Premetto: non ho nulla né contro Napoli né contro i suoi abitanti. Ho molti amici partenopei, persone perbene, splendide e oneste. Sono stato una volta a Napoli e sono stato colpito dalla gentilezza e dalla cortesia delle persone che vi ho incontrato. La città di Napoli e le persone che la abitano non sono argomento di questo mio pezzo. Diverso è invece il discorso relativo a una parte della tifoseria partenopea. Una parte, perché fortunatamente non tutti sono così.
Non tutti sono come quelli che hanno fatto sì che il bus che portava la Juventus venisse scortato da uno stuolo di agenti (elicottero annesso) che forse neanche Obama ha durante le visite di stato (come si può vedere dalle immagini seguenti, immagini in cui al minuto 0:45 si vede un oggetto, presumibilmente un sasso, arrivare contro i vetri del pullman). Le immagini sono state riprese a Fuorigrotta, Napoli e non a Kabul o a Baghdad come si potrebbe pensare vedendo lo stuolo di forze dell’ordine a “protezione” di una squadra. Senza considerare il dispendio economico sulle spese della comunità. Inaccettabile, visto che si tratta di un match sportivo. O perlomeno dovrebbe.
E dire che questo pullman stava solo portando una squadra di calcio allo stadio nel quale stava per affrontare la sua prima contendente per il titolo di questa stagione. Premesse buone per un grande spettacolo. In un altro paese forse… Sì, perché in Italia non sembra possa essere così. Non può essere solo calcio. Non si può perché manca la cultura, manca il rispetto dell’avversario e, soprattutto, certi stadi (particolarmente uno o due…) sono diventati un porto franco dove si può compiere di tutto restando impuniti. Impuniti perché chi dovrebbe vigilare spesso guarda dall’altra parte…
Sì, perché questa è la sensazione. Senza contare che certi media sono spesso i primi a farlo, condannando sì fermamente l’accaduto, ma senza far sì che vengano presi provvedimenti da chi di dovere, senza ricordare ad esempio che si tratta di recidive.
Tutto senza entrare nel merito del fatto che spesso in questa stagione, soprattutto in Europa, si sia letto di accoltellamenti ai danni tifosi ospiti; diventerebbe forse troppo lunga.
Mi basta invece ricordare il motivo per il quale la Juventus ha dovuto utilizzare un pullman “neutro” per arrivare in albergo a Napoli e recarsi allo stadio. Nella scorsa stagione infatti il parabrezza del pullman ufficiale della società bianconera era stato mandato in frantumi, anche in quel caso, da una sassata mentre raggiungeva il San Paolo. Ragione per la quale quest’anno, unico caso in 19 trasferte in Italia (senza contare quelle europee e quella di Roma di coppa nazionale), la società ha affittato un pullman per muoversi fra aeroporto, albergo e stadio. Ma non è bastato.
E tutto questo è colpa anche di chi, invece di stemperare gli animi, li ha aizzati, di chi, invece che fare il pompiere, in nome di qualche click o qualche follower in più, ha buttato benzina su un fuoco già sin troppo caldo.
Non mi voglio nemmeno dilungare troppo sui fatti, sulle omissioni e sui, troppi, racconti fasulli che si sono letti su Internet (e, cosa grave, su alcuni siti che dovrebbero oltretutto fare informazione) che negavano i vetri rotti sui due bus, o che quasi giustificavano le violenze e il lancio di oggetti verso i tifosi bianconeri legandoli a provocazioni degli stessi. Si commentano da soli.
Penso invece che tutto questo sia sintomo di un assenza di cultura sportiva e di valori umani. Sia chiaro, non dico che questo accada solo fra quella frangia violenta di tifosi del Napoli, ma il fatto che questi sintomi si manifestino anche in altre tifoserie non giustifica i fatti visti nelle immagini e raccontati dai presenti. Inaccettabili. Qui non vince o perde una tifoseria, qui perde un paese che, se tollera queste cose, non può definirsi civile. Non si può rischiare una vita andando in uno stadio.
E tutto questo è accaduto a Napoli. In Italia.
Nel 2013. E non si fa nulla per combatterlo. Sì perché, a corollario di tutto, è arrivata la sanzione del giudice sportivo per la società partenopea:
Mancano “giustamente” le bottiglie e i sacchetti pieni di urina ed escrementi, un vergognoso striscione con scritto “-39″ (recidivi: il fatto era già successo a Roma) che offende con estrema ignoranza e stupidità la memoria delle povere vittime dell’Heysel e, soprattutto, gli incresciosi fatti fuori dallo stadio con i vetri rotti sia del bus della squadra che di quello dei tifosi.
Nel 1983 per un fatto analogo la Juventus perse a tavolino contro l’Inter… Ora la responsabilità oggettiva su questi fatti è, a mio avviso giustamente, cambiata, ma una squalifica del campo servirebbe per dare un esempio, altrimenti l’anarchia è dietro l’angolo e, più che combattere la violenza negli stadi, con questa tolleranza si va verso una deriva molto molto pericolosa.
Io lo trovo agghiacciante. C’è da aggiungere altro?
PS: Io continuerò ad amare Napoli e la parte bella dei napoletani. Quella che, sono sicuro, non sopporta chi macchia l’immagine con azioni indegne di un popolo civile.
Una vergogna tutta italiana
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- By Maurizio Romeo