NO, LA JUVENTUS NON È PROTETTA NÉ PIÙ AVVANTAGGIATA DAGLI ARBITRI RISPETTO AL RESTO DELLA SERIE A
Per Valentin Pauluzzi, la Juventus di Torino non beneficia di alcun trattamento di favore da parte degli arbitri di serie A. (link articolo originale in francese )
Juventus-Roma di domenica 5 ottobre ha riportato alla ribalta le polemiche arbitrali legate alla Vecchia Signora e riapparse dal suo ritorno in testa alla gerarchia del calcio italiano. Gli anni passano ma il ritornello è sempre lo stesso: la Juventus è aiutata dagli arbitri e le altre squadre non possono lottare ad armi pari. A forza di ripeterlo, tutti cominceranno a crederci, d’altronde molti ci credono già. Come una simile reputazione riesce a perdurare stagione dopo stagione?
La strumentalizzazione degli errori arbitrali.
Tutto inizia da lì e se ne è ancora avuta prova con Juventus-Roma. Per la grande maggioranza degli osservatori, l’arbitro dell’incontro ha avvantaggiato i bianconeri. Analizzando più da vicino, si constata che il verdetto non è così netto. Ci sono state quattro situazioni difficili da giudicare, che avrebbero potuto portare o meno un penalty, due decisioni sono andate a favore della Juventus (i due penalties), due in suo sfavore (il rigore per la Roma e quello non fischiato per Marchisio). Quattro decisioni complicate da prendere a velocità reale, c’è stato bisogno di ricostruzioni a 3D e di centinaia di moviole per tentare di farci chiarezza, talvolta senza successo. Il gol vittoria di Bonucci? La regola del fuorigioco passivo è cambiata questa estate e giustifica totalmente la sua validità, Ecco per la mini-moviola. Si è già molto lontani dall’arbitraggio a senso unico.
Era successa esattamente la stessa cosa ai tempi di un altro shock (=scandalo) che aveva fatto parlare di sé, il famoso Milan-Juventus del febbraio 2012 e il goal negato a Muntari. Era, in quel caso, assolutamente valido, ma nello stesso incontro un goal ugualmente valido era stato annullato alla Juventus, un pugno di Mexès a Borriello passava completamente inosservato, mentre Muntari scambiava Lichtsteiner per un punching ball, anche qua senza sanzione. Tutte situazioni che troverete facilmente su Internet, meno nelle trasmissioni televisive o sui giornali. In breve, si calca molto sull’errore che favorisce la Juve e si passano sotto silenzio gli altri. In altri termini, si strumentalizza. Fortunatamente, ai nostri giorni, ci si può facilmente render conto del gioco di prestigio, ma quando si tratta di altri ‘classici’ che datano di parecchi decenni or sono che hanno costruito questa reputazione leggendaria? La questione merita di essere posta.
L’anti-juventinismo, un vero affare.
Non facciamo gli ipocriti e chiamiamolo come lo si deve chiamare: l’anti-juventinismo. Questo sentimento popolare che mira a screditare regolarmente i successi della Juventus è in Italia un vero mercato. Che si sia allenatore, giocatore e giornalista, ciò permette prima di tutto di guadagnare in visibilità, mentre numerose redazioni giornalistiche si danno a questo sport nazionale. Dislocate in grande maggioranza a Roma o a Milano, rivaleggiano in ingegnosità per formulare titoli sempre più populisti. Metodi che condizionano regolarmente l’opinione pubblica, anche se le responsabilità sono largamente condivise.
In effetti i rispettivi bacini di lettura non hanno come priorità l’essere bene informati ma piuttosto preferiscono che le loro profonde convinzioni siano costantemente rinforzate dalle teorie di questi media. Una miniera d’oro per certi editori non soffocati dalla deontologia. Purtroppo, la maggior parte di queste tesi sono riprese di riflesso a livello internazionale ed è poi molto complicato equilibrare la bilancia.
Argomenti leggeri e opportunisti.
Ma allora su cosa si basa la reputazione della Juve? Si articola intorno a parecchi ‘classici’ che tenteremo di riassumere in alcune righe. Per cominciare il potere politico, la Vecchia Signora è storicamente diretta da una delle famiglie più potenti d’Italia (gli Agnelli), ma è in costante contrasto dal 2006 con le istituzioni calcistiche. Poi un mito, le difficoltà della Juventus nelle coppe europee, promemoria, ha raggiunto 14 finali della Coppa europea, cioè una proporzione del 27% in rapporto al numero delle partecipazioni. Infine, nessun club italiano ha raggranellato più punti della Juve di Conte nel ranking Uefa.
Per finire, i rigori graziosamente concessi. Altra idea accettata. Ecco le statistiche dall’inizio dell’era Conte, cioè poco più di tre stagioni: 22 a favore e 13 contro. A confronto, 18/21 per la Roma, 28/16 per il Milan, 30/6 per il Napoli. Nulla di scandaloso per una squadra che passa un tempo enorme nella metà campo avversaria. D’altronde l’anno scorso la Juventus ha messo insieme 102 punti con quattro rigori a suo favore. Caso o coincidenza, tutto questo ragionamento sparisce in occasione dei passaggi a vuoto della Vecchia Signora, specialmente dal 2009 al 2011 con i due settimi posti consecutivi. Infine, quale vantaggio dovrebbe trarre un arbitro che favorisce la Juventus, vista la veemenza delle critiche che si abbattono su di lui.
A cosa è servita allora Calciopoli?
Coloro che attizzano questo sentimento popolare sono gli stessi che stravedono per Calciopoli, quella faccenda che data 2006 e che doveva ripulire il calcio italiano allontanando in special modo l’allora dirigenza juventina e il famoso Luciano Moggi. Quest’ultimo è out da 8 anni, la Juve è stata mandata in B, poi ne è risalita e le stesse polemiche sono riapparse come per incanto da quando ha ricominciato a vincere. Alla sua testa dirigenti rispettati e rispettabili come Agnelli e Marotta. Nonostante tutto, alcuni parlamentari si apprestano a rievocare una Calciopoli 2, a cosa è servita dunque la prima? Bisogna rimandare la Juve in serie B?
Questa nuova Juventus batte record su record in serie A da poco più di tre anni. Ha accumulato 291 punti in 120 partite: +64 sul Napoli, +71 sul Milan, + 73 sulla Roma + 111 sull’Inter! Cifre eloquenti, certamente, ma che non scoraggiano alcuni dal far passare la Vecchia Signora per una grande truffa arbitrale. Ma, mentre il resto dell’Italia calcistica continua a nascondersi dietro queste teorie complottistiche per giustificare in parte i loro insuccessi, la Juventus, lei, va per la sua strada e accumula vittorie. E se fosse questo in definitiva il secreto del suo successo?