arbitroStefano Titomanlio, ex-guardalinee, è nato nel 1963; dopo una discreta carriera giovanile di quattocentista, intraprende la carriera arbitrale nel maggio 1981; alcuni anni a fischiare nei campionati regionali, quindi passa a fare il guardalinee nel 1990 e alla terza stagione in serie D ottiene la promozione alla serie C; in questa categoria trascorre cinque stagioni culminate in una finale di coppa Italia (Como - Nocerina del 25/05/07), ma soprattutto con la promozione alla CAN al termine della stagione 97/98. Otto stagioni nella massima serie con all'attivo una cinquantina di gare di serie A e oltre 110 in serie B; inoltre varie presenze all'estero anche in Champions, pur senza la qualifica di assistente internazionale. Da segnalare la nomina a testimonial per la lotta all'AIDS nel novembre 1992 e il premio nazionale Siboni come miglior assistente della serie C promosso nella massima serie. Stefano è tra i rinviati a giudizio per frode sportiva dalla Procura di Napoli nell'ambito dell'indagine conosciuta come "Calciopoli". Il reato contestatogli attiene allo svolgimento della partita Arezzo-Salernitana, del campionato di serie B 2004/2005. Non gli è contestata alcuna vicinanza, nè propria nè impropria, alla dirigenza juventina. Ci ha rilasciato una intervista che sarà il prologo di una collaborazione fissa con la nostra redazione. Potrete leggere ogni settimana le sue osservazioni sul mondo arbitrale. Insieme costituiremo un osservatorio permanente con il quale porre sotto la lente quello che gli altri non hanno il coraggio di scrivere.


1. Signor Titomanlio, la sua carriera di assistente arbitrale si conclude con Calciopoli. Come prova di accusa una sola telefonata con il dirigente milanista Leonardo Meani, in cui gli inquirenti riconoscono una pressione di Mazzei, preparatore dei guardalinee, e una sua accondiscendenza per indirizzare la partita Arezzo-Salernitana verso un risultato favorevole ai toscani. Ci racconti la sua versione dei fatti.
Vorrei premettere che con una squalifica ormai scontata e davanti ad un processo coperto da indulto ogni riflessione, per quanto mi riguarda, è pura accademia e, comunque, prima di quella partita è successo quello che accade settimanalmente nelle varie commissioni tecniche arbitrali: un designatore, Mazzei, che invita un arbitro e nella fattispecie un assistente a prestare massima attenzione alla partita da dirigere per le situazioni createsi nelle precedenti giornate di campionato.

2. La sua linea di difesa si imperniò dunque su un diverso plausibile significato da dare alle frasi a lei contestate, e sui rapporti non certo idilliaci con i vertici arbitrali. Non era il tipo a cui chiedere un favore, dato che non era certo stato privilegiato dagli stessi dirigenti. Non di meno fu condannato. La ritenne un'ingiustizia?
Ritengo che nessuno abbia voluto ricostruire i fatti secondo un criterio di verosimiglianza! Era facile trovare un peones come capro espiatorio e fermarsi alla superficie. Ma ormai ripeto la mia squalifica è quasi terminata e i campionati sono andati avanti lo stesso.

3. Gennaro Mazzei si difese dalle accuse, invece, spiegando come millanteria il contenuto della sua (di Titomanlio, ndr) "confessione" telefonica con Meani. Testuali parole: "Titomanlio è un bugiardo, si voleva dare importanza, far vedere che poteva fare. Dice solo menzogne". Certo, frasi che non fanno piacere, ma che in fondo la scagionano. Le sottoscrive, seppur a malincuore?
Mazzei, mal consigliato, in quei momenti ha cercato di salvarsi, sbagliando per la fretta strategia difensiva!

