Siamo sicuri che il tempo non ha cancellato la memoria dei tifosi juventini e molti, leggendo questo articolo riproveranno le stesse amare sensazioni di quei giorni. Parliamo del ricorso al TAR, del percorso che portò a redigerlo e poi a ritirarlo, delle reazioni dei media e delle istituzioni.
Quello era un ottimo ricorso. E' rilevante ed è ancora attuale la parte che riguarda la sentenza Meca-Majcen, una causa vinta dall'avvocato Dupont, al quale la Juve chiese una consulenza. Riteniamo che, a prescindere da quello che succederà a Napoli, la Juventus potrebbe estrapolare quella parte da tutto il resto del ricorso, che ormai è superato dalla situazione attuale, e sostenere davanti ad un giudice italiano, fin da ora, che la società non doveva essere retrocessa per fatti addebitati ai propri dipendenti.
Facciamo, qualche passo indietro, ad agosto 2006.
Chissà quale è stata la molla che ha fatto scattare la reazione, ma la Juventus ad un certo punto sembra voler stracciare il copione della farsa. Per un mese, dopo la deflagrazione dello scandalo, è rimasta senza CDA, senza una voce che la difendesse, in balia dei media, fino a poggiare la testa sul ceppo nel processo sportivo. La sentenza della Corte Federale, però, non sta bene alla Juve, unica ad essere retrocessa mentre le altre ritrovano la serie A. Circolano anche ipotesi di accordi non rispettati e di "qualcuno" che ha calcato la mano oltre il previsto. Ma sono voci, non ci sono prove e certezze, come sono poi emerse su altri fatti. Fatto sta che la Juventus, incavolta dalla disparità di giudizio, reagisce con un ricorso al Tar. Tutti stigmatizzano il cambio di rotta sventolando la risposta di Zaccone a Ruperto, ma con poca correttezza, perché utilizzano solo un frammento della risposta, alterandone il senso completo. Zaccone aveva risposto: "La sanzione accettata, anzi subita ma accettabile, è quella proposta per le altre società a cui vengono fatte le stesse contestazioni, anche se in numero superiore a noi. Dunque la serie B con punti di penalizzazione". Le ragioni della Juventus sono ben esposte in un ottimo ricorso al Tar che, purtroppo, alla fine verrà ritirato.
Aveva basi solide quel ricorso? Senza dubbio, e alle istituzioni del calcio è andata bene che alla fine la Juve abbia deciso di ritirarlo, come farà notare il Senatore Manzione nell'audizione nell'audizione di Borrelli in commissione Giustizia il 14 settembre 2006: "Ribadisco che per fortuna, come ho detto in premessa, tutto questo non ha dato la stura ad una serie di ricorsi in via amministrativa, altrimenti sarei stato curioso di conoscere come il giudice amministrativo avrebbe valutato una serie di violazioni che obiettivamente esistono e una serie di forzature che obiettivamente sono state consumate".
Il ricorso al TAR della Juventus, poi ritirato (PDF)
24 agosto 2006.
La Juve presenta il ricorso al Tar.
Giovanni Cobolli Gigli: "Questa mattina abbiamo inviato il ricorso alle procure e entro domani verrà depositato al Tar che lo esaminerà e dovrà comunicarci una data. Data che potrebbe essere anticipata rispetto al 6 settembre, per il bene nostro e di tutti. Abbiamo già notificato il ricorso a tutte le parti le interessate". Le parti interessate sono la Figc, l'Inter che perderebbe lo scudetto di cartone 2005-06 che gli ha assegnato Guido Rossi e il Messina che perderebbe quella serie A riguadagnata solo per la retrocessione inflitta alla Juventus.
