DondariniLe intercettazioni "dimenticate" e riesumate dalle difese degli imputati del processo Calciopoli riportano sotto i riflettori un'altra partita, Chievo-Fiorentina 1-2 dell'8 maggio 2005. Anche se si tratta di una gara che non vide la Juventus in veste di protagonista sul campo, è importante ascoltare queste telefonate per trovare ulteriori conferme alla totale insussistenza dell'impianto accusatorio nei confronti di Antonio Giraudo e, più in generale, dell'associazione per delinquere a cui sarebbe stato affiliato.
Siamo alla 35sima giornata di campionato, quella del gol di Trezeguet a San Siro che assegnò, praticamente, il 28° scudetto alla Vecchia Signora. Grazie alla vittoria sul Chievo, la Fiorentina scavalcava proprio i clivensi portandosi a 37 punti (Chievo 36) al quartultimo posto e, quindi, in zona salvezza. La moviola riporta di un rigore non dato al Chievo per un contatto Ujfalusi-Cossato.
Il 6 maggio si era svolto il sorteggio arbitrale, impostato dai due designatori con le seguenti "fasce":

Griglia A:
Brescia – Inter
Milan – Juventus
Parma – Roma
Arbitri:
Collina – Paparesta – Trefoloni

Griglia B:
Atalanta – Messina (preclusi Gabriele – Rosetti)
Cagliari – Palermo
Chievo – Fiorentina (precluso De Santis)
Lazio – Udinese (preclusi De Santis – Rodomonti)
Livorno – Siena (precluso Dondarini – Rodomonti)
Reggina – Bologna (preclusi Dondarini)
Sampdoria – Lecce (precluso Rosetti)
Crotone – Genoa
Arbitri:
De Santis – Dondarini – Gabriele – Morganti – Racalbuto – Rodomonti – Rosetti – Tombolini

Il sorteggio accoppiò così le partite ai fischietti:
Atalanta - Messina: Racalbuto
Brescia - Inter: Paparesta
Cagliari - Palermo: Rosetti
Chievo - Fiorentina: Dondarini
Lazio - Udinese: Tombolini
Livorno - Siena: De Santis
Milan - Juventus: Collina
Parma - Roma: Trefoloni
Reggina - Bologna: Morganti
Sampdoria - Lecce: Gabriele

Secondo l'accusa (Capo di imputazione A5) la frode riguarda:
1) la fraudolenza della formazione delle griglie e dei relativi sorteggi (dichiarati, invece, perfettamente regolari dal Processo ordinario);
2) azione criminale del direttore di gara che "si adoperava per il raggiungimento di un risultato comunque favorevole alla squadra dei Della Valle".
Ecco come il giudice De Gregorio interpreta alcune intercettazioni riguardo questa partita: "L'8 maggio vi fu la gara Chievo-Fiorentina finita 1-2 e alle 16.59, cioè subito dopo la partita, Mazzini disse a Mencucci (dirigente viola, ndr), ironizzando: "ti lamenti ancora?" e l'altro in modo eloquente replicò "...ho imparato...ho imparato" e Mazzini con soddisfazione e autogratificandosi: "quando ci si mette le mani noi... diglielo ai tuoi amici... deve fare due telefonate a me ed a lui... sottintendendo all'evidenza Bergamo. In serata vi fu una conversazione tra Lanese (Presidente AIA, ndr) ed un giornalista sportivo in cui alla domanda del secondo: "Hai visto, il killer ha colpito a Verona?" Il primo senza scomporsi rispose: "...era normale ... non c'era dubbio ... guarda che ormai non mandano segnali loro telefonano prima delle gare..."
Lasciamo a voi il commento a queste righe, così come lasciamo a voi di ascoltare queste "nuove" telefonate che, a differenza di quelle riportate in sentenza, vedono protagonisti quelli che avrebbero dovuto essere gli esecutori materiali della frode, i killer, come vengono definiti. Ci dovremmo trovare, in queste conversazioni, la o le pistole fumanti in cui designatori e arbitri ci fanno capire come hanno reso possibile il misfatto.

