La paura fa novanta, più recupero, ma chi ne ha di più tra le antagoniste storiche?
La Juventus ci ha riabituato a parlare poco e a fare tanto, cominciando dalla gestione di Calciopoli, poca bagarre sui media, comunicazione asettica e mirata con parole dure come macigni, per bocca dell'avvocato Briamonte, lo scorso gennaio: "Faremo danno a chi ci ha creato danno" e l'utilizzo del verbo "sterilizzare" sono promesse più che slogan; ricorsi e richieste agli organi competenti sono tuttora in corso e procedono. Siamo nuovamente, ed inaspettatamente, con almeno un anno di anticipo sul calendario interno, Campioni di Italia, grazie al monumentale lavoro di Antonio Conte e del suo staff, un lavoro basato su una preparazione atletica sostenuta, una maniacale attenzione ai dettagli e un lavoro psicologico imponente per ricaricare un ambiente scalfito dall'esterno ed eroso dall'interno. I detrattori di Marotta evidenziano il neo del Top Player e la presunta incapacità a vendere; ma è indiscutibile, ad oggi, il ruolo da protagonista della Juventus sul mercato con operazioni già concluse, alcune in corso che, anche se non dovessero concretizzarsi, di sicuro disturbano non poco il lavoro delle rivali. Con l'arrivo di Lucio sono garantiti quattro centrali di spessore; Isla e Asamoah, in aggiunta al già forte centrocampo, garantiscono un approccio più convincente in Europa. Il mercato dei giovani, nonostante il cancan di Verratti, è in pieno svolgimento: Pogba, Masi, Leali, Bouy, Pepic sono gli esempi della programmazione giovanile a ridosso della prima squadra. Quello che manca è il grande nome che dovrebbe servire come grimaldello per la Champions League, ma che Conte dovrà evidentemente ben valutare per inserire il miglior elemento nei moduli che la squadra adotterà nella prossima stagione.
Dicevamo delle antagoniste. Chi ha più paura di veder aumentare a dismisura il gap tra i bianconeri e la propria squadra? L'Inter è in piena recessione economica e si vede costretta risolvere i contratti di molti protagonisti degli ultimi tempi, come Lucio e Forlan; in alternativa, chi non intende farlo non viene nemmeno convocato per il ritiro e viene messo fuori rosa, come Julio Cesar e Stankovic, alla faccia della violenza privata di moggiana memoria.
La Roma, dopo l'aborto del progetto con le nacchere, ha messo sotto contratto un nuovo animatore calcistico: al villaggio di Trigoria torna Zdenek Zeman con il cronometro e il contagiri ma più che pensare a contare i secondi, conta a suo modo gli scudetti degli altri, perché se dovesse contare i suoi finisce prima di iniziare (e per i tre della Roma non serve certo il pallottoliere).
Il Milan. E che si può dire del Milan? Oltre all'esodo degli insostenibili stipendi di Gattuso, Nesta, Seedorf e Inzaghi, non ha ancora acquistato un giocatore uno, anzi sì: dopo la pantomima con il PSG, con un adeguato ritocco allo stipendio, sembra rimanere Thiago Silva, che ancora non si è capito se lo ha ritirato Berlusconi dal mercato oppure se i francesi Leonardò e Ancelottì, nel sondare il terreno, abbiano... ehm, involontariamente cercato di fare un favore al vecchio datore di lavoro suscitando interesse per un'eventuale asta.
Come si rallenta la Juventus, allora?
Tutti sperano nelle parole di Carobbio e nelle orecchie di Palazzi, oltre ovviamente agli amplificatori dei media che, quando si tratta della Juve, sono a massimo volume e posizionati in tutte le piazze d'Italia, nemmeno stessero provando a vender mele per la lotta al cancro. Il cavallo di battaglia rimane Scommessopoli, con l'unica distrazione della parentesi dell'Europeo per la Nazionale F.I.G.C. Parentesi che ci è costata l'infortunio di Chiellini (45 giorni almeno, e preparazione saltata) e l'utilizzo senza sosta dello scommettitore Buffon (a proposito su cosa scommetteva in quella tabaccheria dove si vinceva facile facile???), di un già acciaccato Barzagli e di Bonucci, oltre che del bollito Pirlo e dello sfiancato Marchisio. Solo un secondo posto, nonostante i magnifici alfieri Cassano e Balotelli. Dicevamo: Scommessopoli e indotto come ultima speranza per rallentare la Juventus; e i rumors e i contorni non mancano: la presunta attendibilità di Carobbio, nonostante le smentite del Siena, lascia spazio a giornalisti e web-redattori per supposizioni e accenni a sanzioni o squalifiche.
