"Ma che modi sono?", chiede l'avvocato Prioreschi.
Ce lo chiediamo anche noi, dovrebbero chiederselo in tanti, ma partiamo dall'inizio della deposizione del teste Rosario Coppola nell'udienza del 4 dicembre nel corso del processo Calciopoli.
Ricordiamo che nel maggio 2006 Borrelli non perdeva occasione, davanti a centinaia di microfoni spianati, di dire che non c'era un "pentito", che "nessuno collabora, c'è omertà nel calcio", ed invitava chi sapeva a collaborare.
Rosario Coppola, ex assistente fino al 2002, ricorda in aula che nel maggio 2006 raccolse il grido di dolore di Borrelli e si presentò spontaneamente dai carabinieri:
"In sostanza io, di mia iniziativa, mi sono messo in contatto con i carabinieri di Roma proprio perché avevo sentito l'appello del giudice Borrelli, che aveva difficoltà a scoprire, ad entrare un attimino nel gruppo degli arbitri, cioè della mentalità degli arbitri. Perché avevo terminato da poco e, in qualche modo, dalla mia piccola e modesta posizione potevo in qualche modo dare uno spaccato di questo ambiente, di come funzionava, di come funzionava la gestione del gruppo".
Coppola, interrogato dal pm Narducci descrive un mondo arbitrale nel quale tutti, assistenti e arbitri, andavano avanti con raccomandazioni e segnalazioni tra le più varie (anche di questori e preti), tutto per ottenere più visibilità, per dirigere le partite più importanti. Descrive il potere della coppia Bergamo/Pairetto e parla di pressioni. A questo punto il pm Narducci gli chiede di entrare più nello specifico e Coppola esaudisce la richiesta affermando:
"Nello specifico, io ho portato come esempio una mia esperienza personale che era, anche oggettivamente, in qualche modo, riscontrabile. [...] Avevamo delle pressioni, a me personalmente è capitato di avere delle pressioni. Una volta c'è stato un reclamo da parte della società su quanto era stato riportato sul referto, io sono stato avvisato da uno dei designatori, Gennaro Mazzei, però, assolutamente, metto la mano sul fuoco, non era un'iniziativa sua personale. Proprio per la figura, ripeto, relativamente modesta, non avrebbe mai preso un'iniziativa del genere. Qualcuno gli ha detto di chiamarmi. Mi dice "Guarda da qui a mezz'ora, da qui ad un'ora ti chiameranno da Milano, dove c'è la Commissione Giudicatrice, di Appello, e ti chiederanno se effettivamente quanto riportato sul rapporto risponde a verità, oppure se devi aggiungere qualche correzione. Mi raccomando, questo giocatore ha preso due giornate di squalifica, di conseguenza cerca un attimino di... ".
Il pm Narducci chiede di che partita si trattasse e Coppola risponde: "Era Inter-Venezia, c'era stata una violenza consumata, un cazzotto, da parte di Cordoba. automaticamente gli davano una giornata di squalifica, per il fatto che l'azione era dall'altra parte del campo c'era l'aggravante di un'altra giornata di squalifica, per cui questo giocatore ne aveva avute due. Ebbi questa sollecitazione di intervenire affinché dicessi che non era un cazzotto, si stava svincolando, stava cercando di allentare la presa di Bettarini, era Bettarini l'altro giocatore. Fatto sta che, guarda caso, dopo una mezz'oretta fui chiamato da Milano, registrarono, c'è la registrazione della telefonata, perché funziona in questo modo, e mi fecero questa richiesta "Ma sa, la società dice che c'è stato uno strattonamento, non è proprio una vera violenza...". Io, da arbitro, riconfermai tutto, avevo visto tutto per bene. Ecco, da quel momento, io non ho fatto più la serie A".
Il pm Narducci non si dimostra molto interessato ad approfondire la notizia di reato portata alla luce da Coppola, e prosegue seguendo il suo filo conduttore, con domande su altri imputati che potete leggere nella trascrizione integrale in PDF sul nostro sito (cliccare per leggerla).
Fermiamoci un attimo, perché di quanto ha detto Coppola sui fatti riferibili all'Inter non c'è traccia nel verbale redatto dai carabinieri. Eppure avrebbe dovuto esserci, perché si tratta di una notizia di reato che andava quantomeno trascritta, riportata sul verbale, e sulla quale, come affermato da Coppola, era facile fare delle verifiche.