4. Un'ingenuità come questa le è costata la carriera, un rinvio a giudizio per concorso in frode sportiva e anche una richiesta di risarcimento presso la Corte dei Conti. In quest'ultimo procedimento, abbiamo visto i suoi legali particolarmente agguerriti. La tesi: "Se danno d'immagine c'è stato viene dalla pubblicazione delle intercettazioni e Titomanlio non sapeva di essere intercettato". Ci spiega meglio la vostra posizione?
Per il procedimento avanti la Corte dei Conti i miei legali avv. Andrea Ostellari di Padova e avv. Francesco Acerboni di Venezia hanno sostenuto con forza tre linee di difesa fondamentali:
a - non si contesta il mio operato come assistente e non esiste nessuna accusa contro la mia condotta in campo; manca quindi la giurisdizione della Corte dei Conti, limitata al momemnto in cui come arbitro/assistente si svolgono funzioni pubbliche;
b - il senso delle conversazioni telefoniche intercettate è diverso da quello indicato dal P.M. anche perchè vi sono errori di trascrizione;
c - mancano colpa e nesso causale con il preteso danno di immagine: la mia condotta in campo in quella gara (Arezzo-Salernitana) fu apprezzata da tutti, anche dai presunti danneggiati; io, quindi, non ho creato nessun danno e danno di immagine, se esiste, lo ha creato la pubblicazione delle intercettazioni, che rappresenta un fatto estraneo al mio controllo e alla mia volontà.

5. Tra poco, la prima udienza del Processo di Napoli. I suoi legali contesteranno la trascrizione delle intercettazioni, come già fatto alla Corte dei Conti?
L'avv. Ostellari ha già evidenziato come le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche contengano errori materiali che determinano diverse interpretazioni del contenuto delle stesse intercettazioni. E' naturale che questo sarà un argomento che il Tribunale di Napoli dovrà conoscere.

6. Ci perdoni un po' di qualunquismo, ma la storia racconta che quando il potere cambia, nelle liste di proscrizione ci finiscono i capri espiatori e chi ha commesso peccati veniali, mentre i pezzi grossi se la cavano. Lei è a casa, per una telefonata. Molti dei suoi colleghi, che chiacchieravano con Meani, sono invece abili e arruolati.
Ripeto: l'AIA ha voluto ripulirsi solo superficialmente. Magari era comodo proteggere qualcuno!

7. Lo stesso Collina, che amabilmente si candidava a designatore con Meani, ha poi effettivamente ottenuto il posto. L'ha ritenuta una scelta azzeccata?
Alcuni attuali dirigenti arbitrali dopo averlo acclamato come salvatore della patria, mi hanno confidato una certa delusione. Quanti arbitri sono chiamati a dirigere i big match? Esiste differenza con le gestioni passate?

8. Ancora disparità di giudizio: Paparesta è uscito pulito dal Processo di Napoli, Bertini è uscito immacolato dai processi sportivi e a Napoli si presenta come innocente fino a prova contraria. Eppure non possono più arbitrare, grazie a una regola introdotta nel frattempo, che è sembrata appositamente contra personam. Rocchi e Dondarini, attendono parimenti giudizio a Napoli, ma arbitrano regolarmente. In particolare, il caso Paparesta, che impazza in questi giorni, è sembrato mettere in grave imbarazzo Collina. Lei come lo spiega?
Decisioni affrettate e condizionate da stati emozionali dell'opinione pubblica, momento politico e nondimeno sistema mediatico!

9. Arbitri e guardalinee sbagliano ancora parecchio, anche sotto la direzione di Collina. Sbagliano, si dice, in buona fede. Prima si dirigeva in mala fede? E adesso, quindi, è veramente cambiato qualcosa?
Si sbaglierà sempre; il problema è trovarsi sempre nelle migliori condizioni, non solo fisiche, ma soprattutto psichiche.

10. Domanda cattivissima. Un fuorigioco come quello non segnalato all'Inter contro il Siena è difficile da sbagliare?
Si può sbagliare quando si è troppo sicuri!

11. Torniamo a Calciopoli, per comprenderla meglio insieme a lei, che di quel mondo ha fatto parte, innocente o colpevole. Si è molto discusso del ruolo di Maria Grazia Fazi, in seno alla CAN. Lei che impressione aveva?
Una persona che esercitava con influenza il suo ruolo di collaboratrice... ha fatto comodo un po' a tutti, arbitri compresi.

