“Perché, a cominciare dal battesimo scelto dagli inquirenti, "Calciopoli bis", i toni di questa vicenda (Scommessopoli, ndr) appaiono un po' eccessivi, forse sovradimensionati. Infatti Calciopoli, la prima e ineguagliabile (diffidare dalle imitazioni), mise in luce un apparato delinquenziale parallelo, capace di controllare le designazioni arbitrali e falsare l'esito sportivo dei campionati. Al momento, questa viscida evoluzione della specie rimane semmai un bieco sottobosco di millantatori, truccatori da strapazzo e mezze tacche”. Cosi’ scriveva Maurizio Crosetti su La Repubblica il giorno 29.12.2011. Non c’è dubbio che la vicenda Calciopoli la conosca piuttosto bene, avendo scritto articoli su articoli sul “mostro” Moggi. Dal brano riportato appare chiaro che due anni di contraddizioni ed incongruenze emerse con chiarezza durante la fase dibattimentale non sono serviti a far cambiare idea all’autore dell’articolo, men che meno ad instillare dei legittimi dubbi sulla “eccessiva, forse sovradimensionata” vicenda Calciopoli. D’altronde anche i giudici del Tribunale di Napoli per ora la vedono così.
Tuttavia stupisce la leggerezza con cui invece Crosetti ha affrontato il tema Calcioscommesse, affrettandosi in un imprudente paragone con Calciopoli. Come a voler mettere subito dei paletti, nonostante la vicenda non fosse ancora ben delineata e fosse quindi troppo presto per potersi avventurare in un qualunque confronto serio con altre vicende giudiziarie. Infatti oggi, a meno di un mese dall’articolo, le vicende sono evolute in modo tale da far scrivere a due suoi colleghi de 'La Repubblica', Giuliano Foschini e Marco Mensurati, anche quest’ultimo per la verità ben noto a chi ha seguito le vicende di Calciopoli, un articolo dal titolo molto forte: "Costretto dalla mafia a vendere partite". II pentito Masiello, interrogato ieri in segreto, ha fornito quella che è la sua versione dei fatti: "Mi minacciavano". Nel pezzo gli autori ricordano che “la mafia lo scorso anno ha bussato al campanello della serie A. Uomini del clan barese dei Parisi hanno aspettato i calciatori sotto casa, hanno frequentato gli spogliatoi, esercitato pressioni e minacce, distribuito mazzette e incassato denaro per combinare i risultati di una serie di partite: almeno quattro, ha ammesso ieri l'ex difensore biancorosso, oggi all´Atalanta, Andrea Masiello.” Anche il giornale rosa con Francesco Ceniti oggi si è occupato dell’interrogatorio di Masiello e scrive: “I reati sono pesantissimi: associazione per delinquere di stampo mafioso (l'articolo 416 bis), riciclaggio attraverso le scommesse e la frode sportiva.”
Insomma, i tratti che sta assumendo Scommessopoli possono considerarsi senza dubbio molto gravi e l’indagine rischia di allargarsi ulteriormente e di andare ben al di là delle grigliate di Moggi, delle pressioni sul Processo di Biscardi, delle presunte schede svizzere e di celle che si agganciano secondo lo schemino casereccio fatto a mano dal maresciallo Di Laroni.
L'insostenibile leggerezza di Scommessopoli
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