Ne avevamo visti in passato di espedienti e di tecniche mediatiche per orientare il pubblico calciofilo nelle sue esecrazioni antiarbitrali a senso unico, tanto da farci il callo e da prendere come un dato di fatto che, quando c’è di mezzo la Juventus, è inevitabile e tutto sommato naturale che l’occhio del moviolista e del commentatore televisivo o giornalistico si faccia più attento e vigile.
Un po’ come per la grandine o il maltempo: si storce la bocca, ma si accetta come un inconveniente che fa parte della nostra cornice di vita quotidiana. Vediamo di ricordare qualche episodio.
L’anno dopo il famoso gol di Turone, che anche i bambini di oggi sanno essere stato annullato circa 25 anni fa, si giocò all’Olimpico un Roma-Juventus che finì 0-0. Un rigore macroscopico su Paolo Rossi a 2-3 metri dalla porta romanista non venne concesso dall’arbitro e nessuna polemica ne conseguì. L’episodio non venne neppure riproposto alla moviola o al ralenty, come si diceva allora, in nessuno dei servizi sportivi. Partita scialba e risultato giusto, questo il commento generale.
Un po’ come successo per la famosissima pettata di Iuliano su Ronaldo, entrata nella storia della cinematografia sportiva, a differenza di un rigore non concesso su Inzaghi nella partita di andata dello stesso anno a Milano, oppure del pareggio di Toldo-Vieri anni dopo sempre in Inter-Juve con crollo dei prodi nerazzurri su Buffon. Festa e fiera negli studi televisivi e nei giornali, ma niente più, nemmeno un piccolo credito a futura memoria. La tecnica di far scomparire gli episodi controproducenti per alcune squadre è stata sempre abbastanza usuale. Ricordo un Roma-Udinese con Falcao, che cacciò fuori dalla sua porta un pallone abbondantemente entrato e visibilissimo senza necessità di ricorso ad altro mezzo tecnico. La Roma portò a casa la vittoria di misura e tutti vissero felici e contenti.
In compenso il salvataggio di Ferrara, oltre la linea di porta, sempre con l’Udinese, che perse la partita largamente con la Juve, viene di tanto in tanto riproposto ancora oggi come esempio di incredibile gol fantasma.
Analogamente i gol non visti della Juventus non interessarono mai a nessuno: ricordo un lontanissimo Lazio-Juventus (gol di De Paoli non concesso) ai tempi della grande Inter, tutto catenaccio e contropiede. Nacque allora il termine “sudditanza psicologica” per definire il particolare trattamento di favore che la squadra di Herrera riceveva dagli arbitri: non c’era nessuna cupola allora, erano gli arbitri che subivano il fascino dell’Inter e non gli fischiavano mai un rigore contro per tutto il campionato. Perlomeno così si scriveva e si diceva. Anche allora la Gazzetta dello Sport sapeva far bene il suo lavoro. Altri gol della Juve non visti, non concessi e non riproposti dalle tv senza strascichi polemici ce ne furono anche più di recente, tra questi se non sbaglio un Juventus-Genoa di qualche anno fa.
Stessa tecnica manipolatoria: si fa sparire o si tratta frettolosamente l’argomento e non si ripropone più quando si tratta di danno per la Juve; si analizza, si sminuzza e si polemizza all’infinito, tramandando le immagini ai posteri, quando si tratta di vantaggio per la Juventus.
Le tecnologie televisive in questi anni hanno fatto passi giganteschi, moltiplicando il numero delle telecamere in campo.
Notai qualche anno fa, in relazione ad un Inter-Juventus, che nel trattare due episodi avvenuti davanti alla stessa porta nei due tempi, uno con probabile danno per l’Inter, l’altro con probabile danno per la Juve, nel primo caso si potè vedere l’episodio da quattro o cinque inquadrature, nel secondo caso solo da una o due non troppo felici per sciogliere i dubbi. Maturai allora la convinzione che in questo caso la tecnica manipolatoria potesse avvenire in due modi: o si nascondono le immagini per danneggiare una squadra, oppure si fa di peggio. Si piazzano le telecamere addosso alla squadra in questione e, nell’intervallo, cambiano campo anche le telecamere.
Mi è capitato più volte di notare la stessa stranezza e alla fine mi sono abituato alla cosa, come alla grandine.