Se ai carabinieri non interessava, e a Narducci neppure in fase dibattimentale, chi si dimostra addirittura infastidito dalla notizia è l'avvocato Vigoriti. Qui vale la pena riportare la trascrizione integrale del suo controesame:
Avv. Vigoriti: Avvocato Vigoriti delle Amministrazioni Statali costituite parti civili. Solo una precisazione, non ricordo se Lei ha precisato a proposito di quell'episodio della pressione fatta su di Lei per cambiare la sua versione di quel fatto. Lei ha detto che è stato chiamato telefonicamente da Milano... non ricordo se ha detto da chi...
Coppola: Sì, sì, da Gennaro Mazzei che era il nostro referente, che faceva parte della Commissione, sì.
Avv. Vigoriti: Senta ma, come mai di questo episodio non troviamo menzione nelle dichiarazioni che Lei ha reso a suo tempo...
Coppola: Per un motivo molto semplice, ringrazio anche a Lei per avermi fatto questa domanda. Quando incontrai i carabinieri, su mia richiesta d'altronde, questo episodio andava a toccare una società come l'Inter che, non lo so, provai da parte dei carabinieri in modo sbrigativo ma assolutamente, come dire ... l'argomento non gli interessava
Avv. Vigoriti: Non interessava a chi, ai carabinieri?
Coppola: Ai carabinieri. Mi fu detto "A noi non risulta che l'Inter facesse pressioni, non abbiamo registrazioni..."
Avv. Vigoriti: Chi le ha detto questo? I carabinieri?
Coppola: Il capo, ora il nome..
Avv. Vigoriti: No, no, a prescindere dal nome.
Coppola: Sì, sì, i carabinieri. Non trova, addirittura, menzione nel rapporto...
Avv. Vigoriti: Allora mi faccia capire. Lei aveva intenzione di riferirlo e Le è stato impedito?
Coppola: E' stata la prima cosa che io ho riferito, dopodiché la discussione è slittata su altre cose.
Avv. Vigoriti: E' slittata?
Coppola: E' slittata su altre domande, cioè "Lei conosce questo, è possibile che gli assistenti sapessero..."
Presidente Casoria: Avvocato, però ha chiarito che i carabinieri gli hanno detto che siccome non risulta dalle intercettazioni...
Coppola: "Non è un argomento di discussione, non è un argomento di discussione perché non ci interessa"
Presidente Casoria: Lo hanno bloccato, ha spiegato, hanno detto "A noi non ci risulta, non ci interessa"
Avv. Vigoriti: Sì Presidente, però, se non interessava allora non dovrebbe interessare neanche adesso...
Preseidente Casoria: Ho capito ma non è che ...
NOTA: si sente sghignazzare in aula, con un accentuato mormorio e la voce di un Prioreschi alterato.
Avv. Prioreschi: Che vogliamo fare? Le domande che non piacciono le vogliamo cancellare?
Avv. Vigoriti: Io ho fatto semplicemente delle domande...
Presidente Casoria: Devo imbavagliare il teste? Mi dica. Il pubblico ministero gli ha fatto la domanda e lui ha risposto, non ho capito! Questa circostanza è emersa in base a una domanda che ha fatto il pubblico ministero.
Avv. Vigoriti: Invece pare che non fosse interessante nel corso delle indagini preliminari, a giudizio della polizia giudiziaria, questa è la mia perplessità.
NOTA: caciara in aula e toni concitati.
Presidente Casoria: Avvocato, siamo al dibattimento, mo' vale quello che si dice qui, ha più importanza di quel che si è detto. Ha spiegato che cosa gli hanno detto i carabinieri.
Avv. Vigoriti: Sono trent'anni che faccio questo mestiere, quindi lo so bene. Era una mia perplessità.
Presidente Casoria: Ma ha risposto ad una domanda del pubblico ministero, non possiamo cancellare.
Avv. Vigoriti: Ma io non voglio cancellare niente, ho fatto la domanda, mi ha risposto che i carabinieri non l'hanno voluto sentire: adesso, viceversa, è interessante...
Presidente Casoria: Testimone, Lei conferma questo fatto, Lei ha detto, "Inter-Venezia, questo non ci risulta"
Coppola: E' il motivo per cui io sono andato
Presidente Casoria: Ah! Lei è andato proprio per questo. Benissimo, andiamo avanti, ha chiarito
Coppola: Posso spiegare .. io sono andato lì come arbitro, a me non interessava una società o l'altra. Sono andato a portare la mia piccola esperienza che riguardava una società che, del resto, sembra che non c'entrasse nulla. Ad un certo punto mi è stato detto "No, no ci interessa che parli di questo, se vogliamo parliamo di queste altre società", questo mi è stato detto.
Presidente Casoria: Abbiamo chiarito il punto.
Avv. Vigoriti: Sì, sì, molto chiaro.
