mario balotelli

Luis Suarez è un grande giocatore uruguaiano del Liverpool. Come sicuramente saprete, un paio di anni fa si rese protagonista di un episodio di intolleranza razziale nei confronti del calciatore di colore del Manchester United Evra. Gli rivolse epiteti razzisti che gli costarono otto giornate di squalifica da parte della F.A. Bene, ora mettiamo il caso che si debba giocare una partita tra l'Uruguay e il Sudafrica e che nel contorno che precede il match si organizzi un evento inerente la lotta al razzismo, piaga che per anni ha segnato la vita politica e sociale del paese che ospitò i Mondiali nel 2010. A qualcuno verrebbe mai in mente di individuare, tra tutti i calciatori uruguaiani, proprio Suarez come simbolo dell'antirazzismo? Claro que no, per ovvi motivi.

Mario Balotelli in comune con Suarez ha sia il fatto di possedere un talento superiore alla media che una carriera costellata di aneddoti non proprio edificanti. Inutile stare qui a riepilogare tutta la balotelleide, soffermiamoci solo su un paio di episodi. L'ultimo, il più recente, quello che gli è costato tre giornate di squalifica per aver rivolto a un arbitro simpatici apprezzamenti tipo: "io ti ammazzo". Ma quello forse più eclatante venne alla luce due anni or sono, quando un'informativa dei carabinieri rivelò come nel 2010 Mario si fece un giretto nel quartiere napoletano di Scampia, incuriosito dai fatti raccontati nel film Gomorra. Nell'informativa si racconta come a fare da "ciceroni" nel tour partenopeo dell'allora calciatore del Manchester City furono due esponenti di spicco di due famiglie camorristiche. Balotelli ovviamente reagì dicendo che non sapeva chi fossero. Qualche mese fa un pentito di camorra ha raccontato un ulteriore episodio, ancora meno edificante del precedente: nel suo improvvisato giro turistico, Mario si improvvisò spacciatore per scherzo, forse per provare l'ebbrezza del crimine e vedere l'effetto che fa. Anche in questo caso il calciatore ha negato tutto, scrivendo un messaggio su twitter nel quale chiedeva che il suo nome non fosse utilizzato per fare "odiance" (forse intendeva audience, o meglio intendeva che qualcuno volesse farsi pubblicità col suo nome).

Martedì la Nazionale italiana giocherà a Napoli contro l'Armenia e per l'occasione si recherà a Quarto, per incontrare la squadra divenuta simbolo della lotta contro le mafie. La questione è la seguente: trovereste non voglio dire sensato, ma quanto meno opportuno, eleggere un ragazzo resosi protagonista di questo genere di episodi nel recente passato come simbolo anticamorra? La maggior parte di voi forse no, ma la maggior parte di voi non lavora per la Gazzetta dello Sport. E la cosa meravigliosa è che è stato lo stesso Balotelli a rifiutare questa investitura non richiesta, con un tweet tanto piccato quanto sgrammaticato.

 

 

Ora, il rapporto morboso che lega i media italiani a questo giocatore meriterebbe forse un'indagine psichiatrica. Più il ragazzo si segnala per comportamenti oramai non più giustificabili con la giovane età e il carattere difficile, più loro fanno a gara a dimenticarsene alla velocità della luce, manifestando nei suoi confronti un amore acritico che trova pochi eguali. In campo è sempre insolente e polemico, sembra avercela col mondo intero, e in cambio riceve solo coccole ed esaltazioni anche quando si procura rigori con simulazioni vergognose. Certo, questa strampalata investitura a un ruolo che lui stesso ha immediatamente rifiutato, con modi che nemmeno se gli avessero dato del camorrista, segna forse un salto di qualità che anche noi, sempre critici verso il modus operandi dei media mainstream, non ci saremmo aspettati. Ma non è da escludere che nemmeno questo botta e risposta sia sufficiente a porre fine alla amorosa morbosità con la quale Gazzette, Rai and company si accostano al giocatore bresciano. E a noi che siamo notoriamente gobbi e malpensanti viene spontanea una domanda: chissà come sarebbero state diverse le cose se le maglie italiane indossate da Balotelli fossero state col bianco al posto dell'azzurro e del rosso, a fianco al nero.

 

Twitter: @EpyAle