Altri espedienti manipolatori sono possibili con un uso scorretto dei mezzi tecnici, che invece vengono presentati allo spettatore come supporti scientifici al di sopra delle parti.
Il fuorigioco e il blocco immagine: qualche settimana fa un gol di Cruz è stato passato all’analisi tecnica per vedere se al momento del lancio si trovasse in fuorigioco ed il responso è stato che l’attaccante dell’Inter era in linea con il difensore. Tutto regolare e via di fretta verso un altro argomento. Peccato che il blocco immagine era avvenuto non al momento del lancio del pallone a Cruz, ma qualche attimo prima, quando il suo compagno ancora era in fase di caricamento.
Altre volte l’analisi è invece minuziosissima. Quante volte vi è capitato di vedere che per ricostruire un’azione sia stato necessario effettuare il blocco immagine in sincronia con l’audio del fischio dell’arbitro? Una sola volta nella storia del calcio in TV: era Juve-Parma e si doveva dimostrare che l’arbitro aveva fischiato per non far segnare Cannavaro, allora al Parma. Guarda un po’, l’arbitro era De Santis, che aveva concesso al Parma il calcio d’angolo inesistente, da cui sarebbe scaturita l’azione del gol di Cannavaro. Lo zelo del moviolista fu davvero eccezionale, nessun altra partita meritò più tanta attenzione. Peccato che il blocco immagine venne effettuato scorrettamente: non vi può essere sincronia tra la decisione dell’arbitro di fischiare ed il fischio, perché tra le due cose passa necessariamente una frazione di tempo di circa un secondo. Quindi il blocco dell’immagine doveva avvenire con il pallone ancora lontano dalla testa di Cannavaro.
In compenso, una volta passato alla Juventus, a Cannavaro riservarono un trattamento ben diverso: gli ripescarono delle immagini filmate negli spogliatoi del Parma, mentre era intento ad iniettarsi delle sostanze. Stupefacenti o dopanti ? No, perfettamente lecite. Ma in quei tempi c’era il processo alla Juve per doping e tutto faceva brodo.
I due pesi e le due misure, mutuati infine anche dalla giustizia sportiva, erano da molti anni l’armamentario con il quale un becero giornalismo sportivo lavorava abitualmente, supportando in tal modo le recriminazioni e le pretese di altre squadre per ottenere vittorie che sul campo non riuscivano a conseguire. Veniamo ai giorni nostri perché il campionario delle manipolazioni si va arricchendo di nuove perle.
Torino-Juventus: un gol regolare di Trezeguet è motivo di discussione per vari giorni, nonostante il regolamento sia chiaro. Se proprio non può essere fuorigioco, quantomeno si dica che la regola non è giusta. Peccato che situazioni analoghe si erano verificate anche in altre partite precedenti, ma a nessuno era venuto in mente di denunciare l’asserita assurdità del regolamento. Fiorentina-Juventus: gol della Juve con posizione sospetta di Trezeguet, non vista dall’arbitro e dagli stessi fiorentini, per la verità, durante l’azione. Alla fine del primo tempo qualcuno a Sky mette in moto la polemica e si comincia a dire che Trezeguet è oltre le linee difensive e disturba il portiere, che in campo nemmeno aveva dato segni di averlo visto. In Tv alla sera interviene anche Collina, che si lascia scappare, vedendo le immagini riprese frontalmente alla porta, che il portiere ha la visuale disturbata da un suo compagno quando parte il tiro di Iaquinta, mentre l’arrivo successivo di Trezeguet nelle vicinanze di Frey non interferisce sicuramente con la sua visuale, essendo il tiro già scoccato e fuori della sua portata. Caso sicuramente complicato, ma non certo da giustificare al pareggio della Fiorentina su un rigore appena appena generoso un liberatorio “Giustizia è fatta !“ da parte dell’antijuventino cronista di Sky.
Ironia della sorte: sappiamo bene come viene fatta la giustizia sportiva in Italia. Napoli-Juve: dopo un Juve-Genoa, in cui l’arbitro Banti ha fischiato ammonizioni a capocchia (mentula canis) e una espulsione di Nedved per un fallo neppure da ammonizione, a Napoli succede quello che non è mai successo nella storia del calcio italiano. Due rigori inesistenti contro la Juve, che non si danno nemmeno in Inter-Polisportiva Cani e Porci.
