E’ proprio vero che non c’è nulla di meglio di una lunga, sana e disintossicante vacanza. Lontano dai problemi di tutti i giorni e, soprattutto, lontano da un certo tipo di informazione, piaga ormai insinuatasi pesantemente nelle carni dello Stivale. Giungono solo deboli echi, a chi si impone di guardare poca tv e non comprare giornali, se non si ha disposizione un computer. In quel caso, il rischio di procurarsi anche in vacanza il solito attacco d’ulcera quotidiana è altissimo. Bellissimo essere all’estero, specialmente in Paesi che per cultura sono tradizionalmente inclini ad agire e ragionare su fatti concreti, piuttosto che a riempirsi la bocca con fregnacce gratuite e celebrazioni ipocrite e servili. Ma purtroppo le ferie finiscono e si torna alla realtà. Con il rientro si riprendono le buone ma anche le cattive abitudini.
E si scoprono articoli come quello di affaritaliani.it di giovedì scorso, che fa il paio con quello di alcuni giorni prima, a firma Angelo Maria Perrino, dove il presidentissimo Moratti veniva descritto come un personaggio stile libro “Cuore”, per un toccante documentario curato dall’amico e tifoso Gabriele Salvatores (aspettiamo di vedere una sua opera decente dai tempi di “Mediterraneo”) sulla meravigliosa iniziativa “Intercampus”, vicenda già precedentemente dibattuta da queste parti, in un articolo di Trillo.
Basterebbe questo per capire di quale livello di autorevolezza stiamo parlando: l’impressione è che si tratti di una testata sostanzialmente poco specializzata o informata in fatto di calcio e di tutto ciò che gira attorno al mondo del pallone e, quindi, che segua l’onda del ben noto “sentimento popolare”. Non vogliamo fare dietrologia. Per quella ci atteniamo ad un altro esempio, sempre fornito dallo stesso, illustre portale nell’articolo risalente a giovedì scorso.
L'articolo, dal titolo "Lippi chiama Legrottaglie e... la Gea fa festa", trattava della “sospetta” convocazione di Legrottaglie al posto dell’infortunato Chiellini, da parte del c.t. Lippi, per l’amichevole che la Nazionale aveva appena disputato a Nizza contro l’Austria. L'articolo non è firmato e pensiamo sia semplicemente una svista; nemmeno qui vogliamo pensar male. Il contenuto è grottesco, pieno di luoghi comuni che non stanno in piedi nemmeno con le stampelle (in questo caso, non quelle che venivano richieste a tal Domenico Brescia): frasi sibilline di chi è rimasto fermo all’umorismo alla Bertolino (che non fa ridere per nulla) e presunte verità espresse con supponenza in puro stile Bonolis.
“Fuori Chiellini e dentro Legrottaglie: non è un cambio nella Juve, ma in Nazionale”. Questo l’incipit del pezzo. E qui direte, che c’è di strano? Infortunati Gamberini e Chiellini, infortunati Cannavaro e Materazzi, infortunato e non più eleggibile Nesta, infortunata mezza serie A, chi doveva essere convocato? Tolto il Bonera (titolare l’altra sera) panchinaro nel Milan e che mai ha convinto completamente, chi c’è?
Facciamo un po’ di conti. Oltre all’impresentabile Barzagli (che c’era pure lui, e l’abbiamo notato) non ci pare che la scelta fosse così ampia. Ma per l'autorevole portale doveva essere un uomo ex-Gea a sostituire un ex-Gea infortunato, per mantenere la "quota", visto che i "figli di", membri della defunta società di procuratori affiliata alla "Cupola", non solo hanno mantenuto un parco giocatori, ma stanno pure aumentando il numero degli assisititi, secondo la denuncia del dottor Pasqualin, uno che sta in televisione spesso e volentieri più per parlare degli argomenti più disparati che del proprio lavoro e dei propri assisititi; quindi, non si può certamente considerare un "ghettizzato".
Tornando al tema principale, ovvero la convocazione di Legrottaglie, rileviamo quanto la rosa di centrali difensivi italiani attualmente disponibili sia risicata, soprattutto se consideriamo quanto Nicola Legrottaglie (definito dall’autore “atleta di Cristo” senza virgolette, forse ignorando quanto invece siano necessarie, essendo un movimento religioso di sportivi professionisti della quale fa parte anche Kakà, e non una cosa della quale farsi beffe) si sia meritato la convocazione, dopo una stagione in cui la sua squadra ha chiuso con la seconda miglior difesa della serie A, dietro a quella di una squadra che di italiano non ha neppure più l’allenatore.
