Innanzitutto i fatti: Chiellini è stato convocato per il doppio impegno della Nazionale, ha subito un problema al polpaccio che gli ha impedito di giocare la prima partita ma è rimasto a disposizione per valutare le sue condizioni in vista del secondo impegno, condizioni che non sono poi migliorate al punto da renderlo arruolabile per la trasferta norvegese. A questo punto è pieno diritto della Juventus di richiamare in sede il suo giocatore, per seguirne da vicino la convalescenza in vista della ripresa della ripresa del Campionato e della Champions League.
Confusione. Perché la Nazionale stila un comunicato dove si afferma che la permanenza di Chiellini in ritiro è stata decisa in accordo con la Juventus? La società ha davvero cambiato idea nell’arco di 24 ore? Posto che, comunque sia, ne avrebbe tutto il diritto, resta la poca chiarezza sulla vicenda che nemmeno la precisazione pubblicata sul sito ufficiale contribuisce a chiarire. Si parla di vicenda confusa, di buon senso, ma non c’è alcuna chiara smentita circa l’iniziale accordo per la permanenza del calciatore agli ordini del neo C.T. E ciò lascia supporre che ci sia stato, effettivamente, un cambio di idea in corsa. Cosa, ripeto, legittima ma sicuramente molto poco lineare e che lascia campo libero alle basse allusioni del team manager ex interista. Il quale, evidentemente, è stato mandato avanti dall’ex allenatore della Juventus col quale ha concordato le accuse alla società bianconera.
Oriali. Bene ha fatto quindi la società a rispondere a nuora perché suocera intendesse. Suocera che, a parti invertite, sarebbe montata su tutte le furie come già accaduto nel recente passato, in una vicenda con protagonista proprio lo stesso Chiellini. C’è da registrare l’immediata sintonia trovata tra il C.T. e il suo assistente. Se nella sua passata esperienza lavorativa era spesso lui a doversi esporre per scendere in polemica con qualche collega avversario, evidentemente in questa sua nuova avventura ha trovato quel fido scudiero che in passato gli è mancato. Da parte mia i migliori auguri per questa nuova liason tra i due ex mediani. L’ex nerazzurro ha portato in dote alla Nazionale le attitudini che gli erano proprie nel club di appartenenza, un bagaglio fatto di insinuazioni, mezze parole e risentimento antijuventino. Gli torneranno sicuramente molto utili nel rapporto con la società che fornisce il maggior numero di giocatori alla rappresentativa federale. L’auspicio è che questo scintillante esordio convinca gli inquilini di Corso Galileo Ferraris a mantenere con questi signori rapporti ridotti al minimo sindacale, ad attenersi sempre strettamente ai regolamenti (argomento che, si è visto, al neo team manager provoca da sempre qualche fastidio) e a stroncare sul nascere situazioni da libro Cuore come rischiava di diventare il caso Chiellini, smanioso di rimanere a “fare gruppo” su richiesta del suo ex allenatore.
Chiellini e i nazionali. Sarà bene, quindi, che questa vicenda sia da insegnamento al folto gruppo di nazionali che ogni mese ricevono lo stipendio da Vinovo. Chiellini come tutti gli altri hanno dimostrato in più occasioni di mettere la maglia azzurra al primo posto dei loro interessi, lasciandoci spesso qualche infortunio di troppo. Non trovo tollerabile che il primo pensiero del difensore livornese sia stato quello di restare nel ritiro azzurro per “fare gruppo” e spiegare i metodi del neo C.T. ai suoi colleghi, sobbarcandosi anche un viaggio andata e ritorno destinazione Oslo, piuttosto che affidare la sua convalescenza ai medici della società per la quale lavora. La trovo una grossa mancanza di rispetto nei confronti della Juventus, ma allo stesso tempo credo che se ha agito così è anche perché in passato su questo tema c’è stata troppa permissività da parte bianconera. Che questa diatriba, allora, inauguri un nuovo corso nei rapporti tra Juventus, suoi calciatori e Nazionale, fatto di minore flessibilità e maggiore tutela dei propri interessi. Sempre nel rispetto dei regolamenti ma guidati dal principio fondamentale che i calciatori sono patrimonio dal club, saltuariamente prestati alle esigenze della rappresentativa federale.