Coppola: Sulla stessa partita, per esempio, nell'intervallo io ho avuto la visita del presidente Facchetti negli spogliatoi, sempre sullo stesso argomento. Cosa che si parla di altre persone ma non si parla di...
Avv. Vigoriti: Credo di aver capito
Coppola: E' abbastanza chiaro il discorso, mi sono presentato per dire questi fatti, che poi riguardasse l'Inter è un caso, se riguardava un'altra società sarebbe stato lo stesso
E sono tre. Tre gli episodi, di cui siamo a conoscenza, nei quali emerge che Facchetti si recava negli spogliatoi nell'intervallo: Chievo-Inter 2-1 (inibito dal 18 febbraio al 2 marzo 2003), Udinese-Inter del 2003/04 e, per ultimo durante l'intervallo di Inter-Venezia descritto da Coppola. Eppure i giornali italiani raccontano ancora la leggenda metropolitana di Moggi che entrava negli spogliatoi, cosa che faceva, perché lecita, a fine partita e non nell'intervallo.
Lasciando stare i "santi", il controesame di Vigoriti affonda il dito nella piaga: ai carabinieri non interessava che Coppola parlasse di fatti legati all'Inter.
Ma che modo è di condurre un'indagine? Come si fa a non riportare una notizia di reato in un verbale? Eppure di uomini e mezzi per fare una facile verifica ne avevano, erano "I magnifici 12 della squadra Offside", secondo un articolo di Repubblica ripreso in un nostro articolo. Ben dodici carabinieri sulle tracce di Moggi e compagni, roba da far invidia al Capitano Ultimo che indagava su ben altri delinquenti.
Altri particolari vengono portati alla luce dal controesame, sempre per le parti civili, dell'avvocato Catalanotti, che riportiamo integralmente:
Avv. Catalanotti: Avvocato Catalanotti per il Brescia Calcio. Se il teste ricorda chi partecipò all'esame, se ci fosse un ufficiale, un sottufficiale e il nome in particolare.
Coppola: No, erano dei nomi di copertura, questo lo dò per certo perché si presentarono con un nome però, poi, quando firmai il verbale vidi che c'erano dei nomi diversi. Più di questo non so.
Avv. Catalanotti: Lei rilesse il verbale prima di sottoscriverlo?
Coppola: Sì, sì, certo
Avv. Catalanotti: E non fece osservare agli ufficiali di polizia giudiziaria che la circostanza relativa all'Inter non era verbalizzata, e non chiese il perché di questa omissione?
Coppola: E' vero, ci ho pensato dopo, ma dal momento in cui non interessava l'argomento non ebbi motivo di sottolineare la cosa. Dopo un'ora e mezza...
NOTA: Si sente la voce di un difensore, in sottofondo: Un'ora e mezza?
Coppola: Un'ora e mezza, sì.
Avv. Catalanotti: Scusi Presidente, il teste, se ho ben capito, nella premessa, nella introduzione dell'esame testimoniale, ha precisato che si era spontaneamente...
Presidente Casoria: "Motu proprio", sì.
.Avv. Catalanotti: "Motu proprio" presentato accogliendo un invito del dottor Borrelli. Quindi, se ho ben capito, l'accesso del teste all'indagine era in funzione di aprire un riflettore, di far chiarezza... semplicemente, all'obiezione "Ma noi dell'Inter non vogliamo sapere nulla", Lei non ha obiettato dicendo "Ma io sono qui per parlare delle cose che non andavano bene nel calcio, delle malefatte, non soltanto della Juventus"? Scusi eh!
Avv. Prioreschi: Ma la Juventus chi l'ha nominata? Ma che c'entra la Juventus?
Avv. Catalanotti: Vorrei sentire la risposta...
Avv. Prioreschi: Ma Lei gli mette in bocca la Juventus, ma che modi sono?
Avv. Catalanotti: Un'altra squadra qualsiasi coinvolta nel processo, scusate...
NOTA: gran rumore in sottofondo e vibrate proteste di Prioreschi, con voci accavallate.
Presidente Casoria: Comunque ripetiamo, dice "Lei perché poi non ha insistito a dire qua si deve mettere l'Inter..."
Coppola: Ripeto, qui stiamo facendo dei nomi di società, ma io non ero andato lì per accusare l'Inter, ero andato per accusare il sistema creato dai designatori al riguardo, cioè, o tu facevi quello che ti dicevano loro, oppure eri tagliato fuori, portando come esempio mio personale. Sfortuna (o fortuna, non si comprende bene ndr) ha voluto che riguardasse l'Inter.
Presidente Casoria: Quindi Lei non aveva fatti da portare di altre società? O ha portato anche altre società?