Cobolli Gigli spiega le motivazioni juventine: "E' un diritto, ma soprattutto un dovere verso i tifosi juventini, che sono il 25% di tutti quelli italiani. Siamo consapevoli di vivere una situazione di relativa tensione, ma non siamo spaventati. Ottenere la A sarebbe una soddisfazione per la società, i tifosi e gli azionisti: è un campionato che ci spetta. Continuo con assoluta tranquillità a spiegare che c'è stata una disuguaglianza di trattamento tra la Juve e le altre società. Inoltre in serie B una situazione economica pesante comporterebbe una pena nettamente superiore a quella che un'altra qualsiasi squadra potrebbe sopportare".
Cobolli Gigli parla anche della prospettive e dei rapporti con le istituzioni del calcio: "Abbiamo lasciato a malincuore la giustizia sportiva. Il Coni fa il suo mestiere e lo stesso Petrucci, nelle sue dichiarazioni di ieri, ha lasciato un'apertura, ma c'è disagio: noi rispettiamo il Coni anche se c'è un contenzioso e vogliamo partecipare attivamente alla rifondazione del calcio. I rapporti con la Fifa? Sono ottimista. La affronteremo più avanti e la Figc farà la sua parte".
Cobolli non esclude che la Juve possa ricorrere anche all'arbitrato del Coni: "Abbiamo tempo trenta giorni a partire dal 18 agosto e ne abbiamo il diritto, visto che la conciliazione non è avvenuta", e ha ricordato l'esito del ricorso dell'ex ad bianconero Antonio Giraudo e dell'ex dg Luciano Moggi: "Non c'è dubbio sul fatto che il Tar si sia dichiarato competente ad accogliere questioni di questo tipo, tanto più la nostra, quindi, che ha un peso ben superiore".
Per la compilazione del ricorso la Juventus si è avvalsa anche della collaborazione dell'avvocato Dupont che il 18 luglio aveva vinto la causa Meca-Majcen davanti alla Cgce, cui fa riferimento il punto 12 del ricorso al Tar. Aveva consigliato di non infliggere pene troppe dure, per non correre il rischio di un ricorso alla UE, l'avvocato De Dios Crespo.
Il 25 agosto 2006.
I media attaccano la Juve, la Gazzetta è scatenata. Già in prima pagina campeggia un bel titolone "Ma la sapete l'ultima? La Juve chiede i danni" (Foto della prima pagina). All'interno ben tre articoli. Luca Curino firma l'articolo "Ora la Juve chiede tutto. Scudetti, serie A e soldi". Curino elenca le richieste della Juventus, poi evidenzia: "Meno di tre mesi fa la proprietà per bocca di John Elkann aveva garantito «la nostra più totale collaborazione con gli organismi chiamati a fare luce su qualunque comportamento riprovevole che possa essersi prodotto». E solo il 5 luglio scorso l'avvocato Cesare Zaccone di fronte alla Caf aveva invocato come «accettabile la serie B con punti di penalizzazione»". Eccolo là Zaccone. Quindi Curino parla di dietrofront, di parti ribaltate dopo aver conosciuto il dispositivo del Tar per i ricorsi di Moggi e Giraudo, di dirigenti e proprietà che "sentono di avere il coltello dalla parte del manico e lo stanno usando per indurre le istituzioni sportive alla resa".
Sempre la Gazzetta a pagina 10, articolo di Maurizio Galdi dal titolo "Patto Federcalcio-Coni: i danni li chiediamo noi". Galdi riferisce che la FIGC ed il Coni si dicono "indignati" per la richiesta danni e viaggiano a braccetto, valutando di replicare chiedendo, a loro volta, "un risarcimento milionario alla Juventus per i danni «all'immagine del calcio italiano in particolare e dello sport in generale» scaturiti da Moggiopoli". Galdi evidenzia che la richiesta della Juventus potrebbe portare al fallimento la FIGC, che avrebbe un bilancio di 90 milioni. Leggete questo articolo di Galdi, il suo sdegno per un ricorso sul quale "sembra che in realtà non sia mai accaduto nulla", e giù l'elenco del "tutto sparito", dito puntato contro l'inganno "la Caf si era fidata dell'avvocato della Juventus riconoscendo una sorta di «ravvedimento operoso»", fino alla pietra dello scandalo "Dalla istanza presentata dalla Juventus emerge quasi una difesa di Moggi e Giraudo".