Ma dai e dai, rovistando tra le immagini, eccoti trovato che sul secondo rigore, quello del tuffo olimpico di Zalayeta, poco prima il povero Legrottaglie aveva pizzicato per qualche secondo la manica della maglia dell’attaccante napoletano, che nemmeno se ne era accorto. La Gazzetta dello Sport si affretta a mettere sulla sua homepage il filmato scoop sul fallo di Legrottaglie. Roba che ogni domenica, in altre aree di rigore, si sbriga dicendo “leggerissima trattenuta, ma non pare che abbia procurato alcun danno all’attaccante“ e via con la telecronaca. Buon per Zalayeta, che in men che non si dica si vede revocate le due giornate di squalifica per la simulazione. In fondo in fondo il presidente del Napoli era in buona fede nel commentare di aver rubato la partita. Aveva vinto con pieno merito e non lo sapeva. Fortuna che il foglio rosa lo ha reso edotto. E con lui milioni di italiani.
Juventus-Inter: due rigori su Del Piero non fischiati nel primo tempo, riproposto in video senza azzardare commenti uno solo. Si è parlato lungamente del grande fair play e dei fuorigioco fischiati all'Inter, sotto minaccia di lacrima del Mancini, tutti ben fischiati. Non riproposto l'unico fuorigioco mal fischiato, quello di Iaquinta nel secondo tempo, poi finito a terra in area in modo misterioso. Inquadratura dalla tribuna e via ad altro argomento.
Ciliegina finale nei commenti sky del dopopartita: mentre in video si disquisisce come detto sopra, dalla regia un addetto alla giustizia videosportiva manda le immagini del gol del pareggio della Juve, blocco immagine con Trezeguet in fuorigioco passivo dalla parte opposta dell’azione del gol, tracciamento elettronico di un triangolo con vertice sul portiere e uno dei due lati giusto a comprenderci dentro Trezeguet, evidenziato con un cerchietto lampeggiante. Dallo studio non riprendono l’imbeccata e si astengono da ogni commento.
Pistolotto finale sulla grandezza dell’Inter che – come si sarebbe detto in altri tempi – è talmente forte che non avrebbe bisogno di questi regali.
Siamo in Inter League, accontentiamoci.
Un po’ come per la grandine o il maltempo: si storce la bocca, ma si accetta come un inconveniente che fa parte della nostra cornice di vita quotidiana. Vediamo di ricordare qualche episodio.
L’anno dopo il famoso gol di Turone, che anche i bambini di oggi sanno essere stato annullato circa 25 anni fa, si giocò all’Olimpico un Roma-Juventus che finì 0-0. Un rigore macroscopico su Paolo Rossi a 2-3 metri dalla porta romanista non venne concesso dall’arbitro e nessuna polemica ne conseguì. L’episodio non venne neppure riproposto alla moviola o al ralenty, come si diceva allora, in nessuno dei servizi sportivi. Partita scialba e risultato giusto, questo il commento generale.
Un po’ come successo per la famosissima pettata di Iuliano su Ronaldo, entrata nella storia della cinematografia sportiva, a differenza di un rigore non concesso su Inzaghi nella partita di andata dello stesso anno a Milano, oppure del pareggio di Toldo-Vieri anni dopo sempre in Inter-Juve con crollo dei prodi nerazzurri su Buffon. Festa e fiera negli studi televisivi e nei giornali, ma niente più, nemmeno un piccolo credito a futura memoria. La tecnica di far scomparire gli episodi controproducenti per alcune squadre è stata sempre abbastanza usuale. Ricordo un Roma-Udinese con Falcao, che cacciò fuori dalla sua porta un pallone abbondantemente entrato e visibilissimo senza necessità di ricorso ad altro mezzo tecnico. La Roma portò a casa la vittoria di misura e tutti vissero felici e contenti.
In compenso il salvataggio di Ferrara, oltre la linea di porta, sempre con l’Udinese, che perse la partita largamente con la Juve, viene di tanto in tanto riproposto ancora oggi come esempio di incredibile gol fantasma.