Coppola: L'esempio palese è quello che Le ho detto, di aver ricevuto, poi, due giorni dopo, le pressioni affinché io cancellassi qualcosa del referto fatto in campo. La cosa riguardava l'Inter, poteva riguardare il Venezia, la Juventus, o chicchessia. Ho avuto queste pressioni, pressioni che hanno sempre subìto anche gli altri colleghi, e chi ha la possibilità di verificare sui giornali si renderà conto di quante volte ci sono stati questi ravvedimenti miracolosi da parte degli assistenti, degli arbitri, che la domenica vedevano una cosa e, guarda caso, il martedì dopo si ricordavano di aver sbagliato qualcosa, era una prassi.
Presidente Casoria: Va bene, ci sono altre domande?
Coppola: Poi lasciamo stare il discorso... se loro mi hanno detto così, io... erano i primi tempi, probabilmente loro parlavano di, non avevano le intercettazioni, le telefonate .. "ma questo non ci interessa..."
Avv. Catalanotti: 20 maggio 2006.
Presidente Casoria: Lei prima ha detto "Non ci risulta dalle intercettazioni".
Coppola: Sì, sì, mi dissero così.
L'avvocato Catalanotti poteva fare il nome di qualsiasi altra squadra però, guarda caso, infila nella domanda solo la Juventus. Sarà scattato lo stesso meccanismo anche nella mente dei carabinieri che ascoltarono Coppola? Dalle risultanze dell'udienza sembrerebbe proprio di sì. E tocca all'avvocato di Moggi difendere la Juventus, oltre ad affermare che, secondo lui, questa è la conferma che le indagini si svolsero a senso unico, che furono verbalizzate "sensazioni ed impressioni", cosa che non doveva essere fatta. (guarda il video).
Chi erano i carabinieri che verbalizzarono la testimonianza di Coppola? Ne chiede conferma l'avvocato Prioreschi:
Avv. Prioreschi: Sono l'avvocato Prioreschi, difesa Moggi. Era solo per avere conferma: Lei è stato, risulta dal suo verbale, che è stato sentito dal maggiore dei carabinieri Attilio Auricchio e dal maresciallo capo Di Laroni Michele. Si ricorda che erano due le persone che l'hanno...
Coppola: forse erano tre però due assistettero, sì l'altro era fuori... però i nomi...
Avv. Prioreschi: No vabbè, risultano dal verbale, grazie.
Chiudiamo riportando alcuni passi di un articolo di Oliviero Beha per www.ilfattoquotidiano.it:
"A Napoli nel processo collegato allo scandalo spunta l’Inter. [...] Ma, udite udite, i carabinieri gli spiegarono che "non essendoci intercettazioni che riguardassero l’Inter", non avrebbero neppure verbalizzato. E infatti non verbalizzarono. Ora la cosa più interessante sembra proprio questa, essendo ovviamente prescritto tutto quanto dopo 8 anni dalla giustizia ordinaria e a maggior ragione dalla frizzante e istantanea giustizia sportiva. Per Coppola, niente verbalizzazione con una motivazione almeno inquietante. Un mese fa circa per Manfredi Martino, segretario della Commissione Arbitri Nazionale (Can), un’altra deposizione a Napoli in cui non tornava quello che diceva in aula con le dichiarazioni rese ai carabinieri nel 2006. Allora, secondo il teste, "forse non verbalizzarono", non ricordava bene perché. E un altro teste, di nuovo un segnalinee come Coppola, ma più recente, dei giorni nostri, tal Babini in stretto contatto telefonico intercettato con Meani uomo di Galliani, parlando di chi entrava negli spogliatoi come Moggi, e la Sensi e una pletora di dirigenti, pessimocostumeepperògeneralizzato, in un’udienza di qualche tempo fa di nuovo si riferì a sue dichiarazioni ai carabinieri non verbalizzate. Mi sbaglierò, ma se il fatto si ripete così spesso forse qualche gatta ci cova, e di colore diverso dal bianconero. Anche perché, rivelazione delle rivelazioni, quello che i media non riportano, o comunque non sottolineano minimamente, è che questi tre testi, come tutti gli altri finora, sono testi chiamati dall’accusa, dai pubblici ministeri, tesi a dimostrare la grande truffa di Moggi e company in Calciopoli (dopo il proscioglimento dei soli Carraro e Ghirelli nel plotone di rinviati a giudizio). A sì, testi dell’accusa? E per di più con dichiarazioni non verbalizzate dai carabinieri o almeno da "quei" carabinieri? Parrebbe una vicenda orientata in partenza, con una "discarica" di rifiuti cui conferire tutto il marcio del pallone italiota, ovverosia la discarica-Moggi."
Video delle dichiarazioni di Beha al TG3 del 6 dicembre 2009: clicca per vedere.
