov’è in tutto questo il vantaggio diretto dell’arbitro romano alla squadra bianconera? Auricchio parla di una conversazione tra il 4° uomo di quella gara, un certo Boschi, e l’osservatore dell’Aia, Tullio Lanese. Boschi riferisce a Lanese di aver visto Moggi solamente “amareggiato”. Nessun altro indizio o riscontro. Penso: se Moggi era soltanto amareggiato, è sicuramente una prova che De Santis fosse colluso. Altrimenti chissà cosa gli avrebbe fatto. La revoca della patente da Biscardi, una bella lavata di testa, una chiusa a doppia mandata nel Granducato. Deve essere andata così. Per forza. L’avvocato coi ricci insiste, stanotte non vuole dormire contento. Vuole star sveglio coi dubbi. Colonnello, ma non è che c’è una telefonata Tosatti/Moggi durante la quale Tosatti parla di danni alla Juve targati De Santis? Il mancato rigore, gli juventini in diffida ammoniti.
Non è che De Santis la Juve non l’ha aiutata ma danneggiata? Auricchio lo guarda con aria ormai smagata. Quattro udienze non passano invano. Nessun danno, avvocato. Non ha perso nessuno. Perché? C’è il riscontro stavolta. Come quale.
“Ha pareggiato”.

 

continua...