Una giornata durata 10 ore, un processo pesante che probabilmente a molti media non interessa più, tanto da inviare pochi effettivi ad assistervi.
Anzi, a giudicare dalle pubblicazioni sui siti delle più note testate nazionali, e a giudicare dal disinteresse mostrato dalle tv generaliste, sembrerebbe proprio che di inviato ce ne fosse uno solo, incaricato di scrivere per tutti.
Molto probabilmente si tratta dell’inviato dell’ANSA, perché l’agenzia è la fonte alla quale molti siti fanno riferimento, ad avvalorare la tesi del copia/incolla: viva la professionalità dei giornalisti nostrani!
Eppure il delirio di Nucini, un arbitro che le cronache dell’epoca descrivevano come scarso (ma scarso per davvero!), famoso per l’amicizia con Facchetti (cementata da un cartellino rosso risparmiato all'interista Di Biagio in una gara contro l’Udinese) e diventato, in piena attività arbitrale, confidente privilegiato dell’allora presidente nerazzurro, avrebbe meritato un minimo di attenzione e approfondimento.
Non fosse altro che per “salvaguardare la memoria” dello scomparso Presidente nerazzurro al quale Nucini era solito far confidenze durante le loro assidue frequentazioni, e per il quale aveva addirittura redatto un dossier (diario lo chiama), nel quale venivano riportati “i giudizi positivi espressi dai designatori in partite in cui registrava errori a favore della Juve o a svantaggio delle avversarie. Giudizi che, nei casi opposti (errori contro Juve o a favore di rivali), erano invece negativi”.
Un “diario” portato in aula ieri come prova e consegnato ai giudici.
I quotidiani sportivi ignorano la notizia in prima pagina.
Tuttosport si dedica al mercato e alle polemiche sulla stangata disciplinare al Toro, la Gazzetta in taglio alto magnifica la finale di Champions League, ma il titolo centrale riguarda Maldini che polemizza col Milan colpevole di non averlo difeso dalla contestazione degli ultras. Il Corriere dello Sport tratta di Champions League, panchine ballerine, di Figo che prenderà il posto che fu di Facchetti quale “ministro degli esteri nerazzurro” (per quel ruolo è evidentemente necessario uno dalla firma facile: Facchetti con le fidejussioni e l’ex “pesetero” con i contratti), e, per finire, la notiziona della firma di Aquilani che si lega fino al 2013 all’infermeria della “squadra che ama”.
Repubblica, nella versione online, come d’abitudine, presenta la vicenda in modo colpevolista, arrivando addirittura ad omettere le eccezioni degli avvocati della difesa, che, nella versione accreditata all’ANSA, incastrano Nucini su quella che è una menzogna, relativa all’ostracismo che la cosiddetta Cupola gli avrebbe praticato precludendogli ogni possibile direzione in serie A in seguito a quel famoso Juventus-Bologna del 2000/01 in cui fischiò un rigore inesistente a favore dei rossoblù. In realtà, Nucini, non solo arbitrò ancora la Juve nello stesso campionato dopo sole 8 giornate (Juve-Reggina 1-0) ma diresse gare di serie A anche nei campionati successivi, fino al 2004-05. Quindi è totalmente falso quanto sostenuto da Nucini: ”Da allora non ho mai più arbitrato in serie A”, ma a Repubblica non sembra interessare tutto questo, come peraltro non vengono citate le palesi contraddizioni tra le dichiarazioni del teste rilasciate ieri, rispetto a quanto dichiarato dallo stesso Nucini durante le indagini, soprattutto a proposito della famigerata scheda sim, la “pistola fumante” che lui avrebbe gettato una volta venutone in possesso.
Le obiezioni vengono riportate da Tg com e Sportmediaset, fedeli alla pratica del “copia/incolla”, addirittura le stesse frasi e persino gli stessi refusi; in due frasi consecutive l’ex fischietto bergamasco viene chiamato prima “Nucini” e subito dopo “Lucini”.
Passata la nottata, disponibili le edizioni cartacee, sfogliando le pagine ci troviamo davanti ad uno scenario dove regna l’indifferenza, anche se, una volta tanto, qualcuno presenta l’avvenimento in modo quantomeno verosimile.
