La Juventus ha confermato ieri di aver mandato una lettera a Real Madrid e al Barcellona nella quale annuncia l’intenzione di avviare una trattativa per uscire dal Progetto Superlega. Ma di che trattativa stiamo parlando? Cosa significa concretamente uscire dalla Superlega?
Vediamo un po’ di entrare nei dettagli, e alla fine magari scopriremo qualche sorpresa. Il Progetto Superlega si compone di due pilastri principali, due società di diritto spagnolo. La prima è la ESL European Super League Company SL. Al 31/12/2022 la Juventus espone in bilancio una partecipazione in questa società del 9.1%
Ma perché questo numero? Non è casuale. E’ esattamente un undicesimo del 100%. Ma ci sono secondo voi gli altri soci? Non abbiamo fatto visure, ma verosimilmente sono gli altri 10 club fondatori, tra cui Real Madrid, Barcellona, Inter e Milan. Abbiamo spulciato i bilanci di queste società, ma non essendo quotate in Borsa come la Juventus non è stato possibile avere piena disclosure sulle loro partecipazioni. Ma probabilmente, a dispetto delle dichiarazioni, dei comunicati di rinuncia e delle multe già subite dall’UEFA, la logica ci suggerisce che potrebbero essere ancora tutte dentro al capitale di ESL European Super League Company SL.
Sulla Juventus va fatta un ulteriore precisazione. La Juventus era (è) talmente “committed” nella ESL da arrivare addirittura a concedere una linea di credito di circa 2,5mln con scadenza giugno 2024. E anche questo si evince dal bilancio al 31/12/2022:
La seconda società di diritto spagnolo è la A22 Sport Management che di fatto si occupa della gestione amministrativa, legale ed operativa della ESL European Super League Company. A differenza di quest’ultima non siamo riusciti a risalire con certezza agli azionisti di riferimento. Ma da una ricognizione su alcuni documenti societari, abbiamo intuito che tra gli amministratori potrebbero esserci alcuni nomi di avvocati tradizionalmente vicini al Real Madrid e al Barcellona. Ed è proprio A22 che ha dichiarato di avere le prove di reiterate minacce verso la Juventus raccolte attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche e che pare voglia portare questo materiale davanti al giudice.
Dopo questa premessa torniamo alla domanda iniziale. Cosa significa uscire dalla Superlega? Basta un comunicato per farlo? Oppure verosimilmente nessuno è ancora mai uscito perché il patto di ferro siglato all’atto della fondazione nel 2021 prevede un laborioso e soprattutto oneroso percorso di liquidazione che non si esaurisce con una singola dichiarazione di intenti?
E come può influire su questo percorso di disimpegno la variabile tempo? Sappiamo che la Corte di Giustizia Europea sta per pronunciarsi sull’ipotesi di abuso di posizione dominante dell’UEFA. La decisione potrebbe essere una pietra miliare al pari della Sentenza Bosman e modificare per sempre gli equilibri economici ed organizzativi del calcio europeo. La nostra impressione è che l’unica strada percorribile per l’uscita dalla Superlega sia la messa in liquidazione concordata della società da parte degli undici azionisti. Tutti dentro o tutti fuori.
Le squadre che hanno annunciato pubblicamente e immediatamente il loro disimpegno probabilmente sono ancora tutte dentro e sono sotto ricatto UEFA, alla quale hanno già versato complessivamente 15mln di Euro + il 5% degli introiti delle competizioni UEFA 2023/2024. E se per caso si azzardano a partecipare a tornei indipendenti da UEFA rischiano una penale da 100mln. Lo si evince dal bilancio dell’Inter:
In definitiva le undici società fondatrici sono tra incudine e martello. Le otto pavide che si sono disimpegnate subito calando le braghe 2 giorni dopo la conferenza stampa di aprile 21 non sono uscite ma sono sotto lo schiaffo UEFA. La Juventus, vaso di coccio tra vasi di ferro, è stata ricondotta all’ovile con minacce e con un danno economico pari a circa 100mln di Euro. Real Madrid e Barcellona per il momento resistono. Ma tutte insieme aspettano la Corte di Giustizia Europea.