Analogamente i gol non visti della Juventus non interessarono mai a nessuno: ricordo un lontanissimo Lazio-Juventus (gol di De Paoli non concesso) ai tempi della grande Inter, tutto catenaccio e contropiede. Nacque allora il termine “sudditanza psicologica” per definire il particolare trattamento di favore che la squadra di Herrera riceveva dagli arbitri: non c’era nessuna cupola allora, erano gli arbitri che subivano il fascino dell’Inter e non gli fischiavano mai un rigore contro per tutto il campionato. Perlomeno così si scriveva e si diceva. Anche allora la Gazzetta dello Sport sapeva far bene il suo lavoro. Altri gol della Juve non visti, non concessi e non riproposti dalle tv senza strascichi polemici ce ne furono anche più di recente, tra questi se non sbaglio un Juventus-Genoa di qualche anno fa.
Stessa tecnica manipolatoria: si fa sparire o si tratta frettolosamente l’argomento e non si ripropone più quando si tratta di danno per la Juve; si analizza, si sminuzza e si polemizza all’infinito, tramandando le immagini ai posteri, quando si tratta di vantaggio per la Juventus.
Le tecnologie televisive in questi anni hanno fatto passi giganteschi, moltiplicando il numero delle telecamere in campo.
Notai qualche anno fa, in relazione ad un Inter-Juventus, che nel trattare due episodi avvenuti davanti alla stessa porta nei due tempi, uno con probabile danno per l’Inter, l’altro con probabile danno per la Juve, nel primo caso si potè vedere l’episodio da quattro o cinque inquadrature, nel secondo caso solo da una o due non troppo felici per sciogliere i dubbi. Maturai allora la convinzione che in questo caso la tecnica manipolatoria potesse avvenire in due modi: o si nascondono le immagini per danneggiare una squadra, oppure si fa di peggio. Si piazzano le telecamere addosso alla squadra in questione e, nell’intervallo, cambiano campo anche le telecamere.
Mi è capitato più volte di notare la stessa stranezza e alla fine mi sono abituato alla cosa, come alla grandine.
Altri espedienti manipolatori sono possibili con un uso scorretto dei mezzi tecnici, che invece vengono presentati allo spettatore come supporti scientifici al di sopra delle parti.
Il fuorigioco e il blocco immagine: qualche settimana fa un gol di Cruz è stato passato all’analisi tecnica per vedere se al momento del lancio si trovasse in fuorigioco ed il responso è stato che l’attaccante dell’Inter era in linea con il difensore. Tutto regolare e via di fretta verso un altro argomento. Peccato che il blocco immagine era avvenuto non al momento del lancio del pallone a Cruz, ma qualche attimo prima, quando il suo compagno ancora era in fase di caricamento.
Altre volte l’analisi è invece minuziosissima. Quante volte vi è capitato di vedere che per ricostruire un’azione sia stato necessario effettuare il blocco immagine in sincronia con l’audio del fischio dell’arbitro? Una sola volta nella storia del calcio in TV: era Juve-Parma e si doveva dimostrare che l’arbitro aveva fischiato per non far segnare Cannavaro, allora al Parma. Guarda un po’, l’arbitro era De Santis, che aveva concesso al Parma il calcio d’angolo inesistente, da cui sarebbe scaturita l’azione del gol di Cannavaro. Lo zelo del moviolista fu davvero eccezionale, nessun altra partita meritò più tanta attenzione. Peccato che il blocco immagine venne effettuato scorrettamente: non vi può essere sincronia tra la decisione dell’arbitro di fischiare ed il fischio, perché tra le due cose passa necessariamente una frazione di tempo di circa un secondo. Quindi il blocco dell’immagine doveva avvenire con il pallone ancora lontano dalla testa di Cannavaro.
In compenso, una volta passato alla Juventus, a Cannavaro riservarono un trattamento ben diverso: gli ripescarono delle immagini filmate negli spogliatoi del Parma, mentre era intento ad iniettarsi delle sostanze. Stupefacenti o dopanti ? No, perfettamente lecite. Ma in quei tempi c’era il processo alla Juve per doping e tutto faceva brodo.
I due pesi e le due misure, mutuati infine anche dalla giustizia sportiva, erano da molti anni l’armamentario con il quale un becero giornalismo sportivo lavorava abitualmente, supportando in tal modo le recriminazioni e le pretese di altre squadre per ottenere vittorie che sul campo non riuscivano a conseguire. Veniamo ai giorni nostri perché il campionario delle manipolazioni si va arricchendo di nuove perle.