Ce lo chiediamo anche noi, dovrebbero chiederselo in tanti, ma partiamo dall'inizio della deposizione del teste Rosario Coppola nell'udienza del 4 dicembre nel corso del processo Calciopoli.
Ricordiamo che nel maggio 2006 Borrelli non perdeva occasione, davanti a centinaia di microfoni spianati, di dire che non c'era un "pentito", che "nessuno collabora, c'è omertà nel calcio", ed invitava chi sapeva a collaborare.
Rosario Coppola, ex assistente fino al 2002, ricorda in aula che nel maggio 2006 raccolse il grido di dolore di Borrelli e si presentò spontaneamente dai carabinieri:
"In sostanza io, di mia iniziativa, mi sono messo in contatto con i carabinieri di Roma proprio perché avevo sentito l'appello del giudice Borrelli, che aveva difficoltà a scoprire, ad entrare un attimino nel gruppo degli arbitri, cioè della mentalità degli arbitri. Perché avevo terminato da poco e, in qualche modo, dalla mia piccola e modesta posizione potevo in qualche modo dare uno spaccato di questo ambiente, di come funzionava, di come funzionava la gestione del gruppo".
Coppola, interrogato dal pm Narducci descrive un mondo arbitrale nel quale tutti, assistenti e arbitri, andavano avanti con raccomandazioni e segnalazioni tra le più varie (anche di questori e preti), tutto per ottenere più visibilità, per dirigere le partite più importanti. Descrive il potere della coppia Bergamo/Pairetto e parla di pressioni. A questo punto il pm Narducci gli chiede di entrare più nello specifico e Coppola esaudisce la richiesta affermando:
"Nello specifico, io ho portato come esempio una mia esperienza personale che era, anche oggettivamente, in qualche modo, riscontrabile. [...] Avevamo delle pressioni, a me personalmente è capitato di avere delle pressioni. Una volta c'è stato un reclamo da parte della società su quanto era stato riportato sul referto, io sono stato avvisato da uno dei designatori, Gennaro Mazzei, però, assolutamente, metto la mano sul fuoco, non era un'iniziativa sua personale. Proprio per la figura, ripeto, relativamente modesta, non avrebbe mai preso un'iniziativa del genere. Qualcuno gli ha detto di chiamarmi. Mi dice "Guarda da qui a mezz'ora, da qui ad un'ora ti chiameranno da Milano, dove c'è la Commissione Giudicatrice, di Appello, e ti chiederanno se effettivamente quanto riportato sul rapporto risponde a verità, oppure se devi aggiungere qualche correzione. Mi raccomando, questo giocatore ha preso due giornate di squalifica, di conseguenza cerca un attimino di... ".
Il pm Narducci chiede di che partita si trattasse e Coppola risponde: "Era Inter-Venezia, c'era stata una violenza consumata, un cazzotto, da parte di Cordoba. automaticamente gli davano una giornata di squalifica, per il fatto che l'azione era dall'altra parte del campo c'era l'aggravante di un'altra giornata di squalifica, per cui questo giocatore ne aveva avute due. Ebbi questa sollecitazione di intervenire affinché dicessi che non era un cazzotto, si stava svincolando, stava cercando di allentare la presa di Bettarini, era Bettarini l'altro giocatore. Fatto sta che, guarda caso, dopo una mezz'oretta fui chiamato da Milano, registrarono, c'è la registrazione della telefonata, perché funziona in questo modo, e mi fecero questa richiesta "Ma sa, la società dice che c'è stato uno strattonamento, non è proprio una vera violenza...". Io, da arbitro, riconfermai tutto, avevo visto tutto per bene. Ecco, da quel momento, io non ho fatto più la serie A".
Il pm Narducci non si dimostra molto interessato ad approfondire la notizia di reato portata alla luce da Coppola, e prosegue seguendo il suo filo conduttore, con domande su altri imputati che potete leggere nella trascrizione integrale in PDF sul nostro sito (cliccare per leggerla).
Fermiamoci un attimo, perché di quanto ha detto Coppola sui fatti riferibili all'Inter non c'è traccia nel verbale redatto dai carabinieri. Eppure avrebbe dovuto esserci, perché si tratta di una notizia di reato che andava quantomeno trascritta, riportata sul verbale, e sulla quale, come affermato da Coppola, era facile fare delle verifiche.
