Il campionato è fermo e Padre Prandelli ne approfitta, regalando a Monsignor Abete la qualificazione ai Mondiali brasileri, sempre che la FIGC riconosca la propria competenza per parteciparvi. Da tutti occhi puntati su infortuni e minutaggi dei giocatori impegnati, perchè alla prossima di campionato c'è Inter-Juventus.
La Juve perde Vucinic e Caceres (che si aggiungono a Marchisio) senza batter ciglio dei commentatori. Lo stop del centrocampista bianconero già era stato archiviato come una mezza fortuna per Conte, visto lo stato di forma di Pogba, che oltretutto è tornato dagli impegni internazionali incolume, mannaggia a lui. Al posto del montenegrino potrebbero giocare Quagliarella, oppure Llorente o Giovinco: improprio lamentarsi prima, bisogna aspettare di vedere cosa faranno i sostituti, perchè potrebbero risolvere loro la partita e anche in questo caso Conte sarebbe stato avvantaggiato rispetto ai concorrenti.
Volete mettere la situazione dell'Inter? E' in queste occasioni che alla squadra nerazzurra viene fatta pagare la sua sudamericanità, con il calendario che impone ai suoi giocatori di affrontare la Juventus e non il River Plate. E con gli avversari bianconeri, quelli italiani, che addirittura giocano l'ultima partita della Nazionale allo Juventus Stadium di Torino - per inciso, parte dell'incasso l'ha preso Andrea Agnelli o Claudio Lotito? - e che hanno fatto la doccia direttamente a casa con moglie e figli, a zero chilometri.
La cosa non sfuggirà di certo a Mazzarri, anche se il tecnico non è di quelli che indulgono al piagnisteo senza ragioni. C'è tempo sufficiente per parlarne di qui alla partita, speriamo che il campionato non sia già dalla terza giornata falsato.
Lo chiamano - i nerazzurri - derby d'Italia. Facciano pure in ossequio a Ranocchia e Castellazzi. Non esiste però alcun derby d'Italia, se non almeno a parità di stelle. E qui i conti del cuore e dell'ufficialità, al netto o al lordo dei titoli cartonati, parlano una sola lingua. La novità è che Massimo Moratti siederà in tribuna ancora per questa volta come Presidente, seppure nell'ombra di Thohir. Chissà se al saluto di "Vinca il migliore!" penserà, come il Nereo Rocco allenatore del Padova, "Sperem de no" ...