Nei giorni scorsi, Luciano Moggi ha scritto alcuni pensieri che hanno fatto discutere i tifosi sia sul web che nei bar.
Riprendiamo dalle pagine di 'Libero' i suoi pensieri: "In questo momento tutti sembrano avere la ricetta magica per risanare l’italico pallone, eppure in questi anni la gestione del presidente Abete, del direttore generale Valentini e del loro staff non ha portato una sola novità dall’identico tracollo del 2010. Ecco perché solo una rottamazione totale del sistema-calcio dell’attuale Figc potrà davvero dare ossigeno al nostro movimento".
"Nessuno di quelli che attualmente si trovano a occupare un ruolo in Federcalcio è adatto a questo compito. Guardate come è ridotto d’altronde il nostro pallone. Per questo serve un cambio totale: il futuro non è Carlo Tavecchio, dirigente da tantissimo tempo e quindi corresponsabile dell’attuale situazione. Né Demetrio Albertini. Non basta infatti essere stato un grande calciatore per diventare un ottimo dirigente. E lo stesso vale per le candidature estemporanee di queste ore, come quella di Paolo Maldini. Né tantomeno - Dio ce ne scampi - serve un politico, o un politicante, o uno che non abbia interessi che non siano legati al futuro del calcio italiano".
"LaFigc non può permettersi di fare esperimenti, la Nazionale è un club, il più grande d’Italia, e va gestito come un’azienda calcistica. Servono dunque dirigenti e imprenditori del pallone. Ad esempio, farebbe il bene del calcio uno come Andrea Agnelli.Come il padre alla fine degli anni Cinquanta. Il presidente della Juve sa di calcio, sa gestire una squadra e il suo personale - i risultati lo dimostrano - ma soprattutto viene dalla gavetta che ha svolto negli anni della 'Triade'. Solo chi ha dimostrato di saper fare calcio, può indicare ad altri la via giusta..."

Dunque, l'ex DG della Juventus lancia la sua personalissima proposta, Andrea Agnelli (o uno come lui), come Presidente della Federazione.
Detto fra noi, la proposta ha l'odore della provocazione, perché, dato non trascurabile, Andrea Agnelli, per fare le cose in modo serio, dovrebbe dimettersi da Presidente della Juve, prima di sedersi sull'altra poltrona.
Io non sono fatto affatto d'accordo con Moggi in questo caso, perché, anche se desse le dimissioni, sicuramente un uomo schierato non verrebbe preso sul serio. Di fondo è tifoso Juventino, è uno dei proprietari della Juventus ed ha lavorato e vinto con la Juventus, ossia un uomo schierato a prescindere. E allora uno giustamente potrebbe dire: ma Adriano Galliani Presidente di Lega andava bene a tutti.
Osservazione giusta e ficcante, infatti il problema è che per qualunque carica del mondo del pallone, un uomo può anche essere schierato, ma non deve essere schierato in qualche modo con la Juventus. Non so se ci siamo capiti...
Ecco, sono convinto che voi lettori ed io ci siamo capiti. Quindi passiamo pure oltre.
E' una proposta, quella di Moggi, non sbagliata in senso assoluto ma, a mio modesto avviso, decisamente e fortemente scollata dalla realtà.
Non sembra una proposta praticabile, la sua, neanche volendo. Esiste ancora una spinosa querelle (controversia o disputa, chiamiamola come ci pare) tra la Juventus e il calcio Italiano al completo. Non solo controversia/e legali e relativa richiesta di risarcimento danni, ma controversia mediatica, controversia sociale e culturale, oserei dire, tra tutto ciò che è Juve nel senso più ampio del termine, e tutto ciò che non lo è. Non può, e forse eticamente non dovrebbe, essere un uomo come Andrea Agnelli a ricoprire quella carica.  
E questo, anche se sappiamo fin troppo bene che il sistema calcio italiano in generale col corollario di tutti suoi enti e organi, è nemico giurato sia dell'etica e sia della moralità. Ora, senza fare discorsi prevenuti, e senza fare facile ironia su questo o su quello, ciò che penso io è che ci vuole un commissario straordinario, serio e molto autorevole, dai poteri praticamente illimitati.
Per quanto le mie personali opinioni logicamente non abbiano nessun valore, io ritengo, nel mio piccolo, che serva qualcuno che abbia il potere di forzare le norme, le sentenze, e tutta l'amministrazione delle cariche in Federazione, tanto per cominciare. Perché ci sono troppi cadaveri sotto il tappeto, alcuni sono stati fatti persino con sentenze sportive e norme ad hoc, e via dicendo.
Il kaos è totale. Di questo sistema non funziona nulla. Serve quindi qualcuno che sappia sbrogliare la matassa con molta forza, acume, senso pratico, senso del dovere, etica, moralità, e competenza in relazione allo sviluppo e alla totale ristrutturazione di questo mondo così peculiare. E costui, deve stare lì per almeno 10/15 anni, in modo che possa anche aiutare il passaggio delle proprietà delle tante squadre che vedono a capo alcuni trafficoni... Perché anche questo è uno dei problemi. Bene o male qualcuno nel corso del tempo sarà costretto a salutare, o per età, o per motivi economici, e simili...
Non sarebbe male, quindi, evitare l'ingresso di nuovi personaggi poco raccomandabili.
Andrea Agnelli Presidente FIGC? Mannò, mi spiace, ma non è proprio cosa sua per svariate ragioni... Non sembra neanche una persona con una competenza così vasta (potrebbe andare bene per gli aspetti economici, ma purtroppo anche dal punto di vista giuridico, e dal punto di vista politico, le cose sono alquanto ingarbugliate).
Devo dire quindi che, più che una proposta, questi pensieri moggiani mi sembrano un modo per fare i complimenti ad Andrea Agnelli per la gestione del club e contemporaneamente un modo per lanciare un missile al vecchio e più che mai traballante carrozzone del calcio italiano.
Bravo Moggi, dunque, se l'intento era questo ma, pur senza fare nessun nome in particolare come contro proposta, mi permetto di dire che per una realtà così puzzolente, serve qualcuno con un physique du rôle (fisico adatto al ruolo che deve interpretare). Ci vuole un fisico bestiale, un coraggio da leoni, e una mente molto molto molto sopraffina. Si tratta di dover navigare nelle fogne con una canoa...
Ma non preoccupiamoci, Luciano che, se conosco appena appena il sistema calcio d'Italy, si sceglierà qualcuno con le caratteristiche opposte a quelle sopra elencate.
Un aforisma dello scrittore Cesare Pavese recitava così: "fra gli errori ci sono quelli che puzzano di fogna, e quelli che odorano di bucato".
Ecco, nel sistema del nostro calcio, gli errori non solo si ripetono con perseverante e imbarazzante puntualità, ma non hanno mai avuto l'odore del bucato appena tirato fuori dalla lavatrice... 


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