La Combriccola Romana di “Tutti Pazzi Per La Juve”, programma radiofonico bianconero della Capitale in onda tutti i venerdì dalle ore 22 sulle frequenze di Radio Power Station, il 12 novembre scorso ha intervistato il dott. Paolo Bergamo, designatore degli arbitri di calcio di “serie A” fino al 2006 ed arbitro della partita Juventus-Roma del 1981.
Lei è stato l’arbitro della famosa partita Juventus- Roma del 1981 della quale si ricorda tuttora il gol di Turone. A distanza di anni, è sicuro di aver fatto bene ad annullarlo?
“Non posso dirlo perché anche i mezzi tecnici all’epoca non erano così precisi come oggi, alcuni hanno detto che ho fatto bene, altri hanno detto il contrario: la cosa importante è che il mio assistente Giuliano Sancini segnalò il fuorigioco ed io per questo motivo annullai il gol. Questa è la verità”.
Una partita difficile, nervosa, con molte polemiche…
“Il campo era pesante e poi l’antagonismo tra Roma e Torino è sempre stato forte. La partita è stata particolarmente difficile: se si guardano i tabellini ci furono molti ammoniti ed all’inizio del secondo tempo espulsi Furino con un rosso diretto, quindi la Juventus giocò il secondo tempo in dieci. Una delle partite più difficili che abbia arbitrato”.
Chiariamo qualche punto su “Farsopoli”: i contratti dei cellulari, ovvero le linee telefoniche intercettate, erano di proprietà della Federazione che li aveva assegnati a Lei ed al Suo collega Pairetto? Per quale motivo?
“Era un momento in cui ci veniva chiesto di creare una situazione più serena per gli arbitri. La Federazione ci fornì il telefono per il quale pagava le bollette e del quale conosceva anche i tabulati. I nostri numeri di telefono erano stati dati a tutte le società e tutte le società ci chiamavano. All’epoca siamo stati accusati di aver parlato troppo, oggi però le società si lamentano perché questa chiusura che l’Associazione Italiana Arbitri ha di nuovo proposto non è gradita a nessuno: preparare una partita e mettere l’arbitro in condizioni di trovare un ambiente sereno credo che sia un beneficio per l’arbitro. In quel momento (nel processo sportivo ndr) l’hanno giudicata una cosa da non fare, ma non è nemmeno questa la verità: nel momento in cui è scoppiata “Farsopoli” hanno messo in evidenza soltanto una telefonata che io ho fatto con Luciano Moggi, tutte le altre le hanno nascoste, ma io in effetti parlavo con tutti, ed in particolare con l’Inter, che in quegli anni non vinceva ed era la società che si lamentava di più”.
Era consentito ai dirigenti delle squadre di telefonare ai designatori arbitrali e che questi ultimi a loro volta potessero fare il contrario?
“Non era vietato dal regolamento”.
Il “telefonarsi” era caldeggiato dalla Lega per evitare quelle situazioni imbarazzanti nelle quali i dirigenti delle squadre a fine partita si presentavano davanti ai microfoni delle televisioni ad imprecare ed a lamentarsi in diretta sui presunti torti subiti?
“Esattamente. E’ assolutamente così”.
La Federazione ha dato il compito ai designatori di mantenere un clima sereno e poi vi siete trovati da soli nel caos?
“Questo caos è stato voluto: nessuno mi spiegherà mai perché, dopo che Carraro diede immediatamente le dimissioni, fu nominato Commissario Straordinario Guido Rossi che certamente non poteva garantire imparzialità vista la sua provenienza (CdA Internazionale FC ndr); non capisco perché tutto l’ufficio indagini fu mandato a casa e furono presi personaggi nuovi che non hanno fatto le indagini. Hanno inflitto squalifiche a tutti, non a me perché mi dimisi, ma tutti gli altri sono stati squalificati senza che ci sia stata una logica di giustizia e di ricerca della verità: non è stato fatto niente. In quel momento si doveva giustiziare un certo ambiente e così è stato fatto”.
Può spiegare ulteriormente il contenuto della telefonata intercettata nella quale ha avuto un diverbio con il dott. Ruggiero Palombo della Gazzetta dello Sport, che insisteva nella possibilità di inserire l’arbitro Collina nella composizione della griglia di Roma-Juventus del 5 marzo 2005?
“In vita mia ho sempre creduto nella linearità dei rapporti, nella correttezza tra le persone e sinceramente mi ha sorpreso il comportamento di Palombo. Ricordo, in pieno clima Farsopoli, di aver partecipato a Matrix, invitato da Mentana, ed era presente anche Palombo. In quella occasione, Palombo si è vantato di essere stato l’artefice, lo scopritore degli illeciti che riguardavano Farsopoli: non solo la cosa non è stata assolutamente dimostrata, anzi, è emerso (nel dibattimento del processo in corso a Napoli ndr) che il suo giornale ed i suoi giornalisti partecipavano alle indagini con il Col. Auricchio!”.
A distanza di cinque anni, pensa che il dott. Palombo abbia capito che Lei non poteva inserire in griglia per quella partita Collina perché doveva arbitrare una partita di Champions League il martedì come da comunicato UEFA?
“Spero che l’abbia capito. Allora non so cosa avesse in mente sulla possibilità che Collina arbitrasse o meno quella partita (Roma-Juventus del 5 marzo 2005 ndr) o sulla possibilità che noi non avevamo di metterlo in griglia: ribadisco che era impossibile inserire Collina in griglia. Oggi mi farebbe piacere che Palombo mi invitasse a discuterne di persona per chiarire tranquillamente la situazione”.
In riferimento alle polemiche delle scorse settimane sull’intercettazione telefonica tra Lei e l’allora presidente dell’Inter Giacinto Facchetti, si ricorda chi dice: “Metti Collina”?
“Che senso avrebbe avuto che io dicessi a Facchetti “Metti Collina”? Facchetti, dove l’avrebbe dovuto mettere Collina?!? E’ una discussione assurda: io direi a Facchetti “Metti Collina…”?!?
Facchetti dice anche qualcosa di più perché a Mazzei, (riferimento alla telefonata del 25 novembre 2004 delle ore 17.51 intercettata tra l’allora Presidente dell’Inter Giacinto Facchetti ed il Designatore degli assistenti Gennaro Mazzei ndr) dice: “Metti un arbitro di Milano così non può arbitrare; metti l’arbitro che l’ultima domenica ha arbitrato la Juventus così non può arbitrare e così viene fuori Collina…” e Mazzei dice: “ Eh, ma così facciamo un imbroglio…”.
Questa è la verità e non si può girare la testa dall’altra parte”.
Intervista a Bergamo: Farsopoli contro giustizia e verità
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