E’ cominciata con una stretta di mano memorabile tra Luciano Moggi e Massimo Moratti, l’udienza per il processo che vede l’ex dg della Juventus imputato per diffamazione nei confronti di Giacinto Facchetti, ex presidente dell’Inter, scomparso nel 2006.
Moratti, chiamato come teste dalla difesa, è andato a salutare Luciano Moggi e gli ha teso la mano, appena entrato in aula. Al termine della deposizione, è andato nuovamente verso l’ex dg della Juventus, trattenendolo per un colloquio dal tono cordiale.
La deposizione dell’ex patron nerazzurro ha sfatato molti pregiudizi sull’operato di Moggi, a cominciare dal rapporto con gli arbitri: “Non era proibito andare a trovare gli arbitri prima e dopo la partita – ha dichiarato – anzi, era quasi obbligatorio, come forma di cortesia. Era una prassi consentita”. “Le telefonate tra me e Bergamo - ha spiegato ancora Moratti, rispondendo all'avvocato Maurilio Prioreschi - erano telefonate di cortesia, ma in realtà Bergamo mi prendeva in giro, perché voleva farmi intendere che avevano riguardi per l'Inter. Però non pensavo assolutamente che ne avrei avuto dei vantaggi. Era tutta una presa in giro, io ci stavo perché sono una persona cortese e le mie non erano certe intenzioni rivolte a sporcare il calcio”. “In ogni caso – ha concluso - erano soltanto colloqui in cui si diceva se gli arbitri erano stati bravi in linea generale”.
Tutto ha avuto inizio il 23 ottobre 2010, quando nel corso di una trasmissione sportiva, Moggi dichiarò che anche l’Inter, e in particolare l’allora presidente Facchetti, aveva rapporti diretti con gli arbitri, riportando l’esempio di alcune intercettazioni relative a Cagliari-Inter di Coppa Italia del 12 maggio 2005.
L’ex dg della Juventus disse in diretta tv a Javier Zanetti: "Quello che emerge dal processo di Napoli sono le telefonate del tuo ex presidente (Facchetti, ndr) che riguardano le griglie e la richiesta a un arbitro di vincere la partita di Coppa Italia con il Cagliari, e l'arbitro era Bertini. Ci sono le telefonate intercettate sue, le telefonate di Moratti e la telefonata di imbarazzo di Bertini, i pedinamenti e le intercettazioni illegali, anche i passaporti falsi e quindi sta zitto Zanetti, è meglio per te ed è meglio per l'Inter".
Questa frase ha scatenato la reazione del figlio di Facchetti, che ha citato Moggi in giudizio per diffamazione nei confronti del padre.
Effettivamente però, dalle intercettazioni emerse nel corso del processo Calciopoli, ritenute “non rilevanti” dall’accusa, le parole di Moggi non risultano affatto infondate.
Il giorno precedente la partita in oggetto, infatti, Giacinto Facchetti, in una telefonata con Bergamo, gli chiese espressamente di indirizzare l’arbitro Bertini verso una vittoria dell’Inter, ricordando i risultati dei nerazzurri nelle ultime gare da lui dirette. Esattamente 4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte.
Facchetti: Guarda, ho guardato lo score di Bertini che con noi ha 4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte...
Bergamo: Porca miseria, allora facciamo 5, 4, 4. Ma vittorie però
Facchetti: Eh, diglielo che è determinante, domani! Ha fatto 12 partite, 4-4-4
Bergamo: Beh, dici te, una la smuove, ma deve smuovere quella che comincia per V (vittoria, ndr), eh
Facchetti: Quella giusta, quella giusta, quella giusta
Bergamo: Sì, no, no, ma viene ben disposto perché è un ragazzo intelligente, ha capito ora come si cammina. C'è voluto un po' a capire, ma, insomma, meglio tardi che mai, dai
Facchetti: Eh, appunto
La telefonata proseguiva poi con una consultazione per le prossime griglie arbitrali:
Bergamo: Senti Giacinto volevo dirti, per domenica (Inter-Livorno, ndr), siccome è una partita… noi la consideriamo abbastanza tranquilla, ci mettiamo anche un esordiente (in griglia, ndr). Per voi non è un problema vero?
Facchetti: No, anzi, anzi
Bergamo: Però volevo dirtelo, non pensare mai, ecco, che magari ci sia una disattenzione da parte mia, eh
Facchetti: No, no, no ma mi va bene domenica un esordiente, mi va anche bene (…)
Per la cronaca, Cagliari-Inter finì 1-1. Ma a sostegno di quanto detto da Moggi, c’è un’altra telefonata, che Bertini preoccupato fece a Bergamo, all’indomani della gara, raccontando le pressioni subìte:
Bergamo: Protestavano un po' quelli dell'Inter... sono un po' insofferenti quando...
Bertini: Eh me ne son accorto. E' stata una remata dal primo minuto poi, dal primo minuto, non capisco, non capisco perché. Tra l'altro c'è stato Facchetti che all'inizio della partita è venuto dentro lo spogliatoio a salutare con quel fare sempre... “Sa, questa è la tredicesima partita… per ora siamo in perfetta parità, quattro perse, quattro vinte e quattro pareggiate, e per l'Inter non è che sia un grande score” mi ha detto. Quindi l'abbiamo preparata in questo modo la partita.
Bergamo: Mmhh
Bertini: E non è stato piacevole, non è stato piacevole (…)
Oltre a Massimo Moratti, è stato chiamato a testimoniare davanti al giudice Oscar Magi anche Gennaro Mazzei, all'epoca vice di Pairetto e Bergamo. Mazzei, anch’egli teste della difesa, ha raccontato di una telefonata del 25 novembre 2004, alla vigilia di Inter-Juve, in cui Facchetti insisteva per avere Collina come direttore di gara, definito da lui “il numero uno”, e intanto veniva a conoscenza degli arbitri di linea prima del sorteggio:
Facchetti: Sceglili bene per domenica sera eh...
Mazzei: Numero 1 e numero 2, penso eh, a 'sto punto penso da quello che... Ivaldi e Pisacreta (i guardalinee prescelti, ndr)
Facchetti: Ivaldi e Pisacreta
Mazzei: Eh sono il numero 1 e il numero 2
Facchetti: Sì certo, e il numero 1 degli arbitri....... (Collina, ndr)
Mazzei: Eh sì, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il numero 1
Facchetti: Ma vaaa... lì non devono fare sorteggi, lì devono... ehhh
Mazzei: Eh, come si fa Giacinto....
Facchetti: Ehhh.... (…)
Nella precedente udienza del 1° dicembre 2014 erano stati ascoltati Zanetti, Pairetto e Bertini.
Prossimo appuntamento, il 30 marzo, data in cui è prevista la testimonianza di Massimo De Santis e la requisitoria del pm Elio Ramondini, ultimi step verso la lettura della sentenza.