Intercettazione Bergamo-Pairetto prima del sorteggio (ore 9.30 del 05-05-2005).
I due designatori discutono tranquillamente della formazione delle griglie: non sembrano decisamente due associati per delinquere. In particolare, Bergamo vorrebbe addirittura mettere Bertini in terza fascia. Alla faccia della Cupola!
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Intercettazione Bergamo-Carraro dopo il sorteggio (ore 13.49 del 06-05-2005).
Il designatore chiama il presidente per giustificare ("se dovesse ricevere qualche chiamata...") la seconda griglia in cui è stata messa la gara. C'era Paparesta che era precluso, mentre i designatori volevano avere una prima griglia senza preclusioni per eliminare qualsiasi tipo di sospetto. L'arbitro sorteggiato, Dondarini, inoltre, aveva sfavorito i viola in un precedente incontro. Non era propriamente un arbitro amico, quindi. Dalle parole degli interlocutori si ottiene infine l'ennesima conferma sulla regolarità del sorteggio arbitrale.
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Intercettazione Bergamo-Dondarini prima della partita (ore 12.16 del 08-05-2005).
Si tratta del classico "in bocca al lupo" prima della gara. Bergamo dice a Dondarini di istruire i due collaboratori in modo che le loro decisioni siano allineate alle sue. L'arbitro risponde che, in fondo, loro sono solo attori secondari e che la partita la fanno i calciatori. Nessun intento criminale di indirizzare l'incontro.
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Intercettazione Bergamo-Guidi dopo la partita (ore 16.55 del 08-05-2005).
L'osservatore è ancora allo stadio (si sentono i cori). Guidi dice che Dondarini è stato molto bravo e fortunato. Nell'episodio del secondo gol, infatti, c'è un fallo da rigore per la Fiorentina non fischiato (e la frode?), ma per sua fortuna Bojinov riesce a segnare subito dopo, quindi l'episodio risulterà ininfluente. E' curioso notare come l'osservatore, prima di scendere negli spogliatoi, chiami il designatore per commentare gli episodi (Bergamo ha l'opportunità di guardare la moviola da casa) perché poi, una volta giù, "mi romperanno i coglioni" (quelli del Chievo). E' pure strano che alla fine chieda a Bergamo informazioni su un presunto fallo da rigore su Cafu a Milano. Al Bentegodi era quindi presumibilmente arrivata notizia di un possibile favore alla Juve e "qualcuno" (in radio?) si era già scatenato.
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Intercettazione Bergamo-Pairetto dopo la partita (ore 17.12 del 08-05-2005).
I designatori parlano soprattutto di Milan-Juve, che per loro è stata arbitrata molto bene da Collina. Commentano poi, con tragicomica disperazione, la direzione di Nucini in Empoli-Vicenza, in cui l'arbitro ne avrebbe combinate di cotte e di crude ("Fa paura, ha dato due rigori..."). I due designatori ridono, tra divertimento e rassegnazione.
Interessante il punto in cui rilevano che il contestato episodio tra Zambrotta e Cafu non ha fatto esplodere la gara, perché l'arbitro era Collina; ci fosse stato al suo posto 'Matteo' (Trefoloni) le cose sarebbero andate diversamente: "Un episodio così, se capitava a Matteo, scoppiava la partita, sarebbe venuto giù il pandemonio di Dio, invece comunque l'hanno accettato, perché era una cosa niente di che, invece da un altro non lo accettavano, questa è la realtà" (a riprova che, in campo e fuori, 'se sbaglia Collina nessuno dice un cazzo', parola di Carraro; e Bergamo ben lo sapeva); al punto che lo stesso Galliani, a fine gara, ebbe a dire: 'Era penalty ma non discutiamone più'. Inoltre da notare come venga sottolineato questo presunto fallo di Zambrotta e non il doppio giallo che avrebbe meritato, ben prima, già nel primo tempo, Nesta (tanto evidente che glielo riconosce pure Cecere sulla Gazzetta): un fatto che avrebbe dato una svolta alla gara.
C'è solo un brevissimo riferimento a Chievo-Fiorentina in cui, secondo entrambi, è andato tutto bene.
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Intercettazione Pairetto-Dondarini dopo la partita (ore 18.02 del 08-05-2005).
Dondarini è in macchina con l'osservatore Guidi ed entrambi parlano con il designatore: l'arbitro è soddisfatto della sua prova, l'osservatore conferma che è andato tutto bene. Guidi chiede a Pairetto anche di Milan-Juventus, felicitandosi della buona direzione di Collina.
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Intercettazione Bergamo-Dondarini il giorno dopo la partita (ore 10.34 del 09-05-2005).
Analisi della gara: l'arbitro è contento, non sente di aver subito la pressione per la delicatezza della partita, Bergamo riporta il parere positivo dell'osservatore. Dondarini dice di aver seguito qualche trasmissione televisiva vergognosa in cui hanno attaccato "Pierluigi" (riferito a Collina, che ha arbitrato Milan-Juve). Commentano l'episodio della presunta trattenuta ai danni di Cafu, ma Bergamo dice che il brasiliano "ha imparato a fa' l'italiano", nel senso che si è buttato ("si butta giù in maniera grossolana").
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A corredo di tutta la vicenda è utile ricordare lo "strano" appostamento delle forze dell'ordine intorno al ristorante, nelle vicinanze di Firenze, in cui cenarono insieme Bergamo, Mazzini (allora vice-presidente federale) e i Della Valle il 14 maggio 2005. I Carabinieri intercettarono l'arrivo dei convenuti e portarono come prova questo semplice riflesso filmato. Nessuna "ambientale" del convivio, non fu dato sapere con certezza se non venne prevista o se, invece, le intercettazioni interne vennero sì effettuate ma, siccome non portavano nessun beneficio alle teorie accusatorie, non vennero inserite nell'informativa finale. Questa seconda eventualità sarebbe gravissima, esattamente come l'aver tenuto fuori alcune conversazioni che dimostravano il medesimo coinvolgimento di altri dirigenti (non pervenuti), ovvero la totale infondatezza delle accuse nei confronti degli imputati.

