Sul palco, Éric Abidal tra Andrea Monti, Giovanni Malagò, Gianfelice Facchetti e Javier Zanetti, in prima fila nell’ordine Lotito, Albertini, Abete, Galliani, Agnelli, Cairo, la famiglia Cannavò, la famiglia Facchetti.
Per rendere onore al calciatore che ha dovuto lasciare il Barcellona per lottare contro il cancro ed è tornato a calcare i prati verdi con il Monaco del magnate russo Rybolovlev, Andrea Agnelli ha accettato l’invito a partecipare all’ottava edizione del premio “Il bello del calcio” intitolato a Giacinto Facchetti, insieme ai peggior nemici della Juve di suo padre.
La prima volta di Agnelli al premio che celebra Facchetti è stata salutata con entusiasmo da tutti quelli che vogliono chiudere definitivamente la pagina di Farsopoli. Giovanni Malagò ha dichiarato a Repubblica: “Sono contento che a questo premio dedicato a Facchetti sia presente anche Andrea Agnelli, significa che la sportività viene prima di qualsiasi rivalità”; e Carlo Laudisa, appena prima di trasferirsi a Crescenzago, ha scritto su La Gazzetta dello Sport che Agnelli ha definito Facchetti “un grande uomo” (deve averlo sentito prima o dopo la cerimonia, perché durante la fase ufficiale della manifestazione Agnelli ha definito il dirigente che frequentava Nucini semplicemente come “uno sportivo che ha rappresentato il calcio in Italia”).
Non sarebbe saggio stigmatizzare in modo esagerato la partecipazione di Agnelli al premio intitolato a Facchetti e non intendo farlo. Infatti, anche lasciando da parte gli eccellenti risultati sportivi, il presidente della Juventus ha fatto, con riguardo a Farsopoli, azioni concrete e gesti simbolici nella direzione auspicata e si è così garantito un credito che non può essere messo in discussione da quello che, secondo me, rimane tuttavia un errore di comunicazione. Infatti, oltre all’entusiasmo di Malagò e Laudisa, alcuni siti interisti hanno enfatizzato la partecipazione di Agnelli al premio Facchetti e sul web si è aperto un dibattito con toni anche accesi tra gli juventini che mantengono una posizione assolutamente intransigente riguardo a Farsopoli e osservano con scrupolosa attenzione ogni comportamento a riguardo da parte del presidente e della società e quelli che invece ripongono in loro una fiducia assoluta e sembrano giustificarne acriticamente i comportamenti.
In questi giorni si sta celebrando il processo di appello a Luciano Moggi, l’esito del quale sembra essere fondamentale ai fini del ricorso all’articolo 39 per il recupero formale degli scudetti orgogliosamente esibiti sul tetto dello Juventus Stadium. Conosciamo tutti il ruolo di Facchetti nella vicenda di Farsopoli: nemico giurato della Juventus di Umberto Agnelli; e così la partecipazione di Andrea Agnelli all’ottava edizione del premio intitolato all’ex presidente dell’Inter, proprio in questi giorni, è apparsa a chi scrive quantomeno intempestiva. Dopo più di sette anni la stanchezza per la vicenda Farsopoli sta iniziando a affiorare anche negli juventini più intransigenti e il rischio del “voltare pagina” senza avere ottenuto giustizia, auspicato dai Malagò e dai Laudisa e in generale da tutti i nemici della Juventus, non è mai stato così alto.
In questo quadro, anche gesti certamente nobili come la partecipazione a un premio dove si alimenta la speranza contro il cancro (che ha toccato Andrea Agnelli così duramente nei suoi affetti più cari) rischiano di scoraggiare i pochi juventini rimasti a lottare per Farsopoli, di creare divisioni nella tifoseria bianconera e di rendere più semplice per il collegio giudicante confermare in appello la sentenza di primo grado su Luciano Moggi. Voglio ricordare al presidente che, nonostante i 31 scudetti dipinti sul tetto dello stadio e le stelle visibili sulle gradinate grazie ai seggiolini colorati o nei display dietro le bandierine dei calci d’angolo, che qua in Australia alle cinque del mattino i commentatori di lingua inglese dello streaming Juventus-Real Madrid hanno raccontato in mondovisione che si giocava la sfida tra due grandi del calcio europeo, 29 titoli italiani e 32 titoli spagnoli. È presto per abbassare la guardia su Farsopoli, bisogna stare ancora attenti alle bucce di banana.