La successiva precisazione sulla frequenza nelle attività sessuali di Legrottaglie se la poteva anche risparmiare, dato che la frase risale a otto mesi fa, e nessuno può permettersi di usare ironia su scelte del tutto private, soprattutto se la stessa testata, qualche giorno prima, censurava il comportamento dei “calciatori puttanieri”. Perché, altrimenti, ce ne sarebbero di cose da discutere...
In realtà più che un attacco a Legrottaglie sembra l’ennesimo sfogo frustrato dei severi censori di Marcello Lippi, coloro i quali rimasero con l’amaro in bocca o, addirittura, sprofondarono nella disperazione più repressa nell’estate del 2006, quando a dispetto loro, Lippi tornò dalla Germania con la Coppa e mandò tutti a quel paese. Il Lippi per il quale ora stanno tornando ad addensarsi nubi, con personaggi più o meno qualificati che sproloquiano ignorando come stia andando il processo Gea, dove tutte le tesi dell’accusa stanno sgretolandosi rivelando il Nulla; un processo che in un Paese civile avrebbe già visto tutti a casa.
Di questo non ci si scandalizza, però, e si continua con i luoghi comuni sullo spauracchio di Moggi (assieme al C.T. nella foto di presentazione dell’articolo, scelta significativa…) e il conflitto d’interessi di Lippi, chiamato a sostituire Donadoni che, sempre secondo l’illustre articolista, sarebbe stato “cacciato forse un po’ troppo frettolosamente”, nonostante scelte e risultati siano sotto gli occhi di tutti; l'articolista aggiunge un "ma questa è un'altra storia", evitando di approfondire il discorso.
Lippi fa paura proprio perché espressione dell’unica Nazionale vincente degli ultimi 26 anni e figlia di un calcio che esprimeva valori tecnici chiari e inoppugnabili, come si evince dalla lettura delle formazioni finaliste di quel Mondiale, cosa risaputa e persino monotona da ricordare. Ma per questi guardiani del Nuovo Calcio Pulito, intenti ad incensare continuamente i Veri Onesti (qui sì, sfondando il muro della retorica più surreale), è probabilmente importante vigilare e ribadire. Nell’eventualità remota, ma evidentemente temuta, che la macchina messa in moto due anni addietro, possa incepparsi.
D’altronde è estate, stagione di spiaggia e mare, stagione di sabbia. Che se trasportata in grande quantità può servire per coprire certe vergogne, ma che può anche incrinare qualche ingranaggio della famosa “macchina spropositata”.
E si scoprono articoli come quello di affaritaliani.it di giovedì scorso, che fa il paio con quello di alcuni giorni prima, a firma Angelo Maria Perrino, dove il presidentissimo Moratti veniva descritto come un personaggio stile libro “Cuore”, per un toccante documentario curato dall’amico e tifoso Gabriele Salvatores (aspettiamo di vedere una sua opera decente dai tempi di “Mediterraneo”) sulla meravigliosa iniziativa “Intercampus”, vicenda già precedentemente dibattuta da queste parti, in un articolo di Trillo.
Basterebbe questo per capire di quale livello di autorevolezza stiamo parlando: l’impressione è che si tratti di una testata sostanzialmente poco specializzata o informata in fatto di calcio e di tutto ciò che gira attorno al mondo del pallone e, quindi, che segua l’onda del ben noto “sentimento popolare”. Non vogliamo fare dietrologia. Per quella ci atteniamo ad un altro esempio, sempre fornito dallo stesso, illustre portale nell’articolo risalente a giovedì scorso.
L'articolo, dal titolo "Lippi chiama Legrottaglie e... la Gea fa festa", trattava della “sospetta” convocazione di Legrottaglie al posto dell’infortunato Chiellini, da parte del c.t. Lippi, per l’amichevole che la Nazionale aveva appena disputato a Nizza contro l’Austria. L'articolo non è firmato e pensiamo sia semplicemente una svista; nemmeno qui vogliamo pensar male. Il contenuto è grottesco, pieno di luoghi comuni che non stanno in piedi nemmeno con le stampelle (in questo caso, non quelle che venivano richieste a tal Domenico Brescia): frasi sibilline di chi è rimasto fermo all’umorismo alla Bertolino (che non fa ridere per nulla) e presunte verità espresse con supponenza in puro stile Bonolis.