12. Come ha riferito nel suo interrogatorio, a sua discolpa, lei ha raramente arbitrato partite importanti. Riguardo all'atteggiamento di Bergamo e Pairetto nei confronti delle "grandi", si sente comunque di accodarsi al pensiero di molti suoi colleghi che le ritenevano tutte indistintamente protette o a quello dei Pm napoletani che parlano di cupola in un solo senso?
L'Avvocato Agnelli soleva dire che tutte le belle donne ti mettono in sudditanza... diciamo che tutte le grandi squadre possono essere come le belle donne! Peraltro ho informazioni dirette sulla par condicio riservata alle "grandi" in quel periodo!

13. Con Mattei, l'anno successivo, le cose cambiarono?
Provate ad esaminare le designazioni delle prime dieci giornate di quel campionato... a proposito ma Mattei è commissario straordinario della Commissione Arbitrale della serie D?

14. La famigerata (e presunta) "combriccola romana" guidata da De Santis. Ne ha mai sentito parlare, nell'ambiente?
Alla CAN esistevano molte combriccole e chi lo nega è un ipocrita!

15. Torniamo un attimo alla sua vicenda personale. L'arbitro che diresse il suo Arezzo-Salernitana fu Dattilo, accusato di associazione a delinquere e quindi presunto tassello della Cupola. L'accusa formulata dai Pm nei confronti suoi e di Mazzei è di aver agito "in esecuzione del programma criminale dell'associazione per delinquere". Eppure Mazzei le consiglierebbe di non confidare la sua raccomandazione a Dattilo. E poi: perchè rivolgersi a lei e non direttamente al presunto associato, che dirige senza intoppi? Non le pare che l'intera costruzione dell'associazione a delinquere non stia in piedi?
Mi sembra che tale ricostruzione non faccia una piega.

16. Un piccolo bilancio di Calciopoli a livello arbitrale. Ci sono stati più innocenti condannati o colpevoli ignorati?
La giustizia sportiva tanto osannata poteva scoperchiare qualche pentola....ed ora sono in tanti a chiederne una profonda riforma...persino Carraro, in un recentissimo intervento alle elezioni di Tavecchio alla guida della LND, ha dubitato della correttezza dell'operato della giustizia sportiva.

17. Nei giorni di Calciopoli, durante il suo interrogatorio presso l'Ufficio Indagini di Francesco Saverio Borrelli, le chiesero se conosceva il signor Renzo Castagnini. Lei rispose che lo conosceva solo di nome. E che comunque, incontrandolo, non lo avrebbe salutato. Ci spiega perchè? Si è chiesto infine come mai un mediocre mestierante come lui ha potuto ottenere il ruolo di Responsabile degli osservatori in uno dei club piu' importanti del mondo come la Juventus?
Coinvolgermi in rapporti tra personaggi a me sconosciuti rappresentava forse per qualcuno un'importante carta di credito.

18. Ai sui tempi, cosa contava di più a fine partita: la relazione dell'osservatore o la moviola in televisione? E' ancora così?
E' inconfutabile quanto il sistema televisivo rappresenti un parametro di giudizio per gli arbitraggi; vedasi anche la modulistica dei rapporti degli osservatori arbitrali.

19. Come si esce dall'impasse attuale? Bisogna riformare il sistema o è un problema di uomini?
E' sempre un problema di uomini, a patto che esistano uomini svincolati dai giochi di potere (sic!) Le valutazioni sul nuovo corso arbitrale, alla luce dell'elezioni di Nicchi alla guida dell'AIA, potrebbero essere degne di un mio costante e autonomo approfondimento.

20. Un'ultima domanda. Un solo nome del mondo dei fischietti: per chi metterebbe la mano sul fuoco di qui a sempre?
Io la mano sul fuoco non la metto più per nessuno!