Se ai carabinieri non interessava, e a Narducci neppure in fase dibattimentale, chi si dimostra addirittura infastidito dalla notizia è l'avvocato Vigoriti. Qui vale la pena riportare la trascrizione integrale del suo controesame:
Avv. Vigoriti: Avvocato Vigoriti delle Amministrazioni Statali costituite parti civili. Solo una precisazione, non ricordo se Lei ha precisato a proposito di quell'episodio della pressione fatta su di Lei per cambiare la sua versione di quel fatto. Lei ha detto che è stato chiamato telefonicamente da Milano... non ricordo se ha detto da chi...
Coppola: Sì, sì, da Gennaro Mazzei che era il nostro referente, che faceva parte della Commissione, sì.
Avv. Vigoriti: Senta ma, come mai di questo episodio non troviamo menzione nelle dichiarazioni che Lei ha reso a suo tempo...
Coppola: Per un motivo molto semplice, ringrazio anche a Lei per avermi fatto questa domanda. Quando incontrai i carabinieri, su mia richiesta d'altronde, questo episodio andava a toccare una società come l'Inter che, non lo so, provai da parte dei carabinieri in modo sbrigativo ma assolutamente, come dire ... l'argomento non gli interessava
Avv. Vigoriti: Non interessava a chi, ai carabinieri?
Coppola: Ai carabinieri. Mi fu detto "A noi non risulta che l'Inter facesse pressioni, non abbiamo registrazioni..."
Avv. Vigoriti: Chi le ha detto questo? I carabinieri?
Coppola: Il capo, ora il nome..
Avv. Vigoriti: No, no, a prescindere dal nome.
Coppola: Sì, sì, i carabinieri. Non trova, addirittura, menzione nel rapporto...
Avv. Vigoriti: Allora mi faccia capire. Lei aveva intenzione di riferirlo e Le è stato impedito?
Coppola: E' stata la prima cosa che io ho riferito, dopodiché la discussione è slittata su altre cose.
Avv. Vigoriti: E' slittata?
Coppola: E' slittata su altre domande, cioè "Lei conosce questo, è possibile che gli assistenti sapessero..."
Presidente Casoria: Avvocato, però ha chiarito che i carabinieri gli hanno detto che siccome non risulta dalle intercettazioni...
Coppola: "Non è un argomento di discussione, non è un argomento di discussione perché non ci interessa"
Presidente Casoria: Lo hanno bloccato, ha spiegato, hanno detto "A noi non ci risulta, non ci interessa"
Avv. Vigoriti: Sì Presidente, però, se non interessava allora non dovrebbe interessare neanche adesso...
Preseidente Casoria: Ho capito ma non è che ...
NOTA: si sente sghignazzare in aula, con un accentuato mormorio e la voce di un Prioreschi alterato.
Avv. Prioreschi: Che vogliamo fare? Le domande che non piacciono le vogliamo cancellare?
Avv. Vigoriti: Io ho fatto semplicemente delle domande...
Presidente Casoria: Devo imbavagliare il teste? Mi dica. Il pubblico ministero gli ha fatto la domanda e lui ha risposto, non ho capito! Questa circostanza è emersa in base a una domanda che ha fatto il pubblico ministero.
Avv. Vigoriti: Invece pare che non fosse interessante nel corso delle indagini preliminari, a giudizio della polizia giudiziaria, questa è la mia perplessità.
NOTA: caciara in aula e toni concitati.
Presidente Casoria: Avvocato, siamo al dibattimento, mo' vale quello che si dice qui, ha più importanza di quel che si è detto. Ha spiegato che cosa gli hanno detto i carabinieri.
Avv. Vigoriti: Sono trent'anni che faccio questo mestiere, quindi lo so bene. Era una mia perplessità.
Presidente Casoria: Ma ha risposto ad una domanda del pubblico ministero, non possiamo cancellare.
Avv. Vigoriti: Ma io non voglio cancellare niente, ho fatto la domanda, mi ha risposto che i carabinieri non l'hanno voluto sentire: adesso, viceversa, è interessante...
Presidente Casoria: Testimone, Lei conferma questo fatto, Lei ha detto, "Inter-Venezia, questo non ci risulta"
Coppola: E' il motivo per cui io sono andato
Presidente Casoria: Ah! Lei è andato proprio per questo. Benissimo, andiamo avanti, ha chiarito
Coppola: Posso spiegare .. io sono andato lì come arbitro, a me non interessava una società o l'altra. Sono andato a portare la mia piccola esperienza che riguardava una società che, del resto, sembra che non c'entrasse nulla. Ad un certo punto mi è stato detto "No, no ci interessa che parli di questo, se vogliamo parliamo di queste altre società", questo mi è stato detto.
Presidente Casoria: Abbiamo chiarito il punto.
Avv. Vigoriti: Sì, sì, molto chiaro.
Coppola: Sulla stessa partita, per esempio, nell'intervallo io ho avuto la visita del presidente Facchetti negli spogliatoi, sempre sullo stesso argomento. Cosa che si parla di altre persone ma non si parla di...