Torino-Juventus: un gol regolare di Trezeguet è motivo di discussione per vari giorni, nonostante il regolamento sia chiaro. Se proprio non può essere fuorigioco, quantomeno si dica che la regola non è giusta. Peccato che situazioni analoghe si erano verificate anche in altre partite precedenti, ma a nessuno era venuto in mente di denunciare l’asserita assurdità del regolamento. Fiorentina-Juventus: gol della Juve con posizione sospetta di Trezeguet, non vista dall’arbitro e dagli stessi fiorentini, per la verità, durante l’azione. Alla fine del primo tempo qualcuno a Sky mette in moto la polemica e si comincia a dire che Trezeguet è oltre le linee difensive e disturba il portiere, che in campo nemmeno aveva dato segni di averlo visto. In Tv alla sera interviene anche Collina, che si lascia scappare, vedendo le immagini riprese frontalmente alla porta, che il portiere ha la visuale disturbata da un suo compagno quando parte il tiro di Iaquinta, mentre l’arrivo successivo di Trezeguet nelle vicinanze di Frey non interferisce sicuramente con la sua visuale, essendo il tiro già scoccato e fuori della sua portata. Caso sicuramente complicato, ma non certo da giustificare al pareggio della Fiorentina su un rigore appena appena generoso un liberatorio “Giustizia è fatta !“ da parte dell’antijuventino cronista di Sky.
Ironia della sorte: sappiamo bene come viene fatta la giustizia sportiva in Italia. Napoli-Juve: dopo un Juve-Genoa, in cui l’arbitro Banti ha fischiato ammonizioni a capocchia (mentula canis) e una espulsione di Nedved per un fallo neppure da ammonizione, a Napoli succede quello che non è mai successo nella storia del calcio italiano. Due rigori inesistenti contro la Juve, che non si danno nemmeno in Inter-Polisportiva Cani e Porci.
Ma dai e dai, rovistando tra le immagini, eccoti trovato che sul secondo rigore, quello del tuffo olimpico di Zalayeta, poco prima il povero Legrottaglie aveva pizzicato per qualche secondo la manica della maglia dell’attaccante napoletano, che nemmeno se ne era accorto. La Gazzetta dello Sport si affretta a mettere sulla sua homepage il filmato scoop sul fallo di Legrottaglie. Roba che ogni domenica, in altre aree di rigore, si sbriga dicendo “leggerissima trattenuta, ma non pare che abbia procurato alcun danno all’attaccante“ e via con la telecronaca. Buon per Zalayeta, che in men che non si dica si vede revocate le due giornate di squalifica per la simulazione. In fondo in fondo il presidente del Napoli era in buona fede nel commentare di aver rubato la partita. Aveva vinto con pieno merito e non lo sapeva. Fortuna che il foglio rosa lo ha reso edotto. E con lui milioni di italiani.
Juventus-Inter: due rigori su Del Piero non fischiati nel primo tempo, riproposto in video senza azzardare commenti uno solo. Si è parlato lungamente del grande fair play e dei fuorigioco fischiati all'Inter, sotto minaccia di lacrima del Mancini, tutti ben fischiati. Non riproposto l'unico fuorigioco mal fischiato, quello di Iaquinta nel secondo tempo, poi finito a terra in area in modo misterioso. Inquadratura dalla tribuna e via ad altro argomento.
Ciliegina finale nei commenti sky del dopopartita: mentre in video si disquisisce come detto sopra, dalla regia un addetto alla giustizia videosportiva manda le immagini del gol del pareggio della Juve, blocco immagine con Trezeguet in fuorigioco passivo dalla parte opposta dell’azione del gol, tracciamento elettronico di un triangolo con vertice sul portiere e uno dei due lati giusto a comprenderci dentro Trezeguet, evidenziato con un cerchietto lampeggiante. Dallo studio non riprendono l’imbeccata e si astengono da ogni commento.
Pistolotto finale sulla grandezza dell’Inter che – come si sarebbe detto in altri tempi – è talmente forte che non avrebbe bisogno di questi regali.
Siamo in Inter League, accontentiamoci.