Deve essere così forte lo sdegno che Galdi abbonda con le lettere sulla tastiera: parla della sentenza Meca-Majcen e scrive Mecca per ben due volte, e meno male che l'articolo dell'avvocato De Dios Crespo lo aveva pubblicato proprio la Gazzetta. Poi prova ad allontanare lo spettro della consulenza di Dupont scrivendo "Quella sentenza va comunque letta con attenzione", spingendosi ad affermare su quella "sentenza fondamentale": "Di fatto una sentenza in cui Dupont ha perso la causa, e che ha un solo richiamo al fatto che le sanzioni devono essere commisurate alla violazione". Hai detto niente!
E Palombo? Sì, anche lui scrive il suo bell'articolo, a pagina 11, "Ministro dello Sport, si è accorto che sta scoppiando una guerra?". Per non dimenticare, rileggetevi anche l'articolo di Palombo, che tra le tante cose scrive che "Si tratta piuttosto di un attacco risoluto al cuore delle istituzioni dello sport italiano [...] per compattare realmente Federazione e Coni ci voleva una Juventus così aggressiva; e la storia dice che quando Figc e Coni parlano davvero la stessa lingua sono gli altri a doversi preoccupare", fino al p.s. finale: "Se il Tar riconoscesse valida la richiesta danni della Juve, la Federcalcio campione del mondo chiuderebbe per bancarotta. Mah!".
Parla Montanaro. Già durante la giornata del 25 agosto, dopo l'attacco frontale di tutti i media, la Juventus affida all'avvocato Riccardo Montanaro, legale e membro del CDA, le sue spiegazioni: "Noi non abbiamo formulato alcuna richiesta specifica di danni nei confronti della Federcalcio, né quantificato alcuna domanda. Abbiamo semplicemente ritenuto di dover quantificare i pregiudizi economici a cui la società va incontro sia nell'ipotesi di serie A che in quella di B, al solo scopo di dimostrare l'eccesso sanzionatorio, perché ci pare che l'ordine di grandezza su cui si discute non sia stato considerato dalla controparte". Montanaro dice che non si aspettava la reazione di FIGC e Coni: "Mi sembra strano rispondere a una richiesta di possibile risarcimento con un'altra di cui mai si è parlato. Mi aspettavo una lettura più meditata di un testo complesso che meritava di essere soppesato. E mi spiace, perché noi non ci riteniamo in guerra con la Figc. Siamo alla ricerca di una soluzione equa e plausibile per tutti. Non vogliamo il muro contro muro, semplicemente facciamo valere i nostri diritti con determinazione, ma senza arroganza e senza disconoscere il ruolo della Federazione. Siamo disponibili a discutere una transazione in qualunque momento, purché si tenga conto dei nostri argomenti". Montanaro spiega anche che non si disconosce la giustizia sportiva: "E' un problema di adeguatezza della sanzione. Del resto lo stesso ordinamento sportivo prevede questa prassi con la Camera di conciliazione e arbitrato. Non vogliamo sottrarci al giudizio sportivo, ma anzi ci opponiamo all'eccesso sanzionatorio nel modo previsto dalla legge 280/2003, che regola i rapporti fra la giustizia ordinaria e quella sportiva. Noi non abbiamo fatto altro che restare in questo ambito". A chi gli chiede perché la Juve non si rifaccia su Moggi e Giraudo, Montanaro spiega: "Sono due cose diverse. Una è il danno procurato dalle violazioni, l'altra quello provocato dall'eccesso sanzionatorio ed è per questo che ci siamo rivolti al Tar. E' la parte della sanzione che reputiamo eccessiva. Nessuno pone in rilievo il fatto che la sottrazione di due scudetti è già una sanzione gravissima, mai vista. Non era sufficiente quella, anche con punti di penalizzazione per il prossimo campionato? Collocare oltre a questo la Juventus in serie B ci pare del tutto sproporzionato, specialmente viste le sanzioni inflitte ad altre società che non si sono comportate molto diversamente".