Avv. Vigoriti: Credo di aver capito
Coppola: E' abbastanza chiaro il discorso, mi sono presentato per dire questi fatti, che poi riguardasse l'Inter è un caso, se riguardava un'altra società sarebbe stato lo stesso
E sono tre. Tre gli episodi, di cui siamo a conoscenza, nei quali emerge che Facchetti si recava negli spogliatoi nell'intervallo: Chievo-Inter 2-1 (inibito dal 18 febbraio al 2 marzo 2003), Udinese-Inter del 2003/04 e, per ultimo durante l'intervallo di Inter-Venezia descritto da Coppola. Eppure i giornali italiani raccontano ancora la leggenda metropolitana di Moggi che entrava negli spogliatoi, cosa che faceva, perché lecita, a fine partita e non nell'intervallo.
Lasciando stare i "santi", il controesame di Vigoriti affonda il dito nella piaga: ai carabinieri non interessava che Coppola parlasse di fatti legati all'Inter.
Ma che modo è di condurre un'indagine? Come si fa a non riportare una notizia di reato in un verbale? Eppure di uomini e mezzi per fare una facile verifica ne avevano, erano "I magnifici 12 della squadra Offside", secondo un articolo di Repubblica ripreso in un nostro articolo. Ben dodici carabinieri sulle tracce di Moggi e compagni, roba da far invidia al Capitano Ultimo che indagava su ben altri delinquenti.
Altri particolari vengono portati alla luce dal controesame, sempre per le parti civili, dell'avvocato Catalanotti, che riportiamo integralmente:
Avv. Catalanotti: Avvocato Catalanotti per il Brescia Calcio. Se il teste ricorda chi partecipò all'esame, se ci fosse un ufficiale, un sottufficiale e il nome in particolare.
Coppola: No, erano dei nomi di copertura, questo lo dò per certo perché si presentarono con un nome però, poi, quando firmai il verbale vidi che c'erano dei nomi diversi. Più di questo non so.
Avv. Catalanotti: Lei rilesse il verbale prima di sottoscriverlo?
Coppola: Sì, sì, certo
Avv. Catalanotti: E non fece osservare agli ufficiali di polizia giudiziaria che la circostanza relativa all'Inter non era verbalizzata, e non chiese il perché di questa omissione?
Coppola: E' vero, ci ho pensato dopo, ma dal momento in cui non interessava l'argomento non ebbi motivo di sottolineare la cosa. Dopo un'ora e mezza...
NOTA: Si sente la voce di un difensore, in sottofondo: Un'ora e mezza?
Coppola: Un'ora e mezza, sì.
Avv. Catalanotti: Scusi Presidente, il teste, se ho ben capito, nella premessa, nella introduzione dell'esame testimoniale, ha precisato che si era spontaneamente...
Presidente Casoria: "Motu proprio", sì.
.Avv. Catalanotti: "Motu proprio" presentato accogliendo un invito del dottor Borrelli. Quindi, se ho ben capito, l'accesso del teste all'indagine era in funzione di aprire un riflettore, di far chiarezza... semplicemente, all'obiezione "Ma noi dell'Inter non vogliamo sapere nulla", Lei non ha obiettato dicendo "Ma io sono qui per parlare delle cose che non andavano bene nel calcio, delle malefatte, non soltanto della Juventus"? Scusi eh!
Avv. Prioreschi: Ma la Juventus chi l'ha nominata? Ma che c'entra la Juventus?
Avv. Catalanotti: Vorrei sentire la risposta...
Avv. Prioreschi: Ma Lei gli mette in bocca la Juventus, ma che modi sono?
Avv. Catalanotti: Un'altra squadra qualsiasi coinvolta nel processo, scusate...
NOTA: gran rumore in sottofondo e vibrate proteste di Prioreschi, con voci accavallate.
Presidente Casoria: Comunque ripetiamo, dice "Lei perché poi non ha insistito a dire qua si deve mettere l'Inter..."
Coppola: Ripeto, qui stiamo facendo dei nomi di società, ma io non ero andato lì per accusare l'Inter, ero andato per accusare il sistema creato dai designatori al riguardo, cioè, o tu facevi quello che ti dicevano loro, oppure eri tagliato fuori, portando come esempio mio personale. Sfortuna (o fortuna, non si comprende bene ndr) ha voluto che riguardasse l'Inter.
Presidente Casoria: Quindi Lei non aveva fatti da portare di altre società? O ha portato anche altre società?