C'è un ultimo particolare da riportare alla luce. Riguarda l'arbitro di questo incontro, Paolo Dondarini. Anche lui è alla sbarra per i fatti di Calciopoli. Le partite incriminate, arbitrate da lui, sono due: Chievo-Fiorentina e Juventus-Lazio del 5 dicembre 2004 di cui ci siamo già occupati. La sua vicenda giudiziaria è simile a quella che, l'estate scorsa, ha visto protagonista Antonio Conte il quale si è visto giudicare lo stesso, medesimo capo di imputazione in almeno quattro modi differenti dai vari organi di giustizia sportiva. In maniera simile, l'operato di Dondarini in merito a questa vicenda viene giudicato in modo opposto man mano che si passava da un organo di giustizia (sportiva ma anche ordinaria, in questo caso) all'altro.
Sentenza di primo grado della giustizia sportiva, Presidente della Corte era Cesare Ruperto:
Dondarini è colpevole di aver favorito la Fiorentina non concedendo il rigore al Chievo (fallo su Cossato) nei minuti di recupero.
Le prove del dolo sarebbero:
- alcuni articoli di stampa che provano la parzialità dell'arbitraggio;
- telefonata Mazzini/Andrea Della Valle in cui il primo intima al secondo di mandare un messaggio a Bergamo prima dei sorteggi;
- telefonata Mazzini/Mencucci in cui il primo si prende i meriti della vittoria;
- telefonata Lanese/giornalista "AC" (Antonello Capone?) in cui Dondarini viene definito il killer mandato ad eseguire. "...Questi si chiamano prima delle gare..."
Sentenza di secondo grado della giustizia sportiva, Presidente della Corte era Piero Sandulli:
Impossibile giudicare un eventuale coinvolgimento di Dondarini: non ci sono sue conversazioni telefoniche; non ci sono prove di dolo nel suo arbitraggio; le telefonate Mencucci/Mazzini e Lanese/giornalista non provano nulla.
"...Nulla prova, né consente il sospetto, che l'arbitro Dondarini fosse stato messo al corrente dell'altrui disegno illecito, che vi avesse prestato, in qualsiasi forma, adesione, che egli abbia improntato a favoritismo verso la Fiorentina la propria direzione di gara, che il presunto (solo alla stregua di una malevola conversazione telefonica tra terzi) errore tecnico fosse viziato da dolo, né che fosse stato raggiunto da qualsivoglia “segnale”..."

Sentenza di primo grado Giustizia Ordinaria, rito abbreviato, Giudice Eduardo De Gregorio:
Dondarini viene condannato sia per Juventus-Lazio (reato più grave) che per Chievo-Fiorentina.
Condanna (pene ridotte per il rito abbreviato) a 2 anni di reclusione (pena sospesa), 20 mila € di multa e interdizione da luoghi dove si svolgono competizioni agonistiche o si effettuano scommesse autorizzate e da uffici direttivi di società sportive.
Per Sandulli, gli elementi a disposizione non erano sufficienti a stabilire con certezza l'effettivo coinvolgimento di questo arbitro nella frode (e anche la frode stessa è tutta da dimostrare, aggiungiamo noi). Per Ruperto e De Gregorio, invece, è il contrario


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Le intercettazioni che scagionano Giraudo /1. Per cosa è stato condannato
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