26 agosto 2006.
Palombo il giorno prima aveva sollecitato il Ministro Melandri ed il Ministero risponde, per bocca del sottosegretario Giovanni Lolli che, ai microfoni di RadioRadio, dice: "Se il Tar dovesse decidere di dare la sospensiva alla Juventus? Noi agiremo comunque d'accordo con Coni e Federcalcio, ma a quel punto bisognerà capire quali campionati si giocheranno. Sarebbe un bel pasticcio e per questo servono soluzioni ragionevoli". Non manca l'invito a prendere soluzioni ragionevoli, che forse andava rivolto, prima, soprattutto a chi ha deciso punizioni monstre solo per una squadra e per i suoi tifosi: "Mi auguro davvero che la Juventus sia nel novero dei protagonisti di una riforma e di un processo di rinnovamento, ma di questo sono sinceramente preoccupato, perché la Juve mi dà l'idea di una società che si sta arroccando. I protagonisti dovranno prendere soluzioni ragionevoli, perché questa vicenda chiama in causa diritti anche di altre società e bisognerà comporre un quadro accettato da tutti".
Sempre il 26 agosto la Gazzetta propone il pensiero del suo vate, Candidò Cannavò, che scrive "L'onore della Juventus verso la via della Ragione". Leggete anche questo articolo, perché quattro anni dopo Nicola Cecere dirà che "Cannavò era contro la retrocessione della Juve. Noi eravamo disperati". Cannavò, dopo aver riferito che da Torino arriva la precisazione di non aver chiesto i danni, scrive tra le altre cose: "Grazie al cielo, nel vasto mondo industriale cui appartiene la Juve c'è una rassicurante zona storica dove hanno voce autorevole uomini legati alla tradizione del Gruppo e della famiglia, personaggi come Gabetti o Montezemolo, tanto per fare i due nomi più popolari". E se lo dice Candido fidatevi, che ci hanno messo non lo zampino ma il gambone. E dopo aver bocciato la rigidità sia della Juve che di Guido Rossi, Cannavò serve la ricetta: "C'è una terza via, che battezzerei via della Ragione: Juve in B senza penalizzazione. Con due scudetti in meno e due stagioni senza Champions. Evento clamoroso, esemplare e rigenerante per il calcio: da consegnare alla storia, a cavallo tra due secoli".
Lo rilegga anche Cecere questo articolo, uno dei tanti nei quali Cannavò era "contrario alla B", in una redazione "disperata".
Se disperazione c'era nel palazzo rosa forse era per il probabile slittamento del campionato, ed allora giù paginate sul ricorso al Tar della Juve e tutte le penne Moggiopolare al fronte. Lo stesso giorno anche Maurizio Galdi firma l'articolo "La Juve vuole anche di più", con il parere di Massimo Coccia, vice commissario FIGC: "Sembra che la Juventus, dopo aver lanciato il sasso stia cercando di nascondere la mano. Quello che hanno scritto i giornali è impreciso solo nel senso che la Juventus ci ha chiesto molto di più dei 130 milioni indicati nelle motivazioni". Galdi bacchetta i legali della Juventus, dopo aver scritto che "una delle pagine del ricorso è dedicata a smentire il presunto «patteggiamento» di cui si sarebbe reso protagonista l'avvocato Cesare Zaccone nel corso del processo di primo grado davanti alla Caf".
Da Rimini il presidente della Fiat, Montezemolo, chiede "buon senso e la parola fine".
Antonio Matarrese, presidente della Lega Calcio, dichiara: "Mi spiace per la Juventus, ma lo spettacolo non si può fermare. Non so cosa succederà con il Tar, ma noi dobbiamo partire il 9-10 settembre altrimenti si aprirebbe una crisi da cui sarebbe poi difficile venire fuori". Ripeterà che lo spettacolo non si ferma anche in seguito, dopo la morte dell'agente Raciti.