“Libero” (dalle cui colonne aspettiamo, però, il consueto articolo di Luciano Moggi), “Il Giornale” e soprattutto il “Corriere della Sera” non dedicano una sola riga all’udienza di ieri. Decisamente strano il silenzio del Corriere; certo oggi è il giorno della finale di Champions League, evento che reclama il suo spazio, però c'è un fatto: ieri è stata una giornata particolare per la figura di Facchetti in quanto presidente dell'Inter. Particolare perché è venuto fuori che l'ex terzino nerazzurro aveva al suo "servizio" un arbitro in attività; qualcosa di estremamente grave come ugualmente grave era stata a suo tempo l'indagine condotta dalla giustizia sportiva a suo carico per i famosi pedinamenti (con sentenza di non procedibilità perché defunto nel frattempo). A pensarci bene (o male, fate voi, cari lettori) forse il silenzio del Corriere va ricercato in un motivo che l'alibi della finale di Roma nasconde come la coperta di Linus, soprattutto perché in totale contrapposizione alla linea tenuta dallo stesso quotidiano alcuni giorni fa, quando, da perfetto paladino dell’accusa, il giornale di De Bortoli uscì con un pezzo fuorviante e faziosamente bugiardo. E di sicuro al più presto di questo dovremo riparlare.
Repubblica, fedele all’edizione online comparsa nella serata di ieri, esce con 5 mezze righe del solito tenore: "Udienza a Napoli su Calciopoli. "Se sbagliavi a favore della Juve arbitravi in A, se sbagliavi contro in B" ha detto l'ex arbitro Danilo Nucini. Sentiti anche altri due testimoni, l'ex dirigente Franco Dal Cin e l'ex presidente del Bologna, Giuseppe Gazzoni Frascara".
Quindi, silenzio dai giornali istituzionali: e gli sportivi?
Nessun cenno in prima pagina, come riportato sopra, ma all’interno le sorprese fioccano:
Tuttosport dedica mezza pagina a "Nucini: i buchi dell'accusa" in cui si evidenziano principalmente le contraddizioni dell'accusa, e, mentre si annota che "irrompe Facchetti", c'è dell'ironia quando si riporta la frase di Nucini su Facchetti secondo la quale l’ex presidente nerazzurro fosse “l'unico onesto nel mondo del calcio, ironia che traspare soprattutto dalla chiusura dell’articolo, nella quale è riportata la deposizione di Gazzoni Frascara che accusa (con tanto di virgolette), Facchetti di essere stato con tutta probabilità l'intermediario per la discussa fidejussione che garantì l’iscrizione al campionato della Reggina.
Ma il contenuto più succulento è quello della Gazzetta, dal 2006 il braccio mediatico “ufficiale” dell’accusa. Il giornale rosa spara le cartucce col titolo "Premi per sbagli pro-Juve" ma poi nell'articolo è costretto a riportare delle "tante contraddizioni, i difensori incalzano"; quali siano le contraddizioni, la Gazzetta non lo dice… Il punto saliente? "L'ex arbitro ha ricostruito i passaggi che lo portarono a rivolgersi a Giacinto Facchetti per le sue 'vicissitudini''. Quando cominciò questa frequentazione? Cosa raccontò a Facchetti? Cosa fece il dirigente dell'Inter? I difensori lo incalzano. Lui resiste. E parla di un 'memoriale' raccolto in file di circa 250 pagine, sintetizzato in una sorta di elenco, relativo al campionato 2001-02, quello del 5 maggio, nel quale vengono indicati gli errori commessi dai vari arbitri o assistenti e “premiati” o “puniti” a seconda del vantaggio o dello svantaggio prodotto alla Juventus. “Queste diversità di trattamento a fine stagione le feci vedere a Facchetti”. E questi cosa fece? C'è un esposto (ma chi lo aveva presentato?) alla Procura di Milano. Nucini fu convocato dalla pm Ilda Boccassini. Di cosa parlaste? incalzano i difensori. “Del mondo del calcio” gli estorce il presidente Teresa Casoria dopo vari tentativi di non rispondere. Ma perché di queste vicende non parlò mai con l'Ufficio indagini della Figc? “Non mi fidavo”. Racconta anche della scheda telefonica ricevuta da Fabiani. Tante contraddizioni, i difensori incalzano".
In sostanza, la Gazzetta tenta di resistere, molto più di quanto abbia resistito in realtà Nucini, ma non può esimersi dal riconoscere quanto la puzza di imbroglio ormai stia per rendere irrespirabile l’aria.
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