“Fuori Chiellini e dentro Legrottaglie: non è un cambio nella Juve, ma in Nazionale”. Questo l’incipit del pezzo. E qui direte, che c’è di strano? Infortunati Gamberini e Chiellini, infortunati Cannavaro e Materazzi, infortunato e non più eleggibile Nesta, infortunata mezza serie A, chi doveva essere convocato? Tolto il Bonera (titolare l’altra sera) panchinaro nel Milan e che mai ha convinto completamente, chi c’è?
Facciamo un po’ di conti. Oltre all’impresentabile Barzagli (che c’era pure lui, e l’abbiamo notato) non ci pare che la scelta fosse così ampia. Ma per l'autorevole portale doveva essere un uomo ex-Gea a sostituire un ex-Gea infortunato, per mantenere la "quota", visto che i "figli di", membri della defunta società di procuratori affiliata alla "Cupola", non solo hanno mantenuto un parco giocatori, ma stanno pure aumentando il numero degli assisititi, secondo la denuncia del dottor Pasqualin, uno che sta in televisione spesso e volentieri più per parlare degli argomenti più disparati che del proprio lavoro e dei propri assisititi; quindi, non si può certamente considerare un "ghettizzato".
Tornando al tema principale, ovvero la convocazione di Legrottaglie, rileviamo quanto la rosa di centrali difensivi italiani attualmente disponibili sia risicata, soprattutto se consideriamo quanto Nicola Legrottaglie (definito dall’autore “atleta di Cristo” senza virgolette, forse ignorando quanto invece siano necessarie, essendo un movimento religioso di sportivi professionisti della quale fa parte anche Kakà, e non una cosa della quale farsi beffe) si sia meritato la convocazione, dopo una stagione in cui la sua squadra ha chiuso con la seconda miglior difesa della serie A, dietro a quella di una squadra che di italiano non ha neppure più l’allenatore.
La successiva precisazione sulla frequenza nelle attività sessuali di Legrottaglie se la poteva anche risparmiare, dato che la frase risale a otto mesi fa, e nessuno può permettersi di usare ironia su scelte del tutto private, soprattutto se la stessa testata, qualche giorno prima, censurava il comportamento dei “calciatori puttanieri”. Perché, altrimenti, ce ne sarebbero di cose da discutere...
In realtà più che un attacco a Legrottaglie sembra l’ennesimo sfogo frustrato dei severi censori di Marcello Lippi, coloro i quali rimasero con l’amaro in bocca o, addirittura, sprofondarono nella disperazione più repressa nell’estate del 2006, quando a dispetto loro, Lippi tornò dalla Germania con la Coppa e mandò tutti a quel paese. Il Lippi per il quale ora stanno tornando ad addensarsi nubi, con personaggi più o meno qualificati che sproloquiano ignorando come stia andando il processo Gea, dove tutte le tesi dell’accusa stanno sgretolandosi rivelando il Nulla; un processo che in un Paese civile avrebbe già visto tutti a casa.
Di questo non ci si scandalizza, però, e si continua con i luoghi comuni sullo spauracchio di Moggi (assieme al C.T. nella foto di presentazione dell’articolo, scelta significativa…) e il conflitto d’interessi di Lippi, chiamato a sostituire Donadoni che, sempre secondo l’illustre articolista, sarebbe stato “cacciato forse un po’ troppo frettolosamente”, nonostante scelte e risultati siano sotto gli occhi di tutti; l'articolista aggiunge un "ma questa è un'altra storia", evitando di approfondire il discorso.
Lippi fa paura proprio perché espressione dell’unica Nazionale vincente degli ultimi 26 anni e figlia di un calcio che esprimeva valori tecnici chiari e inoppugnabili, come si evince dalla lettura delle formazioni finaliste di quel Mondiale, cosa risaputa e persino monotona da ricordare. Ma per questi guardiani del Nuovo Calcio Pulito, intenti ad incensare continuamente i Veri Onesti (qui sì, sfondando il muro della retorica più surreale), è probabilmente importante vigilare e ribadire. Nell’eventualità remota, ma evidentemente temuta, che la macchina messa in moto due anni addietro, possa incepparsi.
D’altronde è estate, stagione di spiaggia e mare, stagione di sabbia. Che se trasportata in grande quantità può servire per coprire certe vergogne, ma che può anche incrinare qualche ingranaggio della famosa “macchina spropositata”.