Se la Melandri tace, Lolli parla di nuovo e dice: "Ritengo apprezzabile che la Juventus si renda disponibile nella ricerca di nuove regole. Il suo arroccamento su una linea aggressiva la portava soltanto all'isolamento. Uscire dalla condizione d'assedio in cui si era autocondannata sarà senz'altro positivo".
27 agosto 2006.
Curino sulla Gazzetta scrive l'articolo ""Se il Coni ci ascolta pronti a rinunciare al Tar", nel quale descrive i movimenti delle diplomazie al lavoro. Curino scrive che l'avvocato Montanaro, con una certa riluttanza, afferma: "L'importante è che ci sia la volontà di effettuare il confronto. Poi risolveremmo facilmente il problema di dargli una veste formale: teoricamente anche la sede dell'Arbitrato potrebbe essere adatta. Potremmo affrontarlo e poi transigerlo".
Più tardi Cobolli Gigli dichiara: "Abbiamo già fatto tutto quello che dovevamo fare, perciò non è opportuno che telefoni a Petrucci e lo dico senza alcuna arroganza. I nostri avvocati stanno parlando con quelli della controparte, come è giusto che sia. Al momento, però, non ci sono novità. Interpreto come un segnale positivo le dichiarazioni del sottosegretario Lolli a proposito della nostra partecipazione al tavolo delle riforme del calcio. Ha dimostrato di avere considerazione per la Juve che rappresenta il 25% dei tifosi italiani".
28 agosto 2006.
Maurizio Galdi sulla Gazzetta scrive "Anche la Lega in tribunale «Atto dovuto»". Nell'articolo dà notizia che "la Lega Calcio ha dato mandato all'avvocato Ruggero Stincardini di preparare la «resistenza» al ricorso della Juventus al Tar del Lazio", poi parla di una Juventus "fortino assediato" al Tar, visto che gli è contro anche la Lega "che i bianconeri hanno, probabilmente con superficialità, attaccato".
Sempre sul piccolo quotidiano rosa Curino scrive "Juve-Figc più vicini. Può saltare il Tar". Nell'articolo c'è una analisi della situazione e le parole di Cobolli, tra le quali: "Da qui a venerdì può succedere di tutto, ma non so se succederà. Se arriva un segnale, comunque, non potrebbe essere che il Cda a prendere una decisione del genere. E per convocare un Cda bastano 24 ore". Da segnalare anche questa risposta in stile veltroniano di Cobolli: "Sono giustizialista, ma anche innocentista fino all'ultimo grado di giudizio. Noi siamo convinti di meritare delle sanzioni. Il problema è sempre quello della sproporzione e dell'equità nei confronti delle altre squadre".
Il sottosegretario del Ministro Melandri, Giovanni Lolli, dichiara: "Anche se non tocca al Governo fare da mediatore, mi sento di escludere un ripescaggio della Juve. E' giusto che i dirigenti bianconeri parlino con Figc e Coni, ma lascino perdere la serie A".
Cobolli-Lolli: relazioni pericolose
29 agosto 2006.
Chi chiama? Curino su la Gazzetta scrive "Juve-Figc cercano la soluzione", nel quale dice che né la Juve né Guido Rossi vogliono fare la prima mossa, che però deve partire da Torino. Fantastico quando Curino chiede: "Ma conviene la A?", e scrive che "l'uscita dalla coppa Italia e i problemi d'organico denunciati in questi giorni hanno rinforzato il partito della serie B «piena» o con pochi punti di penalità. Perché si teme che in A questa squadra rischi la retrocessione e questo significherebbe perdere un altro anno".
Nella giornata, a Roma, Stefano Vinti, uno degli avvocati della Juve, ha fatto visita allo studio di quello della Figc, Mario Gallavotti. All'uscita Vinti dichiara: "Al momento non ci sono elementi significativi che ci possano fare pensare a un riavvicinamento". Guido Rossi, nel frattempo, smentisce trattative e serra la mascella: "Non è stata avviata alcuna trattativa dalla Juventus con la Figc. La posizione della Federazione rimane identica a quella adottata nei confronti delle altre società. I legali della Federcalcio stanno preparando la memoria di replica al ricorso della Juventus al Tar del Lazio".