L'impressione è quella di un costante e instancabile lavoro al corpo per sfiancare l'avversario, ma non vi spaventate, è solo un'impressione, eh: i nomi di Buffon, Conte, Bonucci, Pepe e Quagliarella per un motivo o per l'altro segnalati dai media accendono le speranze degli anti-juventini o comunque dei contro-bianconeri; si arriva addirittura a scrivere di una combine d'annata, un vintage promosso da Daniel Bravo, ex Parma che si stupì degli accordi a pareggio dei folli italiani; e per italiani che fanno magheggi, si sa, si intende la Juventus. Non fa niente se poi Chiesa, Stanic e Amoruso altri tre ex Parma compagni di Bravo abbiano smentito categoricamente. Buffon, per le scommesse e, soprattutto Bonucci, non avrebbero dovuto andare all'europeo, il primo per aver speso 1.5 milioni di euro e ancora non si sa come, il secondo per una questione di par condicio con Criscito, indagato e quindi a casa.
Si vocifera di patteggiamenti, squalifiche ridotte, responsabilità oggettiva, di allenatori di scorta, di un piano B (toh, che combinazione), del "rispetto" verso la Procura per non far andare Palazzi a Châtillon a sentire Conte: sarà infatti l'allenatore bianconero ad imboccare una di quelle strade che portano a Roma, d'altronde tutte le strade portano a Roma, e non solo per l'allenatore tirato in mezzo da Carobbio. Anche i direttori dei giornali si spostano da Torino a Roma. L'esempio è Paolo De Paola, ex vice direttore della Gazzetta nel periodo in cui il giornale di Milano dava tutte le anticipazioni su Calciopoli sfruttando la collaborazione di Galdi & C. con Auricchio e il suo gruppo di investigatori, ora direttore al Corriere dello Sport di Roma impegnato a far sondaggi su quanto la tifoseria juventina sia spaccata su Antonio Conte che tiene in ansia la Juventus; e a dare nel contempo voce all'animatore di Trigoria sul conteggio degli scudetti bianconeri: 28 sarebbero anche troppi, a leggere i libri in commercio. Non sarebbe male fargli trovare sul comodino una copia de "Il manuale di autodifesa del tifoso Juventino" scritto da Emilio Cambiaghi e pubblicato già nel 2007, non sia mai che ci capisse davvero qualcosa da qualcuno che tanto aveva già capito sei anni fa. Tra la vicedirezione della Gazzetta e la direzione del Corriere dello Sport, De Paola ha fatto anche un'esperienza giornalistica dirigendo Tuttosport, impegnato a sostenere l'ottimo lavoro di Guido Vaciago e del direttore di Tuttosport online Alvaro Moretti nel riscrivere la genesi di Calciopoli, ricostruendo gli eventi e diffondendo notizie che altre testate, giornalistiche e televisive, hanno ignorato o riportato parzialmente.
Perdonatemi se mi sorprendo, ma non riuscirò mai ad abituarmi a come possano cambiare le notizie o il modo di riportarle in base a quale giornale si diriga e in quale città si risieda.
Sono meno sorpreso invece dell'atteggiamento della società verso Scommessopoli e verso la campagna mediatica che tenta di coinvolgere la Juventus come protagonista mentre chi ha ammesso scommesse o combines va ad inaugurare locali su qualche spiaggetta esotica, come Doni; o non si presenta all'audizione in Procura federale per problemi di salute (mentre medita sul da farsi anche sul versante penale) come Gianello; e se fa nomi, possibilmente pesanti, viene gratificato con i promessi sconti e benefici (è il caso di Carobbio); se, ahilui, nonostante le sollecitazioni, non ha nomi e rivelazioni da fare, come Locatelli (destinatario di due anni di squalifica patteggiati, per pura convenienza, per una combine), paga un conto salato.
E chi sa quanto questa verità rivelata, in mancanza di riscontri, possa essere l'effettiva realtà oppure un'interpretazione personale della stessa? Come si fa a considerare qualcuno attendibile con queste premesse?
Sono meno sorpreso perché l'atteggiamento della società, ad oggi, è stato eloquente. La Juventus si è mossa quando vi è stato l'effettivo bisogno di muoversi, e non dando credito ad ipotesi gossippare o a pseudo-anticipazioni colorate; in un mondo perfetto, o meglio, in un paese normale, con qualche difetto magari, ma normale, questa sarebbe la cosa giusta da fare: purtroppo in Italia non basta essere innocenti in tribunale, e nemmeno serve, a volte, portare prove concrete a discolpa, quando viene permesso. Oggi bisogna essere preventivamente innocenti, oggi bisogna essere innocenti almeno dall'altro ieri e soprattutto bisogna essere innocenti per i media, perché basta il sospetto di una prima pagina o di un titolo del TG per risultare il contrario. Sono meno sorpreso ma rimango preoccupato.
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- By Mario Pirovano