Premessa n°1: non mi piace il vittimismo, tanto meno quello preventivo.
Premessa n°2: penso che solo un cataclisma potrà negare alla Juventus il 32° scudetto, terzo consecutivo.
Ciò detto, non si può nemmeno ignorare quello che accade intorno e farlo passare in cavalleria, dato che a questo già ci pensano i media mainstream. Che la Juventus sia esclusa dalle stanze del potere del calcio italiano è un dato di fatto incontrovertibile, che è stato suggellato nel gennaio scorso con le elezioni del governo della Lega di Serie A. La Juventus è rimasta fuori da tutto, assieme ad altre squadre importanti e molto seguite come Inter, Roma e Fiorentina; mentre ha messo le sue mani sul calcio italiano un sistema di potere incentrato su Infront Italy e che ha come uomini forti Galliani e Lotito, con i fedeli alleati Pulvirenti, Preziosi, Cellino e, in posizione un po’ più defilata, Cairo e De Laurentiis. Galliani è vice presidente della Lega ma di fatto ne è il numero uno operativo vista l’inconsistenza di Beretta, presidente formale ma manager Unicredit a tempo pieno. Lotito e Pulvirenti sono i due uomini che la Lega ha designato come suoi rappresentanti nel Consiglio Federale.
In questo contesto, il “pranzo di lavoro” tra il padrone di casa Pulvirenti, Galliani e Lotito, avvenuto ieri a Taormina e immortalato dalle telecamere di Sky, possiamo definirlo una specie di G3 del calcio italiano. Nulla di male, ovviamente, tre top manager avranno tutto il diritto di incontrarsi a pranzo e di parlare di quello che vogliono. Quello che invece è intollerabile sono le dichiarazioni che il signor Pulvirenti ha rilasciato a Sky dopo l’allegro banchetto, in particolare il seguente passaggio: Scudetto? La favorita è la Juve anche se un avvicendamento al vertice non sarebbe male, c’è il Milan, il Napoli, la Fiorentina.
Che un uomo delle istituzioni, un consigliere federale, arrivi ad auspicare in maniera così palese e senza alcun accenno di vergogna che il prossimo campionato non veda vincitrice la Juventus, ma che anzi vi sia un avvicendamento indicando pure i nomi di altre tre squadre, è un fatto che in ogni sistema che abbia un minimo di serietà dovrebbe portare alle immediate dimissioni. Va da sé, quindi, che tutto ciò non avverrà anche perché a guardarsi intorno nessuno pare scandalizzarsi per queste affermazioni.
Se mai ce ne fosse stato bisogno, le parole di Pulvirenti fanno capire qual è l’aria che tira nelle stanze del Palazzo del calcio nei confronti della squadra che da due anni domina sul campo con pieno merito. La cosa incredibile è che questi signori non si curino nemmeno più di salvare le apparenze, ma esprimano candidamente concetti inammissibili per chiunque ricopra incarichi di responsabilità all’interno delle istituzioni sportive. I due scudetti consecutivi della Juventus, alla luce del contesto nel quale sono maturati, sono da considerare imprese eroiche, e la conquista del terzo titolo consecutivo, con l’aria politica che tira, farebbe entrare di prepotenza questa squadra nell’Olimpo. Torna alla mente un’intercettazione di quelle finite nel faldone di Calciopoli, datata agosto 2004, nella quale Moggi e Giraudo discutevano delle voci di corridoio che volevano il Palazzo favorevole ad un campionato “milanese”. “Quest’anno puntano sull’Inter, me l’ha detto Adriano”, dice Giraudo. “No, sarà Milan-Inter”, ribatte Moggi. Andò a finire che la Juve impose come al solito la sua forza sul campo, conquistando i due scudetti dell’era Capello poi spazzati via dall’ignobile farsa denominata Calciopoli. Non saprei dire, quindi, se le parole del signor Wind Jet possano considerarsi un buono o un pessimo auspicio. Di sicuro è un déjà vu.