A Torino si susseguono le riunioni ed una si è tenuta anche alla IFIL, dove si sono ritrovati i dirigenti bianconeri e la proprietà. Sembra stia prevalendo la linea morbida portata avanti da Cobolli: il rientro nell'ambito della giustizia sportiva.
In serata Cobolli Gigli dichiara: "Vado a Roma, oltre che per assistere alla compilazione dei calendari, per aprire un canale diretto di dialogo con le istituzioni sportive". Si vocifera di consiglieri della Juve già allertati per un Cda straordinario, da tenersi in base ai risultati portati a casa da Cobolli dall'incontro al vertice con Rossi e Petrucci.
30 agosto 2006.
L'incontro al vertice. I giornali scrivono che Cobolli è arrivato a Roma per chiedere una "B pulita, senza penalizzazioni". L'occasione dell'incontro con Petrucci, Guido Rossi e Matarrese è offerta dalla compilazione dei calendari. Cosa si siano dette le parti non è dato saperlo con certezza. Le voci più informate riferiscono che Cobolli avrebbe messo sul tavolo la rinuncia al Tar, la FIGC avrebbe garantito che non si opporrebbe alla decisione dell'arbitrato del Coni. La penalizzazione finale dovrebbe oscillare intorno ai 5-6 punti. Queste le dichiarazioni dopo l'incontro:
Petrucci: "Bisogna aspettare il cda, ma spero prevalga il buon senso. Con tutto il rispetto per la giustizia ordinaria, noi dello sport siamo autonomi e autosufficienti, abbiamo tutti i mezzi e i codici per risolvere i nostri problemi".
Cobolli Gigli: "E' stato un incontro positivo, importante, tra la Juve e gli organi di governo del calcio . Domani ci sarà il CdA ma credo che ci siano gli auspici perché si prenda in considerazione il rientro nella giustizia sportiva. E' stata una giornata importante perchè ci siamo parlati. Spero che da domani ci siano ulteriori passi avanti".
Guido Rossi: "È stato un incontro di chiarimento. Con il presidente Petrucci abbiamo sempre ribadito l'importanza dell'autonomia della giustizia sportiva. Loro sono consapevoli della presa di posizione della Federcalcio, non cambiamo idea, la nostra idea rimane quella di prima ed è rimasta tale anche dopo l'incontro".
31 agosto 2006.
Per le 15 è convocato un CDA straordinario della Juventus.
Maurizio Galdi sulla Gazzetta scrive l'articolo "Mediazione Coni. Così l'accordo ora è possibile". Galdi racconta quanto accaduto il giorno prima a Roma e riporta la scaletta di Cobolli, nella quale emergono le tante telefonate con Montezemolo: "Ore 9-13 Serie di telefonate con il presidente della Confindustria e della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo [...] Ore 17.50 Altra serie di telefonate, per aggiornare Montezemolo e i componenti del Consiglio di Amministrazione della Juventus".
I lettori di Tuttosport restano spiazzati dalla prima pagina del giornale. Fino ad allora il quotidiano diretto da Padovan aveva tenuto una linea favorevole al ricorso al Tar, ma il 31 agosto la linea si sposta in appoggio alle colombe.
In serata, dopo un lungo consiglio di amministrazione, la Juventus comunica di aver deciso di ritirare il ricorso presentato al Tar del Lazio dopo "aver preso atto dei significativi segnali di disponibilità mostrati dalle istituzioni sportive. Questa apertura costituisce un netto cambiamento rispetto al termine della conciliazione". Cobolli aggiunge: "E' stata una decisione meditata e presa all'unanimità. Sono convinto che questa scelta farà il bene della Juve e non solo. Da oggi ci concentreremo solo sulla gestione sportiva".
