Come è noto, una delle prime mosse del commissario straordinario della Federcalcio Guido Rossi è stata quella di riformare completamente gli organi di giustizia sportiva. Il 23 maggio 2006 l’ex leader del pool di Mani Pulite, Francesco Saverio Borrelli, viene messo a capo dell’ufficio indagini della Figc. Ma dopo le sentenze definitive che hanno sancito la retrocessione della Juventus emerge uno scottante particolare: durante un’audizione al senato del 14 settembre 2006, Borrelli viene interrogato dal senatore Manzione sulle modalità con le quali è venuto in possesso dei documenti della Procura di Napoli contenenti le intercettazioni telefoniche. Borrelli risponde che un cd con gli atti e le trascrizioni gli è stato consegnato molti giorni prima della sua nomina ufficiale a capo ufficio indagini. Quindi, documenti coperti dal segreto istruttorio sono stati consegnati ad un comunissimo privato cittadino. Manzione spiega che è un reato penalmente rilevante «perché l ’istruttoria era ancora aperta, perché la Figc non gli aveva ancora dato alcun mandato ufficiale e perché la Federazione è comunque un ente di diritto privato senza alcuna giurisdizione penale». Rimane ora da chiedersi il perché di tutta questa fretta. La Procura napoletana sapeva della futura nomina di Borrelli e ne deve essere stata informata in anticipo. Da Guido Rossi? Ma perché anticipare i documenti? Forse per accelerare le indagini ed essere sicuri di riuscire a mandare la Juve in B prima dell’inizio dei campionati?