Coppola: L'esempio palese è quello che Le ho detto, di aver ricevuto, poi, due giorni dopo, le pressioni affinché io cancellassi qualcosa del referto fatto in campo. La cosa riguardava l'Inter, poteva riguardare il Venezia, la Juventus, o chicchessia. Ho avuto queste pressioni, pressioni che hanno sempre subìto anche gli altri colleghi, e chi ha la possibilità di verificare sui giornali si renderà conto di quante volte ci sono stati questi ravvedimenti miracolosi da parte degli assistenti, degli arbitri, che la domenica vedevano una cosa e, guarda caso, il martedì dopo si ricordavano di aver sbagliato qualcosa, era una prassi.
Presidente Casoria: Va bene, ci sono altre domande?
Coppola: Poi lasciamo stare il discorso... se loro mi hanno detto così, io... erano i primi tempi, probabilmente loro parlavano di, non avevano le intercettazioni, le telefonate .. "ma questo non ci interessa..."
Avv. Catalanotti: 20 maggio 2006.
Presidente Casoria: Lei prima ha detto "Non ci risulta dalle intercettazioni".
Coppola: Sì, sì, mi dissero così.
L'avvocato Catalanotti poteva fare il nome di qualsiasi altra squadra però, guarda caso, infila nella domanda solo la Juventus. Sarà scattato lo stesso meccanismo anche nella mente dei carabinieri che ascoltarono Coppola? Dalle risultanze dell'udienza sembrerebbe proprio di sì. E tocca all'avvocato di Moggi difendere la Juventus, oltre ad affermare che, secondo lui, questa è la conferma che le indagini si svolsero a senso unico, che furono verbalizzate "sensazioni ed impressioni", cosa che non doveva essere fatta. (guarda il video).
Chi erano i carabinieri che verbalizzarono la testimonianza di Coppola? Ne chiede conferma l'avvocato Prioreschi:
Avv. Prioreschi: Sono l'avvocato Prioreschi, difesa Moggi. Era solo per avere conferma: Lei è stato, risulta dal suo verbale, che è stato sentito dal maggiore dei carabinieri Attilio Auricchio e dal maresciallo capo Di Laroni Michele. Si ricorda che erano due le persone che l'hanno...
Coppola: forse erano tre però due assistettero, sì l'altro era fuori... però i nomi...
Avv. Prioreschi: No vabbè, risultano dal verbale, grazie.
Chiudiamo riportando alcuni passi di un articolo di Oliviero Beha per www.ilfattoquotidiano.it:
"A Napoli nel processo collegato allo scandalo spunta l’Inter. [...] Ma, udite udite, i carabinieri gli spiegarono che "non essendoci intercettazioni che riguardassero l’Inter", non avrebbero neppure verbalizzato. E infatti non verbalizzarono. Ora la cosa più interessante sembra proprio questa, essendo ovviamente prescritto tutto quanto dopo 8 anni dalla giustizia ordinaria e a maggior ragione dalla frizzante e istantanea giustizia sportiva. Per Coppola, niente verbalizzazione con una motivazione almeno inquietante. Un mese fa circa per Manfredi Martino, segretario della Commissione Arbitri Nazionale (Can), un’altra deposizione a Napoli in cui non tornava quello che diceva in aula con le dichiarazioni rese ai carabinieri nel 2006. Allora, secondo il teste, "forse non verbalizzarono", non ricordava bene perché. E un altro teste, di nuovo un segnalinee come Coppola, ma più recente, dei giorni nostri, tal Babini in stretto contatto telefonico intercettato con Meani uomo di Galliani, parlando di chi entrava negli spogliatoi come Moggi, e la Sensi e una pletora di dirigenti, pessimocostumeepperògeneralizzato, in un’udienza di qualche tempo fa di nuovo si riferì a sue dichiarazioni ai carabinieri non verbalizzate. Mi sbaglierò, ma se il fatto si ripete così spesso forse qualche gatta ci cova, e di colore diverso dal bianconero. Anche perché, rivelazione delle rivelazioni, quello che i media non riportano, o comunque non sottolineano minimamente, è che questi tre testi, come tutti gli altri finora, sono testi chiamati dall’accusa, dai pubblici ministeri, tesi a dimostrare la grande truffa di Moggi e company in Calciopoli (dopo il proscioglimento dei soli Carraro e Ghirelli nel plotone di rinviati a giudizio). A sì, testi dell’accusa? E per di più con dichiarazioni non verbalizzate dai carabinieri o almeno da "quei" carabinieri? Parrebbe una vicenda orientata in partenza, con una "discarica" di rifiuti cui conferire tutto il marcio del pallone italiota, ovverosia la discarica-Moggi."
Video delle dichiarazioni di Beha al TG3 del 6 dicembre 2009: clicca per vedere.