Guido Rossi è soddisfatto ma puntualizza: "Mi indigna che si possa pensare che il rispetto delle regole sia frutto di combinazioni sottobanco. Io non posso fare alcuna concessione, quelle le fanno i giudici. Confondere i ruoli è uno dei mali di questo Paese. Saranno i giudici dell'arbitrato a prendere la decisione".
Gianni Petrucci, dichiara: "E' un'importante conferma del riconoscimento dell'autonomia dell'ordinamento sportivo e del fatto che lo sport è in grado di risolvere nel proprio ambito ogni questione". Petrucci ha anche ringraziato "John Elkann, che ha seguito la questione in prima persona", e Montezemolo "per il richiamo al buon senso e alla serenità, pienamente recepito".
Giovanna Melandri, ministro dello Sport, soddisfatta: "La decisione della Juve consente di evitare un corto circuito che avrebbe potuto causare, in questa importante fase di riforme, un ulteriore danno al calcio italiano".
Pochi tifosi davanti alla sede contestano i dirigenti bianconeri.
A San Siro, dove la squadra sta disputando il trofeo Tim, un Deschamps molto turbato e deluso dichiara: "I giocatori ed io abbiamo qualche difficoltà a capire, magari non sappiamo tutto, ma non capiamo il perché del ricorso ritirato. Era stata presa una decisione, poi è cambiata, mi aspetto delle spiegazioni. Quel che è certo è che noi lotteremo tutta la stagione".
1° settembre 2006.
Il Corriere della Sera racconta i fatti del giorno prima nell'articolo "La Juve ritira il ricorso al Tar" e scrive che ha vinto la linea moderata "del presidente Cobolli Gigli. Jean-Claude Blanc, l'uomo che aveva caldeggiato il muro contro muro con la Federcalcio, ha fatto un passo indietro adeguandosi alla maggioranza. Più difficile è stato convincere Carlo Sant'Albano, amministratore delegato dell'Ifil, una figura di grande rilievo nel Cda bianconero. [...] Fuori dalla sede bianconera si è dato appuntamento un piccolo gruppo di tifosi che ha preso di mira Cobolli Gigli e Blanc. «Avete rovinato cento anni di storia», gridavano inneggiando a Moggi e Giraudo, quelli che la storia bianconera l'hanno macchiata e rovinata per davvero".
11 settembre 2006.
BERLINO. Il presidente della Fifa Sepp Blatter: "Dico un “bravo” alla nuova dirigenza della società bianconera che si è comportata da gran signora accettando le sentenze passate, presenti e future della giustizia sportiva senza rivolgersi ai Tribunali ordinari violando così le disposizioni della Federazione italiana e soprattutto della Fifa. Lo dico da sempre: tutto deve restare nel nostro ambito e come ultimo grado c’è il Tas di Losanna, riconosciuto dagli statuti Fifa". Blatter ha rivelato che la «saggia e oculata» decisione della Juve è stata decisa da: "la famiglia dello sport in generale e del calcio in particolare inteso come fairplay, come competizione onesta, come rispetto dei valori etici ma anche la Famiglia intesa come la grande azienda che è storicamente cresciuta a fianco della Juventus: intendo la Fiat e sotto questo aspetto devo dire che l’intervento di Luca di Montezemolo, apprezzato artefice dello straordinario successo organizzativo di Italia ‘90, è stato significativo".
22 dicembre 2006.
GINEVRA - Bravo Montezemolo per l'opera di 'moderatore' in Calciopoli 1, nel 2006. Il complimento, con gli auguri all'Italia, arriva da Sepp Blatter. Il presidente della Fifa ha raccontato un particolare inedito: "Credo sia ora passato abbastanza tempo per poterne parlare. Quando scoppiò Calciopoli nel 2006, Luca di Montezemolo svolse un importantissimo ruolo di moderatore. E' in gran parte merito suo se la Juventus non si rivolse ai tribunali ordinari dopo le sanzioni conseguenti allo scandalo" (Ansa).